Archivi giornalieri: 17 settembre 2016

Pensioni ultime notizie 17 settembre sabato oggi per tutti e disoccupati, precoci, usuranti da Boeri, Nannicini (in aggiornamento)

Ultimi chiarimenti e indicazioni su novità per le pensioni fattibili e non dal consigliere economico Nannicini: i nuovi dettagli

 

Pensioni ultime notizie e ultime, ultimissime notizie e pensioni novità (AGGIORNAMENTO ore 11:24): Le mini pensioni giustamente vengono contemplate da Boeri come un sistema, ed è una delle sue critiche delle ultime notizie e ultimissime, non tanto come novità per le pensioni vera, ma come forma di aiuto e sostegno ai disoccupati, invalidi a quelle fasce che hanno più bisogno. Ed è vero, non c’è dubbio, come è vero che è un primo passo, ma allora bisogna distinguerlo, non è una novità per le pensioni, ma una forma di aiuto. E come tale va inserita e considerata. E qui noi e lo stesso Boeri ritorno al fatidico discorso delle novità per le pensioni fondamentale come la divisione tra pensioni e previdenza. E poi su questa forma di aiuto e sostegno, ci sarebbe tanto da dire. Meno male che il cosidetto mutuo che si contrae per queste fasce dovrebbe essere senza oneri, altrimenti ci sarebbe la beffa, che, comunque c’è per tutti gli altri. Come fa un precoce, un usurante ma anche tutti gli altri a pagare per andare in pensione prima, a pagare per un suo diritto di una norma, di un patto che è stato stravolto unilateralmente e all’improvviso?

 

Pensioni ultime notizie e ultime, ultimissime notizie e pensioni novità (AGGIORNAMENTO ore 9:27):  E non mancano dunque le bocciature di molti sulle novità per le pensioni messe in campo finora e non solo dell’opposizione o dalla solita opposizione interna. Basti pensare alla bocciatura solo delle ultime notizie e ultimissime di Boeri che va a colpire tutti le novità per le pensioni messe in campo dalle mini pensioni all’aumento di quelle inferiori bolleta come una perdita di denaro fino alla sua ennesima richiesta di rivedere le pensioni più alte rispedita ancora una volta al mittente.

 

Pensioni ultime notizie e ultime, ultimissime notizie e pensioni novità (AGGIORNAMENTO ore 17:22): Oltre ai precoci e gli usuranti Nannicini deve, comunque, completare le mini pensioni ache per tutti gli altri oltre che per le fasce come le persone senza occcupazione, gli invalidi, i malati e chi li cura che saranno gli unici a non avere oneri ad accedere a questo sistema. Per tutti gli altri, rimangono diversi dubbi. Ad esempio quanto è la quota capitale e la quota di intessa da restituire? E rimane valida la fascia che sotto i milleduecento euro non si pagano gli interessi e sopra sì, o si deve spostare a milleeuro o a millecinquencento? SI era parlato con le forze sociali di milleduecento euro, ma poi bisogna rivedere ora con la riscritura del DEF.

 

Pensioni ultime notizie e ultime, ultimissime notizie e pensioni novità (AGGIORNAMENTO ore 14:47): L’idea base è quella di inserire i quota 41 all’interno delle pensioni o comunque riuscire a fare in modo che i quota 41 possano avere, comunque, dei benefici seppur assai diversi da quelli delle ultime notizie e ultimimissime. Le idee sono al momento:

– pensioni novità senza oneri all’interno delle mini pensioni ma con paletti molto vincolanti
– pensioni novità con contributi figurati limitati a pochi mesi/anno solo per i 14-16enni (o questo vincolo potrebbe essere uno all’interno delle mini pensioni)
– pensioni novità solo se si è fatto anche prestazioni faticose, occupazioni faticose e in questo caso non si sa se all’interno delle mini pensioni o con norma ad hoc

Pensioni ultime notizie e ultime, ultimissime notizie e pensioni novità (AGGIORNAMENTO ore 10:17): Si cerca di far contenti tutti con le novità per le pensioni e si rischia di non riuscire davveroa soddisfare nessuna richiesta. Nannicini ci prova, nonostante anche le ultime notizie e ultimissime contrarie, a trovare delle novità per le pensioni positive per i quota 41, ma al momento si rischio solo di aumentare i problemi ai già tanti che hanno le mini pensioni e o compromettere gli usuranti e non solo.

Mentre passano i giorni e si attendono notizie ufficiali sulle novità per le pensioni che saranno realmente approvate entro la fine di quest’anno, dopo gli ultimi chiarimenti arrivati la scorsa settimana sul funzionamento di quella che dovrebbe essere la mini pensione, sempre troppo limitata e che continua a non piacere e a non convincere, anche se soprattutto per il budget minimo che dovrebbe essere impiegato, 500 milioni di euro che sicuramente potrebbero scatenare una corsa alla richiesta di questa possibilità di anticipo della pensione da parte degli interessati per il timore che una volta esaurite tali risorse, si debba dover rimanere a lavoro anche se rientranti tra coloro che potrebbero anticipare l’uscita, arrivano ultime notizie su novità per le pensioni all’indomani del confronto tra il consigliere economico di Palazzo Chigi Nanninici e il Comitato online di Quota 41.

Nannicini ha confermato, come già emerso qualche settimana fa, che le novità per le pensioni saranno attuate in diversi e più momenti, perché ci sono certamente errori e distorsioni nate dalle attuali regole pensionistiche da risolvere ma serve ancora capire quando, concretamente, saranno definite queste le fasi di lavoro, quali novità per le pensioni e quando saranno approvate. Probabilmente, secondo le ultime notizie, si potrebbe dover aspettare anche fino al prossimo 2018, quando cioè saranno in programma le prossime elezioni. In riferimento particolare alla novità per le pensioni di quota 41, Nannicini ha ribadito e confermato, come riportano le ultime e ultimissime notizie, la volontà di attuarla, sottolineando, però, la mancanza di budget, al momento, che si sperava di riuscire ad avere.

 

Infine, in riferimento alle novità pensioni con mini pensioni, Nannicini ha chiarito che si, così come ultimamente rivisto, si tratta di un mezzo pensato per sostenere coloro che si ritrovano in grandi difficoltà economiche e di un sostegno per diverse fasce di persone, il che rappresenta, forse, il primo passo verso la definizione di novità per le pensioni più specifiche per la correzione delle diseguaglianze sociali create proprio dalle attuali regole.

Penalità calcolate in base al reddito pensionistico di ogni singolo lavoratore, comprese tra il 5 e il 10%, con possibilità di arrivare anche fino al 15%, per trattamenti mensili più elevati ma anche azzerarsi per le categorie di persone più svantaggiate, come i disoccupati, i disabili o coloro che svolgono occupazioni faticose; piano di restituzione 20ennale per l’anticipo percepito. La mini pensione, com’era stato annunciato dallo steso Nannicini solo la settimana scorsa, potrà essere richiesta da tutti i lavoratori, indipendentemente dalla cassa previdenziale cui sono iscritti, quindi anche da commercianti, artigiani, liberi professionisti titolari di Partita Iva. Le ultime notizie riguardano invece le categorie di lavoratori che hanno iniziato a lavorare sin da giovanissimi e coloro che sono impiegati, o lo sono stati, in occupazioni pesanti e faticose: sembra che la soluzione alle penalizzazioni che hanno dovuto subire con l’entrata in vigore delle attuali norme pensionistiche possa arrivare anche per loro con la mini pensione.

 

 

O meglio, è possibile, stando alle ultime e ultimissime notizie, che ci sia l’ipotesi di inglobare nella mini pensione una sorta di quota 41. Cosa significa questo?  La mini pensione, le cui penalità dovrebbero azzerarsi per i disoccupati attraverso l’applicazione di esenzioni fiscali ancora da definire, però, dovrebbe prevedere anche il riconoscimento dei contributi figurativi per coloro che hanno iniziato a lavorare prestissimo, cioè da 14, 15 fino al 18esimo anno di età, ma solo per i lavoratori usuranti.

 

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Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il 17/09/2016 alle ore 11:24

RICORDANDO FRANCESCO MASALA NEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA.

Risultati immagini per francesco masala

DI Francesco Casula

A Nughedu San Nicolò (SS) il 17 settembre 1916 nasceva Francesco Masala. Lo voglio ricordare, in occasione del Centenario della sua nascita, con questa nota incentrata sul suo rapporto con la politica e i Partiti italiani.

Masala è stato militante nel PSI prima e nello PSIUP poi.

Nel PSI si iscrisse agli inizi degli anni ’60 per uscirne subito dopo, nel 1964, seguendo l’amico Lussu nel  Partito socialista di unità proletaria. Questo Partito nacque in seguito alla scissione del PSI, accusato di aver tradito gli ideali socialisti, dopo l’ingresso nel Governo di centro-sinistra, voluto da Nenni e guidato dal democristiano Aldo Moro.

Nello PSIUP fa parte del Comitato regionale: ma per poco tempo. Inizia infatti a muovere forti critiche alla forma-Partito e ai Partiti italioti in genere al loro rapportarsi con la Sardegna, in forme di colonialismo politico e culturale..

“Presi coscienza – scriverà – che la scissione era stata un’operazione di vertice e, anche e soprattutto, che la dirigenza sarda dello PSIUP (purtroppo tutti figli e nipoti politici di Lussu) nella quasi totalità, altro non era che la filiale isolana della fabbrica politica italiota, cioè si limitava a importare nell’Isola i manufatti politici prodotti in Continente:insomma una grave forma di centralismo burocratico, di colonialismo politico-culturale, senza nessun approfondimento né della Questione sarda né della grande lezione del sardismo lussiano”.

Scrive dunque una lettera a Lussu. Eccone alcuni scampoli: ”I padroni del Partito, cioè i baroni delle tessere, hanno adottato una tattica adoperata in Sardegna già nel periodo dei Nuraghi: i cacciatori nuragici avevano scoperto che, riunendosi in gruppo, potevano cacciare meglio, cioè potevano procurarsi maggior cibo, nei territori di caccia. Naturalmente i moderni cacciatori, a differenza dei clan nuragici, non usano le clave ma le tessere. Esse le tessere contano più di qualunque corretta ideologia…esse le tessere procurano ai baroni un maggior peso e un maggior potere…dentro le riserve di caccia del Partito – continua la lettera –  di necessità i clan devono darsi battaglia fra di loro, litigare insomma, per il maggior cibo, su futili pretesti ideologici e senza comprensibili motivazioni politiche: prima si stabilisce di essere contro e poi si inventano le motivazioni per cui si è contro. Così l’ideologia diventa aria fritta, nebbia, catrame e il Partito stesso diventa un cane che si morde la coda. Insomma questi baroni delle tessere  fanno come il figlio Giove col padre saturno:per paura di essere divorati dal padre (il Partito), essi i figli espropriano il potere egualitario di tutto il Partito, cioè si divorano il padre. E non basta. I padroni del Partito, oltre a uccidere il padre, ammazzano anche la madre, la Sardegna, distrutta dalla logica del centralismo burocratico italiota. Caro Lussu – conclude Masala – c’è veramente del marcio in Danimarca!”.

Lussu rimase molto male: Masala voleva distruggere, ammazzare la sua creatura prediletta: lo PSIUP sardo. Lussu, rispondendo a Masala che voleva portare al mattatoio tutti gli psiuppini sardi, afferma che li vorrebbe tutti in Consiglio regionale…

Ormai il dissenso fra i due è totale, almeno per quanto atteneva al Partito. Masala riscrive a Lussu un’altra lettera che servirà a aumentare il solco profondo che ormai li separa, non solo in merito al Partito ma  anche su altre questioni importanti.

Scrive Masala:

1.Lo PSIUP in Sardegna come tutti gli altri Partiti italioti, è funzionale allo Stato accentratore;

2. L’Italia è uno Stato ma non una Nazione, mentre la Sardegna è una Nazione ma non è uno Stato;

3. La cosiddetta Autonomia è una perfetta Eteronomia;

4. L’esperienza sarda dimostra che lo stato, comunque esso sia è un nemico. Lussu risponde in modo secco e acre, quasi indispettito: in merito allo Stato ma non solo. Il modo in cui rievochi lo Stato –scrive Lussu –  fa pensare che tu sia con gli anarchici non con Marx.

Altrettanto secca è la nuova lettera di Masala:”A pensarci bene – scrive – l’ultimo e più felice stadio di una società comunista è l’anarchia, cioè una società di liberi e uguali, senza governanti e governati, senza dominatori e senza dominati, senza vincitori né vinti.

Per conto mio – prosegue  Masala – non sono per l’anarchia borghese ma per l’etnia egualitaria, cioè per una comunità etnica che produce beni materiali e culturali da distribuire in parti uguali. Se è vero come è vero che la proprietà privata ha creato il codice per legalizzare e sacralizzare le disuguaglianze, allora è vero che per desacralizzare la proprietà, per decodificare lo Stato è necessario ritornare alle etnie egualitarie.

Inoltre Masala, pur sapendo che Lussu come una malabestia odiava il separatismo, conclude la lettera affermando che: ”A pensarci proprio bene l’Italia non è la nostra madrepatria ma è la nostra matrigna e non è più una donna giovane e bella, con la corona in testa, come appare nelle carte bollate postrisorgimentali, ma è una vecchia che puzza, non c’è quindi da addolorarci molto se l’etnia sarda comincia a prendere le distanze da questa salma”.

A questo punto la polemica epistolare fra Lussu e Masala si interrompe. Anche perché in una ultima, provocatoria e “cattiva” lettera Masala ricorda a Lussu alcune posizioni del passato che a suo dire sarebbero in contraddizione con quelle del presente. In modo particolare un articolo  contro le leggi antiebraiche in Italia, pubblicato in Giustizia e Libertà del 21-10-1940, in cui il cavaliere dei Rossomori aveva parlato di “Repubblica sarda indipendente”.

Nonostante le scaramucce epistolari rimarrà comunque intatta la stima e l’ammirazione di Masala nei confronti di Lussu.

Dopo l’esperienza politica nello PSIUP Masala – è lui stesso a sottolinearlo più volte –  non aderirà più ad alcun Partito politico e sarà un libero “cane sciolto”. Con l’esplosione del Movimento del ’68 simpatizzerà con gli studenti e gli extraparlamentari ma anche a loro rimprovererà forme di colonialismo politico: con l’importazione in Sardegna di gruppi e gruppuscoli da Milano e altre città italiane e relativi programmi e proposte.

La sua battaglia politico-culturale (scriverà oltre saggi, romanzi, poesie, moltissimi articoli su Quotidiani e riviste, in modo particolare nel periodico Nazione sarda, con Lilliu, Eliseo Spiga, Antonello Satta, Elisa Nivola) sarà sempre più incentrata nella difesa della lingua sarda e dunque nella rivendicazione del Bilinguismo perfetto. Lingua sarda – me lo ripeteva fino all’ossessione –  la cui salvezza e salvaguardia dipendeva soprattutto dal suo insegnamento, come materia curriculare, nelle scuole di ogni ordine e grado.

Non aderirà neppure ai Movimenti e Partiti indipendentisti: pur essendo ormai la sua posizione di critica radicale all’Italia (un cadavere che puzza) da cui dunque occorreva allontanarsi al più presto.

Tutela professionale del Consulente del Lavoro, guida della Fondazione Studi

Tutela professionale del Consulente del Lavoro, guida della Fondazione Studi 0

di in 15 settembre 2016 Guide
Tutela professionale del Consulente del Lavoro

Tutela professionale del Consulente del Lavoro

Il Dipartimento Scientifico Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato una guida alla tutela professionale del Consulente del Lavoro.

 

 

 

Il Dipartimento Scientifico della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato una interessante guida sulla tutela professionale del Consulente del Lavoro.

Dopo la guida pratica alla lettura della busta paga e quella alle Dimissioni Volontarie Online la Fondazione studi del Consiglio nazionale di Consulenti del lavoro, nell’ambito del Festival del Lavoro 2016, ha rilasciato un’altra ottima guida, dedicata questa volta ai Consulenti del Lavoro.

GUIDA ALLA TUTELA PROFESSIONALE DEL CONSULENTE DEL LAVORO

La consulenza del lavoro ai Consulenti del lavoro. È anche la giurisprudenza ormai a riconoscere il ruolo centrale degli iscritti all’ordine non solo sugli adempimenti in materia di lavoro (quelli previsti dalla legge 12 del 1979) ma anche su tutto il resto.

In questo senso il 2015 rappresenta un anno centrale sia per la tutela della nostra professione sia per quanti – dietro la giustificazione di svolgere “meri adempimenti di routine” – si inserivano surrettiziamente senza averne titolo in un’attività presidiata dalla legge.

Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) con la sentenza n° 103/2015 del 16 gennaio 2015 si è pronunciato facendo chiarezza in materia e soprattutto riconoscendo il valore e il ruolo del sistema ordinistico. Un’importante risposta alla richiesta di tutela da parte dei Consulenti del Lavoro.

Per quanto riguarda il mondo del lavoro a noi vicino, dunque, è stato acceso il semaforo rosso per Centri di elaborazione dati (CED) nelle gare d’appalto per l’affidamento di servizi di elaborazione buste paga, gestione dei documenti e degli adempimenti connessi, consulenza in tema di amministrazione del personale.

[…]

 

 

Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro

  Guida alla tutela professionale del Consulente del Lavoro (533,5 KiB, 60 download)

San Roberto Bellarmino

 


San Roberto Bellarmino
Nome: San Roberto Bellarmino
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 17 settembre
Protettore di: avvocati canonisti, catechisti

S. Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano il 4 ottobre del 1542 da Cinzia Cervini, sorella del Papa Marcello II e da Vincenzo Bellarmino. Affezionato al le cose di Dio, amava poco i trastulli infantili; ripeteva ai fratellini le prediche udite e spiegava ai contadinelli i primi elementi del catechismo. Fatta con angelico fervore la sua Prima Comunione, prese, contro l’uso di quel tempo, a comunicarsi ogni domenica, con edificazione di tutti.

Iniziati gli studi mostrò subito la sua straordinaria acutezza e penetrazione d’ingegno accoppiata ad una insaziabile avidità d’imparare. E poiché suo padre, che intendeva farne un compito gentiluomo, volle che aggiungesse allo studio delle lettere anche l’arte del canto e della musica, egli ingenuamente sostituiva con parole sacre qualunque verso lubrico che incontrasse ripetendo con franchezza a chi si meravigliava : « La mia voce non si presta a cantare cose che non siano pure ».

Mentre egli faceva grandi progressi nella virtù e nel sapere, il padre andava riponendo in lui le più belle e lusinghiere speranze, ma Roberto la pensava ben diversamente. Conscio dell’importanza della salvezza dell’anima, dopo un anno di lotta contro il padre, ottenne di entrare nella Compagnia di Gesù.

Dopo il noviziato nel 1561 si trasferì per il corso di filosofia al Collegio Romano. Ma dolorose prove non ritardarono a farsi sentire: lo colse un ostinato esaurimento di forze ed un acuto dolore di testa. Ciononostante, docile, rassegnato e paziente riuscì il primo della classe. Indi fu mandato come insegnante a Firenze e a Mondovì.

Nel 1567 andò a Padova per gli studi di teologia, durante i quali predicò a Venezia e a Genova. Pochi anni dopo fu inviato nell’Università di Lovanio, ove fu professore, e là nel 1570 fu ordinato sacerdote del vescovo Cornelius Jansenius e celebrò la sua prima Messa.

Gregorio XIII aveva deciso che nel Collegio Romano s’istituisse una cattedra di carattere polemico per difendere dagli assalti degli avversari le verità della fede e per questa fu prescelto Roberto che, per la sua monumentale opera, le « Controversie », fu detto il Martello degli eretici.

Tra tutta la sua attività rifulge quanto fece per il catechismo, che, già cardinale, non disdegnava insegnare ai familiari ed al popolo. Fu padre spirituale di S. Luigi, ebbe relazioni con S. Realino e fu provinciale a Napoli. Tutto ciò, unito ad una grande santità, aveva attirato su di lui gli occhi di tutti e Clemente VIII, nonostante la ripugnanza del Santo, lo fece cardinale, arcivescovo di Capua, ove fu prodigo di cure e carità a tutti, ma specialmente ai poveri.

Nel 1621, abbandonato l’appartamento cardinalizio, si ritirava nella casa del Noviziato di S. Andrea al Quirinale ove si preparò alla morte, E confortato dalla benedizione di Gregorio XV, dopo aver recitato con grande pietà e fede il Credo, spirava, portando al tribunale divino illesa la candida stola battesimale. Era il 17 settembre 1621.

S. Roberto fu pure un grande scrittore : scrisse ben 31 opere tra le quali spiccano maggiormente: le « Controversie », il « Catechismo », « Le ascensioni spirituali della mente in Dio » e l’« Arte del ben morire »: perciò Pio XI lo dichiarò Dottore della Chiesa.

PRATICA. Ci siano di guida queste parole del Santo: « Procura di non mandar nessun povero scontento: se ho poco, dò poco, se avrò di più, darò di più… ».

PREGHIERA. O Dio, che per respingere le insidie dell’errore e per difendere i diritti della Sede Apostolica, concedesti mirabile dottrina e forza al tuo beato Pontefice e dottore Roberto, per i suoi meriti ed intercessione fa’ che noi cresciamo nell’amore della verità e che gli, erranti ritornino nell’unità della tua Chiesa.