Carcere al limite della vivibiltà, detenuto risarcito

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Una cella di dieci metri quadrati con dentro un letto a castello a tre piani. L’ultima branda è a 50 centimetri dal soffitto. Ci sbatti in naso. Un cesso senza areazione esterna e porta blindata chiusa per circa 20  ore al giorno. Dentro tre detenuti, la cella invece è stata progettata per ospitarne uno solo, con l’incubo sopravvivenza: il dato di sovraffollamento al carcere di Borgo San Nicola è del 107,4%, 1700 detenuti a fronte della capienza di 700.

Ma, forse, qualcosa si muove: grazie ad una sentenza del giudice di Sorveglianza di Lecce, l’amministrazione penitenziaria è stata condannata a risarcire un detenuto straniero che, nel carcere di Lecce, scontava la pena per furto aggravato.

Secondo il magistrato, nei confronti del detenuto ricorrente, che aveva denunciato le pessime condizioni di vita nel penitenziario leccese il 17 giugno del 2010, si sono verificate “lesioni della dignità umana, intesa come adeguatezza del regime penitenziario, soprattutto in ragione dell’insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione, ed ha disposto, in favore del recluso, un risarcimento di natura economica dei danni non patrimoniali a carico dell’amministrazione penitenziaria per 220 euro. La cifra non un gran che, molto di più è invece un’altra cosa: il detenuto da ora in poi, grazie a questo precedente, può ricorrere al “suo” giudice di Sorveglianza, piuttosto che alla Corte europea dei diritti dell’uomo”.

 
innocentievasioni.net

Carcere al limite della vivibiltà, detenuto risarcitoultima modifica: 2011-09-16T12:56:16+02:00da vitegabry
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