Archivio mensile:aprile 2011

Accordo regionale tra Inps Sardegna/patronati

NEWS

Per una più ampia e rapida tutela dei diritti

È stato sottoscritto il 6 aprile u.s. un Accordo tra la Direzione regionale dell’Inps Sardegna ed i patronati, con la partecipazione del Presidente del Comitato regionale Inps.

L’Accordo  sottolinea le novità intervenute in materia di invalidità civile, handicap e disabilità a seguito dell’art. 20 della legge 102/2009, collocandole nel contesto della scelta operata dall’Istituto di promuovere un forte sviluppo del canale telematico per istanze relative alle diverse prestazioni, anche in attuazione delle norme che prevedono il potenziamento dei servizi telematici della pubblica amministrazione.

Nell’Accordo viene ripercorso l’iter che ha condotto l’Inps a realizzare una procedura  atta a gestire telematicamente l’intero processo dell’invalidità civile e si sottolinea l’integrazione di una nuova funzionalità “Gestione silenzio assenso” per consentire la validazione definitiva dei verbali scaduti per decorso dei termini di legge (60 giorni).

Nel caso di convalida automatica per decorso termine,  una copia del verbale di visita andrebbe inviata automaticamente al cittadino interessato ma  l’Accordo “riaffermata la centralità del ruolo dei Patronati nello svolgimento delle attività di informazione, di assistenza e di tutela a favore degli utenti nell’attuazione dei compiti individuati dalla legge 152/2001” stabilisce che l’Inps si impegna a:
– informare adeguatamente i patronati riguardo al suo progetto di riorganizzazione;
– privilegiare le domande inviate telematicamente;
– estendere l’utilizzo della posta elettronica come mezzo di comunicazione tra operatori dell’Inps ed operatori dei patronati, per favorire risposte in tempi brevi; 
– consegnare, per una fase transitoria, i verbali validati per silenzio-assenso ai patronati, al fine di favorire la conclusione del procedimento e l’acquisizione degli eventuali benefici economici da parte del richiedente”.

Il patronato interessato riceverà anche, in busta chiusa, copia del verbale da consegnare al richiedente, rispettando le modalità precisate nell’Accordo.

I patronati, per parte loro,  si impegnano a:
– presentare le domande in via telematica per tutte le prestazioni per le quali ciò é possibile;-compilare in modo corretto e completo tutte le domande evitando la concentrazione di presentazione a fine mese;
– consegnare ai cittadini i verbali ricevuti in busta chiusa già citati.

L’aspetto che riveste maggiore interesse, ai nostri fini, é la istituzione di un Tavolo tecnico regionale permanente  con la funzione di razionalizzare l’attività legata alla gestione del nuovo processo di invalidità civile e di concordare apposite linee guida operative a livello regionale.

Stranieri irregolari, a Milano cure negate

NEWS

La salute è un diritto!

Una legge italiana garantisce ai cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno il diritto alla salute. In teoria. In pratica, invece secondo un’indagine condotta dal Naga tra metà novembre e metà marzo 2011, negli ospedali milanesi questo avviene molto poco.

«Una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa, un’erogazione e una gestione del codice Stp (Straniero Temporaneamente Presente, il codice che dovrebbe garantire il diritto alla salute) inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure», sottolineano i medici che  hanno coordinato la ricerca, presentata ieri a Milano.

I numeri sono piuttosto eclatanti. Sui 560 pazienti che si sono rivolti presso l’ambulatorio medico dell’Associazione 82, affetti da patologie rilevanti o cronico evolutive, sono stati inviati presso le strutture sanitarie pubbliche o le private convenzionate, con richiesta scritta del medico del Naga per l’assegnazione del codice Stp.

Nel 61,6% dei casi la richiesta ha dato un risultato negativo. «Si osservano comportamenti che variano da quelli del tutto corretti a quelli di strutture sanitarie che negano anche un’assistenza minima» aggiungono i medici. Il dato più evidente riguarda la mancanza d’informazione sia degli operatori sanitari sia dei cittadini stranieri.

«Possiamo dire che i cittadini stranieri irregolari che necessitano di cure soffrono una doppia malattia: quella organica e quella derivante dal mancato accesso alle cure». Un problema eminentemente lombardo visto che, sottolinea l’indagine, sul territorio nazionale si registrano buone pratiche in diverse regioni.

Tre le proposte del Naga alla Regione precisa il presidente Pietro Massarotto «iscrivibilità dei cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina generale; applicazione omogenea della normativa nazionale vigente e conseguente rilascio e gestione successivaa del codice Stp in tutte le strutture sanitarie pubbliche e convenzionate della Lombardia e, infine, campagne pubbliche di sensibilizzazione rivolte a tutto il personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non».

doctornews.it

Lavori usuranti: approvato il decreto legislativo

NEWS

Dopo trent’anni …..

Il Consiglio dei ministri approva il decreto legislativo sui lavori usuranti. È quanto si legge in un comunicato diffuso  da palazzo Chigi.

“In considerazione dell’imminente scadenza della delega – si legge in un passaggio – il Consiglio ha inoltre concluso, approvandolo definitivamente a seguito dell’acquisizione dei pareri prescritti, l’iter del decreto legislativo, che regola l’accesso al pensionamento anticipato di chi effettua lavori particolarmente usuranti; sono tali, fra gli altri, i lavori in gallerie, cave e miniere, in cassoni ad aria compressa, in spazi sottomarini, quelli eseguiti ad alte temperature, in spazi ristretti, per asportazione dell’amianto, nonché alcuni lavori notturni, quelli delle cosiddette “linee catena”, le attività di conduzione di determinati veicoli di trasporto collettivo”.

rassegna.it

Operai Thyssen a candidati: serve lavoro

NEWS

Il lavoro al “centro”

thyssen5.jpg

Gli operai della Thyssen che si sono costituiti parte civile nel processo contro la multinazionale tedesca hanno scritto una lettera aperta ai candidati sindaco a Torino per chiedere di mettere il lavoro al centro della propria agenda politica.

Gli operai denunciano una discriminazione nei propri confronti per essersi costituiti parte civile, sottolineando come i colleghi che non lo hanno fatto siano stati assunti in alcune municipalizzate torinesi, come l’Amiat. Agli aspiranti successori di Sergio Chiamparino chiedono di non tollerare l’affronto alla “grande tradizione progressista e operaia” di Torino, di mettere al centro del programma il rilancio del lavoro, e di non consentire speculazioni sull’area dello stabilimento Thyssen chiuso dopo la tragedia dell’incendio che uccise sette di loro.

“Noi lavoratori, che abbiamo portato avanti con coraggio e determinazione una giusta battaglia per la verità e la giustizia – scrivono – siamo stati completamente abbandonati dalle istituzioni di questa citta”.

“Abbiamo ottenuto due proroghe degli ammortizzatori sociali – aggiungono – ma il nostro obiettivo principale era e rimane un lavoro sicuro e dignitoso. Questa discriminazione è avvenuta anche grazie al Comune di Torino, che si è reso responsabile della ricollocazione in Amiat di decine di operai, di cui nessuno però che si fosse costituito parte civile”.

“Ci rivolgiamo a voi, in veste di possibili futuri Sindaci di Torino – si legge nella lettera – per chiedervi con forza che venga inserita nel vostro programma la questione del rilancio del lavoro, per gli operai della ThyssenKrupp discriminati, e inoltre la salvaguardia della finalita’ urbanistica delle aree di proprietà della TK e quelle attigue di FinTechna (ex IRI), così da scongiurare appetiti speculatori”.

“Da tempo abbiamo smesso di credere nelle favole – concludono – ma vi chiediamo di prendere una posizione chiara su questi temi”.

(ANSA).

Agricoltura – 650mila donne con la busta paga più magra

donne3.bmpBusta paga differenziata in agricoltura

Il salario delle donne è ancora inferiore a quello degli uomini e il motivo è sempre lo stesso: basse qualifiche e sottoinquadramento. Eppure sono proprio loro a trainare il settore, soprattutto in alcune regioni del Sud.

È quanto è  emerso da una ricerca della Flai Cgil presentata ieri a Roma durante la seconda assemblea nazionale “Donne, democrazia e rappresentanza” al Teatro 10 di Cinecittà. Dal dossier si apprende che le occupate nel settore sono in totale 650mila, il 36 per cento del totale. Di queste, circa 400mila lavorano direttamente in agricoltura, le altre nelle aziende di trasformazione dell’industria alimentare.

Le organizzazioni sindacali e delle imprese, ha ricordato la Flai, si sono impegnate nella recente tornata contrattuale a definire regole per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne. Tra i temi affrontati: pieno riconoscimento della parità tra uomo e donna nei posti di lavoro; superare le differenze nelle mansioni; eliminare gli ostacoli di crescita professionale; tutelare le lavoratrici madri o impegante nella cura di parenti stretti in stato di necessità; sconfiggere le discriminazioni e prevenire molestie sessuali e mobbing.

Ma c’è ancora molto da fare. Una mano può darla la Fondazione Metes, che ha elaborato per conto del sindacato un corso di formazione sul ruolo femminile nella Cgil, con tanto di simulazione di tavoli negoziali in cui le partecipanti sono chiamate a confrontarsi in una trattativa.

“La concezione della donna nel nostro paese deve essere completamente ribaltata e la questione femminile deve essere rimessa con forza al centro dell’agenda politica, è una battaglia di civiltà”, ha affermato la segretaria generale della Flai, Stefania Crogi. “Non ne possiamo davvero più – osserva – degli atteggiamenti pubblici e privati del presidente del Consiglio che ogni giorno calpesta la dignità di milioni di donne e di quell’immagine ormai consolidata secondo la quale per avere successo nella vita si debba mettere a disposizione il proprio corpo”.

rassegna.it

Ancora un morto alla Sarroch

sarroch.bmpLa tragica abitudine ….

 

Ancora una volta. Ancora una vittima sul lavoro per una sacca di ossido di zolfo imprigionata all’interno di una colonna dell’impianto di combustione nello stabilimento Saras di Sarroch. Si chiamava Pierpaolo Pulvirenti e aveva solo 23 anni.                  

Le altre tragedie,sempre nell’azienda di proprietà della famiglia Moratti, sono accadute il 14 aprile 2007 con la morte di un dipendnete della ditta di appalto per la manutenzione degli impianti, e nel maggio 2009 dove furono coinvolti 3 operai morti asfissiati dall’idrogeno solforato mentre effettuavano la ripulitura di una cisterna.

La Cgil, attraverso il segretario regionale Enzo Costa attacca:  “La dinamica dell’incidente esattamente sovrapponibile a quelle precedenti, dimostra che nella raffineria più grande del Mediterraneo non esiste la cultura della sicurezza dei lavoratori. Se così non fosse non sarebbe accaduta ancora una volta, nello stesso luogo che doveva essere bonificato, una tragedia umana”.

n. 460 del 14 aprile 2011

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                           

>    Governo: lo schema di Decreto Legislativo per la pensione anticipata dei lavoratori addetti ad «attività usuranti»

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via definitiva, lo schema di Decreto Legislativo recante norme in materia di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.

per accedere alle notizie  _              

>    Min.Lavoro: criteri di concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria e mobilità

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il Decreto del 14 marzo 2011 con i criteri di concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria e di mobilità per i dipendenti di aziende commerciali con oltre 50 addetti, agenzie di viaggio e turismo compresi operatori turistici, con più di 50 dipendenti, e imprese di vigilanza con più di 15 dipendenti.

per accedere alle notizie  _              

>    DPL Modena: le tariffe di facchinaggio per la Provincia di Modena per l’anno 2011

La Direzione Provinciale del Lavoro di Modena pubblica le tariffe di facchinaggio per la Provincia di Modena valevoli per tutto l’anno 2011.

per accedere alle notizie  _              

>    INPS: nuove modalità di presentazione della domanda di disoccupazione e di mobilità ordinaria

L’INPS fornisce le istruzioni in merito alla richiesta di Assegno Nucleo Familiare unitamente alla presentazione delle domande di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti normali o di mobilità ordinaria da cittadino tramite web e tramite Patronato.

per accedere alle notizie  _              

>    ENPALS: modifica del saggio di interesse legale

L’ENPALS comunica che, con decorrenza 13 aprile 2011, il tasso ufficiale di riferimento da utilizzare per la determinazione del tasso di differimento e di dilazione ai fini della regolarizzazione dei debiti contributivi e relativi accessori di legge dovuti dai datori di lavoro agli enti gestori di forme di previdenza ed assistenza obbligatoria, è stato fissato nella misura dell’1,25 %, con decorrenza 13 aprile 2011.

per accedere alle notizie  _              

>    Min.Lavoro: rilascio delle autorizzazioni per l’esecuzione di lavori su parti in tensione

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2011, con la definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all’articolo 82, comma 2), lettera c), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche ed integrazioni.

per accedere alle notizie  _              

>    Consiglio di Stato: DURC e preclusione alla partecipazione alle gare di appalto di lavori e servizi pubblici

Con sentenza del 4 aprile 2011 n. 2100, la VI Sezione del Consiglio di Stato afferma che, ai fini della partecipazione alle gare di appalto di lavori e servizi pubblici risulta condizione preclusiva l’aver commesso anche solo una violazione; non è conseguentemente necessario, per l’effetto preclusivo, che vengano accertate una pluralità di violazioni alle norme in materia di contributi previdenziali e assistenziali.

per accedere alle notizie  _              

>     Min.Lavoro: comunicazioni obbligatorie telematiche, le nuove regole

Il Ministero del Lavoro ha fornito le variazioni al sistema delle comunicazioni obbligatorie (COT) a cui i servizi informatici regionali dovranno adeguarsi. Gli aggiornamenti dovranno essere operativi dalle ore 19.00 del prossimo 30 aprile 2011.

per accedere alle notizie  _              

>    Consulta: parto prematuro e diritto al congedo obbligatorio

Con sentenza n. 116 del 7 aprile 2011, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 16, lettera c), del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nella parte in cui non consente, nell’ipotesi di parto prematuro con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o privata, che la madre lavoratrice possa fruire, a sua richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute attestate da documentazione medica, del congedo obbligatorio che le spetta, o di parte di esso, a far tempo dalla data d’ingresso del bambino nella casa familiare.

per accedere alle notizie  _              

>     Settore turismo: accordo per la tassazione ridotta al 10% sui premi di produttività

La Federalberghi, la Fipe, la Fiavet, la Faita, la Confcommercio, la Federreti e le associazioni sindacali Filcams CGIL, Fisascat CISL E UILTuCS, hanno stilato – con una intesa del 7 aprile 2011, un accordo territoriale tipo da utilizzare per la tassazione ridotta al 10% sui premi di produttività.

per accedere alle notizie  _              

   Le sentenze della Corte di Cassazione in materia di lavoro   

>      Tempo per la vestizione e mancata retribuzione

per accedere alle notizie  _              

   Gli approfondimenti della DPL di Modena                              

>      Proroghe a termini in scadenza per il Ministero del lavoro (Camera)

>      Risarcimento del danno da licenziamento illegittimo (Saccone)

>      Vigilanza privata: gli aspetti del nuovo DM sulla capacità tecnica (Ariano)

>      Procedure di emergenza antincendio nei cantieri edili (Grandi)

>      La nuova procedura di rilascio del Durc (Lippolis)

>      Guida – Misure per l’incremento della produttività del lavoro (Federalberghi)

per accedere alle notizie  _    

Pensioni – 45.000 i lavoratori in mobilità e non 10.000 come previsto dal Governo

NEWS

Ampliare subito la platea dei beneficiari della deroga

cgil1.jpg

Sono 45.000 e non 10.000, come previsto dal governo, i lavoratori in mobilità che dovrebbero poter beneficiare della pensione sulla base dei requisiti precedenti all’entrata in vigore della Legge del 30/07/2010 n. 122,’ che introducendo le ”finestre mobili” ha di fatto prolungato l’età pensionabile.

Ne danno notizia Fulvio Fammoni e Vera Lamonica, segretari confederali della Cgil.     Secondo i due sindacalisti, durante la riunione di oggi del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps è stato presentato un monitoraggio, svolto dall’Istituto sulla base delle indicazioni di legge, secondo cui sono poco meno di 45.000 le persone in possesso dei requisiti”.

”Bisogna rimediare urgentemente – avverte la Cgil – per evitare che già dalla prima finestra utile (1° luglio) ci siano lavoratori che non abbiano ne’ la pensione nè il sostegno al reddito dato dalla mobilita”’.

A questo punto, secondo Cgil, bisogna urgentemente: ampliare la platea dei beneficiari della deroga e intanto dare immediato corso al prolungamento dell’indennità di sostegno al reddito, affermando da subito che i finanziamenti saranno previsti anche per gli anni successivi. ”Quarantacinquemila infatti sono i lavoratori in mobilità sulla base di accordi stipulati un anno fa, (30/04/2010 come prevede la legge) ma ad oggi – affermano dal sindacato – sono molti di più coloro che si troveranno in una posizione di scopertura e che non possono essere lasciati in questa incertezza”.

(ANSA).

Revisioni sanitarie a scadenza per titolari di invalidità civile, cecità civile e sordità

Nuove modalità per le revisioni sanitarie

inps4.jpgL’Istituto , ad un anno dalle prime indicazioni in materia, con il messaggio n. 6763 del 16 marzo u.s., in attesa del completamento della procedura informatica avviata l’anno scorso, ma  anche a causa dei  ritardi che ha riscontrato da parte delle Asl, introduce provvisoriamente nuove modalità gestionali per le revisioni sanitarie.

Tali innovazioni, a detta dell’Inps, sono finalizzate a garantire al cittadino la puntualità per gli accertamenti di revisione e, di conseguenza, la non sospensione della prestazione economica. Le novità riguardano i titolari di prestazione economica soggetti a revisione a scadenza dal 1 luglio al 31 dicembre 2011.

Tali soggetti saranno inseriti “a pieno titolo” nelle operazioni di verifica straordinaria, in programma per quest’anno, che prevedono l’accertamento delle condizioni che hanno dato titolo a prestazione economica per 250.000 invalidi.

Sono esclusi, dalla nuova gestione delle revisioni,  i titolari di prestazione che hanno una  revisione a  scadenza  non nota all’Inps. In tali casi le revisioni continuano ad essere gestite con le precedenti modalità (saranno convocati da parte della Asl ovvero l’interessato presenterà domanda all’Inps).

La visita sanitaria
Sarà la Commissione medica Superiore, allo scopo articolata in sottocommissioni mediche decentrate, ad avere il compito di accertare la permanenza dei requisiti medici dell’interessato che a tal fine sarà convocato presso il CML Inps territorialmente competente.

L’Inps sottolinea che i soggetti convocati per revisione non dovranno inviare alcuna documentazione sanitaria, come invece era richiesto per i convocati a verifica straordinaria per il 2010, ma la stessa documentazione dovrà essere  presentata in sede di visita.

Per quanto relativo all’eventuale impossibilità dell’interessato di presentarsi  alla visita, alla mancata presentazione senza giustificazioni, alla sospensione e alla successiva revoca delle prestazioni, l’Inps ribadisce le indicazioni fornite in occasione del Programma di verifiche straordinarie del 2010, pertanto saranno giustificati i casi in cui l’invalido risulterà, come da certificato allegato alla  richiesta di visita domiciliare che deve essere inviato al CML Inps, intrasportabile o ricoverato.

L’ assenza alla visita senza giustificazioni comporterà la sospensione della prestazione a decorrere dal mese successivo alla data della visita. Entro i 90 giorni successivi, se l’interessato non ha chiesto direttamente al CML di essere visitato, la prestazione viene revocata.

Verbale

La definizione del verbale di accertamento sanitario  deve avvenire  entro  le 72 ore successive alla visita e, in  caso di conferma del requisito sanitario, deve essere sottoposto alla valutazione della CMS che entro i 15 giorni successivi deve esprimere il suo giudizio. Trascorsi i 15 giorni, senza che la CMS abbia data alcuna indicazione al CML, diventa definitivo il giudizio di quest’ultimo.

Quando le Commissioni preposte all’accertamento stabiliscono ulteriori accertamenti specialistici, la definitività del verbale deve essere adottata dal CML entro 30 giorni dalla visita.

L’Inps sottolinea che, in virtù delle norme in vigore, in sede di verifica straordinaria l’eventuale aggravamento delle condizioni che hanno dato titolo alla prestazione non viene riconosciuto; pertanto, in tali casi, l’interessato dovrà proporre domanda di aggravamento ovvero nuova domanda.

Considerazioni

Come Ce-Pa abbiamo chiesto un incontro all’Inps per affrontare le problematiche sulle revisioni a scadenza che, a norma di legge,  dovrebbero essere di competenza delle Asl, sul numero dei soggetti interessati dalle verifiche  (verifiche straordinarie + revisioni a scadenza?), sulla revoca della prestazione (dalla data della visita o dalla data di scadenza?),  ma anche per richiedere la rielaborazione della circolare Inps n. 131/09 in merito all’art. 20 legge 102/09 (Nuovo procedimento dell’invalidità civile) visto che le indicazioni ivi riportate in merito al procedimento della fase sanitaria non coincidono con quello che l’Istituto effettivamente attua alla luce di indicazioni di carattere interno mai rese note.

Parto prematuro, congedo posticipato

NEWS

Più tutela per le mamme

incubatrice1.jpg

La sentenza n. 116 della Corte Costituzionale, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 16 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità stabilendo che il congedo obbligatorio per la neomamma che ha partorio un figlio prematuro non deve scattare dal momento della nascita, come accade per i piccoli nati a termine, ma “decorre dalla data d’ingresso del bambino nella casa familiare”.

Il congedo obbligatorio, spiega infatti la sentenza ha “senza dubbio il fine di tutelare la salute della donna nel periodo immediatamente susseguente al parto, per consentirle di recuperare le energie necessarie a riprendere il lavoro. La norma tuttavia – prosegue la sentenza – considera e protegge anche il rapporto che in tale periodo si instaura tra madre e figlio e ciò non soltanto per quanto attiene ai bisogni più propriamente biologici, ma anche in riferimento alle esigenze di carattere relazionale e affettivo collegate allo sviluppo della personalità del bambino”.

Invece, in caso di parto prematuro, prosegue la sentenza “la madre una volta dimessa e pur in congedo obbligatorio, non può svolgere alcuna attività per assistere il figlio ricoverato. Nel frattempo però, il periodo di astensione obbligatoria decorre ed ella è obbligata a riprendere l’attività lavorativa quando il figlio deve essere assistito a casa”.

In questi casi, si legge nella sentenza che “il fine di proteggere il rapporto, che dovrebbe instaurarsi tra madre e figlio nel periodo immediatamanete successivo alla nascita, rimane di fatto escluso”. E questo, hanno sentenziato i giudici “si pone sia in contrasto con l’art. 3 della Costituzione, sotto il profilo della disparità di trattamento tra parto a termine e parto prematuro, sia con i precetti costituzionali posti a tutela della famiglia”.

Strage Thyssen, a breve la sentenza

Strage Thyssen, a breve la sentenza

Di professione: capro espiatorio

Thyssenkrupp1.jpg

Si è svolta l’8 aprile a Torino, nella maxi-aula 1 del Palagiustizia, la 92esima udienza del processo penale ThyssenKrupp, dedicata alle repliche dei PM e degli avvocati dell’accusa, in rappresentanza di lavoratori dell’acciaieria, prossimi congiunti delle vittime, sindacati, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino e altri enti che si sono costituiti parte civile. Lo riferisce un comunicato stampa di Sicurezza e Lavoro, periodico di informazione per la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’udienza è iniziata con le repliche dei PM Laura Longo e Francesca Traverso, che hanno criticato la tesi della Difesa (che ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati, ndr) secondo cui non ci sarebbe alcun responsabile per l’incidente che ha causato la morte dei 7 operai nel rogo del 6 dicembre 2007 avvenuto nell’acciaieria di corso Regina Margherita 400.

“L’unico che la difesa è pronto a sacrificare – ha dichiarato il Pm – è il direttore dello stabilimento di Torino, Raffaele Salerno. Viene sacrificato per lavare le colpe di tutti, come Benjamin Malaussène, il personaggio inventato dallo scrittore francese Daniel Pennac, che di professione fa il capro espiatorio. Ha delle colpe – ha aggiunto il Pm – ma non è tutta colpa sua: aveva minore potere rispetto agli imputati ternani e all’amministratore delegato Harald Espenhahn”.

Espenhahn, in particolare – secondo l’accusa – dopo aver deciso di chiudere lo stabilimento torinese, avrebbe scelto coscientemente e volontariamente di non fare più alcun investimento per la prevenzione degli incendi (da qui, l’ipotesi accusatoria di omicidio con dolo eventuale, ndr).

Per il Pubblico Ministero, l’Ad tedesco avrebbe accettato il rischio dell’evento e avrebbe deciso scientemente di non adottare misure antincendio (in particolare, un sistema automatico di rilevazione e spegnimento incendi), di non modificare il Piano di sicurezza (ad esempio, prevedendo l’evacuazione degli operai in caso di incendio) e di non fermare gli impianti delle linee di produzione torinesi.

Il Pm Raffaele Guariniello ha quindi sottolineato l’importanza di “questo giusto processo, di cui il nostro Paese può avere vanto” e ha ribadito di avere chiesto pene ragionevoli per quello che “non è un caso mediatico, ma un infortunio gravissimo, non solo per le vittime e i loro familiari, ma per il contesto in cui è maturato e per l’atteggiamento del datore di lavoro”.

Sono quindi seguite  le repliche degli avvocati delle parti civili. Tra i vari interventi, c’è stato quello dell’avvocato Cosimo Maggiore della Regione Piemonte, che ha ripetuto la richiesta di risarcimento di 1 euro per ogni abitante della Regione. “Una richiesta elevata – ha detto l’avvocato Maggiore – perché in quest’aula non ho mai sentito un’ammissione minima di responsabilità. Si è cercato sempre di scaricare le colpe sugli altri: lavoratori, sindacati, enti locali”.

L’avvocato Sergio Bonetto (in rappresentanza di ex operai dell’acciaieria) ha espresso stupore per la presunta corresponsabilità degli operai e ha affermato che il rischio non fa parte del normale rapporto di lavoro: “gli operai della ThyssenKrupp non erano soldati volontari in missione in Afghanistan”. “Per la ThyssenKrupp la soglia dei diritti alla sicurezza viene decisa solo dall’impresa e non può essere sindacata da nessuno. Avete trasformato i lavoratori in sagome umane per lanciatori di coltelli – ha concluso Bonetto – e adesso non volete neanche pagarli”.

Le prossime udienze sono previste per mercoledì 13 aprile e venerdì 15 aprile, con le repliche della Difesa. Già nella mattina del 15 aprile la Corte d’Assise si riunirà in Camera di consiglio per preparare la sentenza, che potrebbe venire emanata già nel tardo pomeriggio o in serata.

rassegna.it