Archivi giornalieri: 1 aprile 2011

Buoni vacanza e libretto istruzioni Auser

 

NEWS

Per l’acquisto di soggiorni o viaggi in Italia

L’Auser, insieme allo Spi ha prodotto un libretto di istruzioni per l’uso, per aiutare coloro che si rivolgono alle sedi dell’associazione in cerca di spiegazioni o aiuto alla compilazione dei moduli on line per ottenere i Buoni Vacanza, titoli di pagamento con i quali acquistare soggiorni o viaggi in Italia godendo di uno sconto dal 20 al 45% sulla somma richiesta.

I Buoni sono finanziati dal Fondo Nazionale per il turismo Sociale (Legge 135 del 2001) attivato con la Finanziaria 2008 e successivamente da un decreto nel luglio 2010. Sono rivolti alle famiglie o alle persone sole meno abbienti che siano in grado di dimostrare attraverso la certificazione ISEE la loro condizione economica.

Ci sono però alcuni aspetti da migliorare che l’Auser ha segnalato, come ad esempio il rapporto tra reddito e l’ammontare dello sconto e la complicata procedura per ottenerli, procedura che dev’essere fatta online sul sito www.buonivacanza.it .
Il libretto è scaricabile sul sito nazionale www.auser.it .

Invio telematico della certificazione di malattia

EWS

Nuova circolare dei Ministeri competenti

A fronte delle problematiche sollevate sia dai medici sia dalle organizzazioni sindacali in merito alla nuova procedura di invio telematico della certificazione di malattia, i Ministri competenti hanno emanato questa ulteriore nota (n. 4/2011) con l’intento di mettere nero su bianco vantaggi e doveri delle parti in causa, e comunicare di aver preso atto della necessità di un periodo transitorio di applicazione della norma.

In caso di assenza per malattia del lavoratore, la certificazione medica è inviata per via telematica dal medico curante o dalla struttura sanitaria all’INPS e, dallo stesso istituto, con identiche modalità, inoltrata all’amministrazione (pubblica) interessata.

L’inosservanza di tali obblighi da parte del medico (invio telematico) costituisce illecito disciplinare e, in caso di reiterazione, comporta per i medici in rapporto convenzionale con le ASL la decadenza della convenzione, in modo inderogabile dai contratti o accordi collettivi .
Occorre poi ricordare l’art. 25 della Legge 183/2010 (collegato lavoro) che, con l’intento di dare omogeneità al sistema, stabilisce l’applicazione delle disposizioni in materia di rilascio e di trasmissione della attestazione di malattia, previsto per i lavoratori pubblici, ai lavoratori del settore privato. Pertanto dal 24 novembre 2010 (entrata in vigore della legge n. 183), il lavoratore del settore privato, assente per malattia, gode degli stessi diritti ma anche degli stessi doveri del lavoratore della pubblica amministrazione.

Questo significa, che i lavoratori del settore pubblico e del settore privato non sono più obbligati all’invio del certificato medico all’Inps e al datore di lavoro. Infatti, il medico invia telematicamente la certificazione di malattia all’Inps e  sarà poi l’Inps sempre telematicamente ad inoltrare l’attestazione di malattia al datore di lavoro pubblico o privato.

Poiché nel settore privato, diversamente dal settore pubblico dove, grazie ad un accordo tra Inps ed Inpdap, é stato reso possibile l’invio telematico dell’attestato di malattia dall’Inps all’amministrazione di appartenenza del lavoratore malato, questa parte della procedura non é ancora a regime (non tutti le aziende private si sono accreditate presso l’Inps per poter visualizzare la certificazione di malattia dei propri dipendenti), i due ministeri hanno concordato un periodo transitorio di 3 mesi utile “a garantire l’adeguamento di tutti gli operatori al nuovo sistema” decorrente dalla data di pubblicazione della circolare in oggetto (al momento non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale).

Il lavoratore (pubblico e privato) deve presentare al medico la tessera sanitaria e comunicare il domicilio durante la malattia se diverso da quello in possesso del datore di lavoro (indirizzo di reperibilità). Deve, inoltre, farsi rilasciare dal medico certificatore il numero di protocollo identificativo del certificato inviato telematicamente; può chiedere  copia cartacea dell’attestato e del certificato di malattia.

Questa procedura esenta il lavoratore dall’obbligo di far recapitare, nei temini (2 giorni) stabiliti dalla normativa vigente, l’attestato di malattia. Resta, però, vincolato a comunicare tempestivamente lo stato di malattia al datore di lavoro e l’indirizzo di reperibilità se diverso da quello abituale.

Inoltre, il lavoratore del settore privato deve, se richiesto dal datore di lavoro,  comunicare  il numero di protocollo identificativo del certificato comunicatogli dal medico.

Il lavoratore può consultare i certificati dal sito internet dell’Inps e vi può accedere tramite:codice PIN, codice fiscale e numero del certificato, casella PEC.

Qualora il medico non proceda all’invio telematico, perchè impossibilitato, ma rilascia  in forma cartacea la certificazione e l’attestazione di malattia, è fatto obbligo al lavoratore, secondo le modalità tradizionali, di farli pervenire all’Inps e al datore di lavoro. Se si tratta di amministrazione pubblica deve, entro 48 ore, segnalare alla ASL competente il mancato invio telematico.

Spesso accade che il medico certificatore si rifiuti di consegnare copia cartacea della certificazione e il datore di lavoro, non accreditato all’Inps, faccia pressione sul lavoratore per ottenerla. Su questo punto è bene sottolineare la posizione espressa dall’Inps, così come pubblicato nella precedente news del 22.3.11: il medico deve rilasciare al lavoratore copia cartacea della certificazione di malattia.

Disabili: nuova ondata controlli Inps

 

NEWS

La “furbata” dell’Inps

Nuova ondata di controlli a caccia di “falsi invalidi” o presunti tali: lo rende noto la Fish (federazione superamento handicap), secondo la quale nel 2011 ci saranno altre 250 mila verifiche.

L’Inps, riferisce la Fish, ha infatti individuato un nuovo campione su cui svolgere le sue indagini: le persone titolari di prestazioni economiche di invalidità civile, cecità civile, sordità civile con scadenza compresa tra il primo luglio 2011 e il 31 dicembre 2011, cioè persone per le quali è già prevista una revisione.

“Sembra più che altro una “furbata”- commenta Pietro Barbieri, presidente della Fish – perchè in questo modo l’Inps è certa di potersi vantare di un gran numero di revoche.

E’ noto infatti che in fase di revisione, normalmente, un numero significativo di provvidenze vengono revocate, ma questo avviene già con le attività di routine delle Aziende Usl”.

Ma non è tutto: secondo la federazione, l’Inps controllerà in questi procedimenti solo l’invalidità civile, non lo stato di handicap, che rimane “a carico” della Asl. Quindi se anche l’handicap è rivedibile, il cittadino dovrà sostenere due visite: una all’Inps e una all’Asl, con un disagio e uno sperpero di risorse. Le visite su casi per i quali è già precedentemente prevista la revisione vengono effettuate da due medici, anziché dalla ordinaria Commissione di verifica, con costi inferiori per l’Inps ma anche, sottolinea la federazione, con minori garanzie per il cittadino.

Inoltre, l’Inps precisa che in occasione delle verifiche straordinarie “non è possibile riconoscere una condizione di invalidità superiore a quella in precedenza determinata”. Ciò significa, continua la Fish, che l’istituto non riconosce mai l’aggravamento; per richiederne il riconoscimento, il cittadino deve presentare una nuova istanza di accertamento e sottoporsi a ulteriore visita di accertamento, anche in questo caso con disagi e sprechi.

(ANSA).

Giovani e lavoro, più infortuni e più stress

 

NEWS

Il “dramma” del lavoro giovanile

L’Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) ha svolto una ricerca sulle condizioni di lavoro dei giovani – finanziata dal ministero del Lavoro – che sarà pubblicata dalla casa editrice Ediesse. Oltre a condurre un’analisi delle statistiche ufficiali, sono stati intervistati mille lavoratori sotto i 35 anni, di diversa tipologia professionale e contrattuale, su tutto il territorio nazionale, tramite un questionario telefonico. Dalla ricerca emerge il vissuto reale dei giovani al lavoro. L’obiettivo è quello di fornire degli elementi di riflessione sulla questione generazionale, per individuare i fattori di rischio e contribuire a orientare gli interventi delle istituzioni e delle parti sociali.

Sono dati che spiegano come i giovani, oltre a dover subire difficoltà occupazionali e la dequalificazione all’interno dei processi produttivi, vivono anche il dramma poco rilevato delle difficili condizioni di lavoro. Condizioni che hanno un impatto negativo sul loro stato di salute, comportando un malessere fisico e psicologico.

I risultati dell’indagine spingono a riflettere sulla reale situazione del mondo del lavoro giovanile. Nel 2009, in Italia, un infortunio sul lavoro su tre ha coinvolto un lavoratore sotto i 35 anni (precisamente, l’Inail ne ha registrati 262.233) così come un morto sul lavoro su tre (questo dramma riguarda 295 giovani morti sul lavoro in un anno e le loro famiglie). In cinque anni, tra il 2005 e il 2009, 44.478 lavoratori sotto i 35 anni hanno subito un danno permanente a causa di un incidente sul lavoro, ossia un’invalidità che li segnerà per il resto della loro vita.

Si rileva fra l’altro anche il ridotto margine di autonomia dei giovani, nonostante un aumento dei contratti a progetto che invece promettevano di garantirlo e il ricatto occupazionale provocato da una disoccupazione crescente, ormai al 30% secondo l’Istat, a cui è da aggiungere la forte presenza di lavoro irregolare.

Queste difficili condizioni di lavoro si traducono in difficili condizioni di salute, tanto da provocare malesseri fisici e psicologici che caratterizzano una parte rilevante delle nuove generazioni.

La ricerca mostra che la questione generazionale non riguarda solamente il problema noto dell’accesso al lavoro ma anche l’altra faccia della medaglia: le condizioni reali nelle quali il lavoro è svolto. La sofferenza sul lavoro è un elemento drammaticamente presente in molte biografie giovanili ed il lavoro è troppo spesso un vettore di sfruttamento piuttosto che uno strumento capace di favorire la tutela, l’emancipazione individuale e la promozione sociale.

Più in generale, l’analisi della condizione giovanile aiuta a comprendere non solo le specificità di una precisa classe generazionale ma anche le tendenze generali dell’epoca contemporanea, che comportano delle nuove sfide per affermare la dignità dei lavoratori. Per questo, è urgente capire come costruire un modello di sviluppo efficace e coerente, che miri ad elevare la qualità complessiva dei processi di lavoro italiani, per coniugare la competitività delle aziende con il benessere dei lavoratori.

rassegna.it

Certificati medici online

I datori di lavoro privati hanno tre mesi per adeguarsi

Avranno tempo circa tre mesi i datori di lavoro del settore privato per adeguarsi alla nuova normativa sui certificati medici online: da giugno, infatti, dovranno anche loro accedere al portale Inps per l’acquisizione online.

“Si ritiene opportuno precisare che, tenuto conto dell’esigenza di garantire l’adeguamento di tutti gli operatori al nuovo sistema, per tre mesi successivi alla data di pubblicazione della presente circolare, è riconosciuta comunque la possibilità per il datore di lavoro del settore privato di chiedere al proprio lavoratore l’invio, secondo le modalità attualmente vigenti, della copia cartacea dell’attestazione di malattia rilasciata dal medico al momento dell’invio telematico della certificazione di malattia, ovvero successivamente scaricata dal lavoratore dal sito dell’Inps, grazie ai servizi resi disponibili dall’Istituto”: è quanto si legge in una circolare del Dipartimento della Funzione pubblica.

Si legge nella circolare che “al termine del periodo transitorio, il datore di lavoro privato non potrà più richiedere al proprio lavoratore l’invio della copia cartacea dell’attestazione di malattia, ma dovrà prendere visione delle attestazioni di malattia dei propri dipendenti avvalendosi esclusivamente dei servizi resi disponibili dall’Inps. È in ogni caso riconosciuta, per il datore di lavoro del settore privato, la possibilità di richiedere ai propri dipendenti di comunicare il numero di protocollo identificativo del certificato inviato per via telematica dal medico”.

Secondo la circolare, inoltre, “l’adesione da parte dei datori di lavoro privati ai servizi messi a disposizione dall’Inps per trasmissione telematica delle attestazioni di malattia consentirà di usufruire del nuovo servizio messo a disposizione dall’Istituto per la richiesta di visite fiscali online, già in fase di sperimentazione e di prossimo rilascio, con evidenti benefici attesi sia in termini di ottimizzazione delle risorse che di efficacia ed efficienza del processo”.

helpconsumatori

Postini precari: morti sul lavoro che non contano

NEWS

Il diritto di essere “lavoratori”

Tra il marzo 2008 e il gennaio 2009 12 postini sono deceduti, quasi tutti a bordo dei ciclomotori Piaggio Liberty di proprietà delle Poste. Nella sola Lombardia tra gennaio 2010 e settembre dello stesso anno si sono verificati 1200 infortuni di cui 800 per l’uso del motomezzo.

E’ la denuncia fatta in Parlamento attraverso un’interrogazione dai deputati del Pd Chiara Braga, Lucia Codurelli e Cesare Damiano che richiamano l’attenzione del Governo e del Paese sui rischi dei dipendenti delle Poste Italiane addetti alla consegna delle missive. Lo riferisce l’agenzia Ansa.

Dipendenti che peraltro – e qui sta il dramma nel dramma secondo i deputati del Pd – sono quasi sempre precari, assunti cioè con contratti a tempo determinato. E a causa di questa condizione le loro morti vengono classificate come “normali” incidenti stradali e non come infortuni sul lavoro. Da questo conseguono risarcimenti irrisori e comunque demandati alla responsabilità civile sull’infortunistica stradale.

I parlamentari del Pd riportano il caso di Roberto Scavo, portalettere precario di 21 anni, morto nel comasco in sella al motorino di servizio nel marzo 2008: le Poste hanno corrisposto ai familiari – si legge nell’interrogazione – la somma di 1.725 euro a titolo di “assegno funeraio”.

Di qui la richiesta del Pd affinché il Governo imponga all’Inail adeguate tutele di risarcimento in particolare per i postini precari che quando sono vittime di un incidente sono considerati non come lavoratori, ma come privati utenti
della strada.

FILS – Formazione Insegnanti Lingua Sarda

FILS – Formazione Insegnanti Lingua Sarda

 

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postato da: francosardo alle ore 31/03/2011 09:18 | link | commenti | categorie: cagliari, 2011 04 08, scuola bambini o ragazzi

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