Archivio mensile:luglio 2018
Santa Cristina di Bolsena
Santa Cristina di Bolsena
Cristina nacque sulle rive del lago di Bolsena dove suo padre Urbano era governatore.
Quest’uomo era un mortale nemico dei cristiani, e si può dire che non passava giorno senza che ne avesse qualcuno al suo tribunale.
Dalle risposte dei Martiri, Cristina apprese le prime verità della fede. Istruita poi più profondamente da alcune píe donne, divenne un’ardente cristiana.
La buona giovane non parlò di ciò al padre, ma un giorno, presa da compassione alla vista di un gruppo di poveri che le chiedevano l’elemosina, spezzò tutti gli idoli d’oro e d’argento di suo padre e li distribuì ai poveretti. Urbano, che già notava da qualche tempo il mutamento della figliuola, alla notizia portatagli dai servi si confermò nel dubbio che essa fosse cristiana, e, pieno di collera, la fece chiamare a — È possibile — le disse — che la tua mano si sia azzardata a spezzare i nostri da immortali? — Saranno da da burla — rispose Cristina — se una povera fanciulla li può fare in pezzi. Lascia, o padre mio, queste favole irragionevoli. —
Ho inteso — riprese Urbano — tu sei cristiana, come già dubitavo, ma ti farò pagar caro il sacrilegio.
— Si, sono cristiana — rispose Cristina — e niente potrà strapparmi la fede, perché Gesù Cristo mi assiste.
Il padre crudele la fece battere con verghe e chiudere in prigione. Mandò i parenti più prossimi perché la piegassero ai suoi voleri, ma nulla ottenne. La condannò al fuoco e alla ruota contemporaneamente, ma Cristina non ne riportò alcun danno. Ordinò che fosse gettata nel lago con un sasso appeso al collo, ma essa tornò salva a riva. Nella notte seguente il padre morì.
Il nuovo governatore, pure idolatra, inventò nuovi tormenti per martirizzare Cristina, ma vedendosi sempre vinto, giudicò meglio liberarla.
Succedutogli il preside Giuliano, la martire fu di nuovo arrestata e condannata al fuoco, ma, rimasta illesa per miracolo, fu fatta penetrare nella gabbia dei serpenti, poi le fu strappata la lingua, e finalmente condannata ad essere trafitta con le frecce.
La martire pregò Iddio a volerle finalmente concedere la corona del martirio, e alle prime frecce scoccate dagli arcieri, l’anima di Cristina salì al cielo a ricevere il premio delle tante battaglie vinte.
Venne seppellita a Bolsena nella chiesa a lei dedicata, e nel 1880 Giovanni Battista De Rossi ne scoperse il sepolcro che conteneva ancora una parte delle sue reliquie. Altre reliquie della giovane Martire sono a Palermo e a Roma in S. Maria Maggiore.
PRATICA. Sappiamo rinunciare a qualche comodità per visitare Gesù nelle chiese, ove continuamente ci attende.
PREGHIERA. Deh, Signore, ci ottenga misericordia la beata vergine e martire Cristina, la quale ti fu sempre accetta e per il merito della castità e per il coraggio col quale ti ha confessato.
Pensione 2019
Pensione 2019, cosa cambia: requisiti, calcolo e riforme
Cambiano i requisiti per andare in pensione dal 1° gennaio 2019, così come i coefficienti per il calcolo contributivo dell’assegno previdenziale; guida a tutte le novità
3 luglio 2018 – Dal 1° gennaio 2019 cambiano i requisiti per andare in pensione. La Legge Fornero, infatti, dispone che d’ora in avanti ci dovrà essere un adeguamento biennale con le aspettative di vita rilevate dall’Istat. Ciò porterà ad un innalzamento dell’età pensionabile, con l’esclusione di alcune categorie di lavoratori.
Contestualmente, l’adeguamento con le aspettative di vita ha portato anche alla riduzione dei coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo contributivo; per questo motivo i trattamenti previdenziali liquidati dal 1° gennaio 2019 saranno più bassi di quelli di quest’anno. Il tutto al netto di eventuali interventi di riforma del sistema pensionistico ventilati dal nuovo governo.
Dal 1° gennaio 2019, quindi, si andrà in pensione più tardi rispetto ad oggi. Nel dettaglio:
- pensione di vecchiaia: da 66 anni a 7 mesi a 67 anni per tutti. L’anzianità contributiva richiesta sarà sempre pari a 20 anni;
- pensione di vecchiaia contributiva: da 70 anni e 7 mesi a 71 anni di età. L’anzianità contributiva sarà sempre di 5 anni;
- pensione anticipata contributiva: da 63 anni e 7 mesi di età a 64 anni. L’anzianità contributiva resta pari a 20 anni;
- pensione anticipata uomini: da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi;
- pensione anticipata donne: da 41 anni e 10 mesi si passerà a 42 anni e 3 mesi;
- pensione anticipata lavoratori precoci passa da 41 anni a 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva.
I requisiti in questione comporteranno novità anche per l’Ape Volontario, lo strumento con il quale è possibile richiedere un anticipo pensionistico che verrà ripagato con delle trattenute sul futuro assegno previdenziale. Ricordiamo, infatti, che per accedere l’Ape Volontario non devono mancare più di 3 anni e 7 mesi all’età della pensione di vecchiaia, per la quale l’età anagrafica è stata incrementata di 3 mesi. Dunque non sarà possibile utilizzare questo strumento prima del compimento dei 63 anni e 3 mesi. Nessuna novità invece per l’Ape Sociale poiché – salvo una proroga da parte del Governo – questo strumento non sarà confermato nel 2019.
L’aumento dell’età pensionabile, però, non sarà per tutti. Ci sono delle categorie di lavoratori, infatti, che potranno accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 66 anni e 7 mesi, purché però abbiano maturato un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni (e non 20). Nel dettaglio, si tratta dei:
- lavoratori che per almeno metà della abbiano svolto un’attività considerata usurante;
- lavoratori che per almeno metà della carriera lavorativa o in almeno 7 anni degli ultimi 10 abbiano svolto dei turni notturni (di almeno 6 ore, per almeno 78 giorni l’anno);
- lavoratori che per almeno metà della carriera lavorativa o in almeno 7 anni degli ultimi 10 abbiano svolto un lavoro riconosciuto come gravoso.
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