Archivi giornalieri: 24 luglio 2018

Leggi, normativa e prassi

Mancata assunzione disabili: la sanzione è immediata
In caso di mancata assunzione di disabili entro i termini di legge, si applica immediatamente la sanzione al datore di lavoro
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Il datore di lavoro che non ottempera agli obblighi di legge sul collocamento mirato (Legge 66/1999), ovvero per la mancata assunzione di disabili, è soggetto alla sanzione di cui all’articolo 15, comma 5 della predetta legge. La disposizione normativa del collocamento obbligatorio prevede che se entro 60 giorni dall’insorgenza dell’obbligo il datore di lavoro non procede con l-assunzione del lavoratore disabile, è soggetto ad una sanzione amministrativa di 153,20 euro. La sanzione si applica per ciascun lavoratore disabile che risulta non occupato nella medesima giornata.

Sul tema l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la Nota n. 6316 del 18 luglio 2018 ha specificato che in questi casi la condotta del datore di lavoro integra la fattispecie illecita dell’omissione, in quanto non viene eseguito un comportamento doveroso entro i termini di legge. Pertanto, la sanzione si applica dal 61esimo giorno successivo dall’insorgenza dell’obbligo, ossia dal giorno seguente in cui spira il termine previsto dalla legge.

Collocamento obbligatorio, legge 68/1999

La Legge numero 68/1999 sul collocamento obbligatorio disciplina l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro mediante l’aiuto di servizi ad hoc e collocamenti mirati. In particolare, la Legge è rivolta:

  • alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
  • persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’INAIL;
  • alle persone non vedenti o sordomute;
  • persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni.

Assunzione obbligatoria disabili

Per facilitare l’ingresso delle predette categorie svantaggiate nel mondo del lavoro, l’art. 3 della L. n. 68/1999 prevede che tutti i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad impiegare nell’organico aziendale dei lavoratori disabili nella seguente misura:

  • 7% dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
  • 2 lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
  • 1 lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.

Mancata assunzione disabili: sanzioni

Originariamente, l’art. 15, co. 5 della Legge sul collocamento obbligatorio stabiliva che la sanzione per mancata assunzione di un soggetto appartenente alla categoria protetta si applicava una volta trascorsi 60 giorni da quando sorge l’obbligo.

La sanzione amministrativa, ovviamente, si consumava esclusivamente per cause imputabili al datore di lavoro, ed era pari a lire 100.000 (euro 62,77) al giorno per ciascun lavoratore disabile che risultava non occupato nella medesima giornata.

Successivamente, il Decreto correttivo al Jobs Act (D.Lgs. n. 185/2016) ha sostituito l’importo sanzionatorio, con quello del contributo esonerativo di cui all’articolo 5, comma 3-bis della L. n. 68/1999 (30,64 euro) e moltiplicato per cinque volte. Quindi, dall’8 ottobre 2016 la sanzione risulta essere di 153,20 euro (30,64 euro moltiplicato per 5) per ogni giorno lavorativo di “scopertura”.

Sanzioni collocamento obbligatorio 2018

Sul punto, l’INL in un recente nota (n. 6316/2018) ha ritenuto opportuno precisare che l’illecito va configurato come “istantaneo ad effetti permanenti”; ciò in conseguenza del fatto che l’omissione si ha nel preciso instante in cui spira il termine previsto dalla legge (ossia il 60esimo giorno).

Pertanto, la condotta illecita si protrae fino a quando il datore di lavoro non adempie all’obbligo di assunzione. Da notare che per gli illeciti commessi prima dell’8 ottobre 2016, i cui effetti si protraggono anche dopo la predetta data, troverà applicazione la sanzione vigente al momento della consumazione dell’illecito.

INL: nota prot. n. 6316 18 luglio 2018

Alleghiamo in ultimo la nota dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro prot. n. 6316 18 luglio 2018 per una completa lettura del documento di prassi.

Nota INL prot. n. 6316 18 luglio 2018
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Pensioni, quattordicesima INPS in arrivo

Pensioni, quattordicesima INPS in arrivo a settembre per altri 48 mila
A settembre sono in arrivo 48 mila pagamenti di quattordicesima INPS per coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi in ritardo.
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L’INPS comunica che sono state liquidate d’ufficio per il 2018 oltre tre milioni di mensilità aggiuntive c.d. quattordicesima pensionati; secondo le ultime stime a settembre sono in arrivo altri 48 mila pagamenti che non hanno ancora ricevuto l’assegno supplementare.

La quattordicesima INPS sulle pensioni viene normalmente attribuita d’ufficio dall’Istituto previdenziale; pertanto senza la necessità da parte del pensionato avente diritto di presentare alcune domanda. Il pagamento della mensilità aggiuntiva avviene automaticamente se si è in presenza di tutti gli elementi necessari per la verifica reddituale di ammissione al beneficio. Questa modalità consente una grande semplificazione nell’erogazione, consentendo una maggiore tempestività nei pagamenti.

Quattordicesima pensioni: requisiti

Per avere diritto alla quattordicesima il pensionato deve essere in possesso dei seguenti requisiti, relativi a età, contribuzione e reddito. Rispetto ai redditi, per avere diritto alla 14a mensilità nel 2018 devono essere valutati:

  • tutti i redditi posseduti dal soggetto nell’anno 2018, nel caso di prima concessione (rientrano in tale casistica tutti coloro che negli anni precedenti non abbiano percepito la somma aggiuntiva);
  • i redditi per prestazioni per le quali sussiste l’obbligo di comunicazione al Casellario centrale dei pensionati conseguiti nel 2018 e i redditi diversi da pensioni conseguiti nel 2017, nel caso di concessione successiva alla prima.

INPS, quattordicesima attribuita d’ufficio

Come spiega l’INPS per i pagamenti d’ufficio sono utilizzati in automatico i redditi da prestazione memorizzati nel Casellario centrale dei pensionati presenti al momento della lavorazione. Per i redditi diversi, invece, vengono presi in esame quelli dell’anno 2017, oppure 2018 per le prime concessioni.

Se mancano queste ultime informazioni, relativamente ai redditi diversi da quelli da prestazione sono utilizzati in via provvisoria i redditi delle ultime campagne reddituali elaborate; vengono cioè usati i redditi del 2015 o anche del 2014. Per questo la mensilità aggiuntiva viene corrisposta prima in via provvisoria e poi si procede alla verifica dei requisiti a consuntivo sulla base della dichiarazione dei redditi.

I dati reddituali in possesso dell’INPS vengono presi dalle dichiarazioni dei redditi dei pensionati, quindi 730 o redditi persone fisiche, oppure tramite modello red.

Pertanto, specifica l’INPS, dopo una campagna di sollecito degli scorsi mesi, l’Istituto ha potuto elaborare altre 48 mila posizioni di pensionati che riceveranno la quatordicesima a settembre; nei prossimi giorni gli stessi riceveranno una comunicazione tramite cassetta postale online o direttamente al proprio domicilio.

Quattordicesima INPS non pagata, cosa fare

Ai pensionati i cui dati reddituali non sono aggiornati dopo il 2013 l’INPS non ha potuto erogare d’ufficio la mensilità aggiuntiva. Tuttavia è possibile recuperare tale somma presentando una domanda di ricostituzione pensione.

La domanda può essere inviata telematicamente tramite il proprio PIN Personale, SPID (Sistema pubblico Identità Digitale) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La domanda può altresì essere presentata tramite patronato.

Quattordicesima pensioni a dicembre

In ultimo l’INPS ricorda che nel mesi di dicembre del 2018 saranno pagati d’ufficio, i ratei di 14ma a coloro che:

  • hanno compiuto l’età di accesso al beneficio (64 anni) nel secondo semestre del 2018;
  • lo stesso avviene anche per i soggetti che sono andati in pensione nel corso del 2018.

Santa Cristina di Bolsena

 
Santa Cristina di Bolsena

Nome: Santa Cristina di Bolsena
Titolo: Martire
Ricorrenza: 24 luglio
Protettrice di: frecce, mola, serpenti

Cristina nacque sulle rive del lago di Bolsena dove suo padre Urbano era governatore.

Quest’uomo era un mortale nemico dei cristiani, e si può dire che non passava giorno senza che ne avesse qualcuno al suo tribunale.

Dalle risposte dei Martiri, Cristina apprese le prime verità della fede. Istruita poi più profondamente da alcune píe donne, divenne un’ardente cristiana.

La buona giovane non parlò di ciò al padre, ma un giorno, presa da compassione alla vista di un gruppo di poveri che le chiedevano l’elemosina, spezzò tutti gli idoli d’oro e d’argento di suo padre e li distribuì ai poveretti. Urbano, che già notava da qualche tempo il mutamento della figliuola, alla notizia portatagli dai servi si confermò nel dubbio che essa fosse cristiana, e, pieno di collera, la fece chiamare a — È possibile — le disse — che la tua mano si sia azzardata a spezzare i nostri da immortali? — Saranno da da burla — rispose Cristina — se una povera fanciulla li può fare in pezzi. Lascia, o padre mio, queste favole irragionevoli. —

Ho inteso — riprese Urbano — tu sei cristiana, come già dubitavo, ma ti farò pagar caro il sacrilegio.

— Si, sono cristiana — rispose Cristina — e niente potrà strapparmi la fede, perché Gesù Cristo mi assiste.

Il padre crudele la fece battere con verghe e chiudere in prigione. Mandò i parenti più prossimi perché la piegassero ai suoi voleri, ma nulla ottenne. La condannò al fuoco e alla ruota contemporaneamente, ma Cristina non ne riportò alcun danno. Ordinò che fosse gettata nel lago con un sasso appeso al collo, ma essa tornò salva a riva. Nella notte seguente il padre morì.

Santa Cristina

Il nuovo governatore, pure idolatra, inventò nuovi tormenti per martirizzare Cristina, ma vedendosi sempre vinto, giudicò meglio liberarla.

Succedutogli il preside Giuliano, la martire fu di nuovo arrestata e condannata al fuoco, ma, rimasta illesa per miracolo, fu fatta penetrare nella gabbia dei serpenti, poi le fu strappata la lingua, e finalmente condannata ad essere trafitta con le frecce.

La martire pregò Iddio a volerle finalmente concedere la corona del martirio, e alle prime frecce scoccate dagli arcieri, l’anima di Cristina salì al cielo a ricevere il premio delle tante battaglie vinte.

Venne seppellita a Bolsena nella chiesa a lei dedicata, e nel 1880 Giovanni Battista De Rossi ne scoperse il sepolcro che conteneva ancora una parte delle sue reliquie. Altre reliquie della giovane Martire sono a Palermo e a Roma in S. Maria Maggiore.

PRATICA. Sappiamo rinunciare a qualche comodità per visitare Gesù nelle chiese, ove continuamente ci attende.

PREGHIERA. Deh, Signore, ci ottenga misericordia la beata vergine e martire Cristina, la quale ti fu sempre accetta e per il merito della castità e per il coraggio col quale ti ha confessato.