Archivi giornalieri: 29 settembre 2014

Storia cronologica di Rifondazione Comunista

Storia cronologica di Rifondazione Comunista

3 Febbraio 1991
Rimini – Nasce il movimento per la Rifondazione comunista. Una novantina di delegati al XX congresso, che decreta lo scioglimento del Pci (con 807 voti favorevoli, 75 contrari e 49 astenuti) e la contestuale nascita del Pds, non aderisce alla nuova formazione e dà vita al Movimento per la Rifondazione comunista. Ne fanno parte: Armando Cossutta, Sergio Garavini (coordinatore nazionale), Lucio Libertini, Rino Serri, Ersilia Salvato, Nichi Vendola, Franco Giordano.

14 maggio 1991
Roma – Lucio Magri lascia il gruppo parlamentare del Pds alla Camera. Lo stesso fa Luciana Castellina all’europarlamento di Strasburgo. Con loro il gruppo ex Pdup lascia la Quercia per aderire a Rifondazione.

9 giugno 1991
Riccione – L’VIII congresso di Democrazia Proletaria delibera lo scioglimento del partito e la confluenza nel Movimento per la Rifondazione Comunista, ove quindi approdano, tra gli altri, Giovanni Russo Spena, Paolo Ferrero, Marida Bolognesi, Luigi Vinci, Livio Maitan, Marco Ferrando, Domenico Jervolino, Luigi Malabarba, Salvatore Cannavò.

12-14 dicembre 1991
Roma – I 1.300 delegati al I congresso sanciscono la nascita del Partito della Rifondazione comunista (Prc). Viene istituito un Comitato politico nazionale, erede del Comitato centrale del Pci. Questi elegge segretario Sergio Garavini. Viene inoltre istituita la carica di presidente, ricoperta da Armando Cossutta. Il congresso stabilisce infine che nel Prc sono tollerate le correnti organizzate, mai accettate dal Pci.

5 aprile 1992
Alle elezioni politiche, prima prova delle urne dopo la scissione, il Prc prende il 5,6% alla camera e il 6,5% al senato.

Primavera 1993
Si approfondisce la divergenza tra Garavini e Cossutta. In maggio la direzione nazionale boccia la proposta di unità di azione con il Pds avanzata dal segretario Sergio Garavini, che di conseguenza rassegna le proprie dimissioni, mentre il partito viene affidato a un direttorio che lo deve guidare al II congresso.

10 maggio 1993
Fausto Bertinotti lascia polemicamente il Pds insieme ad altri 30 dirigenti sindacali della Cgil. Lo stesso fa Pietro Ingrao, che dopo la battaglia contro lo scioglimento del Pci aveva preferito rimanere “nel gorgo” del Pds.

17 settembre 1993

Bertinotti si iscrive al Prc. Cossutta e Magri lo vogliono subito alla segreteria.

23 gennaio 1994
Dopo il II congresso del Prc, Bertinotti viene eletto segretario dal Comitato politico con 160 voti a favore su 193. Cossutta è confermato presidente.

Primavera 1994
Alle elezioni politiche il Prc si presenta insieme all’alleanza dei progressisti che esce sconfitta dalla sfida con la destra berlusconiana appena scesa in campo. Il Prc ottiene il 6%

12 giugno 1994
Alle elezioni europee il Prc ottiene 6 europaramentari grazie al 6,0%

22 dicembre 1994
Berlusconi è costretto a dimettersi a causa del venir meno della fiducia della Lega. Il Prc ha presentato una propria mozione di sfiducia al governo autonoma da quella firmata da carroccio, popolari e pidiessini.

25 gennaio 1995

14 deputati del Prc, tra cui Garavini e il capogruppo Famiano Crucianelli, votano la fiducia al governo Dini permettendo la sua nascita in aperto dissenso con l’indicazione contraria del partito sostenuta da Bertinotti e Cossutta. Crucianelli si dimette e viene sostituito da Oliviero Diliberto. Il Prc decide di non prendere formalmente provvedimenti, ma scoppiano forti tensioni e accese polemiche.

Marzo 1995
I dissidenti sostengono anche la manovra economica bis del governo Dini, recante anche la riforma del sistema previdenziale.

Giugno 1995
14 deputati, 3 senatori, 2 europarlamentari lasciano il Prc per dare vita al Movimento dei comunisti unitari che tre anni dopo confluirà nella costituente dei Ds. Tra gli esuli una parte considerevole dell’ex Pdup (Magri, Castellina, Crucianelli) e Garavini.
Intanto alle regionali i consensi del Prc sono cresciuti fino all’8% grazie anche alla battaglia contro la riforma previdenziale. Le forze di centrosinistra si rendono disponibili per un accordo.

25 ottobre 1995
Il centrodestra cerca di far cadere con una mozione di sfiducia il governo Dini, che si salva grazie alle astensioni del Prc che in cambio strappa a Dini l’impegno a dimettersi in dicembre per andare a nuove elezioni.

6 dicembre 1996
Romano Prodi presenta il documento di programma della coalizione dell’Ulivo, che Prc e Verdi però respingono.

Febbraio 1996
Il Cpn del Prc approva la proposta di “patto di desistenza” con l’Ulivo avanzata da Bertinotti e Cossutta con il voto contrario delle minoranze trotzkyste.

21 aprile 1996
Alle elezioni, da cu esce vincitore Prodi, il Prc raggiunge il suo massimo storico, l’8,6% alla Camera e il 7,5 al Senato. Il partito decide l’appoggio esterno al governo.

Dicembre 1996
Al III congresso la mozione di Bertinotti e Cossutta favorevole a “influenzare l’esperienza del governo Prodi” ottiene l’85,48% dei consensi.

9 ottobre 1997
Il capogruppo Diliberto presenta una mozione, firmata anche da Bertinotti e Cossutta, che boccia la finanziaria del governo Prodi. Il presidente del consiglio non aspetta il voto e presenta le sue dimissioni. Grazie a una mediazione, in cui rientra l’impegno del governo a varare una legge sulla riduzione a 35 ore dell’orario di lavoro entro il 2001, la crisi rientra. Tuttavia Bertinotti non è soddisfatto quanto Cossutta della ricomposizione, e cominciano ad acuirsi il dibattito e il divario interni che dureranno per tutta la prima metà del 1998.

16 settembre 1998
Prodi presenta la manovra finanziaria. Bertinotti è risolutamente critico e lancia la parola d’ordine “svolta o rottura”, Cossutta è invece propenso a trattare.

3-4 ottobre 1998
Al Comitato politico la mozione bertinottiana a favore della rottura col governo ottiene 188 voti favorevoli, quella di Cossutta per la trattativa 112, quella della minoranza trotzkysta, anch’essa contro il governo, 24. Il giorno successivo Cossutta si dimette da presidente del Prc.

9 ottobre 1998
Il gruppo del Prc si spacca nella votazione sulla fiducia a Prodi, che viene approvata per un voto di scarto. Due giorni dopo Cossutta, Diliberto e gli altri sostenitori dell’accordo lasciano il Prc per fondare il Partito dei comunisti italiani, che appoggia e entra a far parte dei successivi governi guidati da Massimo D’Alema e Giuliano Amato.

Marzo 1999
Si svolge a Rimini il IV congresso del Prc. Alla mozione del segretario, sostenuta anche da ex cossuttiani e dai trotzkysti dell’area di Livio Maitan, che ottiene l’84% dei consensi, si contrappone solo la componente trotzkysta di Ferrando e Grisolia. Il termine Rifondazione viene inserito nel simbolo.

Giugno 1999

Bertinotti sostiene l’esigenza di “rompere la gabbia del centrosinistra”. Alle elezioni europee, però, il Prc raccoglie il 4%.

Luglio 1999
Al Comitato politico Bertinotti avanza la proposta di un forum “aperto alla sinistra antagonista e ai movimenti anti-liberisti”. Tuttavia il Prc non sarà presente ufficialmente a Seattle nelle mobilitazioni contro il terzo forum dell’Organizzazione mondiale del commercio e ad analoghi appuntamenti, fino alla protesta contro la Conferenza intergovernativa della Ue a Nizza che nel dicembre 2000 vedrà in prima linea Verdi e Prc.

Aprile 2000
Alle elezioni regionali il Prc stipula accordi di governo e di desistenza in tutte le regioni tranne che in Toscana. Ma le elezioni sono un successo della destra che vince in 10 regioni su 15.


21 gennaio 2001

In occasione delle celebrazioni per gli 80 anni dalla fondazione del Pci a Livorno, Bertinotti invita a riscoprire le radici marxiste ma a sradicare al contempo dal partito ogni residuo di stalinismo.

13 maggio 2001
Dopo una lunga trattativa con l’Ulivo il Prc decide per il “patto di non belligeranza”, che lo porta a correre nella sola quota proporzionale per la Camera in modo indipendente per il Senato. Rifondazione ottiene il 5%, unico partito fuori dai poli a superare lo sbarramento del 4. Tuttavia la scelta frutterà forti contestazioni da parte ulivista in quanto la mancata intesa priva il centrosinistra di circa 40 deputati.

19-21 luglio 2001
Il Prc è tra i protagonisti, insieme alla Fiom e ai Verdi e al vasto arcipelago delle associazioni e dei movimenti, del Social Forum di Genova in occasione del G8.

15-16 dicembre 2001
Vengono approvate dal Cpn le 63 tesi alla base del successivo V congresso del Prc.

4-7 aprile 2002
Si svolge a Rimini il V congresso. Nella sua relazione introduttiva Bertinotti pone la questione della costruzione di un nuovo progetto politico di alternativa di società fondato sul “no alla guerra e no al neoliberismo”. Bertinotti lancia inoltre la proposta di referendum per l’estensione dell’articolo 18, a sua volta sotto pressante attacco da parte delle forze padronali.

29 aprile 2003
Nel dibattito che si svolge alla Camera sulla carcerazione di 75 dissidenti cubani e la fucilazione di 3 di loro il Prc presenta una mozione di aperta condanna.

3-4 maggio 2003
Per la posizione assunta su Cuba, nel corso del Cpn Bertinotti viene fatto oggetto di numerose critiche, che respinge fermamente spiegando che il rifiuto della pena di morte è “hic et nunc senza se e senza ma” e non riguarda la storia di Cuba.

6 marzo 2003
I leader del centrosinistra tornano a riunirsi per la prima volta tutti insieme con Bertinotti alla Camera. Alla fine dell’incontro viene avviato il lavoro di alcune commissioni.

16 maggio 2003
Bertinotti spiega l’idea nuova di un rapporto organico con il centrosinistra che trova fondamento nella forza di partecipazione delle mobilitazioni per la pace e sull’articolo 18, dichiarando che il Prc è disponibile “solo ad un accordo di programma e non a riesumare vecchie formule come la desistenza”.

17 giugno 2003
La direzione del Prc approva la ricerca di intese su basi nuove e di programma con tutto il centrosinistra con 21 voti a favore, 5 contro e 10 astenuti.

28-29 giugno 2003
Anche il Cpn approva la nuova stagione dei rapporti unitari e di programma con 68 sì, 14 no e 1 astensione.

10 gennaio 2004
A Berlino nasce il Partito della sinistra europea, cui aderiscono in un primo momento 11 formazioni politiche su 19 presenti. Bertinotti è eletto primo presidente.
Sull’onda della stagione movimentista, l’iniziativa è frutto dell’idea di dar vita a una formazione europea della sinistra alternativa che sia “una rottura di continuità con il passato, che non può limitarsi a rinnegare lo stalinismo, ma che introduca la nonviolenza come elemento di riforma del comunismo stesso”.
Tuttavia al suo ritorno in Italia Bertinotti deve fronteggiare molte obiezioni interne, espressione anche del dissenso per una scelta maturata senza adeguato coinvolgimento del partito. La direzione approva con 21 sì e 17 no la costituzione della Se, mentre nel successivo Comitato politico la decisione del segretario passa con 67 voti favorevoli e 53 contrari.

8-9 maggio 2004
A Roma si svolge il congresso fondativo della Sinistra europea italiana che elegge Bertinotti presidente all’unanimità.

11 ottobre 2004
I partiti dell’Ulivo decidono di allargare la coalizione anche a Italia dei Valori e a Rifondazione. Nasce quindi un nuovo soggetto politico-elettorale, la Grande alleanza democratica, che poi prenderà il nome di Unione. Contestualmente si decide di svolgere elezioni primarie da tenersi nel 2005.

30-31 ottobre 2004
Il Comitato politico decide che il congresso si svolgerà per mozioni contrapposte.

20-21 novembre 2004
Il Comitato politico licenzia 5 documenti congressuali, rappresentativi di altrettante componenti interne.

20 dicembre 2004

A causa del braccio di ferro tra Ulivo e Prc per la candidatura alla presidenza regione Puglia, si decide di svolgere le primarie cui concorreranno Francesco Boccia e Nichi Vendola.

16 gennaio 2005
Vendola sovverte i pronostici e vince le primarie in Puglia. Bertinotti lancia la propria candidatura alle primarie per la premiership.

3-6 marzo 2005
Al palazzo del cinema di Venezia di apre il VI congresso del Prc. Bertinotti arriva al congresso con il 59% dei consensi, pari a 409 delegati. L’area dell’Ernesto e Essere comunisti (Grassi) ne ha 181. Le tre minoranze trotzkyste: Ferrando 45, Malabarba 45, Bellotti 11.
Al congresso viene annunciata e applaudita l’iscrizione al Prc di Pietro Ingrao. Bertinotti annuncia che è la sua ultima volta da segretario e invoca il “ricambio generazionale”. Il Cpn lo elegge con 143 sì, 85 no, 2 astenuti, 30 non partecipanti al voto.

2-4 aprile 2005
Elezioni regionali. L’Unione vince in 12 regioni su 14. Vendola diventa presidente della Puglia.

Ottobre 2005
Alle primarie partecipano oltre 4 milioni di persone. Prodi ottiene un vasto consenso. Bertinotti arriva secondo con il 14,7%, pari a 631.592 voti.

9-10 aprile 2006
Dopo tre legislature di uninominale maggioritario con un quarto di quota proporzionale alla Camera (Mattarellum), si vota con la nuova legge elettorale proporzionale (Porcellum). L’Unione vince di misura, di fatto non riuscendo neanche a prevalere al Senato. Il Prc ottiene il 5,8% alla Camera e il 7,4 al Senato, nonché il massimo storico degli eletti: 41 deputati e 27 senatori.

29 aprile 2006
Fausto Bertinotti viene eletto presidente dell’assemblea di Montecitorio e lascia quindi la segreteria del Prc.

7 maggio 2006
Il Comitato politico elegge nuovo segretario del Prc Franco Giordano con 139 voti a favore, 7 voti a Ferrando, 47 schede bianche, 9 nulle. Tanto da parte della componente di Grassi che di quella trotzkista l’astensione vuol essere “segnale di apertura e di verifica della gestione del partito”

17 maggio 2006
Nasce il governo Prodi. Unico ministro del Prc è Paolo Ferrero (alle politiche sociali), Patrizia Sentinelli è viceministro (agli esteri), 6 i sottosegretari, tra cui Alfonso Gianni (Sviluppo economico). Nelle settimane successive Francesco Forgione è eletto presidente della Commissione parlamentare antimafia.

18 giugno 2006
La componente trotzkista guidata da Marco Ferrando e Franco Grisolia lascia il partito in polemica con la sua deriva giudicata moderata e filogovernativa per fondare il Partito comunista dei lavoratori.

8 dicembre 2007

Sinistra critica, componente guidata da Salvatore Cannavò, Franco Turigliatto e Luigi Malabarba, lascia il Prc dopo un anno di convivenza sempre più difficile segnata dall’approfondirsi delle divergenze in special modo rispetto alla partecipazione al governo.

21 febbraio 2007
Imperversa la questione del rifinanziamento della missione in Afghanistan. Prodi si dimette a seguito della mancata approvazione di un ordine del giorno sulla politica estera al senato. Sul Prc si abbatte la bufera a causa della mancata partecipazione al voto di Franco Turigliatto, anche se a essere determinante è il voto contrario di tre senatori a vita. In una settimana la crisi viene superata e il governo prosegue il suo corso.

25 febbraio 2007
Bertinotti lancia dalle colonne di Liberazione l’idea di unificazione delle forze di sinistra che già era alla base della Sinistra europea, ma andando al di là anche di quella formulazione, al fine di realizzare un soggetto con la “massa critica” necessaria a fronteggiare e competere con il nascituro Partito democratico.

27-28 maggio 2007
Alle amministrative il Prc subisce un complessivo arretramento in tutti gli enti per cui si vota, passando da una media del 6 a una del 4% nelle amministrazioni interessate.

9 giugno 2007
Il sit-in indetto insieme alle altre forze di sinistra dell’Unione per contestare la visita del presidente Bush è un flop, mentre non lontano la manifestazione delle aree di movimento è un successo.

20 ottobre 2007
Riscuote successo la manifestazione indetta da ‘il manifesto’, ‘Liberazione’ e ‘Carta’ per sollecitare la sinistra a farsi sentire nel paese e nel governo. Alla manifestazione aderisce in massa il Prc (e anche il Pdci), non fa lo stesso invece Sinistra democratica, la forza guidata da Fabio Mussi nata dallo scioglimento dei Ds.

8-9 dicembre 2007
Si svolge alla Fiera nuova di Roma l’Assemblea della sinistra e degli ecologisti, detta degli “Stati Generali” perché lancia l’aggregazione di Prc, Pdci, Sd e Verdi sotto un’unica insegna: “la Sinistra l’Arcobaleno”.

23 gennaio 2008
Cade il governo Prodi in conseguenza del fatto che al Senato è venuto meno l’appoggio dell’Udeur di Clemente Mastella (a sua volta sottoposto a inchieste giudiziarie).

13-14 aprile 2008
Alle elezioni politiche le liste della Sinistra l’Arcobaleno subiscono una pesantissima sconfitta e rimangono sotto tutte le soglie di sbarramento. Il Prc, insieme agli altri partiti dell’aggregazione, è fuori dal parlamento nazionale con il 3,0% alla Camera e il 3,2% al Senato.

20 aprile 2008
Prendendo atto del verdetto critico delle urne, il segretario, Franco Giordano e tutta la segreteria si presentano dimissionari rimettendo il mandato al Comitato politico nazionale, il quale affida la guida del Prc a un Comitato di gestione, composto da 12 esponenti, incaricato di traghettare il partito al VII congresso. Frattanto, infatti, si è venuta configurando in seno al partito una disarticolazione della maggioranza uscita dal precedente congresso di Venezia. Il dibattito congressuale che ne scaturisce vede a confronto 5 mozioni tra loro concorrenti e espressione di una nuova articolazione interna delle componenti e delle opzioni politiche.

24-27 luglio 2008
Si svolge a Chianciano Terme il VII congresso del Prc

Dopo quattro giorni di assemblea, il VII Congresso, con 142 voti a favore, 134 contrari, 4 schede bianche e un’astensione, elegge Paolo Ferrero alla carica di segretario nazionale del Prc-Se.

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Sergio Garavini

RICORDO DI SERGIO GARAVINI: IL SINDACALISTA “POLITICO”

La figura di Sergio Garavini torna spesso nei miei ricordi. Fu il primo sindacalista che conobbi e una persona molto cara e importante nella mia memoria. Per questo oggi vorrei proporvi un intervento che tenni pochi anni fa alla Camera del lavoro di Milano in suo ricordo.

Milano – Camera del lavoro, 29 settembre 2011

Quasi tutti i sindacalisti e molti imprenditori “fanno politica” nel senso etimologico del termine. L’articolo 41 della Costituzione recita

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svilupparsi in contrasto conl’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, e alla dignità umana.

Ora sembra che la proposta del Governo voglia ridurre questi vincoli indicando che «tutto ciò che non è proibito è permesso!» Non mi sembra sia il caso di perdere tempo evidenziando l’enorme differenza!

Ricordo che quando incontrai la prima volta Sergio Garavini si era appena costituita la Federtessile, su cui vorrei spendere poche parole. La Federtessile, della quale fui il primo Presidente, nasceva da una richiesta sindacale di fare un contratto unico per il tessile-abbigliamento.

Mi fu detto che per il Consiglio sindacale sarebbe entrato in presidenza Giancarlo Lombardi, figlio di Renato Lombardi, ex Presidente di Confindustria e nipote del filosofo cattolico Gabrio Lombardi, e nipote di Padre Lombardi, detto “Il microfono di Dio”. Ne parlai con uno dei miei più cari amici, Enrico Gregotti, “Chicco”, anche lui industriale tessile dicendogli che avvistavo una sciagura, mi rispose: «stai tranquillo! È dei nostri». Giancarlo era proprio dei nostri!

Solo molti anni dopo seppi che Padre Lombardi era un grande predicatore Gesuita e che la definizione “Il microfono di Dio”
era tutt’altro che spregiativa, ma era usata anche in famiglia Lombardi.

Nominammo Segretario della Federtessile il Prof. Roberto Moro, politologo, esperto di Storia di Francia che ottenne il rispetto degli altri segretari e presidenti delle tredici associazioni tessili.

Incontrai Sergio Garavini, che era più grande di me e aveva anche l’aria di essere uno sportivo ben piazzato. Ci siamo visti in un bar di Brera e gli dissi: «Caro Garavini, noi ogni quattro anni dobbiamo fare un contratto e dobbiamo seriamente difendere degli interessi opposti. Poi, possiamo anche lavorare insieme, ad esempio sulla politica industriale o sul futuro del tessile in Italia».

Sergio Garavini da studente inizia la sua militanza politica e partecipa alla Liberazione di Torino. C’erano anche i miei zii. Giulio Bolaffi “Il Comandante Laghi” che era sceso dalla Valle di Lanzo Piemontese quel 25 aprile alla testa dei suoi alpini partigiani della “Brigata Stellina”, dal nome di sua figlia Stella. Mio zio Cesare Artom che, travestito da sottufficiale della GdF, con il nome di copertura Pino Accomasso, residente nell’Italia già liberata, faceva parte del gruppo “Glass e cross” e attraversò decine di volte le Alpi. Portava denaro e “buoni di prelevamento” che garantivano ai contadini, a cui i nazisti e le Brigate nere razziavano il bestiame, di essere pagati e furono pagati! Mio zio Cesare, con il suo amico e compagno di scalate in montagna Raffele Jona, operò inoltre con il Governo Provvisorio del Sud per ottenere la promessa di uno statuto speciale della Valle d’Aosta, che divenne così italiana e non francese.

Purtroppo alla liberazione di Torino non partecipò un cugino di mio padre, Emanuele Artom, che fu ammazzato dalle botte dei Neo fascisti alle Carceri Nuove di Torino. Oggi lo ricorda a Torino una via – via Artom – con dei giardinetti dove vanno a giocare i bambini.

Io, che mi sono interessato nella mia vita anche di storia delle automobilismo, chiesi a Sergio Garavini se c’era un collegamento tra lui e la Carrozzeria Garavini. Mi raccontò che era l’azienda di suo padre, che aveva fatto un accordo con la “Diatto” per costruire ambulanze, mezzi di trasporto dopo la prima Guerra Mondiale e, in seguito, con Fiat Ambulanze
e con gli
Autobus Lancia da Città. La Garavini aveva costruito in Italia la prima carrozzeria “Weymann”
con una struttura in legno ricoperta di materiale in plastica spalmata e impermeabile. Il tutto per rendere più leggeri gli automezzi e diminuire i consumi.

Erano tanti gli argomenti che mi legavano a Sergio Garavini.

Vorrei concludere con due episodi.

Ai nostri incontri a un bar di Brera una volta venne anche Enrico (Chicco) Gregotti. Amico carissimo e il più intelligente tra gli anticonformisti che abbia mai conosciuto e disse a Sergio
« difendere gli interessi degli operai è logico, la definizione di imprenditore è “colui
che partecipa al rischio di impresa, cioè agli utili e alle perdite“, non capisco perché si debbano licenziare gli operai, che non sono chiamati a partecipare al rischio di impresa!» Fu forse l’unica volta che vidi Garavini veramente stupito!«Siete in molti a pensarla cosi?» mi chiese. Chicco Gregotti ed io ci guardammo e la risposta fu «Certamente noi due. Ce ne possono essere altri ma non li conosciamo!»

In quegli anni la Federtessile non firmava il contratto con la CISNAL ma dava una delega per firmare altri contratti a un industriale tessile: Rivolta. Un giorno lo andai a trovare per dirgli che mi spiaceva dargli una scocciatura. Vidi dietro la sua scrivania un ritratto del duce che lo teneva in braccio in divisa da figlio della Lupa. Naturalmente non gli parlai di scocciature!

Dal volume su Sergio Garavini ho appreso che amici loro erano i Mandelli, una famiglia operaia comunista che aveva un figlio, Walter, che divenne Vicepresidente di Confindustria.
Noi tessili avevamo un dialogo con i sindacati, la Federmeccanica faceva grandi adunate con i suoi associati e Walter Mandelli dava, metaforicamente, in pasto brandelli di sindacalisti ai suoi imprenditori. Questa è la ragione per cui la Filtea Cgil che era il sindacato dei tessili è sempre stata estremamente dialogante, mentre la Federmeccanica aveva come controparte la Fiom!

Ricordo che un giorno l’avvocato Agnelli mi disse: «Perché lei è sempre contrario a Mandelli, quel suo tono operaiesco ci è molto utile!»
Gli risposi: «Guardi avvocato, il tono operaiesco di Walter Mandelli non incanta Nessuno!»

 

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

Articolo 41

L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali

Sergio Garavini

Sergio Garavini

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
 
Andrea Sergio Garavini
Sergio Garavini 1952.jpg

Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Durata mandato 10 febbraio 1991 –
27 giugno 1993
Predecessore carica non istituita
Successore Fausto Bertinotti

Dati generali
Partito politico Partito Comunista Italiano (1948-1991)
Partito della Rifondazione Comunista(1991-2001)
on. Andrea Sergio Garavini
Bandiera italiana
Parlamento italiano
Camera dei deputati
Partito Partito Comunista Italiano(X), PRC(XI)-(XII)
Legislatura XXIXII
Gruppo COMUNISTA, PRC
Circoscrizione Piemonte(X), Lazio(XI),Toscana(XII)
Collegio Torino(X), Roma(XI),13-Montevarchi(XII)
Incarichi parlamentari
  • Componente della III COMMISSIONE (ESTERI) dal 31 luglio 1991 al 22 aprile 1992 e dal 1992 al 1994
  • Componente della V COMMISSIONE (BILANCIO E TESORO) dal 4 agosto 1987 al 18 ottobre 1989
  • Componente della IX COMMISSIONE (TRASPORTI) dal 18 ottobre 1989 al 20 giugno 1991
  • Componente della X COMMISSIONE (ATTIVITA’ PRODUTTIVE) dal 20 giugno 1991 al 31 luglio 1991
  • Componente della VI COMMISSIONE (FINANZE) dal 25 maggio 1994 all’8 maggio 1996

Andrea Sergio Garavini (Torino18 maggio 1926 – Roma7 settembre 2001) è stato un sindacalista, scrittore e uomo politicoitaliano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Ida Rina Ferraris e del noto industriale torinese Eusebio, fondatore della Diatto-Garavini e della Carrozzeria E. Garavini, Sergio frequentò il Liceo Gioberti, per poi accedere alla facoltà diIngegneria del Politecnico di Torino. Dopo la morte del padre, interruppe gli studi universitari e, nel 1948, decise di lasciare la conduzione dell’azienda di famiglia al fratello Aldo e di abbracciare la carriera politica, iscrivendosi al Partito Comunista Italiano e allaCGIL. Nello stesso anno si sposò con Maria Teresa detta “Sesa”, sorella del dirigente comunista Antonio Tatò.

In seguito alla sconfitta della CGIL nelle elezioni sindacali alla FIATdel 1955, non ancora trentenne fu nominato segretario provinciale della FIOM.[1]. Venne eletto consigliere comunale del capoluogo piemontese nelle liste comuniste e poi, dopo essere entrato nel sindacato, divenne in breve tempo segretario regionale della CGIL, segretario dei tessili[2], segretario dei metalmeccanici (FIOM)[3] e segretario confederale.

In campo sindacale, egli chiese ed ottenne la contrattazione articolata sulle qualifiche e sull’organizzazione del lavoro. Puntò inoltre alla costruzione del sindacato dei consigli e di nuove piattaforme sociali, quali ad esempio l’egualitarismo, la salute in fabbrica, il controllo dei ritmi, che divennero i protagonisti della stagione di rivolta operaia degli anni sessanta, in particolare nel biennio 19681969.

Nel conflitto interno al sindacato tra le posizioni estremiste di Fausto Bertinotti (del quale in CGIL si diceva che “non ha mai firmato un contratto”) e quelle di Sergio Cofferati (incline al dialogo e alla concertazione) egli promosse sempre la centralità della contrattazione e l’autonomia sindacale basata su una reale democrazia sindacale, promuovendo idee nuove quali lo sciopero a singhiozzo e la consultazione permanente: da Segretario Nazionale della FIOM – CGIL, nel 1988 lanciò il primo referendum nazionale sindacale, mai visto prima in Italia, che pretese vincolante per decidere la firma o meno della CGIL al nuovo CCNL dei Metalmeccanici.

Favorevole ad uno sganciamento del PCI dall’Unione Sovietica, fu l’unico membro del Comitato Fedrerale del PCI di Torino a votare, nel 1956, contro l’appoggio del PCI all’invasione sovietica dell’Ungheria. Garavini sostenne Rossana Rossanda durante la scissione del gruppo del Manifesto, ma non volle mai abbandonare il suo partito. La sua battaglia principale negli anni Settanta ed Ottanta, politica e sindacale insieme, fu quella di criticare la “Svolta dell’Eur” e di agire contro la liquidazione della scala mobile. Egli divenne per la prima volta deputato nel giugno del 1987, per poi essere confermato cinque anni più tardi. Dal 1989 al 1992 è stato “ministro” di infrastrutture e trasporti del governo ombra del PCI.[4]

Dopo La Bolognina[modifica | modifica wikitesto]

Non aderì alla “svolta della Bolognina” di Achille Occhetto e non partecipò al progetto PDS. Insieme ad Armando CossuttaRino Serri,Nichi VendolaLucio Libertini ed altri fondò il 15 dicembre 1991 il Partito della Rifondazione Comunista[5], di cui fu segretario nazionale fino al 27 giugno 1993, giorno in cui fu costretto alle dimissioni per protestare contro la gestione conservatrice e settaria del partito da parte di Armando Cossutta, che si alleò con Lucio Magri per eleggere, al suo posto, Fausto Bertinotti, il quale accettò l’incarico senza preoccuparsi di essere proposto in contrapposizione alla componente ingraiana del partito. Alle elezioni politiche del 1992, il PRC ottenne il 5,6% dei voti alla Camera (con 35 seggi) e il 6,5% dei consensi al Senato (e 20 seggi).

Nel 1995 Garavini, che in quel momento era deputato, votò insieme ad altri 12 deputati dissidenti del PRC, la fiducia al governo Dini, sostenuto dalla coalizione di centro sinistra per impedire il ritorno al governo di Silvio Berlusconi, dopo che la Lega Nord era uscita dalla maggioranza di centro destra. Garavini si contrappose alla volontà massimalista di Cossutta e Bertinotti, che per attirare il mero voto di protesta ruppero l’unità dell’alleanza dei Progressisti, nelle liste della quale erano stati eletti la maggioranza dei parlamentari del PRC, e uscì dal partito per continuare ad impegnarsi senza risparmio, da uomo libero per una causa che non fosse più quella del Prc.

Dal 1995 Garavini partecipa al dibattito politico come presidente dell’Associazione nazionale “per la sinistra”, oggiMovimento per la Sinistra di Tommaso Fulfaro.

Sergio Garavini ha scritto numerose opere di carattere politico, storico e sindacale. La sua ultima opera è Ripensare l’illusione. Una prospettiva dalla fine del secolo del 1993. In precedenza aveva scritto: Gli anni duri della Fiat (1982) e Le ragioni di un comunista. Scritti e riflessioni sullo scioglimento del PCI e sulla nascita di una nuova forza comunista in Italia (1991).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Su questi anni scrisse con Emilio Pugno, Gli anni duri alla FIAT: la resistenza sindacale e la ripresa, Torino, Einaudi, 1974
  2. ^ Filtea-CGIL – La storiaURL consultato il 20090428.
  3. ^ FIOM-CGIL – 1986 – XVIII Congresso – 12/15-febbraio, NapoliURL consultato il 20090428.
  4. ^ Ecco le ombre rosse, la Repubblica, 18 luglio 1989. URL consultato il 2/6/2008.
  5. ^ Rifondazione Comunista – profilo storicoURL consultato il 20090428.

 

Predecessore Segretario di Rifondazione Comunista Successore
nessuno 1991 – 1993

 

Oggi alle 3:52 PM
senza corruzione RIPARTE IL FUTURO
Riparte il futuro Riparte il futuro

Vittorio,

La nuova norma che dovrebbe punire coloro che riciclano denaro frutto di attività illecite, per come formulata ora dal governo, non è un’arma efficace. Anzi: mafiosi e corruttori rischiano di rimanere impuniti.

Dice Luigi Ciotti, fondatore di Libera e Gruppo Abele, che “la vera lotta ha bisogno non di compromessi ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie”.

luigi fiotti autoriciclaggio

Se anche tu la pensi così entra subito in azione. Su Riparte il futuro abbiamo lanciato una nuova raccolta firme perché vogliamo una legge sull’autoriciclaggio non “annacquata”,senza inciampi per chi indaga e scappatoie per i furbi, con pene certe e proporzionate.

Chiediamo tutti insieme al Governo di fare immediatamente un passo indietro:

www.riparteilfuturo.it/autoriciclaggio

 

“Una richiesta fatta con rispetto ma con forza”, dice Ciotti, “per dirci con chiarezza checorruzione, truffa, appropriazione indebita, evasione fiscale, finanziamento illecito ai partiti rimarrebbero, per come è oggi formulata la norma, fuori dalle pene previste per il nuovo reato di autoriciclaggio”.

La farebbe franca un evasore che, con i soldi sottratti al fisco, decidesse di comprare una villa o di usarli per sè senza reimmetterli in attività economiche. L’attività dei giudici, poi, diventerebbe difficilissima perché sarebbero obbligati a dimostrare che quei soldi sporchi sono stati reimmessi nell’economia e non usati per godimento personale. Anche per i reati di mafia.

Facciamoci sentire dal governo Renzi: firma subito la petizione.

 

FIRMA

 

Grazie,

Il team di Riparte il futuro

PS. Se vuoi, inoltra questa mail a tutti i tuoi contatti

petizione con l’aiuto di change.org

Se vuoi contattarci non rispondere a questa email ma scrivi a info@riparteilfuturo.it

Se non vuoi ricevere mail da Riparte il futuro clicca qui

CAMPAGNA PROMOSSA DA

 

Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

 
Assicurazione europea contro la disoccupazione: il Commissario Andor rilancia la sua proposta

 

Un regime europeo comune di assicurazione contro la disoccupazione in Europa. Parlando all’Università di Vienna, il Commissario europeo per l’Occupazione, László Andor, rilancia la proposta già annunciata due anni fa: un sistema assicurativo europeo contro la disoccupazione ciclica, e non causata da inadeguatezza delle competenze, o da altri fattori strutturali come istituzioni del mercato del lavoro poco efficienti. Per finanziare il sistema gli Stati dovrebbero monitorare due flussi, da e verso Bruxelles.

Libera circolazione: i lavoratori mobili non sono un onere per i paesi ospitanti

Un dossier della Commissione europea fa il punto della situazione del fenomeno delle migrazioni intraeuropee. Quanti lavoratori mobili ci sono nell’UE? Quali sono le nuove tendenze della mobilità? La mobilità è aumentata a causa della crisi? Gli Stati possono preservare l’integrità dei propri sistemi di welfare? Cifre e tendenze dimostrano l’infondatezza di alcuni stereotipi sul cosiddetto “turismo sociale”, come quello secondo cui i lavoratori mobili costituirebbero un onere per i sistemi di protezione sociale dei paesi ospitanti.

Italiani all’estero: il 19 dicembre elezioni dei Comites. Comunicato della Cgil

Dopo cinque anni, finalmente si voterà per il rinnovo delle rappresentanze degli italiani all’estero: i Comites. Confermiamo la nostra soddisfazione: questa è, per noi, una ottima notizia. Siamo però preoccupati che le modalità con le quali queste elezioni si svolgeranno possano rappresentare una ulteriore potenziale riduzione del livello di partecipazione, già segnato dall’incapacità di allargare l’elettorato alla nuova emigrazione giovanile, spesso non ancora iscritta all’Aire.

 


Articoli precedenti:

Previdenza sociale: la Commissione europea chiede al Belgio di accettare i certificati di affiliazione presentati dai lavoratori di un altro Stato membro

La Commissione europea ha chiesto al Belgio di accettare i cosiddetti “documenti portatili A1”, attestanti che i lavoratori migranti versano i loro contributi al sistema di previdenza sociale di un altro Stato membro. La legislazione belga attualmente consente alle autorità nazionali di non riconoscere tali documenti e di assoggettare unilateralmente tali lavoratori migranti alla legislazione belga in materia di previdenza sociale, in violazione del diritto dell’UE. Il Belgio dispone ora di un termine di due mesi per notificare alla Commissione le misure adottate al fine di porre rimedio a tale situazione. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il Belgio alla Corte di giustizia dell’UE.

La Germania vorrebbe limitare l’accesso alle prestazioni sociali per i migranti cittadini europei

Il governo tedesco ha approvato un pacchetto di misure tese a limitare l’accesso alle prestazioni sociali per i migranti europei, tra cui la riduzione delle prestazioni familiari quando i figli non siano residenti in Germania e la possibilità di determinare l’importo delle prestazioni a seconda del paese di residenza del minore. Misure in aperto contrasto con quanto previsto dalle regole europee sul coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale.

Più posti di lavoro pagati meglio contribuirebbero all’uscita dalla crisi

È disponibile sul sito dell’Osservatorio il rapporto sul mercato del lavoro redatto dall’ILO, in collaborazione con OCSE, FMI e Banca Mondiale, per la riunione dei Ministri del lavoro del G20 tenutasi a Melbourne il 10 e l’11 settembre 2014. Il messaggio chiave è che, a sei anni dall’inizio della crisi, i mercati del lavoro dei paesi del G20 sono ancora in difficoltà sia per la quantità che per la qualità dell’occupazione, e che più posti di lavoro, pagati meglio, contribuirebbero all’aumento dei redditi delle famiglie, che a loro volta rafforzano la domanda di consumi. Se le aziende vedono che la domanda è in aumento, queste decideranno di fare investimenti creando in questo modo un circolo virtuoso.

I cittadini di paesi terzi hanno il diritto di soggiornare nell’UE per motivi di studio

Un paese Ue è tenuto ad ammettere nel proprio territorio un cittadino di un paese terzo che intenda soggiornare per più di tre mesi per motivi di studio, a meno che questo non costituisca una minaccia all’ordine pubblico. Lo ha stabilito la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso di Ben Alaya, cittadino tunisino cui è stato ripetutamente negato il permesso di soggiorno in Germania per motivi di studio, nonostante l’avvenuta ammissione all’università di Dortmund.

Oltre il 70 per cento della popolazione mondiale non riceve una adeguata protezione sociale

Secondo il rapporto ILO 2014/2015 sulla protezione sociale nel mondo, oltre il 70% della popolazione mondiale non riceve un’adeguata protezione sociale al momento del bisogno. Nel 2008-2009, molti paesi a reddito medio-alto hanno finanziato misure di protezione sociale, aiutando le economie a tornare in equilibrio e ha protetto dal disastro economico i disoccupati e i lavoratori precari. Ma nella seconda fase della crisi, i governi hanno cambiato rotta, adottando prematuramente

La previdenza in regime internazionale: nuova guida a cura del patronato Inca Cgil

Una nuova guida alla previdenza in regime internazionale, a cura del patronato Inca Cgil, è stata pubblicata dalla casa editrice Ediesse. In 272 pagine, il vasto mondo della previdenza in regime internazionale viene spiegato e analizzato, partendo dalla condizione giuridica dei lavoratori migranti che si trovano ad essere soggetti, nel corso della loro vita, ad una pluralità di ordinamenti nazionali e sovranazionali, molto complessi e spesso difficili da conoscere ed interpretare.

Per saperne di più: www.osservatorioinca.org

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