Amianto

Amianto: giovani cervelli italiani verso nuove cure per il mesotelioma

Due nuovi studi italiani pubblicati sulle riviste ”Cancer Biology and Therapy” e ”Cell Cycle” aprono la strada a possibili terapie molecolari contro il mesotelioma pleurico, il tumore provocato dall’esposizione all’amianto. A coordinare il team di giovani cervelli italiani dell’Istituto Tumori di Napoli-Crom di Mercogliano e dell’Università di Siena è stato Antonio Giordano, direttore della Sbarro Health Research Organization di Philadelphia e docente dell’ateneo senese. “I lavori, frutto della 
stretta collaborazione tra queste tre istituzioni – sottolinea Giordano – sono mirati alla identificazione di nuove terapie molecolari promettenti per il trattamento del mesotelioma che potrebbero essere velocemente traslate alla clinica. La diagnosi della malattia è spesso tardiva – aggiunge – e al momento non esistono modalità curative. La prognosi pertanto resta particolarmente infausta con una sopravvivenza media molto bassa, inferiore a due  anni”.

“In questo lavoro – afferma Francesca Pentimalli dell’Istituto Tumori di Napoli-Crom di Mercogliano, coordinatrice dello studio – abbiamo utilizzato dei farmaci ideati per riattivare la proteina P53, uno dei più importanti oncosoppressori noti, che viene disattivato nella maggior parte dei tumori umani. Nel mesotelioma, sebbene P53 sia raramente mutata, essa è inattivata da alterazioni nel suo modello. Fra le due molecole utilizzate che bersagliano entrambe la proteina P53 – prosegue Pentimalli – ma con diversi meccanismi d’azione, una in particolare (Rita), si è rivelata molto tossica selettivamente per le cellule di mesotelioma, sia in coltura che in un modello di mesotelioma murino.

“Rita” riesce a indurre efficacemente l’apoptosi, un tipo di morte cellulare programmata, che avviene mediante l’attivazione di una specifica “cascata” di eventi, specificamente in cellule di mesotelioma e non in cellule ”sane””.

Intanto il trattamento con questo farmaco ha funzionato in sinergia con il cisplatino, il chemioterapico d’elezione per questa malattia, suggerendo che il suo possibile impiego clinico potrebbe affiancare il regime terapeutico di prima scelta e magari modificarne le dosi con la speranza di diminuire gli effetti collaterali e quanto meno migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da mesotelioma.

Amiantoultima modifica: 2014-01-11T14:29:51+01:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo