Archivi giornalieri: 5 maggio 2009

Riesame domande 2005

Amianto: riesame delle domande presentate nel 2005

Con decreto ministeriale 12 marzo 2008 (G.U. 12 maggio 2008) è stata prevista la possibilità di riesame delle domande già presentate nel 2005 dai lavoratori occupati in lavorazioni a rischio amianto.
Non si tratta della riapertura dei termini per la presentazione di nuove domande, ma della possibilità di una diversa valutazione delle domande a suo tempo presentate all’INAIL.
In particolare viene individuato un ristretto numero di aziende per le quali è possibile applicare l’estensione della certificazione di esposizione all’amianto, ai fini dell’attribuzione di un trattamento pensionistico più favorevole ai lavoratori interessati.
Per presentare le istanze di riesame della propria posizione i lavoratori devono rivolgersi alla Sede INAIL di riferimento, entro l’11 maggio 2009, utilizzando il nuovo modulo (A8).
Al fine di agevolare la trattazione delle pratiche da parte degli operatori INAIL si raccomanda di verificare il possesso di tutti i requisiti richiesti prima dell’inoltro delle domande.

NEWS

Amianto – In Lombardia 2,8 milioni di metri cubi da smaltire

Inadeguati i finanziamenti a tutela dei danni alla salute

In Lombardia si stima ci siano 2,8 milioni di metri cubi d’amianto. Se ne è discusso  a un convegno della Cgil di Milano e secondo cui, nonostante l’impegno della Regione, la legge per lo smaltimento non è finanziata adeguatamente: “In Lombardia hanno investito 1,7 milioni di euro, in Sardegna 64”. Per il futuro si pensa ai forni di inertizzazione, ma intanto la gente continua a morire: dal 1999 al 2008 l’Asl città di Milano ha rilevato 145 casi di placche pleuriche e 291 di mesotelioma.

Secondo i dati più aggiornati -riportati dalla Cgil Milano in collaborazione con Legambiente e la Cgil di Oristano (Sardegna)-, in Lombardia esisterebbero 2,8 milioni di metri cubi di materiali che contengono amianto. Una stima frutto di un rilevamento aereo che ha misurato le superfici degli edifici dotati di coperture in lastre di cemento-amianto e che aggiorna il vecchio dato, risalente a due anni prima, che parlava di sole 800mila tonnellate. Una quantità che, per quanto enorme, è quasi di sicuro una sottostima: infatti, secondo i dati Ispesl, dal dopoguerra ad oggi in Italia sono state vendute 20 milioni di tonnellate di amianto. Infatti non esistono dubbi sulla correlazione tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza di mesoteliomi, gravi tumori che sono la causa della morte di almeno mille persone l’anno in Italia, di cui il 20% in Lombardia.

E se finora le patologie da esposizione ad amianto hanno riguardato soprattutto i lavoratori esposti alla fibra per ragioni professionali, sempre più il mal d’amianto si diffonde nella popolazione: già oggi un buon 20% dei casi di mesotelioma non risulta da alcuna esposizione professionale. Si tratta dunque di comuni cittadini, alcuni dei quali parenti di operai, ma altri senza nessuna relazione con l’amianto, se non quella di abitare in luoghi dove questo minerale si trova sotto forma di vecchie coperture per tetti, isolanti termoacustici impiegati nelle murature, tubazioni.

L’amianto non può essere più lavorato in Italia dal 1992, quando lo Stato ne ha proibito l’uso -ricordano dalla Cgil-. Nulla vieta però che quello già utilizzato resti dov’è, col risultato di esporre i cittadini, non solo i lavoratori, a un rischio gravissimo e destinato a crescere: sempre più fibre si liberano da materiali contenenti amianto esposti al vento e alle intemperie. La nostra Regione si è posta l’obiettivo di eliminare questo rischio entro la fine del 2015.  “Purtroppo alle intenzioni non sono seguiti fatti concreti tali da far pensare che l’obiettivo Amianto free 2016 sarà raggiunto -dicono Edoardo Bai di Legambiente Lombardia e Tiziana Scalco, segretaria della Cgil Milano -. La mappatura precede con lentezza, gli stanziamenti non sono neppure sufficienti alla bonifica degli edifici pubblici, mancano discariche ove porre il materiale asportato e forni che permettano di inertizzare l’amianto”. Il piano amianto regionale prevede uno stanziamento di 1,7 milioni di euro che vanno alle Asl per il loro lavoro di mappatura. Un lavoro che ha permesso di gestire, fino a febbraio 2008, 10.895 edifici di cui 1521 strutture pubbliche, e un quantitativo di amianto di appena 12mila tonnellate. “Basti pensare che la Regione Sardegna, molto più piccola e più povera della Lombardia, ha investito 64 milioni di euro per la bonifica dell’amianto”, dice ancora Edoardo Bai.

Gli interventi richiesti da Legambiente e Cgil sono cinque: coinvolgere i cittadini nella localizzazione e realizzazione di siti per stoccaggio, trattamento e messa in discarica dell’amianto; stanziamenti adeguati; nuove tecnologie di smaltimento; potenziamento delle strutture tecniche regionali per la mappatura e i controlli; rinunciare a progetti già approvati se risultano “ostici” alle popolazioni o mal definiti. Nel frattempo, però, si continua a morire: “Nel mondo ci sono più di 4mila morti all’anno per mesotelioma della pleura, senza contare i morti per tumore polmonare, per asbestosi e altri tumori collegati. In Italia le vittime sono 300 ogni anno”, dice Fulvio Aurora, presidente dell’associazione italiana esposti amianto.