Archivi giornalieri: 15 gennaio 2024

Isee 2024, l’Inps ci ripensa: ecco cosa succede per titoli di Stato e buoni fruttiferi

Isee 2024, l’Inps ci ripensa: ecco cosa succede per titoli di Stato e buoni fruttiferi

Nessuna esclusione di Btp e libretti di risparmio postale dal calcolo dell’Isee 2024. Il chiarimento dell’Inps.

L’anno inizia con un piccolo caos per quanto riguarda l’attestazione Isee. La legge di Bilancio 2024 aveva portato una novità per quanto riguarda il calcolo. Con uno stanziamento da 44 milioni di euro si era deciso di escludere dal calcolo il possesso di titoli di Stato italiani e gli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, con limite massimo di 50mila euro. In questo modo tantissimi italiani potevano godere di un Isee più basso e di conseguenza aspirare ad ottenere più bonus dove il limite Isee è requisito fondamentale. Bonus come l’assegno unico universale o il nuovo assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza.

Un modo per il Governo di lanciare un messaggio agli italiani facendogli credere che in questo modo sarebbe stato più facile l’accesso a diverse agevolazioni siccome l’Isee sarebbe risultato più basso.

Peccato però che la procedura non è stata aggiornata per tempo dall’Inps che effettua i controlli e il calcolo dell’Isee e in questi primi giorni del 2024 il calcolo avveniva ancora comprendendo il valore del patrimonio mobiliare. Ora però è arrivata la stessa Inps a fare dietrofront con un comunicato: addio esclusione di Btp e libretti di risparmio postale per il momento. Ecco perché.

Il calcolo Isee resta invariato

Attraverso una circolare pubblicata sul suo sito, l’Inps ha reso noto che nel calcolo dell’Isee vanno ancora considerati i titoli di Stato e i libretti di risparmio postale esattamente come accadeva prima. Peccato però aver chiarito la faccenda solo dopo 13 giorni mandando nel caos chi aveva già provveduto a calcolare l’Isee escludendo i titoli e i libretti.

L’Inps chiarisce nel comunicato che la nuova disposizione non è immediata «essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento sulla disciplina dell’Isee».

L’Inps ha chiesto un parere al ministero del Lavoro sull’entrata in vigore della disposizione che permette di escludere Bot, Btp e prodotti postali. E il ministero ha chiarito che «non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’ISEE (DPCM n. 159 del 2013)».

Quindi «resta pertanto immutata la disciplina Isee relativa al patrimonio mobiliare. Rimane quindi l’obbligo di indicare nella Dichiarazione sostitutiva unica presentata da gennaio 2024 tutti i rapporti finanziari in possesso delle famiglie al 31 dicembre 2022», si legge. Insomma tutto come prima.

Adesso però si crea un bel caos tra chi aveva già presentato un Isee con le nuove regole per presentare domanda per l’assegno di inclusione o l’assegno unico universale. Che cosa accadrà? Bisognerà presentare un nuovo Isee?

Chiarire la faccenda due settimane fa sarebbe stato meglio. I Caf avevano già avuto indicazioni di proseguire con il calcolo dell’Isee classico comprendendo anche i valori mobiliari, ma Poste Italiane, altro ente preposto a rilasciare l’Isee, aveva previsto l’esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti del risparmio postale, tra cui i libretti di risparmio postale dal calcolo.

 

Isee 2024, l’Inps ci ripensa: ecco cosa succede per titoli di Stato e buoni fruttiferi

Isee 2024, l’Inps ci ripensa: ecco cosa succede per titoli di Stato e buoni fruttiferi

Nessuna esclusione di Btp e libretti di risparmio postale dal calcolo dell’Isee 2024. Il chiarimento dell’Inps.

L’anno inizia con un piccolo caos per quanto riguarda l’attestazione Isee. La legge di Bilancio 2024 aveva portato una novità per quanto riguarda il calcolo. Con uno stanziamento da 44 milioni di euro si era deciso di escludere dal calcolo il possesso di titoli di Stato italiani e gli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, con limite massimo di 50mila euro. In questo modo tantissimi italiani potevano godere di un Isee più basso e di conseguenza aspirare ad ottenere più bonus dove il limite Isee è requisito fondamentale. Bonus come l’assegno unico universale o il nuovo assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza.

Un modo per il Governo di lanciare un messaggio agli italiani facendogli credere che in questo modo sarebbe stato più facile l’accesso a diverse agevolazioni siccome l’Isee sarebbe risultato più basso.

Peccato però che la procedura non è stata aggiornata per tempo dall’Inps che effettua i controlli e il calcolo dell’Isee e in questi primi giorni del 2024 il calcolo avveniva ancora comprendendo il valore del patrimonio mobiliare. Ora però è arrivata la stessa Inps a fare dietrofront con un comunicato: addio esclusione di Btp e libretti di risparmio postale per il momento. Ecco perché.

Il calcolo Isee resta invariato

Attraverso una circolare pubblicata sul suo sito, l’Inps ha reso noto che nel calcolo dell’Isee vanno ancora considerati i titoli di Stato e i libretti di risparmio postale esattamente come accadeva prima. Peccato però aver chiarito la faccenda solo dopo 13 giorni mandando nel caos chi aveva già provveduto a calcolare l’Isee escludendo i titoli e i libretti.

L’Inps chiarisce nel comunicato che la nuova disposizione non è immediata «essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento sulla disciplina dell’Isee».

L’Inps ha chiesto un parere al ministero del Lavoro sull’entrata in vigore della disposizione che permette di escludere Bot, Btp e prodotti postali. E il ministero ha chiarito che «non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’ISEE (DPCM n. 159 del 2013)».

Quindi «resta pertanto immutata la disciplina Isee relativa al patrimonio mobiliare. Rimane quindi l’obbligo di indicare nella Dichiarazione sostitutiva unica presentata da gennaio 2024 tutti i rapporti finanziari in possesso delle famiglie al 31 dicembre 2022», si legge. Insomma tutto come prima.

Adesso però si crea un bel caos tra chi aveva già presentato un Isee con le nuove regole per presentare domanda per l’assegno di inclusione o l’assegno unico universale. Che cosa accadrà? Bisognerà presentare un nuovo Isee?

Chiarire la faccenda due settimane fa sarebbe stato meglio. I Caf avevano già avuto indicazioni di proseguire con il calcolo dell’Isee classico comprendendo anche i valori mobiliari, ma Poste Italiane, altro ente preposto a rilasciare l’Isee, aveva previsto l’esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti del risparmio postale, tra cui i libretti di risparmio postale dal calcolo.

Assegno di inclusione 2024, l’Inps svela gli importi dei primi pagamenti (e c’è una sorpresa)

Assegno di inclusione 2024, l’Inps svela gli importi dei primi pagamenti (e c’è una sorpresa)

Assegno di inclusione 2024, l’Inps svela l’importo medio dei primi pagamenti. C’è una sorpresa: in arrivo più soldi rispetto al Reddito di cittadinanza.

L’Inps ha svelato l’importo dell’Assegno di inclusione che verrà erogato il prossimo 26 gennaio a coloro che ne hanno fatto domanda entro il 7 gennaio 2024, confermando quanto noi di Money.it sosteniamo da tempo: tra il Reddito di cittadinanza, tanto criticato dal governo Meloni, e la nuova misura di sostegno al reddito non c’è così tanta differenza, almeno per la parte riferita agli importi.

Inoltre, almeno per il momento, non sembra esserci una netta differenza neppure per quanto riguarda il numero di beneficiari.

Nel dettaglio, stando alle dichiarazioni del direttore generale dell’Inps – Vincenzo Caridi – al Messaggero, a gennaio l’importo medio dell’Assegno di inclusione sarà più alto rispetto a quanto veniva erogato con il Reddito di cittadinanza. Se a ciò si aggiunge che anche l’importo massimo, come abbiamo già avuto modo di approfondire, è più alto, ecco che il taglio alla misura di sostegno che era stato annunciato dal governo Meloni subisce un importante ridimensionamento.

Assegno di inclusione 2024, beneficiari inferiori alle attese

Saranno 500 mila le famiglie che dal 26 gennaio 2024 saranno convocate da Poste Italiane per la consegna della carta acquisti sulla quale sarà caricata la prima rata dell’Assegno di inclusione.

Un numero che è inferiore rispetto a quelle che erano le previsioni: secondo quanto stimato dalla riforma dei sostegni al reddito, infatti, a soddisfare i requisiti per l’accesso al nuovo Assegno di inclusione sono circa 737 mila famiglie.

Va detto però che c’è ancora tempo per recuperare poiché il lasso di tempo preso in considerazione è quello compreso tra il 18 dicembre e il 7 gennaio. Servirà almeno la fine di questo mese, quando arriveranno anche i dati di coloro che hanno fatto domanda tramite caf e patronati, per capire quanti saranno effettivamente i beneficiari dell’Assegno di inclusione, per quanto comunque a oggi il numero non sia molto diverso da quello del Reddito di cittadinanza: anche a marzo 2019, infatti, le domande per il sostegno al reddito furono all’incirca 500 mila.

Assegno di inclusione 2024, l’importo medio svelato

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, l’importo massimo dell’Assegno di inclusione è più alto rispetto a quello del Reddito di cittadinanza in quanto può salire fino a 1.100 euro, 1.150 euro nel caso dei nuclei con persone gravemente disabili. Con il Reddito di cittadinanza, invece, spettavano al massimo 1.050 euro, 1.100 euro in presenza di disabili gravi.

Tuttavia, arrivare a percepire tale importo non è semplice poiché oltre ad avere un reddito familiare pari a zero bisogna anche far parte di un nucleo familiare particolarmente numeroso, specialmente alla luce del fatto che dal parametro di scala di equivalenza sono esclusi i maggiorenni considerati occupabili.

Nonostante questo “taglio”, il valore medio dell’Assegno di inclusione che verrà pagato da gennaio 2024 sarà più alto del Reddito di cittadinanza: 635 euro, circa 100 euro in più di quanto invece veniva erogato nel 2023.

Una sorpresa considerando che invece nelle intenzioni del governo Meloni c’era la volontà di procedere con un taglio al sostegno.

A quanto pare non sarà così, anche perché bisogna considerare che le famiglie godranno anche di una maggiore entrata per l’Assegno unico universale, in quanto con il Reddito di cittadinanza veniva pagato parzialmente mentre con l’Assegno di inclusione torna a essere intero.

Come pure la possibilità per i nuclei familiari in cui ci sono componenti maggiorenni occupabili di arrotondare l’Assegno di inclusione con il Supporto per la formazione e il lavoro, godendo per un anno di un’integrazione aggiuntiva di 350 euro al mese.

I dati del Supporto per la formazione e il lavoro

Delle 500 domande dell’Assegno di inclusione, circa il 90% appartiene a una famiglia che risultava beneficiaria di Reddito di cittadinanza. E come confermato da Vincenzo Caridi, se a questo dato andiamo a sommare la platea dei beneficiari del Supporto per la formazione e il lavoro, ne risulta un numero in linea con i beneficiari del Rdc nel 2023.

Nel dettaglio, a oggi sono 160 mila le persone che si sono iscritte alla piattaforma Siisl dell’Inps: 56 mila le domande accolte, con 24 mila persone che hanno ricevuto l’indennità mensile di 350 euro. Tra queste, 4.100 stanno frequentando i corsi di formazione regionali, 2.600 hanno completato l’orientamento specialistico per l’attivazione al lavoro e 1.600 sono coinvolte in progetti di attività collettiva promossi dai Comuni. Il dato che più salta all’attenzione è però quello riguardante le assunzioni: ben 11 mila.

 

Anticipo pensioni febbraio 2024: cedolino aumenti arretrati

Anticipo pensioni febbraio 2024: cedolino aumenti arretrati

Aumenti delle pensioni di febbraio 2024 e arretrati: come visualizzare gli importi prima della pubblicazione del cedolino? Quando pagano? Scopri tutto in questo articolo.

In questo approfondimento vedremo insieme quali sono gli aumenti delle pensioni di febbraio 2024 e arretrati in arrivo (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Aumenti delle pensioni di febbraio 2024 e arretrati: gli importi

L’INPS ha iniziato ad aggiornare gli importi delle pensioni di febbraio 2024, che verranno pagate tra il 1° e il 7 febbraio.

Da gennaio 2024, gli importi delle pensioni sono stati rivalutati del 5,4%, come deliberato dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicato lo scorso 27 novembre.

Ricordiamo che la rivalutazione piena spetta sugli importi fino a 2.272 euro lordi al mese e che, superata questa soglia, la percentuale di rivalutazione subisce tagli a partire dal 15% sino al 78% per chi percepisce un assegno 10 volte superiore al trattamento minimo INPS aggiornato al 2024.

In questa tabella abbiamo riepilogato le percentuali di rivalutazione in base all’importo della pensione:


IMPORTO PENSIONI 2024 RIVALUTAZIONE
Pensioni fino a 2272 euro lordi al mese 100%
Pensioni da 2272 euro a 2840 euro lordi al mese 85%
Pensioni da 2841 a 3408 euro lordi al mese 53%
Pensioni da 3409 a 4543 euro lordi al mese 47%
Pensioni da 4544 a 5679 euro lordi al mese 37%
Pensioni di importo superiore a 5679 euro lordi al mese 22%
Rivalutazione delle pensioni 2024

Per fare qualche esempio, ecco di quanto sono aumentate le pensioni da gennaio 2024:

IMPORTI PENSIONE RIVALUTAZIONE 2024 AUMENTI 2024
1.000 euro 100% (5,4%) 54 euro lordi al mese
1.500 euro 100% (5,4%) 81 euro lordi al mese
2.000 euro 100% (5,4%) 108 euro lordi al mese
2.500 euro 85% (4,59%) 114,75 euro lordi al mese
3.000 euro 53% (2,86%) 85,80 euro lordi al mese
3.500 euro 47% (2,53%) 88,55 euro lordi al mese
4.000 euro 47% (2,53%) 101,20 euro lordi al mese
5.000 euro 37% (2%) 100 euro lordi al mese
6.000 euro 22% (1,89%) 113,40 euro lordi al mese
Aumenti delle pensioni 2024 per fasce di reddito

Attenzione, però: c’è chi a gennaio non ha ricevuto alcun aumento perequativo.

Cosa succede? Niente di cui preoccuparsi: come lo scorso anno INPS ha “bisogno” di qualche giorno per aggiornare gli importi.

È probabile che, a febbraio, chi non ha percepito aumenti riceverà anche gli arretrati di gennaio, compresi tra 54 euro e 114,75 euro, come si evince dalla tabella in alto.


 

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Cedolino pensione di febbraio 2024: come visualizzarlo?

Ma come visualizzare il proprio cedolino della pensione? Semplicemente accedendo al sito dell’INPS e seguendo questa procedura:

Vi ricordiamo che i cedolini delle pensioni di febbraio 2024 saranno pubblicati tra il 19 e il 22 gennaio e che, da qualche mese, l’INPS non consente di visualizzare in anticipo l’importo totale dell’assegno in arrivo.

Come visualizzare l’importo della pensione di febbraio prima del cedolino?

Ci sono, però, ben 5 modi alternativi per arginare il problema e conoscere con qualche giorno di anticipo l’importo della vostra pensione, prima che l’INPS pubblichi il cedolino completo.

Patronati, CAF e intermediari

La prima possibilità è recarvi presso patronati, CAF o intermediari abilitati, che hanno la possibilità di vedere in anticipo gli importi delle pensioni, prima del caricamento del cedolino.

Il Portale della Disabilità

Se, invece, siete titolari di prestazioni di invalidità, dovete sapere che attraverso il nuovo “Portale della Disabilità” potrete recuperare tutte le informazioni possibili sull’importo della vostra pensione.

Nella home del sito, che rappresenta un punto di accesso unico alle informazioni e ai servizi in tema di invalidità civile, cecità civilesorditàdisabilità (legge 68/1999) ed handicap (legge 104/92), accedete all’area tematica e dopo aver inserito le vostre credenziali, cliccate sulla sezione “Pagamenti e cedolini”.

Vi comparirà l’importo della vostra pensione, rivalutata del 5,4% a partire da gennaio 2024. Ovviamente questa possibilità è consentita soltanto ai percettori di pensioni di invalidità; sono esclusi i titolari di pensioni previdenziali.

Simulazione piccoli prestiti o prestiti pluriennali

La terza possibilità è l’accesso al servizio INPS denominato “Simulazione piccoli prestiti o prestiti pluriennali Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali”.

Possono accedervi i pensionati iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali istituita presso l’INPS o, ad esempio, i pensionati ex INPDAP.

Simulando la richiesta di piccolo prestito, il sistema vi indicherà in anticipo l’importo lordo della pensione di gennaio.

Il Modello OBIS/M

La quarta alternativa è il Modello OBIS/M, ma vi informiamo che con molta probabilità l’INPS non riuscirà, prima della pubblicazione del cedolino di febbraio 2024, a rilasciare al pensionato questo documento, che riassume le seguenti informazioni:

  • l’aumento che viene calcolato all’inizio di ogni anno (perequazione automatica);
  • gli importi mensili lordi delle rate di gennaio e l’eventuale tredicesima;
  • gli importi mensili netti;
  • le ritenute erariali e le eventuali addizionali regionali e comunali;
  • le detrazioni di imposta applicate;
  • le quote associative;
  • la trattenuta per incumulabilità con l’attività lavorativa;
  • il contributo di solidarietà.

È possibile consultare il modello OBIS/M online sul sito INPS attraverso il servizio dedicato.

Simulazione cessione del quinto della pensione

Infine, potrete anche “far finta” di cedere il quinto della pensione, attraverso lo strumento messo a disposizione da INPS.

Con una simulazione di calcolo, l’istituto vi calcolerà il quinto del netto della vostra pensione di febbraio 2024.

A questo punto, non vi rimane che moltiplicare l’importo per 5 e avrete il “totalone” del vostro assegno pensionistico.

Quando pagano la pensione di febbraio 2024?

La pensione di febbraio 2024 verrà pagata a partire da giovedì 1° febbraio, a chi preferisce l’accredito postale (conti correnti, libretti postali, conti Banco Posta e Poste Pay Evolution) o bancario.

Sempre a partire dal 1° febbraio inizieranno a essere pagate le pensioni in contanti, seguendo il consueto calendario ordinato in base alle lettere iniziali dei cognomi dei pensionati.

Di seguito il possibile calendario di febbraio 2024 (vi consigliamo di informarvi presso l’ufficio postale di riferimento, poiché il calendario potrebbe essere oggetto di modifiche, soprattutto nei comuni meno popolosi):

  • giovedì 1° febbraio 2024 – cognomi che iniziano da A a B
  • venerdì 2 febbraio 2024 – cognomi che iniziano da C a D
  • sabato 3 febbraio 2024 (solo mattina) – cognomi che iniziano da E a K
  • lunedì 5 febbraio 2024– cognomi che iniziano da L A O
  • martedì 6 febbraio 2024 – cognomi che iniziano da P a R
  • mercoledì 7 febbraio 2024 – cognomi che iniziano da S e Z
Aumenti delle pensioni di febbraio 2024 e arretrati
Aumenti delle pensioni di febbraio 2024 e arretrati: in foto alcune banconote da 50 euro.

Faq sulla pensione 2024

Chi cambia scaglione IRPEF nel 2024?

Dal 2024 chi rientrava nell’aliquota IRPEF (imposta sul reddito delle persone) del 25% verrà collocato nello scaglio del 23% e così avrà un importo maggiore dovuto un pagamento minore dell’imposta.

Questi sono gli scaglioni IRPEF in vigore nel 2024:

  • 23% sui redditi fino a 28.000 euro annui;
  • 35% sui redditi compresi tra 28.001 euro e 50.000 euro annui;
  • 43% sui redditi oltre i 50.000 annui.

Di quanto è aumentata la pensione minima nel 2024?

La pensione minima per il 2024 ha un importo di 598,61 euro.

Esempi di aumento:

  • Pensione attuale: 567,94 euro (minimo INPS 2023)
  • Aumento previsto: 5,4%
  • Pensione dopo adeguamento: 598,61 euro.

Come verrà calcolato l’importo dell’assegno di chi va in pensione con Quota 103?

La novità più importante e allo stesso tempo criticata è il ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo, anche per gli anni di contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Se quest’anno il calcolo della pensione è avvenuto col sistema misto, in base al periodo di maturazione dell’anzianità contributiva (calcolo retributivo sui contributi versati sino al 1995; regole del contributivo sui contributi versati dal 1996 in poi), nel 2024, chi accederà a Quota 103 è destinato a perdere diverse centinaia di euro al mese di pensione.

Quali sono le condizioni per accedere a Opzione donna nel 2024?

Le donne lavoratrici che hanno accumulato almeno 35 anni di contributi entro il 2023 possono accedere a Opzione donna se hanno compiuto 61 anni. Questo limite di età scende di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Alcune restrizioni già esistenti nel 2023 rimangono in vigore.

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ISEE 2024: chiarimenti sull’esclusione dal calcolo dei titoli di Stato

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ISEE 2024: chiarimenti sull’esclusione dal calcolo dei titoli di Stato

L’Istituto fornisce chiarimenti sull’esclusione dal calcolo dell’ISEE dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio.

Pubblicazione: 15 gennaio 2024

La legge di bilancio 2024 ha previsto l’esclusione dal calcolo dell’ISEE, fino a un valore complessivo di 50mila euro, dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.

L’INPS, con il messaggio 12 gennaio 2024, n. 165, chiarisce che l’entrata in vigore di questa disposizione non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento sulla disciplina dell’ISEE. Resta, pertanto, immutata la disciplina ISEE relativa al patrimonio mobiliare con l’obbligo di indicare nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) presentata da gennaio 2024 tutti i rapporti finanziari in possesso delle famiglie al 31 dicembre 2022.

Messaggio numero 165 del 12-01-2024

Esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato dal calcolo dell’ISEE

La legge 30 dicembre 2023, n. 213 (cd. legge di bilancio 2024), all’articolo 1, comma 183, ha previsto l’esclusione dal calcolo dell’ISEE, fino a un valore complessivo di 50.000 euro, dei titoli di Stato indicati nell’articolo 3 del testo unico in materia di debito pubblico (decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 2003, n. 398) e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.

Come chiarito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in risposta alla richiesta di parere espressamente formulata dall’INPS, l’entrata in vigore della disposizione che consente di escludere dall’ISEE i titoli di Stato (BOT, BTP, CTS, ecc.) e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato (i prodotti di raccolta del risparmio postale), non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’ISEE (DPCM n. 159 del 2013); ciò, nello specifico, in applicazione di quanto previsto dal comma 184 dell’articolo 1 suddetto.

Nelle more delle modifiche al citato regolamento, resta pertanto immutata la disciplina ISEE relativa al patrimonio mobiliare, con la conseguenza che nelle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) presentate a partire da gennaio 2024 permane l’obbligo di indicare tutti i rapporti finanziari declinati all’articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159 e posseduti al 31 dicembre 2022 dai soggetti appartenenti al nucleo familiare.

 

Il Direttore Generale
Vincenzo Caridi

San Mauro

 

San Mauro


Nome: San Mauro
Titolo: Abate
Nascita: 512, Roma
Morte: 15 gennaio 584, Angers, Francia
Ricorrenza: 15 gennaio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
La splendida figura di San Benedetto forma, nella storia del monachesimo occidentale, una specie di mistico sistema planetario, di cui il Patriarca è il sole; sua sorella Scolastica è la luna, e le prime due stelle sono San Mauro e San Placido. La leggenda ci presenta i due primi discepoli di San Benedetto, giovanissimi, nel momento in cui sono condotti al Patriarca dai loro stessi genitori.

Mauro apparteneva ad una famiglia senatoriale romana. Il nome del padre, Equizio, e quello della madre, Giulia, dicono chiaramente la loro nobiltà. A soli dodici anni, Mauro, nato a Roma nel 512, fu presentato a San Benedetto. Si legge infatti nei Dialoghi di San Gregorio Magno: « Perseverando lo santissimo Benedetto nella solitudine e crescendo in fama e in virtù… cominciarono eziandio li nobili e onesti uomini di Roma a venire a lui e offrirgli li propri figlioli, acciò che li nutricasse nel servigio di Dio… Et allora, fra gli altri, gli furono offerti due giovani di buon aspetto », cioè Mauro e Placido. San Benedetto accolse con gioia tanto Mauro quanto Placido, che furono, come si suol dire, le pupille dei suoi occhi.

Docile come cera vergine, austero già nella sua fanciullezza e praticante la più assoluta astinenza, Mauro fu presto portato da San Benedetto come esempio agli altri monaci più indocili e anche ribelli al morso del grande riformatore. Specialmente la perfetta obbedienza era di consolazione al Patriarca e doveva essere d’esempio agli altri religiosi. Per questo, nei Dialoghi, San Gregorio narra un episodio, del quale sono protagonisti proprio i due allievi prediletti di San Benedetto. Un giorno, infatti, Placido, che era andato ad attinger acqua, cadde in un lago. San Benedetto chiamò San Mauro e gli disse di correre al salvamento del confratello, che l’onda allontanava dalla riva. San Mauro corse fino alla riva, e oltre ancora, sull’acqua. Raggiunse il compagno e lo trasse di pericolo. Solo quando furono a terra, « voltandosi a drieto dice San Gregorio conobbe che era andato sopra l’acqua ».

San Mauro

Lo qual miracolo, conclude San Gregorio, Santo Benedetto imputò non ai suoi meriti, ma all’ubbidienza di Mauro; e d’altra parte Mauro dicea che per solo comandamento e merito di Santo Benedetto era fatto, e non per suo ».

Soltanto una volta il giovane Mauro diede un dispiacere al suo maestro. San Benedetto era perseguitato da un pessimo prete di nome Fiorenzo, che lo vessava in mille maniere. L’indegno ministro di Dio morì, e Mauro, non sapendo fingere, corse a darne notizia a San Benedetto, con evidente sollievo e soddisfazione. Il Santo Io rimproverò di quella notizia con un’aspra penitenza, che Mauro accettò, riconoscendo d’aver peccato.

Mauro seguì San Benedetto a Montecassino, dove divenne priore e amministratore del monastero che doveva avere una storia tanto gloriosa. Egli veniva ormai considerato il successore di San Benedetto. In assenza del Patriarca, tutti si rivolgevano a lui, anche per ottenere guarigioni.

Un giorno venne condotto a Montecassino un bambino muto. Si voleva che lo benedicesse San Benedetto, ma l’Abate non c’era. Ed ecco Mauro che, per quanto Priore, torna dal lavoro dei campi, con la zappa sulle spalle. Presentano a lui il mutolino. Egli da prima si schermisce. Poi, cedendo alle preghiere, lo benedice e lo guarisce.

Tutti pensavano ch’egli avrebbe preso il posto di San Benedetto, a Montecassino quando dalla Francia fu richiesta una fondazione benedettina. San Benedetto affidò a Mauro quel delicato e impegnativo incarico. Lo munì della Regola, e lo inviò, con la sua benedizione, nel lontano paese. E il suo prediletto fondò il primo monastero benedettino in terra francese, sulla riva della Loira, a Glanfeuil. Verso i 70 anni, rinunziò al pastorale d’Abate per prepararsi santamente alla morte, che lo colse improvvisa, ma non di sorpresa, il 15 gennaio del 584.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio d’Angers il beato Màuro Abate, discepolo di san Benedétto. Alla scuola di questi fu istruito dalla sua infanzia e dei suoi progressi notevoli ne fan fede i prodigi ch’egli compì sotto un tale maestro, soprattutto col camminare a piedi sopra le acque, cosa ammirabile e dopo Piétro quasi mai più avvenuta. Mandato poi dallo stesso Benedétto in Frància, quivi, avendo costruito un celebre monastero, che governò per quarant’anni, celebre per gloria di miracoli, si riposò in pace.