Archivi giornalieri: 20 febbraio 2019

Circolari del Lavoro

Min.Lavoro: cir. 11/2016 – ripartizione territoriale dei flussi di ingresso 2016

ministero lavoro

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la circolare n. 11 del 22 febbraio 2016,  con la quale fornisce l’attribuzione territoriale delle quote dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro nel territorio dello Stato per l’anno 2016,previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 dicembre 2015.

 

LE QUOTE

In base al nuovo decreto – così come chiarito nella circolare congiunta dei Ministeri dell’Interno e del Lavoro del 29 gennaio -sono ammessi in Italia 17.850 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo. La quota complessiva è così ripartita:

  • 1.000 lavoratori stranieri che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine ai sensi dell’art. 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286;
  • 100 lavoratori straneri cittadini di Paesi che hanno partecipato all’esposizione Universale di Milano del 2015;
  • 2.400 lavoratori autonomi appartenenti alle seguenti categorie: imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana che preveda l’impiego di risorse proprie non inferiori a 500.000 euro e provenienti da fonti lecite, nonché la creazione almeno di tre nuovi posti di lavoro; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate oppure non regolamentate ma rappresentative a livello nazionale e comprese negli elenchi curati dalla Pubblica amministrazione; figure societarie, di società non cooperative, espressamente previste dalla normativa vigente in materia di visti d’ingresso; artisti di chiara fama internazionale, o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati; cittadini stranieri per la costituzione di imprese “start-up innovative” ai sensi della legge 17 dicembre 2012 n. 221, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e a favore dei quali sia riconducibile un rapporto di lavoro di natura autonoma con l’impresa;
  • 100 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado di linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile.

Le restanti 14.250 quote vengono riservate a coloro che devono convertire in lavoro subordinato il permesso di soggiorno già posseduto ad altro titolo. In particolare in tale ambito le quote sono così ripartite:

4.600 quote  riservate a chi ha un permesso di soggiorno per lavoro stagionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale
6.500 quote  riservate a chi ha un permesso di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale
1.500 quote  riservate a chi ha un permesso di soggiorno per studio,  tirocinio e/o formazione professionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro autonomo
1.300 quote  riservate a chi ha un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato non dall’Italia ma da altro Stato membro dell’Unione europea da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale
350 quote  riservate a chi ha un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da altro Stato membro dell’Unione europea da convertire in permesso di soggiorno per lavoro autonomo

 

Al fine di far coincidere i reali fabbisogni territoriali con le richieste presentate le quote per lavoro subordinato previste dal decreto verranno ripartite dalle Direzioni Territoriali del Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulla base delle effettive domande pervenute agli Sportelli Unici per l’immigrazione


MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E MODULISTICA

Come di consueto le domande potranno essere presentate esclusivamente con modalità telematiche collegandosi al sito https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/Ministero/index2.jsp

A partire dalle ore 9,00 del 3 febbraio 2016 è disponibile l’applicativo per la compilazione dei moduli di domanda, che sarà possibile inviare a partire dal 9 febbraio 2016. Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2016.

Per la compilazione dei moduli di domanda è necessario preventivamente registrarsi sul sito https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/Ministero/index2.jsp, secondo le modalità indicate nel manuale utente pubblicato sull’home page dell’applicativo.

Durante la fase di compilazione e di inoltro delle domande, è previsto un servizio di assistenza agli utenti attraverso un help desk raggiungibile tramite un modulo di richiesta disponibile per tutti gli utenti registrati sull’home page dell’applicativo (https://nullaostalavoro.interno.it).

Le associazioni e i patronati accreditati possono fornire assistenza per la compilazione e l’invio delle istanze: per loro resta disponibile il numero verde già in uso.

Tutti gli invii, compresi quelli generati con l’assistenza delle associazioni o dei patronati, verranno gestiti dal programma in maniera singola, domanda per domanda. L’eventuale spedizione di più domande mediante un unico invio verrà gestita come una serie di singole spedizioni, in base all’ordine di compilazione, e verranno generate singole ricevute per ogni domanda.

All’indirizzo http://domanda.nullaostalavoro.interno.it sarà possibile visualizzare lo stato della trattazione della pratica presso lo Sportello Unico Immigrazione.

Le domande saranno trattate sulla base del rispettivo ordine cronologico di presentazione.

 

I modelli da utilizzare per l’invio delle domande sono i seguenti:

Modelli A e B per i lavoratori di origine Italiana residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile,

Modello VA conversioni dei permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale in permesso di lavoro subordinato,

Modello VB conversioni dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in lavoro subordinato,

Modello Z conversione dei permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale in lavoro autonomo,

Modello LS conversioni dei permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro Stato membro dell’UE in permesso di lavoro subordinato,

Modello LS2 conversioni dei permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro Stato membro dell’UE in lavoro autonomo,

Modello LS1 richiesta di Nulla Osta al lavoro domestico per stranieri in possesso di un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;

Modello BPS richiesta nominativa di nulla osta riservata all’assunzione di lavoratori inseriti nei progetti speciali


CHIARIMENTI SU CONVERSIONI E START UP INNOVATIVE

Nella circolare si ricorda che, nel caso di conversione in lavoro subordinato, il lavoratore dovrà presentare, al momento della convocazione presso lo Sportello Unico, la proposta di contratto di soggiorno  sottoscritta  dal datore di lavoro – valida come impegno all’assunzione da parte dello stesso datore di lavoro – utilizzando il modello Q, ricevuto insieme alla lettera di convocazione.

Successivamente, il datore di lavoro sarà tenuto ad effettuare la comunicazione obbligatoria di assunzione secondo le norme vigenti e a darne copia al lavoratore, che dovrà inserirla nel plico per la richiesta di conversione del permesso di soggiorno in lavoro subordinato.   Per i casi di conversione di un permesso di soggiorno da stagionale a lavoro subordinato (Modello VB), come già disposto dalla circolare congiunta del Ministero dell’Interno e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 05.11.2013, si ricorda che è possibile convertire il permesso di soggiorno per lavoro stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, anche in occasione del primo ingresso del lavoratore stagionale senza che sia necessario il preventivo rientro dello stesso nel proprio Paese di origine. A tal fine le Direzioni Territoriali del Lavoro verificheranno la presenza dei requisiti per la costituzione di un nuovo rapporto di lavoro e l’avvenuta assunzione in occasione del primo ingresso per lavoro stagionale (tramite il riscontro della comunicazione obbligatoria di assunzione), nonché la durata dello stesso rapporto stagionale che per il settore turistico – alberghiero non potrà essere stato inferiore ai tre mesi e per il settore agricolo dovrà essere stato pari ad almeno 13 giorni mensili nei tre mesi lavorativi (per un totale di 39 giornate)

La circolare congiunta contiene, inoltre, alcuni chiarimenti in merito all’ingresso per lavoro autonomo per le start up innovative (http://www.integrazionemigranti.gov.it/Attualita/News/Pagine/Italia-start-up-visa.aspx) ) e ad essa sono allegate le linee guida ministeriali e la modulistica necessaria.

Viene, inoltre, chiarito che lo straniero che intende chiedere la conversione del permesso di soggiorno ai fini della costituzione di una startup innovativa dovrà richiedere al Comitato tecnico Italia startup visa il nulla osta secondo le modalità indicate nelle linee guida ed esibire allo Sportello Unico per l’immigrazione la certificazione di nulla osta rilasciata dal predetto Comitato.

LAVORATORI STAGIONALI
LE QUOTE

In base all’articolo 4 del nuovo decreto – così come chiarito nella circolare congiunta dei Ministeri dell’Interno e del Lavoro del 29 gennaio 2016 -sono ammessi in Italia 13.000 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato stagionale.

La quota complessiva riguarda i lavoratori subordinati stagionali non comunitari di Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Ex Repubblica  Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Ucraina, Tunisia. Con una successiva circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tali quote verranno ripartite tra le Direzioni territoriali del Lavoro sulla base del fabbisogno scaturito dalle consultazioni effettuate a livello locale con Regioni, parti sociali e organizzazioni sindacali.

Nell’ambito della quota di 13.000 unità, 1.500 ingressi sono riservati alle richieste di nulla osta stagionale pluriennale, ovvero relative a quei lavoratori che abbiano già fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale per almeno due anni consecutivi e per i quali il datore di lavoro può presentare richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.


MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E ISTRUTTORIA

Come di consueto le domande potranno essere presentate esclusivamente con modalità telematiche. A partire dalle ore 9.00 del 10 febbraio 2016  sarà disponibile l’applicativo per la compilazione dei moduli di domanda (mod. C –stag)  all’indirizzo https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/Ministero/index2.jsp.

Sarà possibile inviare la domanda a partire dalle ore 9,00 del 17 febbraio 2016. Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2016.

Le procedure riguardanti la registrazione dell’utente, l’invio delle domande e la verifica dello stato di avanzamento della pratica sono identiche a quelle previste per i lavoratori non stagionali e sono rinvenibili sul sito internet del Ministero dell’Interno (www.interno.gov.it).

Le domande saranno trattate sulla base del rispettivo ordine cronologico di presentazione.

Anche in questa occasione, le associazioni di categoria firmatarie dei protocolli stipulati con i Ministeri dell’Interno e del Lavoro, potranno inviare le istanze per conto dei datori di lavoro che aderiscono alle rispettive associazioni. La circolare contiene una serie di chiarimenti sulla relativa procedura.

All’indirizzo http://domanda.nullaostalavoro.interno.it sarà possibile visualizzare lo stato della trattazione della pratica presso lo Sportello Unico Immigrazione.


CHIARIMENTI

Riguardo l’istruttoria relativa alle domande di lavoro stagionale nonché alle richieste di lavoro stagionale pluriennale, la circolare rinvia alle istruzioni già diramate con le circolari congiunte nr. 1602 del 25 febbraio 2011, nr.1960 del 20 marzo 2012  e nr. 1845 del 19 marzo 2013.

La circolare richiama l’attenzione sulla procedura del silenzio assenso per le richieste di nulla osta al lavoro stagionale e stagionale pluriennale a favore degli stranieri già autorizzati l’anno precedente a prestare lavoro stagionale presso lo stesso datore di lavoro.

Si ricorda, infatti,  che in base a quanto stabilito dall’articolo 17 della legge n. 35/2012, si applica una procedura più veloce per l’assunzione dei lavoratori stagionali che sono già stati in Italia l’anno precedente e sono tornati in patria alla scadenza del permesso. È stato, infatti, introdotto, già a partire da alcuni anni, un meccanismo di silenzio-assenso in base al quale, nel caso in cui il datore di lavoro sia lo stesso dell’anno precedente, qualora lo Sportello Unico per l’immigrazione, decorsi i venti giorni previsti dalla legge, non comunichi al datore di lavoro il proprio diniego, la richiesta di nulla osta al lavoro si intende accolta.

Al fine di avvalersi di tale semplificazione è però necessario, come chiarito nella circolare congiunta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero dell’Interno del 20 marzo 2012, che il datore di lavoro specifichi, nell’apposito campo inserito nel modello C-stag, i dati, relativi all’anno precedente, della comunicazione obbligatoria riferita all’assunzione del lavoratore e quelli del permesso di soggiorno o dell’assicurata posseduti da quest’ultimo .

Si ricorda, infine come la sottoscrizione del contratto di soggiorno presso lo Sportello unico servirà anche ad assolvere agli obblighi della comunicazione obbligatoria di assunzione.

 

Fonte: sito integrazionemigranti.gov.it

 

Confini di Pierluigi Mele

Adriano Ossiccini e la Politica: una storia di libertà. Intervista a Carlo Felice Casula

 
 
 

Si sono svolti ieri, a Roma, nella Basilica di Santa Sabina, all’Aventino, i funerali di Adriano
Ossicini. Adriano Ossicini è stato a lungo parlamentare della Repubblica. Partigiano cattolico,
fu tra i fondatori del movimento dei “Cattolici comunisti”, docente universitario di Psicologia alla
Università “La Sapienza” di Roma. Con Franco Rodano fu tra i grandi ispiratori del dialogo tra
cattolici e comunisti. Una stagione intensa e drammatica. Per ricordare la figura di questo
protagonista della nostra storia politica, abbiamo intervistato il professor Carlo Felice Casula,
Ordinario di Storia Contemporanea alla Terza Università di Roma. Casula, inoltre, è stato il
curatore degli scritti politici di Adriano Ossicini.

Professore, la scomparsa di Adriano Ossicini, uno dei più autorevoli testimoni della Sinistra Cristiana, ci offre l’occasione per ricordare una grande storia di impegno politico. Partirei dal partito della “sinistra cristiana”. Come nasce?
Il Partito della Sinistra Cristiana nasce nel 1944, all’indomani della liberazione di Roma

dall’occupazione tedesca. Si trattò in realtà sostanzialmente del cambio del nome del Movimento dei Cattolici Comunisti, del quale Ossicini era stato uno dei fondatori assieme a Franco Rodano. Mutamento di nome finalizzato soprattutto per non incorrere in esplicite condanne della gerarchia. Ossicini ne fu un sostenitore convinto anche in vista di una maggiore presa nel mondo cattolico, come in parte avvenne con l’ingresso di esponenti del Partito cristiano sociale, come Gabriele De Rosa o di altre personalità cattoliche come Giuseppe Mira.

Ossicini svolse un ruolo importante nella resistenza romana al fascismo. Quale è stato il suo ruolo di resistente? 
Durante i lunghi mesi dell’occupazione tedesca della Capitale, Ossicini è il responsabile
dell’organizzazione militare del Movimento dei Cattolici Comunisti, seconda solo, per numero
di partigiani combattenti, a quella del Partito Comunista. Ossicini partecipa ai combattimenti
per fermare i Tedeschi,l’8 settembre, a Porta San Paolo, che vedono la presenza congiunta di
militari e civili e danno inizio alla Resistenza stessa. Vicino ai Cattolici Comunisti è Raffaele
Persichetti, uno dei caduti di Porta san Paolo e amico e collaboratore di Ossicini è anche
Romualdo Chiesa, arrestato, torturato e trucidato alle Fosse Ardeatine.

Perché Ossicini non aderisce, come altri giovani cattolici impegnati nella resistenza alla DC? Eppure nella Dc c’era una forte componente di sinistra?
La Democrazia Cristiana pur facendo parte del CLN di Roma e pur essendo su posizioni
rigorosamente antifasciste e anche solidali con il movimento partigiano, ha una presenza nella
resistenza molto ridotta. Per Ossicini, il cui padre, Cesare, era stato un dirigente del Partito
Popolare, perseguitato dal Regime, l’impegno antifascista, fin dal 1938, anche all’interno della
Fuci e poi la partecipazione attiva alla lotta armata contro l’occupazione tedesca, era stato il
vero punto di discrimine della sua identità politica.

Nel 1946 alcuni aderenti alla Sinistra Cristiana fanno il grande salto verso il PCI.
Pensiamo a Franco Rodano. Ossicini non aderì al PCI. Perché?
Nel dicembre del 1945 il Partito della Sinistra Cristiana, con un congresso straordinario, si

sciolse, dando questa indicazione, come titolo, Voce Operaia, il diffuso e autorevole
settimanale del partito: “sui fronti di lotta della classe operaia continuiamo la nostra azione di
cattolici e di democratici”. Concretamente questo voleva dire lavorare nelle organizzazioni di
massa come l’UDI, il Fronte della Gioventù, la CGIL, allora unitaria e anche aderire al Partito
Comunista che, con il suo quinto congresso del gennaio 1946, si configurava come partito
nuovo, al quale si aderiva con la condivisione del suo programma politico e non dell’ideologia
marxista. Ossicini, contrario allo scioglimento, pur non aderendo al Partito Comunista
collabora attivamente con esso, a partire dal suo iniziale impegno istituzionale nella Provincia
di Roma. Nel 1948, sia pure senza farsi grandi illusioni, è vicino al Movimento detto Cristiani
per la pace, animato da Guido Miglioli, il “bolscevico” bianco, mitico dirigente delle leghe
bianche del primo dopoguerra, che con Ada Alessandrini, entra a far parte del Fronte
democratico popolare. Ossicini, a differenza di Franco Rodano, era convinto della necessità
della copresenza di più partiti di ispirazione cristiana e condivideva con esponenti della stessa
Curia, come l’allora mons. Domenico Tardini, la preoccupazione dei rischi e dei costi, sul
terreno religioso, dell’appiattimento della chiesa e della fede con un partito.

Eppure questo “sovversivo”, così era stato schedato dalla polizia fascista, dopo la scomunica del 49 continua a mantenere il suo legame con la Chiesa. Importante il suo legame con don Giuseppe De Luca….
Ossicini mi ha confidato che quando ebbe l’interdetto personale, si recò in Vaticano, interloquì
con Ottaviani chiedendo le ragioni del provvedimento. Le ragioni non furono spiegate, ma
l’interdetto gli fu immediatamente tolto. Per il vero il termine scomunica è improprio. Monsignor
Domenico Tardini, come ha ricordato Federico Alessandrini, al riguardo fece una battuta
fulminante: “Bella trovata questa di Ottaviani. Se la scomunica attacca. Avremo in Italia milioni
di scomunicati. Se non attacca, mi dici tu a che serve?”. Don Giuseppe De Luca, personalità
ecclesiastica di vastissima cultura e di grande fascino intellettuale, amico e collaboratore di
lunga data sia di Tardini, che di Montini, era molto legato anche a Rodano e per il tramite di
questi anche a Palmiro Togliatti. Ossicini in un bel libro pubblicato dalle prestigiose Edizioni di
Storia e letteratura, fondate proprio da De Luca, ha ricostruito il suo lungo e intenso rapporto
con lui: Il colloquio con don Giuseppe De Luca. Dalla Resistenza al Concilio Vaticano II.

Arriviamo agli  anni del Concilio e del post-Concilio. In questo periodo si svilupperà, fortemente, il dialogo tra comunisti e cattolici fonda l’agenzia di stampa ADISTA che divenne uno strumento di informazione ecclesiale e politico per sviluppare questo dialogo. Non bisogna dimenticare il suo impegno di parlamentare della Sinistra Indipendente…
E’ propriamente negli anni della ricezione e dell’applicazione delle novità del Concilio che
Ossicini riprende l’impegno politico attivo e pubblico, dopo un periodo non breve, durante il
quale, anche se la sua passione per la politica non si era mai spenta, si era dedicato
prioritariamente alla sua professione di medico-psicologo e di studioso e docente universitario.
Nel 1967, siamo ormai alla vigilia dell’entusiasmante stagione dei movimenti, dei giovani, degli
operai, delle donne, ma anche dei cattolici postconciliari, Ossicini raccoglie l’invito di Ferruccio
Parri a dare vita a una nuova e originale iniziativa che in collaborazione con il PCI, anche in
riconosciuta autonomia, interpretasse queste spinte. E’ la Sinistra indipendente che vede il
coinvolgimento sia alla Camera che al Senato di tante prestigiose figure, laiche e cattoliche,
del mondo della cultura, delle professioni e della ricerca. Adriano Ossicini, senatore per molte legislature, vicepresidente del Senato, persino ministro per un breve periodo, è da subito uno
degli esponenti più noti e autorevoli. Per decenni è stato, fuori e dentro il Palazzo, uno dei
punti di riferimento per generazioni di giovani cristiani di sinistra prima e dopo il Concilio.

Che rapporto c’era tra Ossicini e Moro? E in questo rapporto il suo  giudizio sulla DC era cambiato? 
Ossicini, come d’altronde anche Franco Rodano, avevano per Moro grande stima e
attenzione, così come per la Base nel suo complesso, vista come la corrente della DC che con più rigore difendeva la laicità della politica. Certo che il giudizio sulla DC cambia nell’intensa, ma, purtroppo,breve stagione del berlingueriano-rodaniano compromesso storico e della Terza fase morotea, che sembrano riproporre i valori e i sogni della Resistenza e dei governi di unità nazionale. Per vanità personale ricordo che il mio libro “Cattolici Comunisti e Sinistra Cristiana (1938-1945)”, pubblicato nel 1976 da Il Mulino, per diverse settimane fu in cima alla classifica dei libri di saggistica più venduti. Ossicini visse come un vero e proprio dramma personale la prigionia di Moro, la sua barbara uccisione da parte dei sicari delle Brigate Rosse, ma anche l’incapacità della politica tutta a ottenere la sua salvezza.

Alla fine della “Prima Repubblica” , o per meglio dire alla vigilia della “seconda
repubblica”, Ossicini  diventa Ministro della famiglia e solidarietà sociale con Dini.
Successivamente si impegna nell’Ulivo e poi nel PD. Per finire Professore, in sintesi, cosa ha significato la politica per Ossicini?
Credo che Ossicini sia un politico, nel senso pieno del termine e nell’accezione montiniana
della politica come la forma più elevata della carità, dell’Italia repubblicana. Ossicini non
amava, e io con lui, la categoria della Prima Repubblica. Indubbiamente nonostante la sua
breve esperienza di ministro con il Governo Dini, dopo la morte di Moro e, successivamente,
la fine del Partito Comunista, nonostante le nuove speranze suscitate dall’Ulivo di Romano
Prodi, credo non abbia più vissuto gli entusiasmi dei molti decenni precedenti. Quando alcuni
anni orsono curai un’ampia antologia di suoi scritti per le Edizioni Studium, scegliemmo
insieme questo titolo: Il cristiano e la politica. Documenti e tesi di una lunga stagione (1937-
1985). Nella sua lunga vita ben vissuta e ben spesa, ha, tuttavia, sempre conservato
speranza e ottimismo. Per un cristiano anche di fronte al più forte pessimismo della ragione,
rimane pur sempre oltre all’ottimismo della volontà, anche quello della Provvidenza.