Archivi giornalieri: 13 ottobre 2017

News

Cane operato? La padrona riceve due g

Lavoro e Diritti

Oggi alle 17:50

Lavoro e Fisco

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Ultimissime Lavoro – Fiscale 12/10/2017

Giurisprudenza

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE

Sentenza

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE TORINO – Sentenza 27 settembre 2017, n. 1325

Fiscale

Tributi – Accertamento nei confronti di società estinta – Avviso di accertamento notificato ai soci – Validità

CONSIGLIO DI STATO

Ordinanza

CONSIGLIO DI STATO – Ordinanza 13 luglio 2017

Lavoro, Fiscale

Professioni – Esercizio della professione di trasportatore su strada di cose per conto di terzi – Requisiti per l’iscrizione all’albo – Onorabilità – Previsione che non sussiste, o cessa di sussistere, il requisito dell’onorabilità in capo alla persona che abbia subito, in qualità di datore di lavoro, condanna penale definitiva per fatti che costituiscono violazione degli obblighi in materia previdenziale ed assistenziale. – Decreto legislativo 22 dicembre 2000, n. 395 (Attuazione della direttiva 98/76/CE del 1° ottobre 1998 del Consiglio dell’Unione europea, modificativa della direttiva 96/26/CE del 29 aprile 1996 riguardante l’accesso alla professione di trasportatore su strada di merci e di viaggiatori, nonché il riconoscimento reciproco di diplomi, certificati e altri titoli allo scopo di favorire l’esercizio della libertà di stabilimento di detti trasportatori nel settore dei trasporti nazionali ed internazionali), artt. 4 e 5, commi 2, lett. g), e 8.

CORTE DI CASSAZIONE

Ordinanza

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 10 ottobre 2017, n. 23728

Fiscale

Fallimento – Società in liquidazione – Ricorso – Notifica – Residenza liquidatore – Registro imprese

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 10 ottobre 2017, n. 23758

Fiscale

Tributi – Compensi erogati in favore dei soci per prestazioni di consulenza – Deducibilità – Criteri. – Ricorso in cassazione – Censure di merito – Inammissibilità

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23858

Lavoro

Automezzo aziendale – Risarcimento del danno al veicolo- Trattenuta sullo stipendio – Comportamento connotato da colpa grave – Non sussiste – Difetto di specificità del ricorso – Inammissibilità

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23887

Fiscale

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Ricorso notificato a mezzo posta privata – Inammissibilità – Liberalizzazione dei servizi postali – Servizi inerenti la notificazione di atti giudiziari – Riserva di esclusiva al fornitore del servizio universale, Poste Italiane S.p.A.

Sentenza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 04 ottobre 2017, n. 23178

Lavoro

Sanzione disciplinare – Sospensione dal lavoro e dalla retribuzione – Prestazioni accessorie rispetto alla principale, in tempi che eccedono l’orario di lavoro – Assenza dal servizio per permessi sindacali – Esigibilità della prestazione da parte del datore di lavoro – Violazione dell’obbligo di diligenza – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 ottobre 2017, n. 23693

Lavoro

Posizione assicurativa – Rivalutazione contributiva – Esposizione qualificata all’amianto – Domanda amministrativa mancante – Condizione di ammissibilità della domanda giudiziaria

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23784

Fiscale

Tributi – Accertamento – Imposte accertate – Riscossione – Sanzioni

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23792

Fiscale

Tributi – Dividendi distribuiti da società figlia italiana alla società madre francese – Esenzione per effetto della direttiva n. 90/435/CEE (cd. Direttiva “madre-figlia”) – Convenzione Italia-Francia contro le doppie imposizioni – Credito d’imposta sui dividendi distribuiti – Esclusione – Benefici fra loro alternativi

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23847

Lavoro

Licenziamento per giustificato motivo oggettivo – Principio di immodificabilità della motivazione del licenziamento – Irrilevanza del numero dei licenziamenti effettivamente posti in luogo di quelli programmati – Violazione delle condizioni perché ricorresse un licenziamento collettivo in luogo di un recesso individuale

TRIBUNALE

Ordinanza

TRIBUNALE DI BERGAMO – Ordinanza 10 ottobre 2017, n. 5425

Lavoro

Assegno di natalità ex art. 74 D.Lgs. n. 151/2001 – Requisito del possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo – Condotta discriminatoria – Cittadini di Paesi terzi ammessi in uno Stato membro a fini lavorativi – Parità di trattamento con i cittadini dello Stato membro – Trattamenti di maternità e paternità assimilati

Legislazione

AGENZIA DELLE ENTRATE

Provvedimento

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 11 ottobre 2017, n. 17708

Fiscale

Accertato il cambio valute del mese di settembre 2017

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 11 ottobre 2017, n. 216894

Fiscale

Disciplina delle modalità di rimborso delle imposte già versate a titolo di imposta di successione, di imposte e tasse ipotecarie e catastali, di imposta di registro o di bollo, riferite alle successioni di persone fisiche, aperte in data anteriore al 13 agosto 2017, relative ad immobili demoliti o dichiarati inagibili a seguito degli eventi sismici verificatisi nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria a far data dal 24 agosto 2016

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO GIUSTIZIA – Decreto ministeriale 10 ottobre 2017

Lavoro, Fiscale

Differimento dell’entrata in vigore del decreto 22 settembre 2016 recante condizioni essenziali e massimali minimi delle polizze assicurative a copertura della responsabilità civile e degli infortuni derivanti dall’esercizio della professione di avvocato

Prassi

AGENZIA DELLE DOGANE

Nota

AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 09 ottobre 2017, n. 110586/RU

Fiscale

Elenchi riepilogativi INTRASTAT – Modifiche operanti dal 1°gennaio 2018.

ANPAL

Comunicato

ANPAL – Comunicato 11 ottobre 2017

Lavoro

Assegno di ricollocazione: Anpal e Regioni a confronto

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Comunicato

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 10 ottobre 2017

Lavoro

Pensioni: cumulo gratuito, dal Ministero del Lavoro nulla osta alla circolare INPS

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 11 ottobre 2017

Lavoro, Fiscale

Approvazione della delibera n. 12/2016 adottata dal Comitato amministratore dell’Ente nazionale di previdenza, per gli addetti e gli impiegati in agricoltura – Gestione separata periti agrari, in data 23 novembre 2016

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Circolare

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI – Circolare 09 ottobre 2017, n. 21066

Lavoro, Fiscale

Qualificazioni CQC scadute da oltre due anni.

Lavoro e Diritti

Ott 12 alle 5:48 PM

Lavoro Fiscale

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Ultimissime Lavoro – Fiscale 13/10/2017

Giurisprudenza

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE

Sentenza

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE ABRUZZO – Sentenza 09 ottobre 2017, n. 840

Fiscale

Prestazioni professionali – Dichiarazione dei redditi – Compensi fatturati – Riscossione – Ritenute di acconto – Mancato versamento

CORTE DI CASSAZIONE

Ordinanza

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 04 ottobre 2017, n. 23211

Lavoro

Comparto scuola – Successione di contratti a termine – Progressione stipendiale dei dipendenti di ruolo – Anzianità di servizio complessivamente maturata

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23812

Fiscale

Accertamento – Accantonamento a fondo rischi – Plusvalenza – Tassazione

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23817

Fiscale

Tributi – Iva -Detraibilità – Inerenza dei costi all’attività imprenditoriale – Art. 30, commi 2 e 3, D.P.R. n. 633 del 1972

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23819

Fiscale

Tributi – Accertamento – Reddito d’impresa – Studi di settore – Modello Unico – Scostamento valori dichiarati

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23821

Fiscale

Regolare presentazione del C.U.D.- Omessa indicazione dei cespiti emersi dal successivo accertamento – Sanzione per omessa presentazione della dichiarazione

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23925

Fiscale

Tributi locali – ICI – Accertamento – Omesso versamento – Immobili – Locazione

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23926

Fiscale

Tributi locali – ICI – Accertamento – Immobili – Locazione

Sentenza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23785

Fiscale

Tributi – Accertamento – Dichiarazioni reddituali – ISVAP – Gestione sinistri

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23801

Fiscale

Tributi – ICI – Area d’insistenza di un fabbricato di categoria F/2 (c.d. unità collabenti) – Non tassabile

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23802

Fiscale

Tributi – Agevolazioni – Credito d’imposta ex art. 8 Legge n. 388 del 2000 – Costruzione di un capannone industriale edificato su terreno di proprietà di terzi

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2017, n. 23845

Lavoro

Natura subordinata del rapporto di lavoro – Indicatori sussidiari – Minima organizzazione imprenditoriale, incidenza del rischio economico, osservanza di un orario, forma di retribuzione, continuità della prestazione – Mansioni inerenti alla prestazione elementari, ripetitive, e predeterminate nelle modalità di esecuzione – Mansioni intellettuali di notevole elevatezza e/o creatività – Regola iuris – Assoggettamento del prestatore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare – Non significativo per la qualificazione della natura del rapporto – Ricorso criteri sussidiari

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 ottobre 2017, n. 24014

Lavoro

Licenziamento disciplinare – Valore esiguo dei beni come sottratti – Proporzionalità della sanzione espulsiva – Aspetti concreti afferenti alla natura e alla utilità del singolo rapporto – Grado di affidamento richiesto dalle specifiche mansioni del dipendente – Nocumento eventualmente arrecato – Circostanze – Motivi e intensità dell’elemento intenzionale o colposo

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 ottobre 2017, n. 24031

Lavoro

Indennità di maternità – Termine annuale di prescrizione – Maturazione di giorno in giorno – Complesso di diritti a ratei giornalieri – Sospensione – Formazione del silenzio rifiuto sulla richiesta all’istituto assicuratore e del silenzio rigetto sul ricorso amministrativo – Interruzione della prescrizione – Conoscenza legale, non necessariamente effettiva, dell’atto giudiziale o stragiudiziale posto in essere dal creditore – Notificazione dell’atto al convenuto

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 ottobre 2017, n. 24032

Lavoro

Riliquidazione della pensione – Indennità estero – Natura retributiva – Inclusione nelle fasce di retribuzione convenzionale – Natura retributiva, risarcitoria o mista dei trattamenti economici aggiuntivi riservata al giudice di merito

Legislazione

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 02 agosto 2017

Lavoro, Fiscale

Istituzione del regime di aiuti dei «Contratti di sviluppo Agro-industriali» e ulteriori modifiche al decreto 9 dicembre 2014

DECRETO PRESIDENTE REPUBBLICA

DECRETO PRESIDENTE REPUBBLICA 23 agosto 2017, n. 146

Lavoro, Fiscale

Regolamento concernente i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Decreto

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 04 agosto 2017

Lavoro, Fiscale

Disposizioni applicative del Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali

Prassi

AGENZIA DELLE ENTRATE

Circolare

AGENZIA DELLE ENTRATE – Circolare 12 ottobre 2017, n. 24/E

Fiscale

Regime fiscale delle locazioni brevi – Art. 4 DL 24 aprile 2017 n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017 n. 96.

Risoluzione

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 12 ottobre 2017, n. 123/E

Lavoro, Fiscale

Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” (c.d. F24 ELIDE), del contributo unificato per i ricorsi proposti dinanzi al giudice amministrativo di cui all’articolo 192, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, ai sensi del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 27 giugno 2017

CIPE/CIPI

Delibera

CIPE – Delibera 10 luglio 2017, n. 47

Lavoro, Fiscale

Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 – voucher per la digitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese (articolo 6 del decreto-legge n. 145/2013, convertito dalla legge n. 9/2014)

INAIL

Circolare

INAIL – Circolare 12 ottobre 2017, n. 42

Lavoro

Comunicazione di infortunio a fini statistici e informativi ai sensi dell’art. 18 commi 1, lettera r), e 1-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni e decreti applicativi. Prime istruzioni operative.

INAIL – Circolare 12 ottobre 2017, n. 43

Lavoro

“Registro di esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni” e “Registro di esposizione ad agenti biologici”. Modalità telematiche di trasmissione e aggiornamento.

INPS

Circolare

INPS – Circolare 12 ottobre 2017, n. 138

Lavoro

Articolo 10, Legge 29 ottobre 2016, n. 199 – Legge di contrasto al caporalato in agricoltura – Riallineamento retributivo nel settore agricolo.

INPS – Circolare 12 ottobre 2017, n. 139

Lavoro, Fiscale

Articolo 8, comma 10, della legge n. 81 del 22 maggio 2017- prestazioni previdenziali di malattia e di degenza ospedaliera ai lavoratori della Gestione separata.

INPS – Circolare 12 ottobre 2017, n. 140

Lavoro

Cumulo dei periodi assicurativi non coincidenti ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n. 228, come modificata dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232. Ulteriori istruzioni applicative con riferimento ai casi di cumulo dei periodi assicurativi non coincidenti anche presso gli Enti di previdenza obbligatori di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103

Messaggio

INPS – Messaggio 05 ottobre 2017, n. 3830

Lavoro, Fiscale

Criteri per la verifica delle domande di esenzione delle pensioni in applicazione delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali

INPS – Messaggio 05 ottobre 2017, n. 3832

Lavoro

Rilascio nuova funzionalità “CISOA-DMAG” del Fascicolo elettronico Aziende Agricole

INPS – Messaggio 11 ottobre 2017, n. 3919

Lavoro, Fiscale

Gestione artigiani e commercianti – Emissione avvisi di addebito relativi a comunicazioni di debito e ad avvisi bonari notificati nel 2016

INPS – Messaggio 11 ottobre 2017, n. 3921

Lavoro, Fiscale

Gestione Artigiani e Commercianti – Imposizione contributiva, emissione in corso anno d’imposta 2017

INPS – Messaggio 12 ottobre 2017, n. 3952

Lavoro

Domanda di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale e al beneficio per i lavoratori precoci di cui alla legge di bilancio per il 2017: lavoratori in stato di disoccupazione. Termine prestazione a sostegno del reddito successivo alla data di presentazione della domanda

INPS – Messaggio 12 ottobre 2017, n. 3953

Lavoro

Comunicato stampa cumulo periodi assicurativi

ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO

Lettera circolare

ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO – Lettera circolare 12 ottobre 2017, n. 3

Lavoro

Indicazioni operative sulle sanzioni da applicare in caso di omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori

Quirinale

I Simboli della Repubblica – L’Inno Nazionale

Fratelli d’Italia

Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria.

L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani – e non alla Marcia Reale – il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese.

Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli divenisse l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

ritratto di MameliIl poeta

Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827 (figlio di Adele – o Adelaide – Zoagli, discendente di una delle più insigni famiglie aristocratiche genovesi, e di Giorgio, cagliaritano, comandante di una squadra della flotta del Regno di Sardegna). Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l’anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. D’ora in poi, la vita del poeta-soldato sarà dedicata interamente alla causa italiana: nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta, per poi combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di capitano dei bersaglieri.

Dopo l’armistizio Salasco, torna a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre, raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica. Nonostante la febbre, è sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi: il 3 giugno è ferito alla gamba sinistra, che dovrà essere amputata per la sopraggiunta cancrena.

Muore d’infezione il 6 luglio, alle sette e mezza del mattino, a soli ventidue anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.

Ritratto di Michele NovaroIl musicista

Michele Novaro nacque il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studiò composizione e canto. Nel 1847 è a Torino, con un contratto di secondo tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano.

Convinto liberale, offrì alla causa dell’indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine.

Di indole modesta, non trasse alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l’Unità. Tornato a Genova, fra il 1864 e il 1865 fondò una Scuola Corale Popolare, alla quale avrebbe dedicato tutto il suo impegno.

Morì povero, il 21 ottobre 1885, e lo scorcio della sua vita fu segnato da difficoltà finanziarie e da problemi di salute. Per iniziativa dei suoi ex allievi, gli venne eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini.

Il testo e lo spartito dell'InnoCome nacque l’inno

La testimonianza più nota è quella resa, seppure molti anni più tardi, da Anton Giulio Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli.

Siamo a Torino: “Colà, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d’accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell’anno per ogni terra d’Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari – Del nuovo anno già l’alba primiera – al recentissimo del piemontese Bertoldi – Coll’azzurra coccarda sul petto – musicata dal Rossi.

In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l’egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: – To’ gli disse; te lo manda Goffredo. – Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos’è; gli fan ressa d’attorno. – Una cosa stupenda! – esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. – Io sentii – mi diceva il Maestro nell’aprile del ’75, avendogli io chiesto notizie dell’Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli – io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo.

Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all’inno, mettendo giù frasi melodiche, l’un sull’altra, ma lungi le mille miglia dall’idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po’ in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c’era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Là, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte.

Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d’un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l’originale dell’inno Fratelli d’Italia.” 

Il testo dell’Inno nazionale

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

Ritratto di ScipioneLa cultura di Mameli è classica e forte è il richiamo alla romanità. È di Scipione l’Africano, il vincitore di Zama, l’elmo che indossa l’Italia pronta alla guerra

rappresentazione della Vittoria La Vittoria si offre alla nuova Italia e a Roma, di cui la dea fu schiava per volere divino. La Patria chiama alle armi: la coorte, infatti, era la decima parte della legione romana

La bandiera italianaUna bandiera e una speranza (speme) comuni per l’Italia, nel 1848 ancora divisa in sette Stati

Giuseppe MazziniMazziniano e repubblicano, Mameli traduce qui il disegno politico del creatore della Giovine Italia e della Giovine Europa. “Per Dio” è un francesismo, che vale come “attraverso Dio”, “da Dio”

La battaglia di LegnanoIn questa strofa, Mameli ripercorre sette secoli di lotta contro il dominio straniero. Anzitutto,la battaglia di Legnano del 1176, in cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa. Poi, l’estrema difesa della Repubblica di Firenze,assediata dall’esercito imperiale di Carlo V nel 1530, di cui fu simbolo il capitano Francesco Ferrucci. Il 2 agosto, dieci giorni prima della capitolazione della città, egli sconfisse le truppe nemiche a Gavinana; ferito e catturato, viene finito da Fabrizio Maramaldo, un italiano al soldo straniero, al quale rivolge le parole d’infamia divenute celebri “Tu uccidi un uomo morto”

BalillaSebbene non accertata storicamente, la figura di Balilla rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città è finalmente libera dalle truppe austriache che l’avevano occupata e vessata per diversi mesi

I Vespri sicilaniOgni squilla significa “ogni campana”. E la sera del 30 marzo 1282, tutte le campane chiamarono il popolo di Palermo all’insurrezione contro i Francesi di Carlo d’Angiò, i Vespri Siciliani.

Stemma asburgicoL’Austria era in declino (le spade vendute sono le truppe mercenarie, deboli come giunchi) e Mameli lo sottolinea fortemente: questa strofa, infatti, fu in origine censurata dal governo piemontese. Insieme con la Russia (il cosacco), l’Austria aveva crudelmente smembrato la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno, che dilania il cuore della nera aquila d’Asburgo.

Quirinale

Papa Giovanni

 

Papa Giovanni XXIII

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Nota disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando l’antipapa del XV secolo, vedi Antipapa Giovanni XXIII.
Papa Giovanni XXIII
Pope Saint John Paul XXIII.jpg
261º papa della Chiesa cattolica
C o a John XXIII.svg
Elezione 28 ottobre 1958
Incoronazione 4 novembre 1958
Fine pontificato 3 giugno 1963
Motto Oboedientia et pax
Cardinali creati vedi categoria
Predecessore papa Pio XII
Successore papa Paolo VI
Nome Giuseppe Angelo Roncalli[1]
Nascita Sotto il Monte, 25 novembre 1881
Ordinazione sacerdotale 10 agosto 1904 dal patriarca Giuseppe Ceppetelli
Nomina ad arcivescovo 3 marzo 1925 da papa Pio XI
Consacrazione ad arcivescovo 19 marzo 1925 dal cardinale Giovanni Tacci Porcelli
Elevazione a patriarca 15 gennaio 1953 da papa Pio XII
Creazione a cardinale 12 gennaio 1953 da papa Pio XII
Morte Città del Vaticano, 3 giugno 1963
Sepoltura Basilica di San Pietro in Vaticano
Firma FirmaGiovanniXXIII.PNG
San Giovanni XXIII
Pope John XXIII - 1959.jpg
Papa
Nascita 25 novembre 1881, Sotto il Monte
Morte 3 giugno 1963, Città del Vaticano
Venerato da Chiesa cattolica
Beatificazione 3 settembre 2000 da papa Giovanni Paolo II (poi santo)
Canonizzazione 27 aprile 2014 da papa Francesco
Ricorrenza 11 ottobre
Patrono di Esercito Italiano [2]
Comune di Valsamoggia
Ospedale di Bergamo
Seminario vescovile di Bergamo

Papa Giovanni XXIII[3] (in latino: Ioannes PP. XXIII, nato Giuseppe Angelo Roncalli[1]; Sotto il Monte, 25 novembre 1881Città del Vaticano, 3 giugno 1963) è stato il 261º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 260º successore di Pietro), primate d’Italia e 3º sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo).

Fu eletto papa il 28 ottobre 1958 e in meno di cinque anni di pontificato riuscì ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa Universale. È ricordato con l’appellativo di “Papa buono”. Fu terziario francescano ed è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000[4]; è stato canonizzato il 27 aprile 2014 da papa Francesco insieme a Giovanni Paolo II[5].

Indice

Biografia

Nato a Brusicco, frazione di Sotto il Monte, un piccolo paese della provincia di Bergamo, il 25 novembre del 1881, da Giovanni Battista Roncalli e da Marianna Mazzola, quarto di tredici fratelli, veniva — a differenza del suo predecessore, Eugenio Pacelli, che era di stirpe nobile — da una famiglia di umili origini: i suoi parenti infatti lavoravano come mezzadri. Ricevette il sacramento della cresima il 13 febbraio 1889 dal vescovo di Bergamo monsignor Gaetano Guindani. Grazie all’aiuto economico di suo zio Zaverio, studiò presso il seminario minore di Bergamo, vinse una borsa di studio e si trasferì al seminario dell’Apollinare di Roma, l’attuale Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove completò brillantemente gli studi e fu ordinato prete nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo, il 10 agosto 1904.

Durante la permanenza a Roma, partecipando nel 1903 ai funerali del cardinal Lucido Maria Parocchi, ebbe a scrivere: “Se io possedessi la scienza e la virtù sua, io potrei ben chiamarmi soddisfatto”. Da ragazzo, e durante il seminario, manifestò la venerazione per la Vergine con numerosi pellegrinaggi al Santuario della Madonna del Bosco ad Imbersago[6]. Nel 1901 era stato coscritto ed arruolato nel 73º Reggimento fanteria, brigata Lombardia, di stanza a Bergamo.

I primi passi nella carriera ecclesiastica

Il giovane Giuseppe Angelo Roncalli

Venne ordinato sacerdote il 10 agosto 1904 dall’arcivescovo Giuseppe Ceppetelli.

Nel 1905 monsignor Giacomo Radini-Tedeschi, allora nuovo vescovo di Bergamo lo nominò suo segretario personale. Roncalli si segnalò per la dedizione, la discrezione e l’efficienza. A sua volta Radini-Tedeschi rimarrà sempre guida ed esempio per Angelo Roncalli. La personalità di questo vescovo, riuscirà a sensibilizzare Roncalli a nuove idee e movimenti della Chiesa del tempo, rendendolo sensibile alla questione sociale, in un’epoca in cui valeva ancora il “non expedit” che, dopo il 1861, impediva ai cattolici di impegnarsi in politica. In particolare Radini-Tedeschi e Roncalli saranno figure fondamentali nello sciopero di Ranica (BG) tanto che saranno anche messi sotto accusa dal Sant’Uffizio, salvo poi uscirne indenni[7]. Roncalli restò al fianco di Radini-Tedeschi fino alla morte di questi, il 22 agosto 1914, durante questo periodo si dedicò altresì all’insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo. Si contraddistinse anche nel lavoro di ricerca storica sulla diocesi, lavorando sull’edizione critica degli atti della visita apostolica a Bergamo di San Carlo Borromeo.

Fu richiamato nel 1915, a guerra iniziata, nella sanità militare e ne fu poi congedato col grado di tenente cappellano. L’affermazione, nel 1919, del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, fu vista da Roncalli come “una vittoria del pensiero cristiano”[8].

Nel 1921 papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico (che gli valeva l’appellativo di monsignore) e presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell’Opera della Propagazione della Fede. In tale ambito egli si occupò fra l’altro della redazione del motu proprio del nuovo papa Pio XI Romanorum pontificum, che divenne la magna charta della cooperazione missionaria[9].

L’avvento del fascismo non trovò monsignor Roncalli particolarmente favorevole al nuovo regime: alle ultime elezioni che si tennero con liste contrapposte (1924), dichiarò alla famiglia di restar fedele al Partito Popolare, nonostante la politica filo-fascista dell’Azione Cattolica[10]. Il suo giudizio su Mussolini è abbastanza negativo, pur nella consueta moderazione dei toni: “la salute dell’Italia non può venire neanche da Mussolini, per quanto sia un uomo d’ingegno. I suoi fini sono forse buoni e retti, ma i mezzi sono iniqui e contrari alla legge del Vangelo”[11].

Le missioni diplomatiche

In Bulgaria

Monsignor Roncalli in Bulgaria

Nel 1925 papa Pio XI lo nominò visitatore apostolico in Bulgaria, elevandolo alla dignità episcopale e affidandogli la sede titolare, pro illa vice con titolo arcivescovile, di Areopoli. Si trattava di una diocesi antica della Palestina, un tempo chiamata in partibus infidelium, ossia, semplicemente, un titolo disponibile per attribuire il rango di vescovo – in questo caso a Roncalli – senza dovere affidare al prescelto le cure pastorali di una diocesi effettiva. Roncalli scelse come motto episcopale Oboedientia et pax (“Ubbidienza e pace”, in latino), frase che divenne il simbolo del suo operato e che aveva ripreso dal motto del cardinale Cesare Baronio Pax et oboedientia.

La consacrazione episcopale, presieduta dal cardinale Giovanni Tacci Porcelli, Segretario della Congregazione Orientale, si tenne il 19 marzo 1925 a Roma nella chiesa di San Carlo al Corso. Inizialmente il suo ministero in Bulgaria doveva durare solo qualche mese, per espletare cinque compiti: visitare tutte le comunità cattoliche del regno (cosa che fece dal maggio al settembre 1925); risolvere il conflitto nella Diocesi di Nicopoli tra don Karl Raev e il vescovo passionista monsignor Damian Theelen (cosa che realizzò nei primissimi mesi); promuovere ed avviare un seminario nazionale per la formazione di sacerdoti locali (cosa che non riuscì mai ad ottenere); riorganizzare la comunità di rito orientale (cosa che realizzò nel 1926, con l’ordinazione del primo esarca monsignor Kirill Kurtev); avviare le relazioni diplomatiche con la corte e il governo, in vista di una piena rappresentanza della Santa Sede (lavoro che portò alla creazione, il 26 settembre 1931, della Delegazione Apostolica).

Per diversi motivi i previsti pochi mesi diventarono dieci anni, e così monsignor Roncalli ebbe occasione di inserirsi più profondamente nella vita del popolo bulgaro, di cui anche imparò la lingua. Si ritrovò anche in contatto con la maggioranza ortodossa della popolazione, nei confronti della quale dimostrò una particolare carità, sempre nell’ambito dell’ideale unionista, senza alcuna anticipazione ecumenica. In seguito dovette occuparsi pure del matrimonio tra il re bulgaro Boris III, ortodosso, e la figlia del re d’Italia Vittorio Emanuele III, Giovanna di Savoia.

Papa Pio XI aveva infatti concesso la dispensa per il matrimonio di mista religione a condizione che lo sposalizio non venisse ripetuto nella Chiesa ortodossa e che l’eventuale prole fosse battezzata ed educata cattolicamente. Dopo la cerimonia cattolica celebrata ad Assisi il 25 ottobre 1930, il 31 ottobre 1930 la coppia reale, pur senza rinnovare il consenso matrimoniale, diede ad intendere al popolo bulgaro di aver ripetuto il connubio nella cattedrale ortodossa di Sofia. La profonda irritazione di papa Pio XI per l’accaduto diede luogo a una solenne protesta papale. Il battesimo ortodosso dei figli della coppia, a partire da quello di Maria Luisa nel gennaio del 1933, diede spunto ad ulteriore indignazione, che prese la forma di nuova pubblica protesta pontificia.

A Istanbul

Nel 1934 fu nominato arcivescovo titolare di Mesembria, antica città della Bulgaria, con l’incarico di delegato apostolico in Turchia e in Grecia ed inoltre di amministratore apostolicosede vacante” del Vicariato apostolico di Istanbul. Questo periodo della vita di Roncalli, che coincise con la seconda guerra mondiale, è ricordato in particolare per i suoi interventi a favore degli ebrei in fuga dagli stati europei occupati dai nazisti.

Roncalli strinse uno stretto rapporto con l’ambasciatore di Germania ad Ankara, il cattolico Franz von Papen, ex cancelliere del Reich, pregandolo di adoperarsi in favore degli ebrei. Così testimonierà l’ambasciatore tedesco: “Andavo a Messa da lui nella delegazione apostolica. Parlavamo del modo migliore per garantire la neutralità della Turchia. Eravamo amici. Io gli passavo soldi, vestiti, cibo, medicine per gli ebrei che si rivolgevano a lui, arrivando scalzi e nudi dalle nazioni dell’est europeo, man mano che venivano occupate dalle forze del Reich. Credo che 24 mila ebrei siano stati aiutati a quel modo”[12].

Durante la guerra, una nave piena di bambini ebrei tedeschi, miracolosamente sfuggita ad ogni controllo, giunse al porto di Istanbul. Secondo le regole della neutralità, la Turchia avrebbe dovuto rimandare quei bambini in Germania, dove sarebbero stati avviati ai campi di sterminio. Monsignor Roncalli si adoperò giorno e notte per la loro salvezza e, alla fine – grazie anche alla sua amicizia con von Papen – i bambini si salvarono[12].

Nel luglio del 1943 Angelo Roncalli scrisse sul diario: «La notizia più grave del giorno è il ritiro di Mussolini dal potere. L’accolgo con molta calma. Il gesto del Duce lo credo atto di saggezza, che gli fa onore. No, io non getterò pietre contro di lui. Anche per lui sic transit gloria mundi. Ma il gran bene che lui ha fatto all’Italia resta. Il ritirarsi così è espiazione di qualche suo errore. Dominus parcat illi (Dio abbia pietà di lui)»[13].

A Parigi

Nel 1944 papa Pio XII nominò monsignor Roncalli nunzio apostolico a Parigi. Nel frattempo, con l’occupazione tedesca dell’Ungheria, erano iniziate le deportazioni e le esecuzioni di massa anche in quel paese. La collaborazione del nunzio apostolico e il diplomatico svedese Raoul Wallenberg consentì a migliaia di ebrei di evitare la camera a gas. Venuto a conoscenza – grazie a Wallenberg – che migliaia di ebrei erano riusciti a varcare il confine dell’Ungheria e a rifugiarsi in Bulgaria, Roncalli scrisse una lettera a re Boris III (in debito verso il nunzio, che aveva fatto celebrare il suo matrimonio, nonostante le difficoltà sopra descritte), pregandolo di non cedere all’ultimatum di Adolf Hitler che aveva ordinato di rispedire indietro i profughi.

I vagoni con gli ebrei erano già al confine, ma il re annullò l’ordine di deportazione. Una ricerca portata avanti dalla Fondazione Wallenberg e dal Comitato Roncalli, con la partecipazione di alcuni storici, ha messo in luce che il nunzio apostolico, approfittando delle sue prerogative diplomatiche, provvide a inviare, agli ebrei ungheresi, falsi certificati di battesimo[14] e di immigrazione per la Palestina, dove infine giunsero. Il suo intervento si estese a favore degli ebrei di Slovacchia e Bulgaria e si moltiplicò per molte altre vittime del nazismo[15]. La International Raoul Wallenberg Foundation, sin dal settembre 2000, ha chiesto formalmente allo Yad Vashem di Gerusalemme di inserire il nome di Angelo Giuseppe Roncalli nell’elenco dei Giusti tra le nazioni[16][17][18].

Fra i maggiori successi diplomatici a Parigi si segnala la riduzione del numero di vescovi di cui il governo francese reclamava l’epurazione in quanto compromessi con la Francia di Vichy. Roncalli riuscì a fare sì che Pio XII fosse costretto ad accettare soltanto le dimissioni di tre vescovi (quelli di Mende, Aix e Arras), oltre quello di un vescovo ausiliare di Parigi e di tre vicari apostolici delle colonie d’Oltremare. Quando, nel 1953, Roncalli fu creato cardinale, il presidente francese Vincent Auriol, (benché socialista e notoriamente ateo), reclamò un antico privilegio riservato ai monarchi francesi e gli impose personalmente la berretta cardinalizia durante una cerimonia al Palazzo dell’Eliseo (lo stesso Presidente francese gli conferì la Gran Croce della Legione d’Onore della Repubblica Francese il 14 gennaio 1958)[19].

Il Patriarcato di Venezia

Roncalli patriarca di Venezia in visita ai magazzini Standa di Campo San Luca

Stemma cardinalizio di Roncalli.

Nel 1953, oltre a essere creato cardinale da papa Pio XII nel concistoro del 12 gennaio di quell’anno, fu nominato patriarca di Venezia, dove poté finalmente esercitare quel lavoro pastorale immediato, a stretto contatto con i sacerdoti e il popolo che aveva sempre desiderato fin dal giorno della sua ordinazione sacerdotale.

Il nuovo Patriarca condusse una vita modesta, evitando barriere formali con fedeli e sconosciuti; faceva spesso lunghe passeggiate per le strade e i campielli, accompagnato solo dal nuovo segretario don Loris Francesco Capovilla, fermandosi a conversare in dialetto anche con i gondolieri. Chiunque poteva andare a trovarlo nella dimora patriarcale perché — fece sapere — “chiunque può aver bisogno di confessarsi e non potrei rifiutare le confidenze di un’anima in pena”. Secondo un’espressione testuale attribuita da un giornale ad un veneziano, “riceveva senza tante storie anche l’ultimo degli straccioni”.

Inoltre durante questo periodo si segnalò per alcuni gesti di apertura: fra i tanti va ricordato il messaggio che inviò al Congresso del PSI, quando il 6 febbraio 1957 i socialisti si riunirono nella città lagunare. Ciò nonostante, non rinnegò mai la continuità con le posizioni storiche della Chiesa nei confronti delle sfide quotidiane: Jean Guitton, accademico di Francia e osservatore laico al Concilio Vaticano II, ricorda che, come riportato in una rivista del 2 gennaio 1957, Angelo Roncalli individuava le «cinque piaghe d’oggi del Crocifisso» nell’imperialismo, nel marxismo, nella democrazia progressista, nella massoneria e nel laicismo[20].

A Venezia, Roncalli non abbandonò l’impegno apostolare ecumenico già esercitato nelle sue missioni in Oriente: proseguirono, infatti i suoi contatti con i “fratelli separati” e partecipò ogni anno all’Ottava per l’Unità delle Chiese con omelie e conferenze.

Alla sua partenza per il Conclave del 1958, per la morte di Pio XII, una grande folla l’accompagnò alla stazione facendogli a gran voce gli auguri di buon viaggio e di buon lavoro.

L’elezione

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Conclave del 1958.

Il cardinale Giuseppe Angelo Roncalli

Il 28 ottobre 1958, con grande sorpresa della maggior parte dei fedeli, Roncalli fu eletto papa e il 4 novembre dello stesso anno fu incoronato, divenendo così il 261º Sommo pontefice. Secondo alcuni analisti sarebbe stato scelto principalmente per un’unica ragione: la sua età. Dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero perciò scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un papa di «transizione»[21]. Ciò che giunse inaspettato fu il fatto che il calore umano, il buon umore e la gentilezza di Giovanni XXIII, oltre alla sua esperienza diplomatica, conquistarono l’affetto di tutto il mondo cattolico e la stima dei non cattolici.

Fin dal momento della scelta del nome, molti cardinali si accorsero che Roncalli non era ciò che loro si aspettavano, infatti Giovanni era un nome che nessun papa adottava da secoli, possibilmente perché nella storia, dal 1410 al 1415, c’era stato un antipapa di nome Giovanni XXIII.

Inoltre, fatto che non succedeva dall’elezione di Pio IX, al momento dell’apertura momentanea della Cappella Sistina per far entrare monsignor Alberto di Jorio, segretario del Conclave, subito dopo l’elezione e l’accettazione, appena il prelato si inginocchiò in segno di omaggio davanti a lui, il nuovo Papa, ancora seduto sul suo scranno da porporato, vestito degli abiti cardinalizi, si tolse dal capo lo zucchetto rosso e lo posò in testa a Di Jorio, fra la sorpresa generale dei cardinali confratelli che lo attorniavano e che si accorsero, già da questo fatto, che il nuovo Pontefice sarebbe stato un uomo di sorprese e non un “vecchietto accomodante”[22]. Scelse quale segretario privato monsignor Loris Francesco Capovilla, che già lo assisteva quand’era patriarca di Venezia. Lo stesso Capovilla è restato, dopo la morte di Roncalli, un fedele custode della sua memoria[23].

La scelta del nome

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Antipapa Giovanni XXIII.

Quando il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli fu eletto e divenne papa Giovanni, ci fu una piccola controversia per decidere se lui doveva essere chiamato Giovanni XXIII oppure Giovanni XXIV; lui stesso dichiarò che il suo nome pontificale era Giovanni XXIII chiudendo la questione.

La decisione di Roncalli di non essere chiamato Giovanni XXIV, come ci si poteva aspettare, valeva come una conferma dello stato di antipapa di questo primo Giovanni XXIII. La scelta del numerale “XXIII” da parte di Roncalli venne presa, in un certo senso, già sabato 27 settembre 1958 a Lodi dove l’allora ancora porporato, quale legato pontificio per le celebrazioni del centenario della rifondazione della città, accolto dal vescovo Tarcisio Vincenzo Benedetti, visitò la quadreria della Sala Gialla del palazzo vescovile di Lodi, dove sono presenti le effigi dell’antipapa Giovanni XXIII e dell’imperatore Sigismondo, che si incontrarono a Lodi nel 1414. Roncalli fece notare bonariamente all’amico Benedetti che non era conveniente tenere in un palazzo vescovile il quadro di un antipapa. Sorta la discussione circa il nome Giovanni XXIII o XXIV in un’eventuale scelta di “Giovanni” da parte di un nuovo pontefice, Roncalli espresse l’opinione che fosse giusto Giovanni XXIII, poiché Baldassarre Cossa era stato un antipapa. Non sapeva che da lì a pochi mesi sarebbe stato lui, come successore di Pio XII, a compiere quella scelta[24].

Il pontificato

Giovanni XXIII con la tiara papale
Blasonatura dello stemma
C o a John XXIII.svg

Di rosso, alla fascia d’argento, alla torre al naturale chiusa e finestrata di nero attraversante sul tutto e accostata in capo da due gigli d’argento, col capo patriarcale di Venezia: d’argento, al leone alato passante, guardante e nimbato, tenente con la branca anteriore destra un libro aperto recante la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, il tutto d’oro.

Già nel dicembre 1958 papa Giovanni XXIII provvide a integrare il Collegio cardinalizio, che a causa dei rari concistori di Pio XII era ormai numericamente assai ridotto. In quattro anni e mezzo creò cinquantadue nuovi cardinali, superando il tetto massimo di settanta, fissato nel XVI secolo da papa Sisto V. Nel concistoro del 28 marzo 1960 nominò il primo cardinale di colore, l’africano Laurean Rugambwa, il primo cardinale giapponese, Peter Tatsuo Doi, e il primo cardinale filippino, Rufino Jiao Santos. Il 6 maggio 1962, elevò agli altari anche il primo santo di colore, Martín de Porres, il cui iter canonico era iniziato nel 1660 e poi interrotto[25].

Il suo pontificato fu segnato da episodi indelebilmente registrati dalla memoria popolare, oltre che da un’aneddotica celeberrima e vastissima. I suoi «fuori programma», talvolta strepitosamente coinvolgenti, riempirono quel vuoto di contatto con il popolo che le precedenti figure pontificie avevano accuratamente preservato come modo di comunicazione distante e immanentista del «Vicario di Cristo in Terra», quale è il ruolo dogmatico del pontefice. Per il primo Natale da papa visitò i bambini malati dell’ospedale romano Bambin Gesù, ove benedisse i piccoli, alcuni dei quali lo avevano scambiato per Babbo Natale.

Il giorno di santo Stefano, sempre del suo primo anno di pontificato, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli, dicendo loro: «Non potete venire da me, così io vengo da voi… Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore… La prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari». Memorabilmente, accarezzò il capo del recluso che, disperato, inaspettatamente gli si buttò ai piedi domandandogli se «le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me»[26].

In totale si contano 152 uscite dalle mura del Vaticano del Papa bergamasco, nel suo breve pontificato, adottando per primo l’abitudine della visita domenicale alle parrocchie romane[27]. Un suo tratto distintivo era l’immancabile battuta. Quando si recò al vicino Ospedale Santo Spirito per visitare senza tanto clamore un suo amico sacerdote ricoverato, suonò personalmente alla porta delle suore che, senza chiedere chi fosse, aprirono e si trovarono davanti il Pontefice. La suora superiora, emozionata, si presentò: “Santo Padre… sono la Madre Superiora dello Spirito Santo!”. Con prontezza di spirito, il Papa rispose: “Beata lei, che carriera! Io sono solo il servo dei servi di Dio!”[28].

Quando la moglie del Presidente degli Stati Uniti, Jacqueline Kennedy, si recò in visita in Vaticano per incontrarlo, egli iniziò a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare: «mrs Kennedy, madame» o «madame, mrs Kennedy». Quando la Kennedy arrivò, comunque, per il divertimento della stampa, abbandonò entrambe e le venne incontro appellandola semplicemente: «madame Jacqueline!»[29].

Il Concilio Vaticano II e l’Ecumenismo della Chiesa Universale

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Documenti del Concilio Vaticano II, Ermeneutica del Concilio Vaticano II e Riforma liturgica.

Giovanni XXIII in sedia gestatoria

Il radicalismo di papa Giovanni XXIII non si fermò all’informalità. Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, indisse un concilio ecumenico, meno di novant’anni dopo il Concilio Vaticano I; mentre i suoi consiglieri pensavano a tempi lunghi (almeno un decennio) per i preparativi, Giovanni XXIII lo programmò e lo organizzò in pochi mesi. Il 25 dicembre 1961 nella Bolla d’Indizione “Humanae Salutis”, Giovanni XXIII indicò la finalità del Concilio nella ricerca dell’unità e nella pace del mondo.[30]

Giovanni XXIII ebbe rapporti fraterni con i rappresentanti di diverse confessioni cristiane e non cristiane, in particolar modo con il pastore David J. Du Plessis, ministro pentecostale della Chiesa Cristiana Evangelica delle Assemblee di Dio. Il venerdì Santo del 1959, senza alcun preavviso, diede ordine di “cancellare” dalla preghiera “Pro Judaeis”, che veniva recitata in quel giorno durante la liturgia solenne, il penoso aggettivo che qualificava “perfidi” gli Ebrei. Questo gesto fu considerato un primo passo verso il riavvicinamento tra le due religioni monoteiste e indusse Jules Isaac, direttore dell’Associazione “Amicizia ebraico-cristiana” a chiedere un’udienza al Papa, che venne accordata il 13 giugno 1960[31].

Il 2 dicembre 1960 Giovanni XXIII incontrò in Vaticano, per circa un’ora, Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury. Fu la prima volta in oltre 400 anni che un capo della Chiesa Anglicana visitava il Papa.

Il 17 ottobre 1961, in occasione dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, papa Giovanni XXIII ricevette in Vaticano un gruppo di centotrenta ebrei provenienti dagli Stati Uniti per ringraziarlo per la sua opera a favore del popolo ebraico, prima e dopo il secondo conflitto mondiale, e li accolse con le parole bibliche: “Io sono Giuseppe, vostro fratello”[32], in riferimento (oltre che al proprio nome di battesimo) all’incontro in Egitto e alla riconciliazione tra il patriarca Giuseppe e i suoi undici fratelli che, in gioventù, lo avevano perseguitato[33].

Papa Giovanni XXIII

Il 3 gennaio 1962 si diffuse la notizia che papa Giovanni XXIII avesse scomunicato Fidel Castro dando seguito al decreto del 1949 di papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti. A parlare di scomunica fu l’arcivescovo Dino Staffa, in quel momento segretario della Congregazione per i seminari, che in base ai suoi studi di diritto canonico la considerava già operata de facto se non di diritto[34]; inoltre altri importanti esponenti della curia volevano con questa mossa lanciare un segnale ostile al centrosinistra nascente in Italia[35]. L’autorevolezza di tali voci fece in modo che la leggenda della scomunica non venisse smentita dal Papa (che però ci rimase molto male[35]) e che fosse creduta da tutti, anche dallo stesso Castro, che aveva precedentemente abbandonato la fede cattolica e che dunque lo considerò un evento di scarse conseguenze poiché per sua stessa ammissione non è mai stato credente.[36]

In realtà tale atto non è stato mai effettuato dal Pontefice, come ha rivelato il 28 marzo 2012 l’allora segretario di Angelo Giuseppe Roncalli, monsignor Loris Capovilla, secondo cui la parola “scomunica” non faceva parte del vocabolario del Papa buono[35]. A testimonianza di quanto dichiarato, basti leggere il diario di Giovanni XXIII in cui egli non accenna al provvedimento né il 3 gennaio 1962 (data in cui parla solamente delle sue udienze) né in altre date[35].

Nello stesso 1962, il Sant’Uffizio nella figura del cardinale Alfredo Ottaviani redasse il Crimen sollicitationis, con l’avallo di papa Giovanni: un documento diretto a tutti i vescovi del globo, che stabilisce le pene da comminare secondo il diritto canonico nelle cause di sollicitatio ad turpia (latino, «provocazione a cose turpi»), cioè quando un chierico (presbitero o vescovo) veniva accusato di usare il sacramento della confessione per fare avances sessuali ai penitenti. In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la scomunica per coloro che non vi si fossero attenuti.

Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall’inizio del Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII si recò in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidare le sorti dell’imminente Concilio alla Madonna e a San Francesco (Roncalli era dall’età di 14 anni terziario francescano). Per la prima volta dall’unità d’Italia un papa uscì dai confini di Roma e dintorni. Il breve tragitto costituì l’esempio di papa pellegrino che fu poi seguito dai suoi successori (Paolo VI, Giovanni Paolo II, ecc.). La gente accolse l’iniziativa affollando a dismisura le varie stazioni dove sostò il treno papale e i due santuari meta del tragitto (ad Assisi persino i frati salirono sui tetti antistanti la basilica).

Il discorso della luna

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Discorso della luna.

Papa Giovanni XXIII

Uno dei più celebri discorsi di papa Giovanni, forse una delle allocuzioni in assoluto più celebri della storia della Chiesa, è quello che ormai si conosce come «Il discorso della luna». L’11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro era gremita di fedeli. Chiamato a gran voce, Roncalli decise di affacciarsi, per limitarsi a benedire i presenti. Poi si convinse a pronunciare, a braccio, un discorso semplice, dolce e poetico, con un richiamo straordinario alla luna, pur tuttavia contenente elementi del tutto innovativi:

« Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera – osservatela in alto – a guardare a questo spettacolo. »

Poi il Papa salutò i fedeli della diocesi di Roma (essendone anche il vescovo), e si produsse in un atto di umiltà forse senza precedenti, asserendo tra le altre cose:

« La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità è grazia di Dio (..)(…) Facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al cielo, e davanti alla terra: fede, speranza, carità, amore di Dio, amore dei fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del bene. »

E, sulla linea dell’umiltà, impartì un ordine da pontefice con il parlare di un curato:

« Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. »

La crisi dei missili a Cuba

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi dei missili di Cuba e Radiomessaggio per l’intesa e la concordia tra i popoli.

Il presidente USA John Kennedy autorizza il blocco navale su Cuba

Pochi giorni dopo l’apertura del Concilio ecumenico, il mondo sembra precipitare nel baratro di un conflitto nucleare. Il 22 ottobre 1962, il presidente degli Stati Uniti d’America, John F. Kennedy, infatti, annuncia alla nazione la presenza di installazioni missilistiche a Cuba e l’avvicinamento all’isola di alcune navi sovietiche con a bordo le testate nucleari per l’armamento dei missili. Il Presidente statunitense impone un blocco navale militare a 800 miglia dall’isola, ordinando agli equipaggi di essere pronti ad ogni eventualità, ma le navi sovietiche sembrano intenzionate a forzare il blocco.

Di fronte alla drammaticità della situazione, il Papa sente la necessità di agire per la pace. Il 25 ottobre successivo, alla Radio Vaticana, rivolge “a tutti gli uomini di buona volontà” un messaggio in lingua francese, già consegnato – in precedenza – all’ambasciatore degli Stati Uniti presso la santa Sede e ai rappresentanti dell’Unione Sovietica: “Alla Chiesa sta a cuore più d’ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questi beni. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di coloro che portano la responsabilità del potere. Oggi noi rinnoviamo questo appello accorato e supplichiamo i Capi di Stato di non restare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze. Continuino a trattare. Sì, questa disposizione leale e aperta ha grande valore di testimonianza per la coscienza di ciascuno e in faccia alla storia. Promuovere, favorire, accettare trattative, ad ogni livello e in ogni tempo, è norma di saggezza e prudenza, che attira le benedizioni del Cielo e della terra”[37].

Il messaggio suscita consenso in entrambe le parti in causa e, alla fine, la crisi rientra.

Non sono stati ancora pubblicati documenti sull’attività per la pace esercitata in quei giorni della diplomazia vaticana nei confronti del cattolico Kennedy e sull’Unione Sovietica, per tramite del governo italiano[38], presieduto dal democristiano Amintore Fanfani. È certo, peraltro che, il 27 ottobre alle ore 11.03, dopo nemmeno quarantotto ore dal radiomessaggio del Papa, giunge a Washington una proposta di Nikita Chruščёv, concernente il ritorno in Patria delle navi sovietiche e lo smantellamento delle postazioni cubane in cambio del ritiro delle testate atomiche americane dalla Turchia e dall’Italia[39] (base di San Vito dei Normanni). Poiché in quella stessa mattinata, nella Capitale degli Stati Uniti, era presente Ettore Bernabei, uomo di fiducia di Fanfani, già con l’incarico di consegnare al presidente Kennedy una nota del governo italiano con la quale si accettava il ritiro dei missili dalla base italiana[40], non è improbabile che la mediazione diplomatica sia stata abilmente concertata tra il Vaticano e Palazzo Chigi.

Il 28 ottobre gli Stati Uniti accettano la proposta sovietica.

L’importanza del passo compiuto dal Papa è testimioniata dal russo Anatoly Krasikov, nella biografia di Giovanni XXIII scritta da Marco Roncalli: “Resta curioso il fatto che negli Stati cattolici non si riesca a trovare traccia di una reazione ufficiale positiva, all’appello papale alla pace, mentre l’ateo Kruscev non ebbe il più piccolo momento di esitazione per ringraziare il Papa e per sottolineare il suo ruolo primario per la risoluzione di questa crisi che aveva portato il mondo sull’orlo dell’abisso”[41]. In data 15 dicembre 1962, infatti, perveniva al Papa un biglietto di ringraziamento del leader sovietico del seguente tenore: “In occasione delle sante feste di Natale La prego di accettare gli auguri e le congratulazioni… per la sua costante lotta per la pace e la felicità e il benessere”[42]. La drammatica esperienza convince ancor più Giovanni XXIII a un rinnovato impegno per la pace. Da questa consapevolezza, nasce, nell’aprile del 1963, la stesura dell’enciclica Pacem in Terris.

Pacem in Terris

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Pacem in Terris.

Giovanni XXIII firma l’enciclica Pacem in Terris

La Pacem in Terris resta tuttora un brano fondamentale della teologia cattolica sul versante della socialità e della vita civile. Ed è per altro verso comunque un brano importante anche per la cultura sociale occidentale (anche laica) del Novecento, un testo la cui lettura (peraltro discretamente agevole) è necessaria per la comprensione di alcune tracce della politica vaticana e di quella occidentale.

Giovanni XXIII rivelò[43] che aveva affidato la composizione delle sue encicliche più famose, quelle di carattere sociale, a suoi collaboratori: nel caso della Mater et Magistra fu lui stesso a confermarlo alla finestra di piazza san Pietro, precisando che il gruppo degli esperti incaricati di stendere questo testo si era rifugiato in Svizzera e lui ne aveva perduto ogni traccia. Per l’enciclica Pacem in Terris accadde lo stesso: ricevendo il primo ministro del Belgio, Théo Lefévre, che si complimentava per la pubblicazione del documento, gli confidò: «Guardi, a parte alcune righe che sono mie, tutto il resto è il frutto del lavoro di altri… Sono problemi che il Papa non può conoscere a fondo». Anche il giornale umoristico belga Pan riportò l’episodio. È la prima enciclica che oltre al clero e ai fedeli cattolici si rivolge “a tutti gli uomini di buona volontà”.

Letta nelle titolazioni dei suoi capoversi parrebbe un documento pressoché statutario, costituzionale, di organica classificazione di diritti e doveri. Letta storicamente, invece, contiene in sé elementi che valsero di force de frappe per superare l’immobilismo nei rapporti idealistici fra Chiesa e Stati, allora praticamente stagnante. Il richiamo alle necessità dello stato sociale, mentre nel mondo occidentale cominciavano ad essere proposti schemi di capitalismo oltranzista sullo stile statunitense, giungeva in piena guerra fredda, con nazioni europee intente a pagare anche politicamente ed amministrativamente i tributi della disfatta e per questo più inclini a considerare (ciò che sarebbe stato anche strumento di facilitazione gestionale per i governi) riduzioni delle spese pubbliche per assistenza.

Loris Francesco Capovilla – Attualità della Pacem in Terris

Per contro, l’enciclica non andava certo verso proposte di stato che da sociale potesse divenire socialista, e ristorava il ruolo di centralità dell’uomo, di libero pensiero e intendimento, ragione e motore delle scelte ideali ed obiettivo della socialità. Vale la pena di riportare il punto 5:

« In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili »

La pace, oggetto fondamentale e dichiarato dell’enciclica, può sorgere solo dalla riconsiderazione, in senso forse «particulare» o forse meglio umanistico, del valore dell’uomo “singolo individuo” che non può annientarsi al cospetto dei sistemi, siano essi capitalistici o socialisti. È la poco ricordata «terza via», anche detta «via del buon senso», oggi riscoperta da sempre più persone e gruppi, ma già al tempo ben definita.

La morte

Tomba di Giovanni XXIII, nella basilica di San Pietro in Vaticano. Il volto e le mani sono rivestiti da una pellicola di cera.

Particolare del volto

Sin dal settembre 1962, prima ancora dunque dell’apertura del Concilio, si erano manifestate le avvisaglie della malattia fatale: un tumore dello stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli Roncalli[44]. Il 7 marzo 1963, tra lo stupore generale, concesse udienza a Rada Chruščёva, figlia del segretario generale del PCUS Nikita Chruščёv e a suo marito Alexei Adžubej. Quest’ultimo rappresentò l’apprezzamento del suocero per le iniziative del Papa in favore della pace, lasciando intendere la disponibilità per lo stabilimento di relazioni diplomatiche tra il Vaticano e l’Unione Sovietica. Il Papa espresse la necessità di procedere per tappe in tale direzione, perché altrimenti tale passo non sarebbe stato compreso dall’opinione pubblica[45].

Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, papa Giovanni firmò l’11 aprile 1963 l’enciclica Pacem in Terris e, un mese più tardi, l’11 maggio, ricevette dal presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico: il 23 maggio, solennità dell’Ascensione, si affacciò per l’ultima volta dalla finestra per recitare il Regina Coeli. Il 31 maggio iniziò l’agonia. Nel primo pomeriggio del 3 giugno papa Giovanni patì di una febbre altissima, circa 42 gradi, in conseguenza alla malattia che lo affliggeva da tempo.

Giovanni XXIII morì alle 19:49 del 3 giugno 1963. «Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria» furono le sue ultime parole rivolte al suo segretario, Loris Francesco Capovilla.[46] Dal Concilio Vaticano II, che Giovanni XXIII non vide dunque terminare, si sarebbero prodotti negli anni successivi fondamentali cambiamenti che avrebbero dato una nuova connotazione al cattolicesimo moderno; gli effetti più immediatamente visibili consistettero nella riforma liturgica[47], in un nuovo ecumenismo[48] e infine in un nuovo approccio al mondo e alla modernità[49].

Giovanni XXIII venne inizialmente sepolto nelle Grotte Vaticane e all’atto della beatificazione il suo corpo fu riesumato. La salma fu trovata in un perfetto stato di conservazione (salvo annerimenti vari e lievi colliquazioni nelle parti declivi), grazie al particolare processo d’imbalsamazione eseguito dal professor Gennaro Goglia subito dopo il decesso, consistente tra l’altro nell’iniettare molti litri di liquido conservativo nelle arterie principali, sostituendo il sangue[50]. Praticati alcuni interventi conservativi, sul volto e sulle mani fu applicato uno strato conservativo di cera. Indi, dopo la cerimonia di beatificazione e l’ostensione ai fedeli, la salma fu tumulata in un’urna di vetro in un altare della navata destra della basilica di San Pietro.

La beatificazione e la canonizzazione

Canonizzazione celebrata da papa Francesco.

Giovanni XXIII fu dichiarato beato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Il Martirologio Romano indica come data di culto il 3 giugno, giorno della sua morte, mentre le diocesi di Roma e di Bergamo e l’arcidiocesi di Milano ne celebrano la memoria locale l’11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962). A seguito della canonizzazione, è stata stabilita come unica data a livello universale l’11 ottobre[51].

In generale, ai fini della beatificazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un miracolo: nel caso di Giovanni XXIII, ha ritenuto miracolosa la guarigione improvvisa, avvenuta a Napoli il 25 maggio 1966, di suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità, affetta da una gastrite ulcerosa emorragica gravissima che l’aveva ridotta in fin di vita. La suora, dopo aver pregato papa Giovanni XXIII insieme alle consorelle, avrebbe avuto una sua visione, seguita dalla subitanea guarigione, dichiarata in seguito scientificamente inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi[4]. Dal 2000 numerose sono state le segnalazioni e i presunti miracoli[52].

Il 5 luglio 2013 papa Francesco ha firmato il decreto per la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II che è avvenuta il 27 aprile 2014,[53] prescindendo dai risultati del processo indetto dalla congregazione competente per la veridicità di un secondo miracolo[53] [54].

Alla cerimonia in piazza San Pietro, celebrata da papa Francesco alla presenza del papa emerito Benedetto XVI, di ventiquattro capi di Stato, otto vicecapi, dieci capi di governo e 122 delegazioni straniere[55], hanno partecipato circa un milione di fedeli, mentre sono state stimate in 2 miliardi le persone che hanno seguito l’evento in mondovisione[56][57]. Oltre ai maxischermi posti in chiese e piazze di tutto il mondo, per la prima volta nella storia un evento è stato trasmesso in diretta 3D anche in più di 500 cinema di venti paesi[58][59] (in Italia è altresì andato in onda in tale formato sul canale a pagamento Sky 3D). L’evento è anche stato registrato in Ultra HD 4K grazie alla collaborazione tra il Centro Televisivo Vaticano, Sony e Sky Italia[60].

La memoria di papa Giovanni XXIII a Sotto il Monte

Questo piccolo paese del bergamasco, che diede i natali ad Angelo Roncalli, è oggi meta di numerosi pellegrinaggi. Oltre la casa natale, particolarmente significativo è il museo che monsignor Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di Giovanni XXIII, ha allestito dal 1988 nella residenza di Ca’ Maitino (sempre presso Sotto il Monte), dove Roncalli era solito recarsi per le sue ferie estive prima di essere eletto papa. Questo museo conserva innumerevoli cimeli appartenuti a Giovanni XXIII lì raccolti da monsignor Capovilla, fra i quali il letto su cui il Pontefice spirò il 3 giugno 1963 e l’altare della cappella privata.

Encicliche di Giovanni XXIII

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Elenco delle encicliche § Dal Concilio Ecumenico Vaticano II agli anni 2000.

Opere

  • Il cardinale Cesare Baronio. Nel terzo centenario della sua morte, in La Scuola Cattolica a. 36, s. 4, v. 12, gennaio 1908.
  • Note storiche intorno al santuario di S. Maria della Castagna presso Fontana (Bergamo), Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1910.
  • La Misericordia Maggiore di Bergamo e le altre istituzioni di beneficenza amministrate dalla Congregazione di Carità, Bergamo, Tipografia S. Alessandro, 1912.
  • In memoria di mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi vescovo di Bergamo, Bergamo, S. Alessandro, 1916.
  • Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi vescovo di Bergamo. Note biografiche, Bergamo, S. Alessandro, 1923.
  • Gli atti della visita apostolica di S. Carlo Borromeo a Bergamo (1575), a cura di, con la collaborazione di Pietro Forno, Firenze, Olschki, 1936-1957.
I, La città, 2 tomi, Firenze, Olschki, 1936-1937.
II, La diocesi, 3 tomi, Firenze, Olschki, 1939-1957.
  • Gli inizi del Seminario di Bergamo e s. Carlo Borromeo, Bergamo, S. Alessandro, 1939.
  • Padre Maestro Giuseppe Caneve dei frati minori conventuali. Parole di elogio pronunziate il dì 31 maggio 1943 sulla sua salma nella basilica di s. Antonio in pera da a. G. R, Padova, Tip. Della Provincia Patavina di S. Antonio, 1943.
  • Trilogia Marialis Lapurdensis. 1. Il centenario delle apparizioni. 2. La dedicazione del nuovo tempio. 3. La piccola veggente di Lourdes e il grande pontefice Pio X nella luce della loro santità, Venezia-Padova, Tip. del Santo, 1958.
  • Scritti e discorsi
I, 1953-1954, Roma, Paoline, 1959.
II, 1955-1956, Roma, Paoline, 1959.
III, 1957-1958, Roma, Paoline, 1959.
IV, Foglie sparse degli anni 1953-1954-1955-1956-1957-1958, Roma, Paoline, 1962.
  • Scritti e discorsi di S. S. Giovanni XXIII nel 1958, Siena, Cantagalli, 1959.
  • Scritti e discorsi di S. S. Giovanni XXIII nel 1959, 6 voll., Siena, Cantagalli, 1959-1960.
  • Il cinema nella parola del Cardinale Roncalli, Roma, Ediz. dell’Ateneo, 1959.
  • Giovanni XXIII pastor et nauta. Vita, scritti e discorsi fino alla festa dell’Ascensione del 1959, Roma, Santoro, 1959.
  • La propagazione della fede nel mondo, Roma, Pontificia unione missionaria del clero, 1959.
  • Scritti e discorsi di S. S. Giovanni XXIII nel 1960, 6 voll., Siena, Cantagalli, 1960.
  • Discorsi, messaggi, colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII
I, Primo anno del pontificato. 28 ottobre 1958 – 28 ottobre 1959, Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1960.
II, Secondo anno del pontificato. 28 ottobre 1959 – 28 ottobre 1960, Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1961.
III, Terzo anno del pontificato. 28 ottobre 1960 – 28 ottobre 1961, Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1962.
IV, Quarto anno del pontificato. 28 ottobre 1961 – 28 ottobre 1962, Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1963.
V, Quinto anno del pontificato. 28 ottobre 1962 – 3 giugno 1963, Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1964.
VI, Indice delle materie contenute nei cinque volumi dei Discorsi, messaggi, colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII. 28 ottobre 1958-3 giugno 1963, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 1967.
  • Encicliche e discorsi, 5 voll., Roma, Paoline, 1961-1963.
  • Scritti e discorsi di S. S. Giovanni XXIII nel 1961, 6 voll., Siena, Cantagalli, 1961.
  • Scritti e discorsi di S. S. Giovanni XXIII nel 1962, 4 voll., Siena, Cantagalli, 1962.
  • Il giornale dell’anima e altri scritti di pietà, Roma, Storia e letteratura, 1962.
  • Breviario di papa Giovanni. Pensieri per ogni giorno dell’anno, Milano, Garzanti, 1966.
  • Edizione nazionale dei diari di Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni XXIII)
I, Il giornale dell’anima. Soliloqui, note e diari spirituali, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2003. ISBN 88-901107-0-8.
II, Nelle mani di Dio a servizio dell’uomo. I diari di don Roncalli, 1905-1925, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2008. ISBN 978-88-901107-5-7.
III, Tener da conto. Agendine di Bulgaria, 1925-1934, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2008. ISBN 978-88-96118-00-9.
IV, La mia vita in Oriente. Agende del delegato apostolico

IV.1, 1935-1939, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2006. ISBN 88-901107-7-5.
IV.2, 1940-1944, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2008. ISBN 978-88-96118-01-6.
V, Anni di Francia

V.1, Agende del nunzio, 1945-1948, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2004. ISBN 88-901107-1-6.
V.2, Agende del nunzio, 1949-1953, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2006. ISBN 88-901107-9-1.
VI, Pace e Vangelo. Agende del patriarca

VI.1, 1953-1955, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2008. ISBN 978-88-901107-4-0.
VI.2, 1956-1958, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2008. ISBN 978-88-901107-6-4.
VII, Pater amabilis. Agende del pontefice, 1958-1963, Bologna, Istituto per le scienze religiose, 2007. ISBN 978-88-901107-2-6.

Concistori per la creazione di nuovi cardinali

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Concistori di papa Giovanni XXIII.

Papa Giovanni XXIII durante il suo pontificato ha creato 52 cardinali nel corso di 5 distinti concistori.

Genealogia episcopale

Successione apostolica

Ascendenza

Giuseppe Angelo Roncalli
(papa Giovanni XXIII)
Padre:
Giovanni Battista Roncalli
Nonno paterno:
Angelo Roncalli
Bisnonno paterno:
Giovanni Battista Roncalli
Trisnonno paterno:
Giuseppe Roncalli
Trisnonna paterna:
Bisnonna paterna: Trisnonno paterno:
Trisnonna paterna:
Nonna paterna:
Maria Faustina Rizzi
Bisnonno paterno: Trisnonno paterno:
Trisnonna paterna:
Bisnonna paterna: Trisnonno paterno:
Trisnonna paterna:
Madre:
Marianna Giulia Mazzola
Nonno materno:
Giovanni Mazzola
Bisnonno materno: Trisnonno materno:
Trisnonna materna:
Bisnonna materna: Trisnonno materno:
Trisnonna materna:
Nonna materna:
Maria Enrica Locatelli
Bisnonno materno: Trisnonno materno:
Trisnonna materna:
Bisnonna materna: Trisnonno materno:
Trisnonna materna:

Onorificenze

Onorificenze della Santa Sede

Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Ordine Supremo del Cristo
Gran Maestro dell'Ordine dello Speron d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Ordine dello Speron d’Oro
Gran Maestro dell'Ordine Piano - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Ordine Piano
Gran Maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Ordine di San Gregorio Magno
Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell’Ordine di San Silvestro Papa

Onorificenze italiane

Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra
Medaglia commemorativa per cappellani della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa per cappellani della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni)
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa italiana della vittoria

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti)
— 6 dicembre 1963

Altri riconoscimenti

Note

  1. ^ a b Atto N. 41 Parte I Anno 1881 Registri di Nascita del Comune di Sotto il Monte
  2. ^ http://www.ecodibergamo.it/stories/cultura-e-spettacoli/papa-giovanni-xxiii-nominatopatrono-dellesercito-italiano_1253672_11/
  3. ^ L’ordinale XXIII è spesso pronunciato “ventitreesimo”, secondo l’uso corrente della lingua italiana; ma la forma preferita a suo tempo dalla curia romana e dal papa stesso è quella latineggiante di “vigesimoterzo” (in latino, vigesimus vuol dire “ventesimo”). Cfr. http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=2186&r=39845.
  4. ^ a b Dall’Osservatore Romano del 3 settembre 2000
  5. ^ , alla presenza del papa emerito Benedetto XVI che ha concelebrato la messa di canonizzazione. Concistoro per il voto sulle cause di canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Sala Stampa della Santa Sede, 30 settembre 2013. URL consultato il 30 settembre 2013.
  6. ^ Santuario della Madonna del Bosco
  7. ^ M. Benigni, G. Zanchi, Giovanni XXIII, San Paolo
  8. ^ Marco Roncalli, Papa Giovanni il Santo, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2014
  9. ^ Marco Roncalli, 2014, pag. 40
  10. ^ Marco Roncalli, 2014, pag. 41
  11. ^ Marco Roncalli, 2014, pag. 42
  12. ^ a b I giusti italiani
  13. ^ Marco Roncalli, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli. Una vita nella Storia, Mondadori Milano (2006)
  14. ^ Claudio Rendina, I Papi. Storia e segreti, Newton Compton, Roma, 1983, pag. 804
  15. ^ La Fondazione Wallenberg certificherà l’aiuto di Giovanni XXIII agli ebrei, Zenit 24 novembre 2009.
  16. ^ Giovanni XXIII proposto come “giusto tra le Nazioni”
  17. ^ Papa Roncalli sarà “Giusto tra le nazioni”?
  18. ^ Il Papa Buono presto Giusto delle nazioni?
  19. ^ io GIOVANNI XXIII, La vita e i miracoli di Papa Roncalli narrati da lui stesso, Alberto Peruzzo editore, 1988, pagina 170
  20. ^ Enciclopedia Treccani
  21. ^ Claudio Rendina, op. cit., pag. 802. Cfr. anche: Loris F. Capovilla, Giovanni XXIII, papa di transizione, Storia e letterature, 1979.
  22. ^ io GIOVANNI XXIII, La vita e i miracoli di Papa Roncalli narrati da lui stesso, Alberto Peruzzo editore, 1988, pagina 252. Alberto Di Jorio fu effettivamente nominato cardinale nel primo Concistoro del 15 dicembre 1958.
  23. ^ Loris Capovilla ha curato la pubblicazione degli scritti di Giovanni XXIII “Il giornale dell’anima” ed è autore di numerosi volumi sulla vita e le opere del pontefice bergamasco, di cui alcuni citati in bibliografia.
  24. ^ Dal punto di vista storico il problema rimane. I due papi dell’obbedienza pisana, per cinque secoli, furono riconosciuti come legittimi successori di Gregorio XII, e il nome di Alessandro V ne è la prova: il successivo papa Alessandro assunse la numerazione VI, perché allora Alessandro V e il Cossa erano annoverati tra i pontefici; invece il nome del secondo papa pisano, Giovanni XXIII-Cossa, fu ripreso da Roncalli tale e quale, poiché quest’ultimo fu eletto in un periodo in cui l’opinione della storiografia era mutata e lui condivideva tale opinione. In sostanza: il nome “Alessandro” fu ripreso prima che Filargo e Cossa non fossero più considerati veri papi, mentre il nome “Giovanni” fu preso dopo che i due non furono più considerati tali, con gli esiti che abbiamo visto. Resta il fatto che nella Basilica di San Paolo fuori le Mura i mosaici dei due papi pisani si trovano entrambi esposti, prova che la tradizione successiva li aveva riconosciuti entrambi: Martino V si considerava successore immediato di Giovanni XXIII (del quale era stato sostenitore) e non di Gregorio XII (anche se quest’ultimo, e non Giovanni, fu nominato da Martino, alla sua morte, pontefice emerito di Roma), in quanto Martino pensava, e con lui molti altri, che Gregorio avesse smesso di essere papa già con la deposizione del 1409 e che la sua abdicazione del 1415 fosse stata un’onorevole formalità. Papa Leone XIII nel 1893 fece restaurare la tomba di Alessandro V, in quanto suo predecessore: ciò implica che considerava anche Giovanni XXIII (XXII) suo legittimo predecessore. Per secoli è regnata l’incertezza tra chi, come Martino V, Alessandro VI e Leone XIII, li considerava veri papi e chi no. Dunque Angelo Roncalli scelse di chiamarsi con il nome di un sedicente papa, che era stato presente nelle liste ufficiali (e anche nell’Annuario Pontificio) fino al 1947, perché condivideva la tesi degli storici, adottata da qualche anno anche nella Chiesa, secondo cui Cossa in realtà era stato, così come Filargo, solo un usurpatore. Nel 1907, nel romanzo Il Padrone del Mondo, Robert Hugh Benson chiama gli ultimi due papi della storia “Giovanni XXIV” e “Silvestro III” poiché allora, e fino al ’47, Filargo e Cossa erano considerati veri papi, mentre Silvestro III era considerato un antipapa (infatti il suo ritratto a San Paolo fuori le Mura non c’è), esattamente l’opposto di quanto succede oggi. La scelta del nome di Roncalli ha chiuso definitivamente la questione. Però, se un giorno Alessandro V e Giovanni XXIII (XXII) venissero reintegrati come veri papi, non sarebbe un problema mettere il Cossa tra i pontefici di nome Giovanni poiché, mancando un papa Giovanni XX (mai esistito), basterebbe rinumerare i papi Giovanni XXI (Pedro Iuliani) e XXII (Jacques Duése) come “XX” e “XXI” ed inserire Baldassare Cossa come “Giovanni XXII”. Pur tenendo presente che Giovanni XVI fu in realtà un antipapa, questa numerazione sarebbe ancora più vicina, rispetto all’attuale, al vero numero dei Papae Ioannes davvero esistiti. Lo storico Edward Gibbon, infatti, si riferisce all’antipapa Cossa chiamandolo “Giovanni XXII” e mai “XXIII”.
  25. ^ Gino Lubich, Il primo santo di colore: Martín de Porres, Città Nuova, 1967
  26. ^ Marco Roncalli, op. cit., pag. 444
  27. ^ Il suo predecessore, Pio XII, se si eccettuano i periodi estivi, trascorsi nella residenza di Castel Gandolfo, era uscito dal Vaticano solo tre volte in diciannove anni: il 28 dicembre 1939, in visita ai sovrani d’Italia; il 19 luglio 1943, per benedire le popolazioni del quartiere San Lorenzo appena bombardato e il 13 agosto successivo nei quartieri nuovamente bombardati.
  28. ^ Le battute di Papa Giovanni
  29. ^ José Luis González-Balado,Janet Nora Playfoot, Il cuore di Papa Giovanni XXIII, Bompiani, 2013
  30. ^ Periodico La domenica, numero 1 2014, Alba (CN)
  31. ^ Dal riconoscimento dei torti ai “Mea culpa”
  32. ^ Genesi, 45
  33. ^ Gariwo.net
  34. ^ Fidel Castro, il «giallo» della scomunica, La Stampa, 4 febbraio 2012]
  35. ^ a b c d Il segretario di Giovanni XXIII: «La scomunica al Líder Máximo? Non c’è mai stata» Corriere della Sera 28 marzo 2012
  36. ^ Documentario Comandante di Oliver Stone del 2003
  37. ^ Radio Vaticana, 23 ottobre 2012
  38. ^ All’epoca la Santa Sede non stringeva relazioni diplomatiche ufficiali con l’Unione Sovietica
  39. ^ John T. Correll, Airpower and the Cuban Missile Crisis. In: AirForce-Magazine.com 88, agosto 2005
  40. ^ Paolo Cacace, L’atomica europea: I progetti della guerra fredda, il ruolo dell’Italia, le domande del futuro, Fazi editore, Roma, 2004, pag. 94
  41. ^ Lorenzo Carlessio, La Stampa, Vatican insider, 24 aprile 2013
  42. ^ Claudio Rendina, op. cit., pag. 808
  43. ^ Intervista al cardinale Oddi, su Il Sabato, 10 novembre 1990, riportata in [1]
  44. ^ Marco Roncalli op. cit., p. 562
  45. ^ Loris F. Capovilla (a cura di), Giovanni XXIII: Lettere 1958-1963, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1978
  46. ^ Denis Mack Smith, L’Italia del XX secolo, vol. VI (1961-1970), Rizzoli, 1977.
  47. ^ Cfr. la costituzione Sacrosanctum Concilium e Papa Giovanni Paolo II, enciclica Tertio Millennio Adveniente n. 36, riguardante la liturgia e
  48. ^ Cfr. il decreto Unitatis Redintegratio, promulgato il 21 novembre 1964 da papa Paolo VI.
  49. ^ Cfr. la costituzione Gaudium et spes dell’8 dicembre 1965, ultimo giorno del Concilio.
  50. ^ Famiglia Cristiana, n. 22 del 3/6/2001.
  51. ^ Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti per i santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
  52. ^ I tanti «miracoli» del Papa che diventa santo senza miracolo
  53. ^ a b Concistoro per il voto sulle cause di canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Sala Stampa della Santa Sede, 30 settembre 2013. URL consultato il 30 settembre 2013.
  54. ^ Il Giorno, Bergamo, 5 luglio 2013 [2]
  55. ^ Un milione di fedeli per Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII – Rai News
  56. ^ Canonizzazione, oltre un milione fedeli
  57. ^ Saranno in tutto due miliardi le persone pronte a seguire l’evento in tutto il mondo
  58. ^ Maxischermi nelle città per vedere la canonizzazione
  59. ^ Canonizzazione Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII: Diretta tv e cinema aperti, melty.it, 27 aprile 2014. URL consultato il 17 maggio 2014.
  60. ^ Sony Digital Cinema, la tecnologia 4K alla cerimonia di canonizzazione – Digital-Sat
  61. ^ Tutte le “persone” dell’anno di Time, ilpost.it, 14 dicembre 2011. URL consultato il 17 maggio 2014.
  62. ^ Gariwo, Gli interventi della cerimonia del 6 marzo

Televisione

Bibliografia

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  • L. Botrugno, L’arte dell’incontro. Angelo Giuseppe Roncalli Rappresentante Pontificio a Sofia, Edizioni Marcianum Press, Venezia, 2013.
  • A.G. Roncalli, Il lupo, l’orso, l’agnello. Epistolario bulgaro con don K. Raev e mons. D. Theelen, a cura di Paolo Cortesi, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013.
  • Giovanni XXIII, Il congedo. Lettere a L. F. Capovilla, a cura di Ezio Bolis, Ed. Studium, 2013.
  • A.G. Roncalli/Giovanni XXIII, Il giornale dell’anima e altri scritti di pieta, a cura di Loris Francesco Capovilla, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2003.
  • A.G. Roncalli/Giovanni XXIII, Pater amabilis. Agende del pontefice 1958-1963, ed. critica e annotazione a cura di Mauro Velati, Istituto per le scienze religiose di Bologna, Bologna 2007.
  • L. F. Capovilla, I miei anni con Papa Giovanni. Conversazione con Ezio Bolis, Rizzoli 2013.
  • L. F. Capovilla, Giovanni XXIII, sette letture, Libreria Editrice Vaticana, SCV 1963.
  • Giovanni XXIII nel ricordo del segretario Loris Francesco Capovilla, intervista di Marco Roncalli, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1994.
  • L. F. Capovilla, Papa Giovanni segno dei tempi, Ed. Paoline, Roma 1967.
  • Giovanni e Paolo, due papi. Saggio di corrispondenza (1925-1962), a cura di Loris Francesco Capovilla, Edizioni Studium, Roma 1982.
  • L. Bizzarri, Giovanni XXIII. Il Papa Buono, Edizioni RAI – ERI, Roma 2000.
  • N. Fabbretti, La storia di Papa Giovanni, Ed. Mursia, Milano 1967.
  • E. Galavotti, Processo a Papa Giovanni. La causa di canonizzazione di Angelo Giuseppe Roncalli (1965-2000), Ed. Mulino, Bologna 2005.
  • R. Iaria (a cura di), Il mio Dio è tutto. Le preghiere di Papa Giovanni XXIII, Edizioni Segno
  • M. Roncalli, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli. Una vita nella Storia, Milano 2006.
  • M. Benigni & G. Zanchi, Giovanni XXIII. Biografia ufficiale a cura della diocesi di Bergamo, Ed. San Paolo, Milano 2000.
  • G. Napolitano, E. Bolognini, T. Bertone, D. Tettamanzi, P. Poupard, L. F. Capovilla, B. Forte, L. Bettazzi F. Aloise, E. Malnati, Giovanni XXIII, di chi è questa carezza?, Edizioni Marcianum Press, Venezia 2009.
  • Io GIOVANNI XXIII. La vita e i miracoli di Papa Roncalli narrati da lui stesso, Alberto Peruzzo editore, 1988
  • F. Della Salda, Obbedienza e pace: il vescovo A. G. Roncalli fra Sofia e Roma, 1925-1934, Marietti, Genova 1989
  • A. Melloni, Fra Istanbul, Atene e la guerra: la missione di A. G. Roncalli, 1935-1944, Marietti, Genova 1993
  • G. Sabatini, Dalla crisi di Cuba alla «Pacem in terris». Giovanni XXIII e la pace attraverso la stampa italiana, Uni Service, Trento 2007

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore Emblem of the Papacy SE.svg
Papa Pio XII 28 ottobre 1958 – 3 giugno 1963 Papa Paolo VI
Predecessore Vescovo titolare di Areopoli
(titolo personale di arcivescovo)
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Paolo Emilio Bergamaschi 3 marzo 1925 – 30 novembre 1934 Michael Joseph Keyes, S.M.
Predecessore Visitatore apostolico in Bulgaria Successore Emblem Holy See.svg
16 marzo 1925 – 16 ottobre 1931
Predecessore Delegato apostolico in Bulgaria Successore Emblem Holy See.svg
16 ottobre 1931 – 30 novembre 1934 Giuseppe Mazzoli
Predecessore Arcivescovo titolare di Mesembria Successore Archbishop CoA PioM.svg
Carlo Margotti 30 novembre 1934 – 12 gennaio 1953 Silvio Angelo Pio Oddi
Predecessore Delegato apostolico in Grecia Successore Emblem Holy See.svg
Carlo Margotti 30 novembre 1934 – 23 dicembre 1944 Giovanni Mariani
Predecessore Delegato apostolico in Turchia Successore Emblem Holy See.svg
Angelo Rotta 30 novembre 1934 – 23 dicembre 1944 Andrea Cassulo
Predecessore Amministratore apostolico di Costaninopoli Successore BishopCoA PioM.svg
Carlo Margotti 30 novembre 1934 – 23 dicembre 1944 Alcide Marina, C.M.
Predecessore Nunzio apostolico in Francia Successore Emblem Holy See.svg
Valerio Valeri 23 dicembre 1944 – 12 gennaio 1953 Paolo Marella
Predecessore Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura Successore Emblem Holy See.svg
maggio 19511953  ?
Predecessore Patriarca di Venezia Successore PatriarchNonCardinal PioM.svg
Carlo Agostini 15 gennaio 1953 – 28 ottobre 1958 Giovanni Urbani
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Prisca Successore CardinalCoA PioM.svg
Adeodato Giovanni Piazza, O.C.D. 29 ottobre 1953 – 28 ottobre 1958 Giovanni Urbani
Predecessore Prefetto della Congregazione del Sant’Uffizio Successore Emblem Holy See.svg
Papa Pio XII 28 ottobre 1958 – 3 giugno 1963 Papa Paolo VI
Predecessore Prefetto della Congregazione Concistoriale Successore Emblem Holy See.svg
Papa Pio XII 28 ottobre 1958 – 3 giugno 1963 Papa Paolo VI
Predecessore Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Successore Emblem Holy See.svg
Papa Pio XII 28 ottobre 1958 – 3 giugno 1963 Papa Paolo VI

Papi della Chiesa cattolica

San Benedetto

 

San Benedetto


Nome: San Benedetto
Titolo: Martire
Ricorrenza: 13 ottobre

Benedetto fu un soldato della guarnigione romana di stanza a Cupra (attuale Cupra Marittima), oggetto di una delle ultime terribili ondate di persecuzione verso i cristiani, quella che fece seguito al quarto editto dell’imperatore Diocleziano nel 304.

Il soldato Benedetto, del quale si ignorano le origini, non abiurò la fede cristiana e, secondo la storia tramandata nei secoli, venne decapitato il giorno 13 ottobre (304?) sul ponte del torrente Menocchia, e poi gettato nello stesso corso d’acqua per poi finire in mare. Qui, dopo aver percorso appena 4 miglia, finì su una spiaggia dove venne raccolto da un contadino che volle dargli degna sepoltura sul primo promontorio antistante. La tomba del martire divenne presto un luogo di culto e, attorno ad essa, nel tempo, si formò il nucleo originario dell’attuale San Benedetto del Tronto. Pare infatti che il luogo dell’iniziale tomba (catacomba) coincida con quello sul quale venne edificata la prima Pieve di San Benedetto sul sito della quale nel XVIII secolo è stata poi eretta l’attuale chiesa abbaziale di San Benedetto Martire, al centro del Paese Alto, il nucleo più antico della moderna cittadina picena che dallo stesso Santo ha tratto il suo nome.

Le spoglie del santo sono conservate nella stessa chiesa e nel 2003 (diciassettesimo centenario dalla morte) sono state oggetto di una radiodatazione ad opera dell’Università del Salento che ha confermato, pur entro un intervallo di più o meno 50 anni, dettato dai limiti di precisione di questo tipo di indagine, che le ossa che ancora si conservano sono da attribuirsi ad un uomo morto verso il 300 d.C.

Le poche informazioni sul santo ci derivano dai resti di una lapide ancora presente nell’attuale chiesa e che si fa risalire all’epoca della costruzione della prima tomba, e a ciò che rimane della memoria di un ciclo di affreschi dell’antica pieve nella quale era rappresentata la storia del martirio e del ritrovamento delle spoglie così come tramandata nei secoli.

fonte:wikipedia.org