Osservatore Romano

Dieci Paesi arabi 
nella coalizione contro l’Is

 

· Mosca ribadisce che raid non concordati con Damasco sarebbero un atto di aggressione alla Siria ·

12 settembre 2014

 
 

 

Dieci Paesi arabi partecipano alla coalizione internazionale che si è costituita contro i terroristi del cosiddetto Stato islamico (Is) per iniziativa degli Stati Uniti, ma si accentua il contrasto con la Russia riguardo all’annuncio del presidente Barack Obama sull’estensione dei raid aerei già in corso in Iraq al territorio siriano, senza alcuna intesa con il Governo di Damasco.

Profughi cristiani nel pressi di Erbil (Epa)

Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander Lukashevich, ha detto che senza un chiaro mandato dell’Onu sarebbero un’esplicita violazione del diritto internazionale e un atto di aggressione alla Siria. Anche il ministro siriano per la Riconciliazione nazionale, Ali Haidar, ha detto che i raid sarebbero un attacco alla Siria. Secondo l’inviato dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, che ieri ha incontrato a Damasco il presidente Bashar Al Assad, per porre fine al conflitto civile «bisogna combattere i terroristi», ma allo stesso tempo impegnarsi in un processo politico con parte dell’opposizione. Alla coalizione contro l’Is parteciperanno, dunque, dieci Paesi dell’Africa settentrionale e del Vicino Oriente. Il documento è stato sottoscritto da Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Oman, Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Stati Uniti.

 
 

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Osservatore Romanoultima modifica: 2014-09-12T21:15:17+02:00da vitegabry
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