Archivio mensile:settembre 2012

Summer school Airespsa (formazione per operatori sicurezza nei luoghi di lavoro)

WS

 

L’Associazione Italiana Responsabili e addetti ai servizi di prevenzione e protezione in ambiente sanitario ha avviato anche quest’anno (Napoli dal 19 al 22 settembre p.v.), un percorso formativo per addetti alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche l’Inail, per il terzo anno, ha rinnovato il suo interesse per l’iniziativa con una partecipazione diretta alla sua realizzazione, come coorganizzatore.

Un evento, questo dell’Airespsa, che intende contribuire alla crescita del sistema prevenzionale per costruire una comunità di pratiche in cui tutti gli interessati scambiano informazioni e conoscenze attraverso un metodo cooperativo e proattivo capace di dar luogo ad un processo culturale che costruisca, nella quotidianità, una tutela diffusa.

Un evento a cui l’Inca non poteva mancare sopratutto nella giornata dedicata allo studio del “Rischio di genere e gli altri rischi trasversali” con la partecipazione della consulenza medico legale nazionale, dr. Marco Bottazzi, che interverrà sui “Rischi correlati alle tipologie contrattuali”.

Amianto: 34mila siti contaminati e 500 a massimo rischio

NEWS

 

 

In Italia esistono 34.148 siti potenzialmente contaminati dall’amianto, di cui 373 inclusi nella classe di pericolosità di primo livello.

Il dato non include Sicilia e Calabria con le quali si stima che il numero dei siti più rischiosi salirebbe a 500. E’ quanto emerge dal Quaderno del ministero della Salute su “Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, commissionato dal ministro Renato Balduzzi, e presentato oggi a Casale Monferrato.

In Italia, sempre secondo  lo studio, dal secondo dopoguerra al 1992, anno di messa al bando dell’amianto,  sono state utilizzate oltre 3,5 milioni di tonnellate di amianto.

Sul fronte della salute, questo si è tradotto in una incidenza del mesotelioma pari a 3,6 casi ogni 100 mila abitanti per gli uomini e 1,6 ogni 100 mila per le donne. Ma la latenza della malattia, oltre 40 anni, potrebbe far salire il numero dei malati, il cui picco è atteso fra il 2015 e il 2020. ”Sono infatti circa 680 mila – ha sottolineato il curatore dello studio, Giovanni Simonetti – le persone esposte al rischio amianto nell’ultimo periodo”.

Ancora oggi esistono in Italia 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto da bonificare. Per rimuovere tutte le situazioni più a rischio –  dice la pubblicazione – servirebbero finanziamenti di circa 10 milioni l’anno per 10 anni. Nel 2009 in Italia sono state smaltite 373 mila tonnellate di rifiuti contenente amianto, il 72% delle quali è stato trattato all’estero, soprattutto in Germania.

Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, presentando il Quaderno sull’amianto , a Casale Monferrato, il centro piemontese che ospitò il più grande stabilimento eternit d’Europa (94 mila metri quadrati), divenuto simbolo della lotta mondiale all’amianto e alle malattie asbesto-correlate ha annunciato che l’Italia ha proposto all’Unione Europea di considerare il problema delle malattie asbesto-correlate tra le priorità, istituendo una rete di centri di eccellenza per la ricerca sull’amianto e per le azioni di sanità pubblica necessarie. Tutto questo mettendo in comune le informazioni e i risultati del lavoro dei tanti ricercatori impegnati nel settore. La proposta è stata accettata e l’Italia presenterà una specifica proposta al prossimo Consiglio dei Ministri della Salute che si terrà’ a Cipro entro la fine dell’anno”.

ansa

Regolarizzazione immigrati – Per il Presidente dell’Inca rischia di essere un’ennesima occasione persa ….

NEWS

…. per la complessità delle procedure, i costi elevati e la poca informazione.

“Aspettavamo da tempo la possibilità di regolarizzare i lavoratori stranieri in Italia collegata alla direttiva 52 della UE.” Lo afferma il Presidente dell’Inca,  Morena Piccinini  in un’intervista all’agenzia Italian network, intervenendo sullo status quo della fase di preparazione della regolarizzazione dei lavoratori immigrati irregolari nel nostro Paese.

Un’iter complesso ma che ” come CGIL consideriamo un successo sia dal punto di vista politico che sindacale, in quanto è possibile denunciare le situazioni di irregolarità  e di particolare sfruttamento  dei lavoratori.  Insomma , l’incontro di questi due elementi dà un risultato legislativo positivo”.Ma accanto al giudizio politico di principio e di valore, il  Presidente dell’Inca non si esime dall’affermare che “ci sono rischi che si tratti dell’ennesima occasione persa nel nostro Paese sia per quanto riguarda le modalità di applicazione direttiva 52 che per quanto riguarda la fase attuale della regolarizzazione che appare tale da frapporre tanti e tali ostacoli che risulta difficile – in alcune situazioni particolarmente difficile – riuscire a regolarizzare il rapporto di lavoro….”.

“Abbiamo chiesto – prosegue la Piccinini – che per il futuro sia possibile una regolarità contributiva,  mentre allo stato attuale  viene chiesto un esborso economico talmente alto (immediata richiesta di mille euro oltre alla contribuzione riferita a sei mesi di lavoro), che diventa un costo molto significativo, soprattutto perché quello pieno ed indeterminato è  l’unico rapporto di lavoro  che può essere regolarizzato da parte delle aziende, lasciando da parte il lavoro domestico. Ora,  in una situazione italiana dove tutti quanti, a partire dai giovani, fanno fatica non solo ad avere il tempo pieno ma anche quello indeterminato, il pensare che l’unica possibilità di regolarizzazione degli immigrati possa essere questa è evidente che diventa molto difficile da realizzare, soprattutto per alcuni settori, come il commercio dove il part time è quasi la norma.”

“Quindi al Ministero abbiamo rappresentato il fatto che se vogliamo cogliere come una opportunità, – continua il presidente dell’Inca – per la civiltà di questo Paese  e per fare in modo che tanto lavoro irregolare diventi regolare,  bisognerebbe fare sì che queste disposizioni attuative siano meno rigide di quel che in questo momento appaiono”. 

“Quindi – afferma Piccinini –  siamo impegnati affinchè  possano e vengano regolarizzati tutti i lavoratori stranieri e che anche a livello territoriale, in un impegno congiunto del patronato, sindacato, uffici immigrazione e vertenze,  si  possa  raggiungere lo scopo della regolarizzazione, sia nel rapporto con il datore di lavoro che con la pubblica amministrazione….”.

Il video completo dell’intervista al presidente dell’Inca, Morena Piccinini all’indirizzo www.italiannetwork.itIvideo.aspx?id=1248

Regolarizzazione immigrati

NEWS

Regolarizzazione immigrati – Istruzioni per l’uso

 

Dal 15 Settembre e fino al 15 ottobre i datori di lavoro potranno presentare, anche tramite gli uffici di patronato, la domanda di emersione prevista dall’Art.5 del D.Lgs. 109/2012.

Con questa regolarizzazione i datori di lavoro si mettono al riparo dalle sanzioni e dalle aggravanti previste dalla nuova normativa che ha recepito la Direttiva 52/CE/2009.

I lavoratori non comunitari occupati irregolarmente alla data del 9 maggio 2012 e presenti ininterrottamente sul territorio nazionale almeno dal 31 dicembre 2011 e coinvolti nella regolarizzazione dal datore di lavoro avranno diritto ad un permesso di soggiorno per lavoro subordinato e vedranno regolarizzato il proprio rapporto di lavoro dal punto di vista retributivo, fiscale, previdenziale.

I vincoli che la norma pone per l’accesso allo strumento di emersione sono molteplici e devono essere verificati con i nostri uffici in quanto molti casi sono soggetti a interpretazioni non sempre immediatamente disponibili dalla P.A. 
Invitiamo pertanto i datori di lavoro  ed i lavoratori ad utilizzare il servizio messo a disposizione dalle strutture della CGIL evitando di affidarsi a persone che non diano le necessarie garanzie per una corretta informazione e gestione delle pratiche.

Quali datori di lavoro possono accedere alla emersione?

– datori di lavoro italiani;
– datori di lavoro comunitari;
– datori di lavoro extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che ne abbiano fatto richiesta.
– datori di lavoro extracomunitari titolari di carta di soggiorno in quanto familiari di cittadino comunitario o titolari della carta di soggiorno permanente per familiare di cittadino comunitario, ai sensi del d.lgs. n.30/2007 o che ne abbiano presentato richiesta;

I datori di lavoro devono dimostrare di essere in possesso dei requisiti economici necessari per garantire il rapporto di lavoro. Per questo il decreto interministeriale ha fissato vincoli di reddito che sono:

Nel caso di datori di lavoro azienda:

Il reddito imponibile o il fatturato del datore di lavoro non deve essere inferiore a 30.000 euro annui. La prova di tale reddito dovrà risultare dall’ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente.

Nel caso di datore di lavoro che regolarizza un lavoratore straniero addetto al lavoro domestico o assistenza alla persona:

II reddito imponibile del datore di lavoro non  può essere inferiore a 20.000 euro annui se il nucleo familiare è composto da un solo soggetto percettore di reddito; non inferiore a 27.000  euro annui in caso di nucleo familiare, inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi. Il coniuge ed i parenti entro il 2° grado possono concorrere alla determinazione del reddito anche se non conviventi.

Nel caso in cui un datore di lavoro sia portatore di patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza, il requisito del reddito non viene preso in considerazione.

Quali i lavoratori interessati?

La domanda di emersione può essere presentata solo nel caso in cui il lavoratore straniero sia presente in Italia ininterrottamente almeno dal 31 dicembre 2011. La presenza sul territorio nazionale dovra’ essere comprovata da documentazione emessa da organismi pubblici.

Il rapporto di lavoro deve esistere da almeno 3 mesi prima del 9/8/2012 (quindi almeno dal 9/5/2012). Deve essere a tempo determinato o a tempo indeterminato, a full time e, solo per i casi di lavoro domestico (colf e badanti), anche a tempo parziale nella misura di almeno 20 ore settimanali. 
Il rapporto di lavoro deve inoltre sussistere alla data della presentazione della domanda di emersione.

I costi

Il datore di lavoro dovrà pagare un contributo forfetario di € 1.000,00 per ciascun lavoratore. Tale contributo  dovrà essere versato presso gli sportelli bancari, gli uffici postali prima della presentazione della domanda di emersione.

Una marca da bollo da 14,62 euro.

Il datore di lavoro ha inoltre l’obbligo di regolarizzare la posizione retributiva, contributiva e fiscale per un periodo commisurato alla durata del rapporto di lavoro comunque per un periodo non inferiore a sei mesi.

La domanda e la procedura

Una  volta presentata la domanda in via telematica tramite il servizio messo a disposizione del nostro Patronato verra’ rilasciata al datore di lavoro e al lavoratore regolare ricevuta di invio. 
La domanda viene poi automaticamente inoltrata allo Sportello Unico della Immigrazione che, effettuati gli accertamenti previsti dalla legge, provvedera’ a convocare, secondo l’ordine di arrivo delle istanze, il datore di lavoro ed il lavoratore per la sottoscrizione del Contratto di Soggiorno. In quella circostanza, alla presenza di entrambi, dovranno essere forniti tutti i documenti previsti nella istruttoria della domanda comprese le attestazioni del pagamento degli oneri previdenziali, la dichiarazione congiunta sulla regolare retribuzione versata al lavoratore, le prove documentali per la certificazione della presenza del lavoratore sul territorio nazionale al 31/12/2011.

Chi non puo’ presentare domanda:

Non sono ammessi alla procedura  di emersione i datori di lavoro e lavoratori che risultino condannati negli ultimi cinque anni, anche con sentenza non definitiva per determinati reati.
In particolare non possono accedere alla procedura di emersione i datori di lavoro condannati (anche con sentenza non definitiva o patteggiata ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale),  negli ultimi cinque anni per reati connessi all’occupazione illegale di stranieri (articolo 22, comma 12 del D.lgs. n. 286/1998), all’intermediazione illecita ed allo sfruttamento lavorativo (articolo 603 bis codice penale), al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite.
 
La procedura è altresì preclusa ai quei datori di lavoro che in passato hanno avviato procedure di emersione o hanno fatto richiesta di assunzione dall’estero di cittadini stranieri senza successivamente procedere alla sottoscrizione del contratto di soggiorno o alla successiva assunzione del lavoratore straniero (salvo cause di forza maggiore non imputabili al datore di lavoro).

Lavoratori esclusi:

La procedura di emersione non può essere avviata nei confronti di lavoratori stranieri che:
 
– risultano espulsi per motivi di ordine pubblico o di sicurezza (articolo 13, comma 1 e 2 lett.c) del D.gs. n. 286/1998) o per motivi di prevenzione del terrorismo;
– risultano segnalati anche a livello internazionale come non ammissibile in Italia;
– a prescindere da un provvedimento di espulsione, sono comunque considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato italiano o di altro Stato dell’area Schengen.
– nei confronti degli stranieri condannati (anche con sentenza non definitiva o patteggiata ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale),  per uno dei reati per i quali l’articolo 380 del codice di procedura penale  prevede l’arresto obbligatorio in flagranza.

n. 535 del 13 settembre 2012

                                                                                                                                                                                       

NEWSLETTER LAVORO

n. 535 del 13 settembre 2012

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

  Comunicazioni                                        

13-09 Convegno: “La Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita”

L’Università di Modena e Reggio Emilia, con la collaborazione tecnico-professionale del sito DPLModena.it, organizza un Convegno Nazionale, a scopo benefico, dal titolo: “La Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita”. Il convegno – che è a partecipazione gratuita – vuole essere un’occasione per raccogliere fondi per la ricostruzione della Lucciola Onlus, Centro integrato per l’infanzia di Ravarino (MO), reso inagibile dal sisma del maggio 2012. Dalla prossima settimana si apriranno le iscrizioni. clicca scaricare la brochure

 

  Le Novità in materia di Lavoro                                        

13-09 INPS: mes.14703 – rigetto delle domande di pensionamento anticipato per addetti a lavori usuranti

L’INPS informa che in caso di provvedimento di improcedibilità della domanda di accesso ai benefici pensionistici, previsti per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti è possibile presentare istanza di riesame all’Inps, integrando la documentazione prodotta entro 30 giorni dalla richiesta dell’Istituto.

 

12-09 INPS: mes.14635 – verifiche reddituali nei confronti dei pensionati della gestione ex Inpdap

L’INPS rende noto che ha proceduto alla verifica, nei confronti dei pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito, iscritti alle gestioni ex Inpdap, delle situazioni reddituali influenti sulla misura delle prestazioni, acquisendo dall’amministrazione finanziaria i c.d. redditi influenti.

 

11-09 Min.Lavoro: sicurezza – valori indicativi di esposizione professionale

E’ stato pubblicato il comunicato con cui si rende noto che è stato firmato il Decreto Interministeriale (Lavoro-Salute) con il quale viene definito il terzo elenco dei valori indicativi di esposizione professionale in attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio.

 

10-09 Min.Lavoro: indicazioni sugli adempimenti relativi alla domanda di emersione lavoratori extraUE 2012

Il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare congiunta – prot. 5638 del 7 settembre 2012 – con la quale vengono fornite indicazioni operative circa gli adempimenti che gli Sportelli Unici per l’Immigrazione dovranno adottare per l’attuazione della procedura relativa alla sanatoria 2012, prevista dall’articolo 5 del decreto legislativo n. 109/2012.

 

10-09 Min.Interno: emanato il Decreto attuativo della sanatoria extracomunitari 2012

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 7 settembre 2012, il Decreto Interministeriale (Interno, Lavoro, Economia e Cooperazione Internazionale e Integrazione) di attuazione dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 109/2012, in materia di emersione dal lavoro irregolare.

 

07-09 Min.Lavoro: rettifica all’adeguamento delle sanzioni per il collocamento dei centralinisti non vedenti

La Direzione Generale per le politiche dei servizi per il lavoro, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha pubblicato il Decreto Direttoriale n.212/2012 di rettifica del Decreto Direttoriale n. 181/2012 che attiene all’adeguamento delle sanzioni relative al collocamento dei centralinisti non vedenti.

 

07-09 Funzione Pubblica: esonero dal servizio – decorrenza del collocamento in esonero

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha risposto ad una richiesta di parere circa l’applicazione dell’istituto dell’esonero.

 

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  Le Sentenze di Cassazione                                    

> Rinnovo del permesso di soggiorno oltre il termine ed espulsione

> Licenziamento in caso di “correzione” del certificato medico da parte del lavoratore

> Lavoratrice in maternità e licenziamento

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  Gli Approfondimenti                                             

> Responsabilità solidale nel contratto di trasporto e altre tipologie contrattuali

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13-09 Parte la sanatoria per lavoratori extraUE clandestini

Dalle ore 8.00 di sabato 15 settembre sarà possibile presentare la domanda di sanatoria per regolarizzare i lavoratori extracomunitari clandestini che prestano attività lavorativa presso le aziende. La sanatoria terminerà alle ore 24.00 di lunedì 15 ottobre 2012.

 

13-09 Le modalità comunicative per il lavoro intermittente

Secondo la nota del Ministero del Lavoro del 13 agosto 2012, dal 16 settembre non si potranno inviare le comunicazioni per lavoro intermittente alle DTL ma si dovrà utilizzare, esclusivamente, il fax nazionale (848800131), l’e-mail unica (intermittenti@lavoro.gov.it) o un sms al numero 339-9942256.

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Esodati

 
Con una Nota del 3 settembre 2012 il Dipartimento della Funzione Pubblica ha risposto ad una richiesta di parere circa l’applicazione dell’istituto dell’esonero di cui all’articolo 24, comma 14 lettera e), del DL n. 201/2011.
Allego il testo della Nota con i link alle disposizioni richiamate.
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Informo che la CGIL e l’INCA hanno pubblicato una nota di commento  al  Messaggio INPS n. 13343/2012circa le disposizioni applicative del Decreto 1 giugno 2012 relativo ai 65.000 salvaguardati.
Con la stessa nota CGIL-INCA illustrano un primo commento all’articolo 22 del DL n. 95/2012 relativo agli ulteriori 55.000 salvaguardati. 
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Di seguito riporto il verbale della riunione della Commissione lavoro della Camera, sulle proposte di legge relative alle ricongiuzioni onerose (conseguenti all’introduzione dei commi da 12-septies a 12-undecies all’articolo 12 del DL n. 78/2010), fatto pervenire dall’On. Marialuisa Gnecchi (omettendo la rassegna stampa per non appesantire eccessivamente la mail).
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[Lei riceve questa mail essendosi rivolta/o ai servizi del Sindacato Pensionati Italiani SPI-CGIL]
 
 
solo per completezza, verbale della commissione e articoli di giornali, il comitato ristretto si riunisce la settimana prossima, mercoledì, cordiali saluti luisa gnecchi

SEDE REFERENTE

Mercoledì 12 settembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. —

Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

La seduta comincia alle 14.10.

Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.

Ulteriore nuovo testo unificato C. 3871 Gnecchi,

C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.

(Seguito dell’esame e rinvio).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 25 luglio 2012.

Silvano MOFFA, presidente , ricorda che,in data 25 luglio 2012, la Commissione ha

richiesto al Governo la predisposizione dinuna relazione tecnica, ai sensi dell’articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009,per la quantificazione degli oneri recati dal provvedimento in esame.nAvverte, quindi, che – nei termini fissatindal Parlamento – è stato reso noto il ncontenuto della predetta relazione tecnica: essa risulta negativamente verificata dal Ministero dell’economia e delle finanze, sia per quanto attiene alla quantificazione degli oneri sia per quanto concerne la copertura finanziaria. Per tali ragioni, giudica opportuno che la Commissione – alla luce dei dati economico- finanziari forniti dal Governo –valuti le modalità più opportune di prosecuzione dell’esame dell’ulteriore nuovo testo unificato delle proposte di legge in titolo, atteso anche che la stessa Commissione– nel momento in cui ha stabilito di chiedere al Governo la predisposizione della relazione tecnica – ha convenuto di non fissare un termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento. In particolare, ritiene che la Commissione debba ora stabilire se procedere con la fissazione del predetto termine ovvero tornare a deferire, in tempi ravvicinati, il testo al Comitato ristretto, già nominato per lo svolgimento dell’attività istruttoria, in modo da verificare gli eventuali interventi modificativi da apportare al provvedimento, che siano in grado di superare i rilievi di carattere finanziario evidenziati nella citata relazione tecnica.

Il viceministro Michel MARTONE fa presente che il Governo prende doverosamente atto della verifica che la Ragioneria generale dello Stato ha fornito rispetto alla relazione tecnica, che evidenzia una quantificazione di forte onerosità delle disposizioni recate dal provvedimento, ribadendo tuttavia la piena disponibilità del suo dicastero a collaborare con la Commissione, in vista della definizione di interventi che possano affrontare con serietà la problematica in oggetto. Nel precisare che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non può essere considerato responsabile dei rilevanti e prevedibili oneri che hanno portato a una verifica negativa del testo da parte dei competenti uffici dell’amministrazione economico-finanziaria, comunica quindi che il Governo si rimette alle valutazioni che la Commissione intenderà svolgere circa le modalità di prosecuzione dell’iter, confermando la propria piena collaborazione, sempre nei limiti dettati dalla citata relazione tecnica.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) dichiara innanzitutto di comprendere il disagio del rappresentante del Governo, chiamato a pronunciarsi su provvedimenti il cui contenuto appare condizionato dalle valutazioni negative espresse da altri dicasteri, competenti sotto profili di natura economica e finanziaria. Nel ritenere, poi, che non vi siano ostacoli a tornare a deferire l’ulteriore nuovo testo unificato al Comitato ristretto, chiede alla presidenza di garantire – per converso – il sollecito inserimento nel calendario dei lavori della Commissione della sua proposta di legge in materia di abrogazione delle norme sulla ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali (originariamente esaminata congiuntamente alle proposte di legge in titolo e successivamente disabbinata), che giudica meritevole di un autonomo percorso di esame. Rivolge, infine, una specifica richiesta al Governo, segnalando l’esigenza di comprendere – possibilmente dalla stessa Ragioneria generale dello Stato – in quali capitoli di bilancio siano stati collocati i rilevanti risparmi di spesa che sembrerebbero essere derivati dall’attuazione delle norme sull’onerosità delle ricongiunzioni previdenziali: ricorda, infatti, che – quando si trattò di introdurre le « famose » disposizioni di cui all’articolo 12 della legge n. 122 del 2012 – la stessa Ragioneria generale dello Stato negò la produzione di qualsiasi effetto finanziario, mentre ora, per ostacolare eventuali cambiamenti in materia, fa riferimento ad oneri insostenibili, sui quali, in ogni caso, andrebbe svolta una seria riflessione, quantomeno per chiarire le finalità a cui siano stati eventualmente destinati i relativi proventi.

Silvano MOFFApresidente , con riferimento alla richiesta formulata dal deputato Fedriga circa la calendarizzazione della proposta di legge in tema di ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali, da questi richiamata, ricorda che l’ipotesi di avviarne l’esame, unitamente alle altre proposte di legge vertenti su analogo argomento, è già stata presa in considerazione nell’ultima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di assicurarne un autonomo percorso istruttorio.

Marialuisa GNECCHI (PD), nel soffermarsi sul contenuto della relazione tecnica, che il suo gruppo dichiara di non condividere per larghissima parte, osserva che il principio alla base dell’intervento normativo dovrebbe essere che un lavoratore o una lavoratrice devono poter godere della pensione, come se tutti i propri contributi fossero stati accreditati in un unico fondo; la misura della pensione deve attestarsi sull’importo che verrebbe determinato nell’AGO e, qualora la situazione permetta una ricongiunzione in un fondo che garantisca un trattamento più favorevole, la ricongiunzione è onerosa, come è sempre stata in base all’articolo 2 della legge n. 29 del 1979, che rimane assolutamente in vigore e utilizzabile. Dichiara di non comprendere la ragione per cui – fino a quando rimane il diritto al calcolo retributivo – si debbano creare discriminazioni e ingiustizie così significative, solo per il cambiamento di iscrizione ad un fondo previdenziale: l’INPS deve rimanere il pilastro del sistema previdenziale e deve continuare ad essere l’ente che liquida la prestazione di base, senza privilegi, ma che permette che ogni settimana contributiva venga valorizzata. Pertanto, ritiene che non si debba creare, né favorire, la contribuzione silente: questo, infatti, significa non rispondere al compito istituzionale dell’Istituto, che è quello di garantire la pensione. A suo giudizio, l’INPS dovrebbe proporre una soluzione per raggiungere questo obiettivo in alternativa alla proposta di legge sul cumulo di contributi, visto che coloro che avevano pensato l’articolo 12 della legge n. 122 del 2010 hanno riconosciuto il problema che si è creato, ammettendo che gli effetti sono andati oltre la stessa volontà del legislatore. Contesta, poi, la platea che è stata individuata dalla relazione tecnica: l’unica platea che si dichiara disponibile a prendere in considerazione è la serie storica degli ultimi dieci anni delle persone che hanno utilizzato la legge n. 322 del 1958, costituendo la posizione assicurativa all’INPS e che, altrimenti, non avrebbero potuto raggiungere il requisito contributivo per poter godere della pensione, nonché delle persone che hanno ricongiunto gratuitamente i contributi verso L’INPS. Poiché permane la possibilità di ricongiunzione onerosa verso gli altri fondi che possa comportare un vantaggio per la misura della pensione, osserva che la proposta di legge definita dalla XI Commissione prevede esplicitamente che non può verificarsi un vantaggio rispetto alla liquidazione nell’AGO. Giudica, altresì, inaccettabile che si calcoli, all’interno delle necessità di copertura, il fatto che – potendo utilizzarsi ogni settimana contributiva – non ci saranno contributi silenti e quindi aumenteranno i costi: come detto in precedenza, bisogna, infatti, evitare in ogni modo che esistano contributi silenti. Al contempo, rileva che la platea di 600.000 persone con posizioni in fondi diversi dimostra la necessità di legiferare; ma la platea da considerare per il calcolo dei costi da sostenere è quella che negli anni ha utilizzato la legge n. 322 del 1958 e non l’intera platea indicata nella relazione tecnica. Ricorda, da ultimo, che l’articolo 12 della legge n. 122 del 2010 è stato proposto dal precedente Governo; tuttavia, già il sottosegretario Bellotti, in Assemblea nel luglio 2011, aveva riconosciuto l’opportunità di correggere la norma con un’interpretazione autentica: le tabelle presentate dall’INPS in occasione di una risposta ad un’interrogazione dimostrano che la ricongiunzione dall’INPS verso altri enti – quindi vantaggiosa per la pensione e onerosa– è utilizzata dal triplo di persone, rispetto alle ricongiunzioni gratuite verso l’INPS. A suo avviso, anche questo dimostra che non si possono sommare nella platea da prendere a riferimento tutte le persone che hanno una doppia iscrizione, perché solo un terzo delle persone potenzialmente interessate storicamente utilizzava la legge n. 322 del 1958, per una media complessiva di 15.000 domande all’anno.

In conclusione, dichiara la piena disponibilità del suo gruppo a confrontarsi su tali tematiche, in vista della formulazione di un testo condiviso, purché si faccia riferimento a dati numerici di partenza diversi da quelli individuati dalla Ragioneria generale dello Stato: a tale riguardo, invita lo stesso Istituto a fare chiarezza sul punto, eventualmente anche attraverso l’indicazione di proposte alternative che siano realmente risolutive della problematica in questione.

Silvano MOFFApresidente , nessun altro chiedendo di intervenire prende atto dell’orientamento dei gruppi intervenuti nel dibattito, ritenendo che, a partire dalla prossima settimana, l’esame dei provvedimenti in titolo possa tornare a svolgersi nell’ambito del Comitato ristretto. Precisa, inoltre, che nell’odierna riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sarà anche possibile individuare le più opportune modalità di esame delle altre proposte di legge in materia di norme relative alle ricongiunzioni onerose dei contributi previdenziali, al fine di definirne un iter autonomo e distinto.

La Commissione conviene.

Silvano MOFFA, presidente , rinvia,quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.

Documentazione inerente Ammortizzatori sociali

Documentazione inerente Ammortizzatori sociali

Ammortizzatori Sociali

Ammortizzatori Sociali

 

ammortizzatori socilai

Gli ammortizzatori sociali sono un complesso di misure e prestazioni a sostegno del reddito dei lavoratori che si trovano nella condizione di disoccupati o sospesi dal lavoro.

Rinnovo Permessi di Soggiorno

Rinnovo Permessi di Soggiorno

 Assistenza gratuita

permessi di soggiorno

L’Inca-Cgil, a titolo gratuito, assiste gli immigrati nelle procedure di richiesta o rinnovo dei permessi di soggiorno e dei nulla osta al ricongiungimento familiare. Fornisce inoltre informazioni e consulenza ai cittadini comunitari che vogliono soggiornare regolarmente nel nostro territorio.

A seguito dei protocolli sottoscritti con il Ministero dell’Interno (rilascio/rinnovo permesso e carta di soggiorno  febbraio 2006) e con il Ministero della Solidarietà sociale (ricongiungimento familiare – novembre 2007), l’Inca fornisce informazioni e consulenza sui requisisti e le modalità per l’inoltro, da parte dei datori di lavoro, della domanda di nulla osta al lavoro subordinato ed invia telematicamente la domanda. Inoltre aiuta il datore di lavoro a predisporre la documentazione che dovrà presentare, una volta convocato allo Sportello Unico, per ottenere il rilascio del nulla osta al lavoro.

Per poter assumere un lavoratore straniero, il datore di lavoro deve possedere alcuni requisiti (es: il livello minimo di reddito stabilito) e deve definire le modalità del rapporto di lavoro, nel rispetto dei CCNL. Lo Sportello Unico verificherà questi requisiti e anche che lo straniero non sia un soggetto pericoloso per la collettività.

Gli stranieri che vogliono entrare in italia per periodi non superiori a tre mesi (per turismo, affari, studio, visita) non devono richieder il permesso di soggiorno. Dovranno posseder il visto d’ingresso  (rilasciato dall’ambasciata o dal consolato italiano nello stato di origine o nel paese in cui lo straniero ha la residenza). I cittadini di alcuni paesi sono esentati dall’obbligo del visto per turismo.

Se si desidera soggiornare in Italia per periodi superiori ai tre mesi occorrerà in primis ottenere il visto d’ingresso e, una volta entrati nel nostro paese, richiedere il relativo permesso di soggiorno.
Le tipologie di permesso riconosciute dalla legge italiana sono:

• Affidamento
• Attesa riacquisto cittadinanza
• Rifugiato/apolide
• Missione
• Motivi religiosi
• Residenza elettiva
• Studio
• Tirocinio/Formazione professionale
• Cure mediche
• Gare sportive
• Protezione internazionale e sussidiaria
• Lavoro
• Famiglia
• Permesso soggiorno CE-SLP (Soggiornanti Lungo Periodo), ovvero l’ex Carta di Soggiono

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Cgil: non ci sono patti e non è un piano per la ripresa del sud ….

NEWS

Cgil: non ci sono patti e non è un piano per la ripresa del sud ….

 

L’incontro con il Governo  – spiega la Cgil in una nota – è scaturito da un documento comune delle parti sociali  inviato al Governo e raccolto dal ministro Barca  che ha sensibilizzato e coinvolto gli altri Ministri, nel quale veniva chiesto di rimettere con urgenza al centro dell’azione del governo il rilancio dell’occupazione e la situazione delle imprese per favorire la ripresa nel Sud.

Sull’occupazione con la riunione di oggi (ieri n.d.r)si è aperto un confronto e si sono cominciate a discutere alcune proposte. Positivo il finanziamento aggiuntivo del credito di imposta per l’occupazione , secondo la Cgil, al contrario, per quanto riguarda la proposta delle “botteghe di mestiere” e dei “tirocini”, il sindacato di Corso Italia rimane molto critico perché si tratta di strumenti che fanno a meno dei contratti, sono pagati pochissimo, non forniscono alcuna certificazione e non danno alcuna prospettiva ai giovani.

Così anche sull’ipotesi di finanziare la Cig in deroga solo per la convergenza, la Cgil chiede una verifica di merito anche alla luce del parere della commissione europea continuando a pensare che le misure devono essere universali e non creare disparità nè di settore nè territoriali. In ogni caso il confronto si svilupperà nelle prossime settimane con i singoli ministri.

Infine la Cgil continua a chiedere con forza al governo di affrontare e risolvere le tante vertenze in corso e visto che non tutto può essere finanziato con i fondi strutturali è evidente la necessità di trovare con urgenza risorse aggiuntive. Per quanto riguarda la vasta area del disagio sociale e della povertà, la Cgil chiede in particolare al ministro Fornero di aprire un confronto specifico vista la gravità della situazione.