Archivio mensile:dicembre 2011

Università della terza Età di Quartu sant’Elena: 8° Lezione di Letteratura e poesia sarda. Francesco Ignazio Mannu, il cantore della rivoluzione antifeudale.

3. FRANCESCO IGNAZIO MANNU

 Il magistrato e il poeta cantore delle rivolte antifeudali in Sardegna alla fine del ‘700 (1758-1839)

Nasce a Ozieri (Sassari) il 18 Maggio del 1758 da Michele e Margherita. Frequenta l’Università di Sassari ed il 6 Febbraio del 1783 consegue la laurea in leggi e subito dopo si trasferisce a  Cagliari per esercitarvi la professione di procuratore legale.

Intellettuale proveniente dalla piccola nobiltà rurale, membro attivo dello stamento militare, è seguace di Giovanni Maria Angioy ed ha  un ruolo importante nel triennio rivoluzionario e antifeudale (1793-96).

 

 

 

 

E’ ricordato nella storia e dunque deve la sua fama all’Inno Su patriottu sardu a sos feudatarios, un volumetto di 12 pagine. L’edizione critica del testo fu curata da Raffa Garzia ed edito nel volume Il canto di una rivoluzione, Appunti di storia e storia letteraria sarda (Tipografia dell’Unione sarda, Cagliari 1809) .

L’Inno fu tradotto in inglese da John Ware Tendale (The Island of Sardinia, London, 1849) e in francese da Gaston Buillier (L’Ile de Sardaigne, Paris 1865), in prosa italiana da Enrico Costa  e  dal già ricordato Garzia. In versi italiani fu tradotto dal poeta Sebastiano Satta. Più recentemente sono state curate due edizioni critiche da parte degli storici Luciano Carta (con  Su patriota sardu a sos feudatarios, Editore CUEC-Centro di studi filologici sardi, Cagliari 2002) e Luciano Marroccu (con “Procurad’ ‘e  moderare” AMD edizioni, Cagliari 1996).

“La tradizione -scrive Luciano Carta- vuole che l’inno sia stato stam­pato clandestinamente in Corsica nel pieno del­la lotta antifeudale. R. Garzia, codificando una consolidata tradizione ottocentesca, volle ri­battezzare l’inno come la «Marsigliese sarda», attribuendogli significati e valenze di carattere democratico e giacobino storicamente impro­babili e sotto il profilo dell’analisi testuale del tutto improponibili. In realtà l’inno del M., co­me i più recenti studi hanno messo in luce, è il più noto manifesto politico della fase modera­ta del movimento antifeudale, avviata con le aperture del governo viceregio e dei feudatari del Capo meridionale nell’estate del 1795, al fine di sanare gli abusi di cui si era reso storicamente responsabile il sistema feudale. L’inno veicola una visione moderatamente riformatrice della società e del Regno di Sardegna di fine Sette­cento, sebbene i toni di alcune strofe denotino una convinta e robusta denuncia dei mali in­dotti dal sistema feudale nella società sarda. Ri­percorre, inoltre, con toni duramente polemi­ci, le principali vicende del «triennio rivoluzio­nario», denunciando il tradimento della «sarda rivoluzione» da parte di coloro che, per inte­resse personale e di parte, ne avevano abban­donato l’originaria ispirazione autonomistica e vanificato quel progetto di riforma politica e sociale, da realizzare all’interno dell’istituto mo­narchico, del tutto alieno da propositi di ca­rattere democratico e giacobino.

Questo sostanziale moderatismo po­trebbe spiegare il motivo per cui, dopo il fallimento del moto antifeudale, il M., in­dicato tra i più accesi fautori dell’Angioy e in quanto tale proposto per il confino, non fu né perseguitato né epurato. Anche dopo l’arrivo in Sardegna nel 1799 del sovrano sabaudo, cacciato da Torino dalle armate napoleoniche, il M. poté continuare indi­sturbato il suo servizio nei ruoli dell’alta magistratura. Giudice effettivo della sala civile della Reale Udienza nel 1807, nel set­tembre 1818 fu nominato giudice del Ma­gistrato del consolato, tribunale incaricato di dirimere le controversie sul commercio.

Parsimonioso e filantropo, alla sua mor­te, avvenuta a Cagliari il 19 ag. 1839, il M. lasciò un cospicuo patrimonio di 40.000 scudi all’ospedale cittadino”.

[Francesco Ignazio Mannu, Luciano Carta, in Dizionario bibliografico degli Italiani, Ed. Istituto dell’Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma, 2007, pag.132].

 

Presentazione del testo

L’Inno è un lungo e complesso carme in sardo logudorese, di 47 ottave in ottonari,- modellato sui gosos, inni di origi­ne spagnola che nella tradizione religiosa locale venivano cantati in onore dei santi- per un totale di 376 versi in cui ripercorre le vicende di un momento cruciale della storia della Sardegna contemporanea: il periodo del triennio rivoluzionario sardo (1793-96) -che la ricerca storica più recente indica come l’alba della Sardegna contemporanea- anni drammatici, di profondissimi sconvolgimenti e di grandi speranze in cui il popolo sardo –oppresso da un intollerabile regime feudale- riuscì a esprimere in modo corale le sue rivendicazioni di autonomia politica e di riforma sociale.

L’inno è legato dunque ai momenti più fervidi della rivolta dei vassalli contro i feudatari, quando alla fine del secolo XVIII i Sardi, acquistata coscienza del loro valore contro i Francesi del generale Troguet, vollero spezzare il giogo dei baroni e dei Piemontesi e reclamarono per sé libertà  e giustizia. Esso è dunque imbevuto del diritto naturale della “bona filosofia” illuminista e delle letture degli enciclopedisti francesi: Diderot, Montesquieu, Rousseau.

Si tratta dunque di un terribile giambo contro i feudatari, anzi, più che un giambo il suo doveva essere un canto di marcia, una vibrata e ardente requisitoria contro le prepotenze feudali, animata dall’inizio alla fine da un’ira violenta. L’andamento della strofa è concitato e commosso, il contrasto fra l’ozio beato dei feudatari e la vita misera dei vassalli è rappresentata con crudezza: l’inno però, più oratorio che canto, raramente viene trasfigurato in una superiore visione poetica. Comunque dopo tanta arcadia è una voce schietta, maschia e vigorosa e come tale sarà destinato ad avere una enorme risonanza, tanto da diventare il simbolo stesso della sollevazione contro i baroni e da essere declamata dai vassalli in rivolta a guisa di “Marsigliese sarda”.

L’inno –che sotto il profilo linguistico, si articola su due livelli, uno alto e uno popolare- non è sardo solo nella lingua, ma anche nel repertorio concettuale e simbolico che utilizza. Infatti, anche se, come abbiamo visto, rappresenta un esplicito veicolo di cultura democratica d’oltralpe, esso è un primo esempio di discorso altrui divenuto autenticamente discorso sardo.

 

Giudizi critici

Scrive Raimondo Carta Raspi: “vigoroso e incisivo, dalle strofe tambureggianti, quasi a scuotere la sonnolenza dei Sardi, tutto il canto è un’incalzante e sferzante satira contro i feudatari e i Piemontesi e un incitamento perché la rivolta in atto divampi come un immenso incendio: <cando si tenet su bentu/est prezisu bentulare> (quando il vento è propizio/è il momento di ventilare [il grano]”.

Mentre Girolamo Sotgiu sostiene:”L’inno di Francesco Ignazio Mannu, stupendo canto di emancipazione, è ancora più esplicito nel denunciare la rapina del regime feudale e anche più incisivo nell’esortare alla lotta contro di esso”.

 

 

 

ANALIZZARE

Nelle prime tre ottave abbiamo s’isterrida (distesa) ovvero l’introduzione e la proposizione dell’argomento con un concitato monito e una minaccia scandita duramente, in ottonari sentenziosi e sostenuti: cercate di moderare, o baroni, la vostra tirannia o sarà per voi la fine: Il popolo non ne può delle sofferenze e delle angherie dovute alla vostra prepotenza e la guerra è ormai dichiarata. Ascoltate la mia voce, ammonisce  l’autore, o tutto andrà a fuoco: l’età buia della legge “inimiga” (nemica) –chiarissima l’allusione all’ordinamento feudale- deve finire. Lo pretende e lo insegna, la “buona filosofia”, ovvero l’Illuminismo. 

L’Inno è composto di versi ottonari: non molto usati nella poesia popolare sarda. Il primo e l’ultimo verso non rimano, gli altri sono legati da rime interne a-bb-cc-dd-e. C’è una curiosità ritmica: l’ultimo verso – ha solo due rime in –ia- ed in –are-  che si alternano senza limite fisso, nelle diverse strofe.

La lingua utilizzata è il sardo nella variante logudorese: esso per la sua armoniosità intrinseca ma anche per una certa vigoria dovuta al frequente succedersi di consonanti sonore, è particolarmente adatto ad esprimere sentimenti vivi e concitati.

Si può rimproverare la tessitura troppo vasta e non adatta a un inno di guerra e ancor di più il tono eccessivamente oratorio ma non gli si può negare di essere una voce ironica e sarcastica, schietta e commossa, dopo tanta arcadia e bamboleggiamenti idilliaci.

 

 

 

 

 

FLASH DI STORIA-CIVILTA’

-Inni patriottici  

La tradizione letteraria e musicale della Sardegna non offre molti canti patriottici. Dello stesso Inno sardo Cunservet deus su re,(Conservi Dio il re) che ricalca almeno nel titolo l’inno nazionale inglese, composto da Vittorio Angius nel 1844 e musicato dal maestro Giovanni Gonella, in voga tra i soldati dei reggimenti sardi fino alla Prima Guerra, oggi si conserva appena il ricordo.

A un solo componimento i Sardi, almeno a partire dalla fine del XVIII secolo, hanno riconosciuto dignità di canto patriottico, attraverso il quale esprimere il sentimento di ribellione contro le ingiustizie e per una società più equa: è Su patriota (o patriottu) sardu a sos feudatarios di Mannu.

Sono stati numerosi gli artisti –sardi e non- che lo hanno musicato, inciso e cantato: da ricordare fra gli altri i Cori di Orgosolo e  di Nuoro; i cantanti Peppino Marotto, Anna Maria Puggioni e Maria Carta, Anna Loddo e Franco Madau; i Gruppi dei Cordas e Cannas, dei Tazenda ma anche il gruppo siciliano Kunsertu e il canzoniere del Lazio. Nel 2000 i tenores di Neoneli incidevano un CD “Barones” cui partecipano noti personaggi del panorama musicale italiano che interpreteranno 17 delle 47 strofe dell’Inno: da Francesco Baccini a Angelo Branduardi, da Francesco Guccini a Luciano Ligabue e Elio delle Storie Tese.

Una manovra che spacca il tessuto sociale

 

La manovra Monti nella sua versione definitiva, con le modestissime modifiche apportate, alla fine sarà approvata, ma aprirà comunque un profondo solco nel tessuto sociale, ed anche politico, del paese.

La sua iniquità è palese e milioni di italiani, passata la luna di miele con il premier che ha sostituito il pessimo Berlusconi, ripresisi dallo stordimento provocato dal primo impatto con le misure anticrisi, si stanno mobilitando in tutta Italia per far capire a chi ci governa e a chi lo sostiene in Parlamento che così proprio non va, che lavoratrici e lavoratori, pensionati, il popolo delle persone perbene e che paga le tasse senza fiatare, non accettano di dover pagare da soli i costi della crisi.

E pagare salato, stavolta, molto salato. Sappiamo tutti che il nostro è un paese che ha vissuto oltre i limiti della decenza, economica e finanziaria, amministrativa, che ha utilizzato per decenni il debito pubblico per colmare le distanze sociali, specie rispetto alle difficoltà del Mezzogiorno. Un grande, immenso ammortizzatore sociale per tanti, quindi. Ma anche un pozzo senza fondo per arricchire affaristi e speculatori, in combutta con una classe politica spesso corruttibile e corrotta.

Perché i nostri amici e colleghi analisti economici e finanziari che dalle colonne dei principali quotidiani predicano il rigore e criticano le proteste, stavolta convintamene unitarie, dei sindacati, non ci raccontano le ragioni per le quali l’Italia è il più grande paese europeo a rischio?

Chi si rifiuterebbe di fare la sua parte, di ridurre il proprio tenore di vita, di accettare sacrifici anche duri, se fosse possibile modificare la manovra imponendo a chi si è arricchito, spesso sulle spalle della cosa pubblica, di pagare di più di un pensionato a mille euro al mese (lorde)? E’ demagogia questa? Andate a dirlo ai pensionati poco sopra il doppio del minimo che fanno la fila alle poste a fine mese!

Ci raccontano che in queste ore la politica, specie quella che ha ereditato i valori della sinistra, è in difficoltà. Ci stupiremmo del contrario. Si assumano le loro responsabilità. Come hanno fatto i sindacati, la Cgil in testa, che si sono mobilitati unitariamente. Noi siamo con loro, per un’Italia più equa.

Paolo Serventi Longhi – Direttore Rassegna Sindacale

Invalidità: i rebus dell’accertamento tecnico preventivo (speciale Esperienze)

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Le nuove regole introdotte con la manovra finanziaria di luglio, in materia di contenzioso previdenziale

Dal gennaio 2012, il cittadino che chiede il riconoscimento di invalidità civile, per cecità, sordità, handicap, disabilità, inabilità (disciplinati dalla legge n. 222, del 12/6/ 1984)  dovrà presentare al giudice competente l’istanza di accertamento tecnico sulle sue condizioni di salute, in base alle quali intende vedersi riconosciuto il diritto.

La norma in vigore stabilisce che la definizione dell’accertamento tecnico preventivo costituisce “condizione di procedibilità” della domanda. Concluse le operazioni di consulenza, il giudice, con apposito decreto, fisserà un termine perentorio, non superiore ai 30 giorni, entro il quale le parti dovranno dichiarare, con atto scritto depositato in cancelleria, se intendono contestare le conclusioni cui è pervenuto il consulente tecnico d’ufficio (Ctu).

Se non vengono sollevate contestazioni, il giudice conferma l’accertamento del requisito sanitario secondo le risultanze che scaturiscono dalla relazione del Ctu.

Tale conferma si concretizza in un decreto, non impugnabile né modificabile che viene notificato alle parti in causa. L’ente coinvolto, previa verifica degli ulteriori requisiti previsti dalla normativa vigente, provvede entro 120 giorni al pagamento delle relative prestazioni. In caso di mancato accordo, la parte che ha sollevato contestazione alle conclusioni del Ctu ha tempo 30 giorni dalla formulazione del dissenso per depositare il ricorso.

Umbria Olii, non era colpa delle vittime…..

NEWS

 

Dunque, la colpa non era degli operai morti. Non sono stati loro, con la loro imperizia a far saltare in aria quel silos. E non è stato nemmeno Klaudio Demiri, l’unico sopravvissuto, ad innescare la terribile esplosione con una manovra sbagliata della gru che stava pilotando. Il colpevole è l’imprenditore, Giorgio Del Papa, titolare della Umbria Olii di Campello sul Clitunno, che evidentemente non ha fatto quanto avrebbe dovuto per evitare la tragedia che si è poi consumata.

Saranno le motivazioni della sentenza a chiarire i dettagli, ma intanto il giudice del tribunale di Spoleto, ha deciso di condannare l’imprenditore umbro a 7 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio colposo dei 4 lavoratori di una ditta esterna che il 25 novembre del 2006 persero la vita nella sua azienda in una terribile esplosione.

Oltre al carcere ci sono poi i risarcimenti (in molti casi in via provvisionale) che ammontano complessivamente ad oltre 2,5 milioni di euro. Soldi che andranno sia ai parenti delle vittime che allo Stato (ministero dell’Ambiente e Inail) e alle istituzioni locali (Regione Umbria, Comune di Campello sul Clitunno).

Dopo cinque lunghi anni si chiude così almeno un primo capitolo di una delle vicende più grottesche e controverse della storia recente degli incidenti sul lavoro in Italia. Si ricorderà infatti la clamorosa richiesta di risarcimento che proprio Del Papa aveva avanzato ai familiari delle vittime, colpevoli, a suo dire, di aver danneggiato la sua azienda nell’ultimo atto della loro vita.

Presente in aula anche la Cgil, con il segretario regionale, Mario Bravi, e quello provinciale di Perugia, Vincenzo Sgalla. “Finalmente con la sentenza di oggi si chiarisce dove stanno le responsabilità alla base della tragedia di Campello sul Clitunno e si mette fine ai tentativi, reiterati fino all’ultimo da parte dell’imprenditore Giorgio del Papa, di spostare su altri le responsabilità, incolpando persino le vittime del disastro”, hanno dichiarato i due sindacalisti.

“Crediamo che questa sentenza – hanno aggiunto – parli anche agli imprenditori della nostra regione ed alla Confindustria, alla quale da tempo abbiamo chiesto, invano, di prendere le distanze da un imprenditore, oggi dichiarato colpevole, che ha avuto la sfrontatezza di chiedere 35 milioni di euro di risarcimento ai familiari delle vittime. Le esitazioni – hanno concluso Bravi e Sgalla – vanno a questo punto messe da parte, così come va superato un modo approssimativo di fare impresa e di gestire le aziende, che appartiene al passato e non può conciliarsi con l’esigenza di moderne relazioni industriali che la stessa Confindustria invoca a gran voce. Il rispetto rigoroso delle regole, come ha ricordato più volte il Presidente della Repubblica, è l’unico modo serio di fare impresa che noi possiamo accettare”.

rassegna.it

Francesco: vittima dello spettacolo

 

Quando finisce un concerto si applaude l’artista; si chiede il bis; ci si dimentica della fatica che è costata a quanti hanno contribuito a costruire il palco, a mettere nel giusto posto le luci, per creare emozioni; a rendere sicuro l’ascolto per centinaia di migliaia di fan, accalcati come sardine in stadi all’aperto, senza preoccuparsi troppo di ciò che può accadere.

Nelle due ore di concerto, tutto fa spettacolo, ma ieri non è andata così. L’incidente costato la vita a un giovane di 20 anni e il ferimento di altri sei operai ha svelato l’altra realtà, quella sacrificata in nome del divertimento; è meno accattivante, quanto profondamente più vera.

Francesco, così si chiama, è uno studente di 20 anni, che lavorava per garantirsi quel diritto allo studio, che grazie anche alla riforma Gelmini, sta diventando sempre più un lusso, prerogativa dei più facoltosi, in barba al dettato costituzionale, che lo inserisce tra i diritti universali.

Possiamo star certi che dopo la tragedia ci sarà la corsa a definire quanto è accaduto una fatalità. Eppure, la misera paga di cinque euro l’ora, metà di quanto prende una qualsiasi badante, non possono lasciare spazio ad indugi. Si tratta di lavoro sommerso, quello che non si vede quando c’è da metter su uno spettacolo: massacrante perché bisogna farlo in tempi strettissimi, quelli imposti per assicurare all’artista di turno di salire sul palco per la sua performance.

Sarebbe stato più giusto rispettare alcune regole di base per evitare la tragedia: rispettare le norme sulla sicurezza, anche a costo di spendere qualche giorno in più, magari spostando le date del tour. Così non è stato. E oggi piangiamo ancora una volta l’ennesima vittima del lavoro; che questa volta fa più rumore perché coinvolge un artista famoso.

Per un momento, la buona musica fa un passo indietro. Jovanotti, giustamente, ha sospeso il tour, ma resta un gesto simbolico, che lascia inalterata una domanda senza risposta. Quante altre vittime del lavoro dovranno essere sacrificate prima che il nostro paese si assuma la responsabilità di assicurare, senza se e senza ma, di far rispettare le norme sulla sicurezza. In questa vicenda ci sono responsabilità civili, penali  e morali dalle quali nessuno può chiamarsi fuori, neppure gli artisti, se è vero ciò che ha detto Jovanotti: “Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia”. Questa volta, però, è andata in scena la tragedia dell’Italia sommersa.

Auser – “Caro Monti, così non va”.

NEWS

 

Il presidente Nazionale Auser Michele Mangano esprime perplessità sulla manovra appena varata dal governo di Mario Monti.

“La manovra è dura e richiederà enormi sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani precari e disoccupati. Inciderà sulla casa, sulle pensioni, sul funzionamento del sistema delle AA.LL. e, dunque, sui servizi sociali e socio-sanitari. Mentre sul piano dell’equità, possiamo dire, con estrema franchezza, che non ci siamo. L’aspetto più odioso di questa manovra è quello che colpisce i pensionati, ai quali sarà negato l’adeguamento della pensione al costo della vita.

Stiamo parlando di incrementi di pochi euro mensili che, anche se non difendono il potere di acquisto delle pensioni, rappresentano un segnale di attenzione e di rispetto verso una fascia sociale che, insieme ai giovani, subirà più degli altri gli effetti negativi della crisi. Non vi è una vera patrimoniale, non c’è una tassazione sulle transazioni finanziarie ed i provvedimenti adottati sulla casa non colpiscono solo i grandi patrimoni immobiliari, ma anche il singolo proprietario che, nella maggior parte dei casi, non è benestante.

Non c’è un intervento deciso sulla lotta all’evasione fiscale e la tracciabilità dei pagamenti portata a 1.000 euro non è un segnale adeguato. Per fare cassa si potevano ridurre le spese militari ed essere più determinati nella lotta all’evasione fiscale, alla corruzione ed ai costi della politica.

Pertanto, ci permettiamo di dire al nuovo Presidente del Consiglio che così non va e che, per restituire fiducia ai cittadini, bisogna davvero cambiare rotta. Riequilibrando la manovra per far pagare finalmente a chi non paga evadendo le tasse e a chi ha pagato poco rispetto al patrimonio che possiede.”

Manifestazioni a Lione e Nizza per non mortificare un’idea “normale” dell’equità

NEWS

 

A Lione, il 6 Dicembre, nella sede della Bourse du Travail  e il 7 Dicembre, a Nizza, nella sede del Consolato Italiano,  l’INCA Francia ha organizzato due appuntamenti con la nostra comunità  per parlare di pensioni, condizione degli anziani, rapporti con i consolati e, inevitabilmente, della ennesima manovra economica che, ancora una volta, colpisce i pensionati e i tanti lavoratori e lavoratrici prossimi a maturare i requisiti per lasciare il lavoro.

Le due iniziative realizzate con lo SPI CGIL hanno permesso di interloquire con le nostre comunità, di dare voce ai cittadini, di cogliere dalle loro preoccupazioni lo stesso giudizio negativo su quanto sta accadendo in Italia.

Si trattato senza equivoci  di un giudizio durissimo sulle decisioni del Governo Monti in particolare per l’iniquità dell’intervento sul sistema previdenziale: un colpo inaccettabile sia per i pensionati sia  per i lavoratori. La denuncia che con questa manovra non si siano colpiti i veri responsabili della crisi è stata unanime così come unanime l’idea che il tutto si sia concentrato nel “fare cassa sui poveri del nostro paese”.

Tanti gli interventi per denunciare la particolare condizione dei nostri pensionati all’estero che nel 2011 hanno dovuto rispondere alle richieste di certificazione di esistenza in vita prima alla ICPB e, in queste settimane nuovamente alla City Bank.

Ai racconti sulle difficoltà incontrate a partire dal mese di Giugno per riscuotere i ratei di pensione si è sovrapposta la preoccupazioni di quanti non hanno ancora visto regolarizzati i pagamenti del 2011 proprio per le difficoltà incontrate nella fase di certificazione.

Ai due incontri hanno partecipato i Consoli generali di Lione e di Nizza che ben si sono prodigati per limitare al massimo i disagi alla nostra comunità intervenendo anche sulle autorità francesi per garantire il supporto delle municipalità.

Significativa la presenza della CGT in ambedue gli appuntamenti: a Lione e Nizza  i segretari della CGT hanno condiviso i giudizi espressi su quanto sta accadendo in Italia denunciando, nel contempo, che anche in Francia si assiste ad un continuo taglio sulle condizioni sociali nonostante la massiccia mobilitazione sindacale del 2010 e 2011.

All’ incontro di Lione ha partecipato Giorgio Nardinocchi, direttore di LiberEtà. Straordinario è stato il lavoro fatto nella realtà lionese per accrescere la partecipazione allo SPI CGIL dei pensionati italiani. Oltre 300 nuovi iscritti che si aggiungono ai precedenti fanno della realtà della Rhone Alpes il centro più rappresentativo dello SPI CGIL in Francia.

LiberEtà è in canale di comunicazione tra la CGIL e la nostra comunità: per questo al direttore di LiberEtà e stato chiesto di migliorare la periodicità della spedizione per mantenere costante il rapporto con il nostro Paese.

A Nizza importante è stata la presenza della CGIL di Imperia e Ventimiglia e del Sindacato Pensionati ligure e di Giovanni Lombardi responsabile dell’Ufficio INCA di Marsiglia. Considerando che Nizza e la sua provincia è terra di costante attrazione, assieme al Principato di Monaco, di tanti lavoratori e lavoratrici transfrontalieri e che molti sono i pensionati italiani residenti, il raccordo tra l’ufficio INCA di Nizza, le strutture sindacali e gli Uffici INCA e CAAF di Ventimiglia, l’ ufficio INCA di Marsiglia, diventa strategico per garantire una assistenza di qualità ai nostri connazionali.
Due riunioni riuscite sia per partecipazione sia per il merito del confronto.

Due iniziative rese possibili per il lavoro dei nostri uffici INCA e delle compagne e compagni che in essi operano. Patricia e Giuseppina e Calogera a Lione, Angelo a Grenoble e con la responsabilità del Comites della Rhone Alpes, Simonetta a Nizza hanno fatto un lavoro straordinario che è stato riconosciuto tale proprio dalle tante persone che hanno partecipato agli incontri.

Italo Stellon
Presidente INCA Francia

INPS: circolari e messaggi

 

DPL Modena

                                                                                                                                                                                            

NEWSLETTER LAVORO

n. 497 del 15 dicembre 2011

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                           

>    INPS: conguaglio di fine 2011 dei contributi previdenziali e assistenziali

L’INPS fornisce alcuni chiarimenti e precisazioni sulle operazioni di conguaglio di fine anno 2011 per i datori di lavoro che operano con il flusso UniEmens. Inoltre, vengono aggiornate le aliquote contributive per l’anno 2012.

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>    INPS: determinazione della misura della riduzione contributiva per il settore edile – anno 2011

L’INPS fornisce le istruzioni operative per la determinazione, per l’anno 2011, della misura della riduzione contributiva per il settore edile introdotta dall’art. 29 comma 2, del decreto legge 23 giugno 1995, n. 244, convertito in legge 8 agosto 1995, n. 341.

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>    Confcommercio: accordi in materia di disciplina transitoria dell’apprendistato e per la detassazione 2012

La Confcommercio ha siglato, con la Filcams-Cgil, la Fisascat-Cisl e la Uiltucs-Uil, due accordi rispettivamente in materia di disciplina transitoria dell’apprendistato e per la detassazione per il 2012.

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>    Contratti: l’intesa per il contratto del Gruppo Fiat

La Fiat ed i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Ugl, hanno siglato l’intesa per il contratto del gruppo Fiat. Il documento riguarda circa 86mila lavoratori.

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>    DPL Modena: il Testo Unico dell’immigrazione (D.L.vo 286/1998) con le modifiche del D.L. 201/2011

DPL Modena, in base alle modifiche apportate dall’articolo 40, comma 3, del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. Decreto Salva Italia), ha aggiornato il testo unico dell’immigrazione.

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>    DPL Modena: decreto legge (c.d. Monti) – calcolo del costo del lavoro negli appalti pubblici

DPL Modena informa che l’incidenza del costo del lavoro, nella misura minima garantita dai contratti vigenti e delle misure di adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, deve essere visto alla luce delle seguenti disposizioni…

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>    DPL Modena: decreto legge (c.d. Monti) – abolita la norma che prevedeva la non ripetizione delle ispezioni

DPL Modena informa che è stata abolita la norma che prevedeva un limite di 6 mesi tra un’ispezione e la successiva.

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>    INPS: retribuzioni degli OT.D. e degli (O.T.I.) del settore agricolo in vigore al 30-10-2011

L’INPS fornisce la rilevazione delle retribuzioni contrattuali degli operai a tempo determinato (O.T.D.) e degli operai a tempo indeterminato (O.T.I.) del settore agricolo, in vigore alla data del 30 ottobre 2011, per la determinazione delle medie salariali.

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>    INPS: istruzioni per le domande di riconoscimento di lavori faticosi e pesanti presentate nel 2011

L’INPS fornisce alcuni chiarimenti interpretativi circa il riconoscimento del beneficio pensionistico per coloro che hanno perfezionato il requisito agevolato di accesso alla pensione di anzianità entro il 31 dicembre 2011.

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>    INPDAP: differimento di versamento di acconti di imposta di cui al DPCM 21 novembre 2011

L’INPDAP fornisce alcuni chiarimenti in merito al differimento di versamento di acconti di imposta di cui al DPCM 21 novembre 2011.

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   Gli interpelli della Dir. Gen. per l’Attività Ispettiva              

>    Libro unico del lavoro – registrazioni infedeli – nozione

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   Gli Approfondimenti della DPL Modena                                

>    La gestione degli esuberi nella Pubblica Amministrazione (Massi)

>    La flessibilità approda negli appalti endo-aziendali (Lippolis)

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   Le Sentenze della Corte di Cassazione in materia di lavoro 

>    La notifica si da per effettuata anche se non consegnata nelle mani del destinatario

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Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 23448 del 09-12-2011
  Contenuto:  rimborso del secondo acconto IRPEF ai pensionati che si avvalgono dell?assistenza fiscale.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 152 del 06-12-2011
  Contenuto:  Rilevazione delle retribuzioni contrattuali degli operai a tempo determinato (O.T.D.) e degli operai a tempo indeterminato (O.T.I.) del settore agricolo, in vigore alla data del 30.10.2011, per la determinazione delle medie salariali.
Tipologia:  CIRCOLARE

Lo staff di NewsLetter Hermes

n. 496 del 7 dicembre 2011

NEWSLETTER LAVORO

n. 496 del 7 dicembre 2011

 

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   Le Novità in materia di Lavoro                                           

>    DPL Modena: la pagina dedicata al decreto legge n. 201/2011 (c.d. Monti)

DPL Modena ha creato una pagina dedicata al decreto legge n. 201/2011 (c.d. Monti), nella quale, oltre al decreto legge, troverete lo “spacchettamento” della norma e gli interventi esplicativi (circolari, note, ecc.) del Ministero del Lavoro e delle altre Istituzioni interessate (Inps, Regioni, ecc.). Inoltre, pubblicheremo una serie di approfondimenti sul tema.

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>    DPL Modena: decreto legge (c.d. Monti) – registrazione sul LUL “entro la fine del mese successivo”

In base all’articolo 40, comma 3, del Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. Decreto Monti), sarà possibile compilare il Libro Unico del Lavoro (LUL) “entro la fine del mese successivo” e non più “entro il 16 del mese”.

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>    DPL Modena: decreto legge c.d. Monti – nelle more del rilascio/rinnovo del PS lo straniero può lavorare

In base all’articolo 40, comma 3, del Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. Decreto Monti), in attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, il lavoratore straniero può legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente attività lavorativa.

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>    DPL Modena: decreto legge (c.d. Monti) – agevolazioni per le assunzioni a T.I. di donne e giovani under 35

A partire dal 2012 si potrà dedurre dal reddito di impresa un importo pari a l’Irap pagata e determinata in base alle spese del personale. Dallo stesso periodo, per i lavoratori di età inferiore a 35 anni o donne, assunte a tempo indeterminato, la deduzione è pari a 10.600 euro l’anno che diventano 15.200 nelle aree svantaggiate.

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>    Governo: pubblicato il c.d. Decreto Monti

E’ stato pubblicato il Decreto Legge n. 201/2011 (c.d. Decreto Monti), con le disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici. Il decreto entra in vigore dal 6 dicembre 2011.

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>    Min.Lavoro: la scheda di sintesi sulle Nuove Pensioni

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, sul proprio sito internet, una scheda di sintesi sulle Nuove Pensioni, come previste dal Decreto Monti.

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