Archivi giornalieri: 20 dicembre 2011

Notizie manovra 2011

 

 Ottavio Di Loreto
Molti dei messaggi che mi pervengono mettono in evidenza la situazione angosciante di coloro che hanno perso il lavoro e non possono rientrare nella deroga di cui al comma 14 dell’articolo 24 in quanto non percepiscono “ammortizzatori sociali” né hanno chiesto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria della contribuzione in quanto non ne avevano bisogno e sono in attesa dell’età per acquisire il diritto alla pensione che ora se la vedono spostare in avanti anche di molti anni.
 
Riporto di seguito il testo di un OdG presentato da rappresentanti di PD, PDL, UDC, e altri.
 
Colgo l’occasione per informare tutte le lavoratrici (dipendenti e autonome) che, fino all’anno 2015, possono utilizzare (valutandone gli effetti economici) le disposizioni di cui al comma 9 della legge n. 243/2004.
 
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 La Camera,
   premesso che:
    una parte consistente degli effetti finanziari attesi dalle disposizioni del presente provvedimento sono riconducibili alle misure relative alla materia previdenziale che, con il passaggio immediato e generalizzato al sistema contributivo, rappresenta un cambiamento strutturale e si auspica definitivo delle regole pensionistiche;
    l’ampiezza della portata della riforma e la complessità della realtà lavorativa del nostro sistema economico, nonché della legislazione in materia lavoristica impongono un’attenta verifica degli effetti diretti e indiretti che le nuove proposte possono produrre sulla condizione dei lavoratori destinatari dei provvedimenti in questione;
    in particolare, le disposizioni di cui all’articolo 24 comma 14 e 15 prevedono un regime di deroga all’applicazione del nuovo regime pensionistico solo ad alcune categorie di lavoratori che abbiano acceduto a procedimenti di allontanamento dal lavoro secondo procedure negoziate collettivamente o per i quali siano già stati attivati gli opportuni ammortizzatori sociali;
    da tale sistema di deroghe risulterebbero, pertanto, esclusi proprio quei lavoratori più deboli che, operando nelle imprese di più piccole dimensioni, per un verso non possono accedere al sistema degli ammortizzatori sociali e, per l’altro, spesso hanno convenuto con il proprio datore di lavoro la risoluzione del rapporto di lavoro in vista, a legislazione vigente, di un prossimo accesso al trattamento pensionistico;
come si vede si tratta di una fattispecie non solo analogicamente riconducibile a quelle già affrontate nella disposizione citata, ma finanche in esse ricompresa nella sostanza, anche se non nella forma;
situazione non particolarmente differente riguarda i così detti «esodati» o i «sovranumerari» e i dipendenti delle aziende fallite o in procedura di fallimento;
    appare opportuno intervenire per colmare siffatta lacuna per evidenti motivi di equità e di correttezza nei rapporti fra datore di lavoro e lavoratore che hanno sottoscritto un’intesa sulla base di un quadro legislativo che, oggi modificato, rischierebbe di sottrarre all’interessato qualunque fonte di reddito anche per sei anni consecutivi;
    se dovessero essere confermate le previsioni di recessione formulate da autorevoli centri studi, quale quello di Confindustria, peraltro confermate dallo stesso Ministro dello sviluppo economico, le già difficili prospettive occupazionali rischiano di aggravarsi ulteriormente, aumentando il numero dei lavoratori disoccupati e precludendo ogni residua possibilità di ricollocazione dei lavoratori che avessero convenuto il licenziamento in vista di un prossimo collocamento in pensione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di un’integrazione della disciplina delle deroghe per l’applicazione del nuovo sistema pensionistico che tenga conto della particolare condizione di quei lavoratori di cui in premessa che, pur con un’età anagrafica prossima ai previgenti limiti per l’accesso alla pensione, rischiano di trovarsi senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e con la prospettiva di dover attendere ancora molti anni per poter accedere alla pensione.
9/4829/163. Gnecchi, Damiano, Moffa, Antonino Foti, Poli.

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La Camera ha approvato l’OdG ma la norma non è stata modificata anche se la Ministra Fornero, nell’audizione nella Commissione lavoro, ha garantito l’impegno affinché nessuno rimanga senza lavoro, senza ammortizzatore sociale o pensione.

Occorre insistere verso il Senato affinché si ottengano le modifiche necessarie anche sostenendo le azioni dei Sindacati. Non serve sollecitare me o i Sindacati: siamo sufficientemente consapevoli ma le modifiche può farlo soltanto il Parlamento.

Alcuni di voi mi hanno segnalato di aver già scritto ad alcuni Senatori; credo sia utile scrivere a TUTTI i Senatori per far conoscere gli effetti che produce il provvedimento se non verrà adeguatamente corretto.

Riporto l’inizio di un messaggio inviato da uno di Voi:

Pregiatissimo Senatore,
anche se hai delegato il lavoro sporco ai “tecnici” l’ultima parola ora spetta a te, …..

 

Ottavio Di Loreto
L’esperto risponde
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