In Italia 2,3 milioni i collaboratori domestici

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La ricerca della Filcams-Cgil

Le famiglie italiane spendono per colf, badanti e baby sitter oltre 26 miliardi l’anno. E’ questa la stima “prudenziale” contenuta in una ricerca effettuata dalla Filcams-Cgil e presentata al Cnel. Secondo la Filcams, infatti, circa 3,7 milioni di famiglie (il 15 per cento del totale) si avvalgono di un aiuto esterno per l’assistenza familiare per un totale di 2,3 milioni di collaboratori domestici (molti di loro lavorano in più famiglie).

La stima di spesa complessiva – secondo la ricerca fatta in collaborazione con Asn, Associazione Servizi Nuovi, varia tra i 26,4 e i 34,4 miliardi l’anno a seconda dell’ipotesi che si fa del costo per il lavoratore (tra gli 11.500 e i 15.000 euro per anno). E’ infatti difficile verificare esattamente quanto spende ogni famiglia per l’alto tasso di irregolarità esistente nel settore (il 71,12 per cento dei 2.297.000 lavoratori stimati nel settore).

Il lavoro di assistenza familiare, inoltre, è prevalentemente svolto da stranieri con 1.579.000 occupati stimati ma gli italiani (le italiane in gran parte) mantengono una larga fascia di occupazione con 718.000 colf, badanti e baby sitter. Per gli italiani è più alto il tasso di irregolarità (l’80 per cento del totale) mentre per gli stranieri, anche grazie alla sanatoria e alla necessità di un lavoro regolare per il permesso di soggiorno, il lavoro in nero riguarda il 67 per cento dei lavoratori.

In particolare la Filcams Cgil denuncia la scarsità di risorse pubbliche per attivare servizi alla persona. “Sono pari a 7,7 miliardi – sottolinea la ricerca – mentre quelle sostenute dalle famiglie sono pari a un minimo di 26 miliardi. Anche se si considera l’assistenza pubblica erogata con assegni economici pari a 17 miliardi, almeno in parte destinate dai beneficiari in attivazione di servizi di collaborazione domestica, è evidente che l’onere maggiore per i servizi di cura è  a carico delle famiglie”.

E’ chiaro che sono in prevalenza le famiglie delle classi medie che usufruiscono dei servizi di collaborazione domestica (il 55,8 per cento di coloro che hanno oltre 1.400 euro di reddito mensile hanno una qualche forma di collaborazione mentre solo il 3,2 per cento di coloro che possono contare su 600 euro) mostrando una elevata elasticità di questa domanda di servizio rispetto al reddito.

Bisogna però considerare l’elevato incremento atteso per il lavoro di cura degli anziani. Nel 2015 gli italiani con oltre 65 anni saranno 13,2 milioni pari al 21,5 per cento della popolazione e si stima che 2,7 milioni di questi avranno problemi legati alla non autosufficienza e avranno bisogno di assistenza. Una parte consistente di questo lavoro è ancora a carico delle donne della famiglia. “Condizione dirimente per la crescita dell’occupazione femminile – sottolinea la ricerca – come attestano tutte le esperienze avanzate in Italia e in Europa, è il passaggio dall’esclusiva auto-produzione familiare alla presenza di adeguati servizi di supporto. E anche il riequilibrio fra uomini e donne nel lavoro domestico che in Italia procede molto lentamente (un quarto della giornata per la donna a fronte dell’8 per cento del tempo per l’uomo) può affermarsi più speditamente se si allarga la disponibilità di servizi”.

rassegna.it

In Italia 2,3 milioni i collaboratori domesticiultima modifica: 2011-04-16T10:44:35+02:00da vitegabry
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