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L’INPS ha dettato le istruzioni necessarie per l’utilizzo dei buoni lavoro da parte dell’impresa familiare operante nei settori del commercio, del turismo e dei servizi.
Restano invariate le istruzioni riguardanti gli obblighi nei confronti dell’INAIL.
La contribuzione a favore dell’INPS è pari al 33%, quella a favore dell’INAIL al 4%, mentre un’ulteriore quota pari al 5% è dovuta per la gestione del servizio.
Banca Centrale Europea: variazione tasso di riferimento– Data pubblicazione: 05/06/2009 | |||
A decorrere dal 13 maggio 2009, la Banca Centrale Europea ha fissato nella misura dell’1% il nuovo tasso ufficiale di riferimento da utilizzare per la determinazione del tasso di differimento e di dilazione da applicare ai debiti contributivi dovuti agli enti di previdenza. Gli interessi di dilazione e di differimento, sempre a partire dal 13 maggio, saranno quindi calcolati applicando l’aliquota del 7%. La modifica produce effetti anche nei confronti delle somme aggiuntive per ritardato od omesso versamento dei contributi, come descritto nella . |
Manca ormai pochissimo alle elezioni. Pubblichiamo alcuni articoli per parlare agli indecisi. A chi è invece convinto di votare per la lista comunista e anticapitalista (Prc-Pdci-Socialismo 2000), ci permettiamo di chiedere di fare tutto il possibile anche nelle ultimissime ore per portare altri voti. Un consiglio pratico: appuntiamoci un elenco di possibili elettori della lista comunista, amici, parenti, colleghi di lavoro, coinquilini. E poi chiamiamoli uno per uno o andiamoli a trovare. Con chi non riusciamo a parlare mandiamo un sms: vota e fai votare la FALCE E MARTELLO con scritto: RIFONDAZIONE e COMUNISTI ITALIANI. Ogni voto conquistato potrebbe essere quello decisivo per superare l’infame 4% !
ALL’APPELLO PER LA LISTA COMUNISTA (PRIMO FIRMATARIO INGRAO) SI AGGIUNGONO MOLTI ALTRI NOMI.
“Sto dalla parte dei miei cugini comunisti”: con queste parole l’attore Paolo Rossi
, impegnato in questi giorni a Milano con lo spettacolo “Le guerre per il frutto del peccato”, motiva la sua adesione all’appello “Se sei di sinistra, dillo forte” che vede per primo firmatario Pietro Ingrao e poi oltre 200 esponenti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della società civile e del mondo del lavoro che alle prossime elezioni europee voteranno per la Lista comunista e anticapitalista formata da Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti.
Anche il maestro, regista di tanti film che hanno fatto la storia del cinema italiano, Mario Monicelli ha dichiarato il suo voto alla Lista comunista e anticapitalista.
Tra le altre, tantissime, adesioni all’appello “Se sei di sinistra dillo forte” che stanno arrivando in queste ore si segnalano quelle del pittore Franco Mulas, di Marino Severini della rock band dei Gang, del designer e cartonista Enzo Apicella.
Tutti nomi che vanno ad aggiungersi, oltre che a quello del primo firmatario dell’appello, Pietro Ingrao, a quelli di molti altri, tra i quali il fisico Carlo Bernardini, lo psichiatra Luigi Cancrini, lo scrittore Massimo Carlotto, don Franzoni e don Gallo, il costituzionalista Gianni Ferrara, il cantante e attore Massimo Ranieri, il poeta Edoardo Sanguineti, il disegnatore Vauro e altri 200 nomi.
Come urlare per l’unità dei comunisti e poi fare concretamente il suo contrario |
Autore: Leonardo Masella Testata/Fonte: redazione del 01/06/2009 Risposta al compagno Grondona
Il compagno Stefano Grondona, ex-segretario del Pdci di Bologna, oggi semplice iscritto del Pdci di Bologna e assessore nel Comune di Ozzano Emilia e sostenitore di una lista non comunista (la lista di Bifo) in Provincia e nel Comune di Bologna, ha scritto sulla mia bacheca di Facebook il seguente messaggio: “E’ necessario un unico forte Partito Comunista alternativo al Pd, non governista, autonomo, che sia il punto di riferimento di tutta la Sinistra”. Poiché se rispondessi attraverso i “commenti” di Facebook, sarei troppo sintetico per fare capire concetti un po’ complicati, ho pensato di scrivere una nota e poi di taggarla a Stefano. Caro Stefano, ti ringrazio per l’attenzione che mi dedichi scrivendo sulla mia bacheca. Ti rispondo, così approfitto per chiarire brevemente il mio pensiero. Un cordiale saluto. Leonardo Masella |
Trovi articoli sullo stesso argomento in: Lavoro » Assenza dal lavoro I giorni di permesso sono considerati giornate di lavoroAssenza giustificata dal lavoro per chi partecipa alle operazioni elettorali. I dipendenti nominati presidente, segretario, scrutatore o rappresentante di lista presso seggi in occasione di una consultazione elettorale (compresi referendum ed elezioni europee) hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e scrutinio.
Il diritto ai permessi elettoraliIl diritto è riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti nominati scrutatore, segretario, presidente, rappresentante di lista o di gruppo presso seggi elettorali, in occasione di qualsiasi tipo di consultazione, compresi i referendum e le elezioni europee. Il diritto si concreta nella possibilità di assentarsi dal lavoro per il periodo corrispondente alla durata delle operazioni elettorali (di voto e di scrutinio). I giorni di assenza vengono considerati dalla legge, a tutti gli effetti, giornate di attività lavorativa: i giorni lavorativi passati al seggio sono, dunque, retribuiti come se il lavoratore avesse normalmente lavorato. I giorni festivi e quelli non lavorativi, invece (l’ipotesi ricorrente è la domenica, nonché il sabato per le imprese che applicano la settimana lavorativa cosiddetta corta), sono recuperati con una giornata di riposo compensativo; oppure possono essere compensati con quote giornaliere di retribuzione in aggiunta alla retribuzione normalmente percepita. Un eventuale rinuncia al riposo deve comunque essere validamente accettata dal lavoratore. In base ai principi in tema di riposo settimanale il riposo compensativo deve essere goduto con immediatezza, cioè subito dopo la fine delle operazioni svolte al seggio. In base alla sentenza della Cassazione del 19 settembre 2001 n. 11830, anche se l’attività prestata per lo svolgimento delle operazioni elettorali copre soltanto una parte della giornata, l’assenza è legittima per tutto il giorno lavorativo che, quindi, deve essere retribuito interamente. Le assenze per permessi elettorali devono essere giustificate dal lavoratore mediante esibizione al proprio datore di lavoro di idonea documentazione. La settimana cortaL’impresa che attua, ai fini lavorativi, la cosiddetta settimana corta ha un orario settimanale di lavoro articolato da lunedì a venerdì; sabato è una giornata non lavorativa e domenica è festivo. I giorni trascorsi al seggio dovranno essere considerati nel modo seguente:
Se le operazioni terminano entro le ore 24 del lunedì, il lavoratore fruirà dei riposi compensativi che gli spettano per le giornate di sabato e domenica nei giorni di martedì e mercoledì; ove, invece, le operazioni terminano nelle prime ore di martedì mattina, il lavoratore fruirà dei riposi compensativi nei giorni di mercoledì e giovedì. La settimana lungaL’impresa che attua, ai fini lavorativi, la settimana lunga ha l’orario settimanale di lavoro articolato da lunedì a sabato; resta, dunque, soltanto la domenica come giornata festiva. I giorni trascorsi al seggio dovranno essere considerati nel modo seguente:
Se le operazioni terminano entro le ore 24 del lunedì, il lavoratore fruirà del riposo compensativo che gli spetta per la giornate di domenica il martedì; ove, invece, le operazioni terminano nelle prime ore di martedì mattina, il lavoratore fruirà del riposo compensativo il mercoledì. Lavoratori pubblici più tutelatiLa necessità di assentarsi dal lavoro può presentarsi anche solamente per adempiere al diritto-dovere di esprimere il voto. Il caso ricorrente è quello dei lavoratori con residenza in un comune diverso (e lontano) da quello di esercizio dell’attività lavorativa. In materia, vigono diverse regole a seconda che si tratti di lavoratori del settore pubblico o privato. Lavoratori del settore privatoNon esistono norme di legge specifiche in merito ai lavoratori del settore privato che devono recarsi a votare in comuni diversi, anche a considerevole distanza, da quello in cui svolgono l’attività lavorativa. Tuttavia, è pacifico il diritto del lavoratore a chiedere e ottenere permessi non retribuiti per raggiungere il proprio comune di residenza con i mezzi di trasporto ordinari (treno, aereo, nave). Il lavoratore avrà cura, in tal caso, di presentare al proprio datore di lavoro la tessera elettorale, timbrata dalla sezione, che attesti l’avvenuto esercizio del diritto di voto. Lavoratori del settore pubblicoLa concessione del permesso retribuito per recarsi a votare in comune diverso da quello della sede di servizio, ai sensi dell’articolo 118 del dpr n. 361/1957, è previsto soltanto nell’ipotesi in cui il lavoratore risulti trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni. In tal caso, il lavoratore anche se ha provveduto nel prescritto termine di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, risulta che non ha ancora ottenuto l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio. Se spetta, il permesso retribuito per l’esercizio del diritto di voto sarà di:
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