Referendum

 

Il referendum truffaldino e il Pd

di Francesco Casula

Con il referendum spazzeremo via la legge “porcata”. Così pontificò Segni. Ma si tratta di una colossale bugia. Il referendum non prevede la liquidazione dell’attuale legge elettorale -soprannominata aulicamente “porcata” dal leghista Calderoli- bensì la vuole rafforzare, segnatamente negli aspetti più “porceddini”: rimarrebbe infatti intatta la parte che attiene agli sbarramenti e a quella che non prevede la possibilità per l’elettore di esprimere la sua preferenza per i candidati. E dunque i parlamentari continuerebbero ad essere “nominati” dai gerarchi dei Partiti, esautorando di qualsiasi decisione il popolo “sovrano” e introducendo surrettiziamente il bipartitismo. Ma c’è di più: l’unica modifica sostanziale dei referendari peggiorerebbe ancor più la legge. Si prevede infatti che il premio di maggioranza non venga più assegnato alla lista o alla coalizione ma semplicemente alla sola lista che abbia il maggior numero di voti: a prescindere dalla quantità. Per cui potrebbe succedere che un Partito che ottiene il 20/25% di voti –ma in teoria anche meno- abbia diritto di avere il 55% dei parlamentari! Cancellando così qualunque criterio di rappresentanza. Così come la Legge “Acerbo” del 1923, che per consolidare definitivamente il fascismo, decapitando le opposizioni parlamentari, e per accrescere il potere esecutivo, assegnava 2/3 dei seggi alla Camera, alla lista che avesse ottenuto più voti. O come l’altra legge, ugualmente ispirata al principio maggioritario, del 1953, quando De Gasperi, per garantire alla DC e ai suoi alleati una maggioranza in grado di mantenere la stabilità governativa su una linea centrista, fece approvare in Parlamento una legge che assegnava il 65% dei seggi alla Camera, al partito o al gruppo di partiti che avessero raggiunto il 50% più uno dei voti. I risultati elettorali impedirono lo scatto di quella legge (i quattro partiti di centro, apparentati, ottennero solo il 49,85% dei voti)  ma i partiti di sinistra la battezzarono ugualmente legge-truffa. Ebbene oggi, la parte maggioritaria dei nipotini di quella sinistra che allora innalzò le barricate contro De Gasperi, pare disponibile a votare un referendum che legittimerebbe una legge centomila volte più truffaldina di quella del 1953. Meno male che ci penseranno gli elettori, facendolo fallire con l’astensionismo attivo e di massa, a seppellirlo.

Referendumultima modifica: 2009-06-16T10:22:00+02:00da vitegabry
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