Nessuno è escluso
· All’Angelus il Papa ricorda che la bontà di Dio non ha confini e non discrimina ·
13 ottobre 2014
La bontà di Dio «non ha confini e non discrimina nessuno». Per questo il regno di Dio — ha ammonito Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 ottobre — non può essere racchiuso «nei confini della nostra “chiesetta piccoletta”» ma deve «dilatare la Chiesa» spalancando le sue frontiere a tutti gli uomini. Unica condizione per entrarvi è quella di «indossare l’abito nuziale, cioè testimoniare la carità verso Dio e verso il prossimo».
La riflessione del Pontefice ha preso spunto dalla parabola del banchetto di nozze narrata dal Vangelo di Matteo (22, 1-14). La sala disertata dai primi invitati, ha ricordato in proposito Francesco, «si riempie di “esclusi”» e tra loro c’è «gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi». Così «il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori».
Questo fa capire che «il banchetto dei doni del Signore è universale». A tutti infatti «è data la possibilità di rispondere al suo invito, alla sua chiamata; nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva». Da qui l’invito del Papa «a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei». Un atteggiamento che non appartiene al vero cristiano, chiamato invece ad aprirsi «alle periferie» e a riconoscere che «anche chi sta ai margini, addirittura colui che è rigettato e disprezzato dalla società è oggetto della generosità di Dio».
Prima dell’Angelus — durante il quale il Pontefice ha invitato i fedeli riuniti in piazza San Pietro a pregare per le vittime della devastante alluvione che ha colpito in questi giorni Genova — ha avuto luogo nella basilica vaticana la messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente di due santi canadesi, il vescovo Francesco de Laval e Maria dell’Incarnazione Guyart Martin. All’omelia Papa Francesco ha invitato in particolare a «fare memoria dei testimoni, dei missionari della fede», rivolgendo il suo pensiero ai tanti uomini e donne che ancora oggi finiscono «uccisi, assassinati» lontano dalla loro casa.
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