Archivi giornalieri: 9 novembre 2023

Il cardinal Silvestrini e lo spazio del dialogo

Il cardinal Silvestrini e lo spazio del dialogo

 
Papa Francesco e il cardinal Achille Silvestrini

Foto © VaticanMedia

Ricorre quest’anno il centenario della nascita del cardinale Achille Silvestrini (Brisighella 25 ottobre 1923 – Città del Vaticano, 29 agosto 2019). Il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, nella relazione introduttiva all’’incontro, “Il cardinale Achille Silvestrini, uomo del dialogo” che si è svolto il 27 ottobre in Campidoglio, con la presenza del presidente Sergio Mattarella, così lo ha ricordato: “Il cardinale Silvestrini è stato un artefice dello spirito di Helsinki e dell’apporto ad esso dato dalla Santa Sede che vide nella Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE), conclusa nel 1975 nella capitale finlandese, un’azione capace di colmare la spaccatura che divideva le due Europe, ma anche sulla base delle comuni radici cristiane, di realizzare un incontro e una reale unità del continente”.

“Non ha mai pensato che la Chiesa dovesse cedere sui valori, ma che la Chiesa dovesse sperare e avere fiducia che nonostante tutto anche nelle posizioni più rigide di ideologia e di pregiudizio c‘era uno spazio per un possibile dialogo onesto sulle cose. L’aveva detto Paolo VI, che sorresse sempre Casaroli in questo sforzo, ‘un dialogo onesto sulle cose’. Le cose significavano la libertà della Chiesa, significava la possibilità di nominare i vescovi da parte del Papa, significava in tanti modi dare respiro alla Chiesa in modo che potesse durare nella sua missione. In attesa, ecco sempre questo è stato il suo discorso. Quando? Certo, neanche lui pensava che ad un certo punto il comunismo poi crollasse, come è crollato. Lui però pensava che qualcosa cambiasse, cambiasse negli uomini soprattutto, che gli uomini muovessero le istituzioni. Questo è stato il suo grande atto di fiducia”.

Nella ricorrenza del centenario è stata fondata l’Associazione culturale Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace, iscritta al Registro unico nazionale del Terzo Settore, presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, della quale mi onoro di essere uno dei soci fondatori e il responsabile culturale. Siamo stati spinti dall’idea che il cardinale Achille Silvestrini, nel corso del suo pluridecennale servizio nella Santa Sede, nel suo intenso ministero sacerdotale sia con la Comunità Domenico Tardini, da lui fondata e animata, sia con tanti interlocutori, uomini e donne, del mondo dell’università, dell’arte, della comunicazione e della politica e dell’economia, ha insegnato e testimoniato i valori dell’ascolto, del dialogo, della pace e della cultura del servizio, nutriti dal Vangelo.

Ogni anno L’Associazione si prefigge di assegnare il Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace a una personalità internazionale che, in campi diversi, abbia operato e testimoniato per l’affermazione e la diffusione della cultura del dialogo e della pace delle preziose indicazioni al riguardo. Si prefigge anche, dal 2024, di assegnare, dopo un diffuso bando nazionale, un premio in denaro a un libro o a un film, fiction o documentario, giudicato di particolare valore, sempre sul tema del dialogo e della pace.

Nel corrente anno, centenario della sua nascita, interloquendo con il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, il premio è stato assegnato al presidente emerito della Colombia, Juan Manuel Santos, premio Nobel per la pace, per avere, dopo un faticoso e fruttuoso dialogo, raggiunto un accordo di pace con le Forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC), avviando la pacificazione del grande paese latinoamericano.

Si legge nella motivazione dell’assegnazione del premio: “In questi tempi terribili in cui assistiamo sgomenti a nuova guerra mondiale a pezzi, della quale parla Papa Francesco, il Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace, nel centenario della sua nascita, è assegnato al presidente Santos, condividendo la sua idea che non si può vincere con le armi e che occorre sempre vedere anche nel nemico un essere umano con il quale si può e si deve dialogare. Senza umanità, giustizia e misericordia, i giorni della pace non sono mai vicini”.

La cerimonia della consegna del premio – è pervenuto anche un caloroso messaggio del presidente Mattarella – si è svolta, il 20 ottobre, a Villa Nazareth, la prestigiosa istituzione formativa fondata nel dopoguerra dal cardinale Domenico Tardini, segretario di Stato di Giovanni XXIII. Villa Nazareth è oggi un collegio universitario di merito, con riconoscimento e finanziamento ministeriale, che segue negli studi, a titolo gratuito, studenti universitari di famiglie povere, con ottimo curriculo di studi. Villa Nazareth, negli anni Ottanta, è stata rifondata, diretta e animata dal cardinale Silvestrini, che di Tardini era stato collaboratore e, come lui è stato, per molti anni, al vertice del Consiglio degli Affari pubblici della Chiesa, il responsabile della politica internazionale della Santa Sede, durante il pontificato di Paolo VI e di Giovanni Paolo II.

In stretta collaborazione e in grande sintonia con il cardinale Agostino Casaroli, ha dato un personale e decisivo contributo all’ideazione e conduzione dell’Ostpolitik vaticana. In un’intervista a Emilio Vinciguerra del Gr-Uno, del 9 giugno 1998, ricordando il cardinale Casaroli, dopo la notizia della sua scomparsa, ma, in fondo parlando anche di sé stesso, ha dichiarato a proposito della Ostpolitk della santa Sede: “Cominciò nel 1963, negli ultimi mesi della vita di Papa Giovanni andando in Ungheria, poi in Cecoslovacchia ad intessere quel difficile, allora sembrava impossibile, dialogo con i regimi dell’Est Europeo. Un dialogo che gli è costato non solo fatica ma anche incomprensioni, perché era ritenuto illusorio e che, invece, egli ha condotto con grande dignità e fermezza. Non ha mai pensato che la Chiesa dovesse cedere sui valori, ma che la Chiesa dovesse sperare ed avere fiducia che nonostante tutto anche nelle posizioni più rigide di ideologia e di pregiudizio c‘era uno spazio per un possibile dialogo onesto sulle cose. L’aveva detto Paolo VI, che sorresse sempre Casaroli in questo sforzo, ‘un dialogo onesto sulle cose’. Le cose significavano la libertà della Chiesa, significava la possibilità di nominare i vescovi da parte del Papa, significava in tanti modi dare respiro alla Chiesa in modo che potesse durare nella sua missione. In attesa, ecco sempre questo è stato il suo discorso. Quando? Certo, neanche lui pensava che ad un certo punto il comunismo poi crollasse, come è crollato. Lui però pensava che qualcosa cambiasse, cambiasse negli uomini soprattutto, che gli uomini muovessero le istituzioni. Questo è stato il suo grande atto di fiducia”.

Silvestrini ha partecipato, con generale apprezzamento, alle lunghe trattative della Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa (CSCE), più nota come Conferenza di Helsinki. La Santa Sede, per la prima volta dopo il Congresso di Vienna, partecipava a una conferenza internazionale, pleno jure, assieme ai delegati di ben di 35 Stati dell’Europa occidentale e orientale e, in più, gli Stati Uniti e il Canada. L’Atto finale della Conferenza di Helsinki, pur non essendo vincolante, conteneva una serie di principi politici che avrebbero impegnato gli Stati nei loro reciproci rapporti e nei confronti dei propri cittadini.

L’aderenza agli impegni dell’Atto finale, il rispetto dei suoi principi e il controllo reciproco degli Stati avrebbero consentito di garantire la pace e la sicurezza nel continente e, come effettivamente sarebbe avvenuto ben oltre le aspettative, avrebbero creato gradualmente le condizioni di fiducia reciproca necessarie alla distensione e alla fine della Guerra fredda.

L’Atto finale era diviso in tre parti, i cosiddetti Cesti. Il primo conteneva la Dichiarazione dei principi base che avrebbero regolato la vita internazionale europea: l’uguaglianza sovrana, l’astensione dall’uso della forza, l’inviolabilità delle frontiere, l’integrità territoriale, il regime pacifico delle controversie, il non intervento negli affari interni, il rispetto dei diritti dell’uomo, l’autodeterminazione dei popoli, la cooperazione tra gli Stati e la buona fede.

Esso prevedeva, inoltre, misure di cooperazione per la sicurezza politico-militare. Il secondo conteneva misure di cooperazione in campo economico, scientifico e ambientale. Il terzo riguardava la cooperazione soprattutto in tema di diritti umani e questioni umanitarie.
Silvestrini, intervenendo a Madrid, il 13 novembre del 1980, a una delle riunioni di verifica dell’attuazione dell’Atto finale, così ne riassumeva il senso e le finalità: “Il significato dell’Atto finale non consisteva quindi solo nella volontà di superare contrapposizioni passate, ma ancor più nel tentativo di creare i presupposti di un processo dinamico di rapporti più intensivi, avvicinando le nazioni fra loro, e facendole cooperare alla realizzazione di alcuni valori fondamentali nella loro vita e nei rapporti internazionali”.

La CSCE era concepita come una conferenza multilaterale permanente che si sarebbe basata sull’Atto finale di Helsinki e che avrebbe costituito una sede di dialogo, di verifica sull’osservanza degli impegni presi. Silvestrini ha dato un indubbio, personale, contributo al riconoscimento solenne della libertà religiosa, intesa non solo come personale libertà di coscienza ma anche di pratica comunitaria della propria fede, divenendo in tal modo una sorta di cartina di tornasole delle libertà tutte.

Per tutto il decennio degli anni Novanta, il cardinale Silvestrini, come prefetto della Congrega­zione per le Chiese Orientali, si è confrontato con la loro grande ricchezza spirituale e liturgica e la complessa e spesso drammatica realtà sociale e politica dei Paesi in cui esse erano maggiormente presenti, dall’Europa orientale al Medioriente, al Corno d’Africa, all’India, colpiti nel corso della loro travagliata storia da guerre e conflitti.

Durante la crisi che portò, nel gennaio del 1991, alla Prima guerra del Golfo, il cardinale Silvestrini compì una coraggiosa missione a Bagdad, incontrando Saddam Hussein e, interloquendo soprattutto con Tarek Aziz, il vice primo ministro cristiano del governo irakeno, per tentare di evitare il sanguinoso conflitto con gli Stati Uniti e i loro alleati. Un conflitto foriero e anticipatore di quello ben più vasto e duraturo, che Papa Francesco ha definito “una terza guerra mondiale combattuta a pezzi”.

In uno scritto del 1981 del cardinale Achille Silvestrini si legge: “La pace si costruisce non su interessi effimeri ma su beni reali e stabili, che hanno sorgente nei valori dello spirito”.

Premio Smartphone d’oro 2023: candidata video guida su Assegno unico

 
 
 

Premio Smartphone d’oro 2023: candidata video guida su Assegno unico

Per il Premio Smartphone d’oro 2023, la Direzione centrale Comunicazione INPS ha candidato lo spot di lancio del servizio di video guida personalizzata e interattiva per genitori con pagamento o domanda di Assegno unico e universale bloccati.

Il servizio è stato rilasciato a maggio 2023 nell’ambito del progetto PNRR “Sistema di comunicazione organizzativa personalizzato per gli utenti”.

Il Premio Smartphone d’oro, ideato e gestito dall’Associazione PA Social, che associa i social media manager e i comunicatori delle PA, è rivolto a pubbliche amministrazioni, aziende pubbliche, partecipate e utilities che operano su tutto il territorio nazionale. Nel 2022 l’INPS ha ricevuto il Premio per la video guida interattiva per neopensionati.

Si possono candidare progetti realizzati sul web, sui social, mediante chat, metaverso e intelligenza artificiale per la comunicazione e l’informazione, i servizi, il dialogo e l’interazione con i cittadini.

La giuria scientifica, composta da esponenti del mondo del giornalismo, della comunicazione, del digitale e dell’innovazione, ha già valutato le candidature arrivate quest’anno con una sessione dedicata, a ottobre. Dal 6 al 21 novembre è prevista la votazione della giuria popolare: tutti i cittadini potranno esaminare le candidature e votare scaricando l’app PA Social da Google Play, dopo essersi registrati con il sistema blockchain.

Il 29 novembre saranno premiate le campagne e le iniziative che avranno ricevuto il punteggio più alto, sommando il voto della giuria scientifica e di quella popolare.

COME VOTARE LA VIDEO GUIDA INPS

Per votare bisogna accedere a questa pagina e poi:

  • cliccare su “Continua al voto”;
  • selezionare la video guida sull’Assegno unico dell’INPS (n. 13 in elenco);
  • inserire in fondo alla pagina i propri dati;
  • cliccare su “Vota”.

Spot di lancio candidato da votare nell’App PA Social

Pagina informativa sulla campagna pubblicata nel portale INPS

Fondo servizi ambientali: ammortizzatori sociali

Fondo servizi ambientali: ammortizzatori sociali

Adeguamento della disciplina del Fondo bilaterale di solidarietà per i servizi ambientali alla disciplina degli ammortizzatori sociali.

Pubblicazione: 8 novembre 2023

Il decreto interministeriale del 29 settembre 2023 ha adeguato la disciplina del Fondo bilaterale di solidarietà per il sostegno del reddito del personale del settore dei servizi ambientali alla disciplina degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.

Il messaggio 7 novembre 2023, n. 3901 fornisce le prime indicazioni sulle novità normative, in particolare sui beneficiari degli interventi del Fondo e sul contributo ordinario di finanziamento dovuto.

Le novità normative entrano in vigore dall’11 novembre 2023.

Dedicazione della Basilica Lateranense

 

Dedicazione della Basilica Lateranense


Nome: Dedicazione della Basilica Lateranense
Titolo: Dedicazione a San Giovanni Battista
Ricorrenza: 9 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa
 

Fino dall’antichità più remota si solevano consacrare a Dio con particolare solennità i luoghi destinati al culto divino. È un fatto questo che si verifica nella storia di tutti i popoli, ma specialmente in quella del popolo d’Israele. Tutti infatti sanno quale fosse la magnificenza e la ricchezza del tempio di Gerusalemme, e con quale pompa il re Salomone lo abbia fatto consacrare a Dio.

Anche la Chiesa di Cristo ebbe fin dai suoi mai i luoghi dedicati al culto; ai tempi della predicazione apostolica, non erano che semplici stanze, ma in seguito si costruirono vere chiese.

Quando l’imperatore Costantino il Grande, dopo la vittoria riportata su Massenzio, diede piena libertà ai seguaci del Vangelo (313), questi non risparmiarono fatiche e spese per edificare al Signore templi sontuosi, e numerose furono le chiese che vennero fabbricate in quei tempi. Lo stesso imperatore ne diede l’esempio facendo costruire sul monte Celio a Roma, sul luogo dell’antico Palazzo Laterano, una magnifica basilica che fece dedicare al SS. Salvatore. In essa fu edificata una cappella dedicata a S. Giovanni Battista che serviva di battistero, donde il nome di S. Giovanni in Laterano dato dai Cristiani a quella chiesa. Il Pontefice S. Silvestro la consacrò solennemente il giorno 9 novembre e stabilì che le cerimonie da lui seguite in quella circostanza fossero quelle con cui i cattolici avrebbero dovuto in seguito consacrare i loro templi.

La basilica del SS. Salvatore, sia per la sua magnificenza, sia per essere stata in antico la residenza dei Sommi Pontefici, fu sempre considerata dai cristiani come la principale, la madre di tutte le chiese del mondo, e perciò, sola fra tutte, viene anche designata con il titolo di arcibasffica. Fin dai tempi di S. Leone Magno la officiava una collegiata di canonici regolari: oggi ai canonici regolari furono sostituiti canonici secolari col titolo di prelati.

Sebbene il Pontefice S. Silvestro avesse ordinato che gli altari nelle chiese dovessero essere di pietra, tuttavia noi troviamo in questa basilica un altare di legno. Ciò non deve far meraviglia poichè fino al tempo di S. Silvestro i cristiani solevano celebrare il Santo Sacrificio su altari portatili di legno. L’altare inoltre che fu collocato nella basilica lateranense era quello che ordinariamente era servito ai Sommi Pontefici nella celebrazione dei Divini Misteri, ed è tradizione che su quel medesimo avesse celebrato lo stesso Principe degli Apostoli. Per questo venne posto in quella chiesa e fu nel medesimo tempo ordinato che nessuno, all’infuori del Papa, potesse su di esso celebrare il Santo Sacrificio.

La basilica del SS. Salvatore, più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l’ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l’anno 1724. Fu in quest’occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa che oggi celebriamo.

PRATICA. Diportiamoci con sommo rispetto nella casa del Signore, ricordando le parole del Divin Maestro: « La mia casa è casa d’orazione ».

PREGHIERA. O Dio, che annualmente rinnovi il giorno della consacrazione di questo santo tempio, e per la virtù dei sacri misteri ci conservi incolumi, ascolta la preghiera del tuo popolo, e fa’ che chiunque entrerà in questo tempio per domandarti favori, si rallegri nel vedere attuati i suoi desideri.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della dedicazione della basilica Lateranense, costruita dall’imperatore Costantino in onore di Cristo Salvatore come sede dei vescovi di Roma, la cui annuale celebrazione in tutta la Chiesa latina è segno dell’amore e dell’unità con il Romano Pontefice

Scopriamo la splendida basilica

San Giovanni

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