Archivi giornalieri: 20 novembre 2023
Intervento del Presidente della Repubblica
Roma, 18/11/2023 (II mandato)
Non svolgerò considerazioni aggiuntive a quelle di così grande significato, che abbiamo ascoltato, dei Ministri, della Presidente del CNR, dei due preziosi dialoghi, per i quali ringrazio molto.
Mi limito soltanto a seguire l’impulso di non poter lasciare questa Sala senza esprimere un ringraziamento per quello che fa il CNR nel nostro Paese.
Mi colpisce la scritta che vi è lassù: “La Ricerca venuta dal futuro”. È quello, in realtà, che ha attraversato quanto abbiamo ascoltato questa mattina.
Mi ha ricordato il verso del grande poeta austriaco, Rilke: “Il futuro entra in noi”.
Ecco, il futuro arriva tra di noi, entra in noi attraverso la Ricerca. E questa è una frontiera fondamentale in qualunque Paese. Nel nostro lo è particolarmente. E va – come anche i Ministri hanno sottolineato – sorretta e sviluppata. È il futuro del nostro Paese.
Questo richiede un ringraziamento molto forte, che intendo esprimere, ai nostri ricercatori, per quel che viene fatto: recano davvero il futuro nel nostro ambito, dentro di noi e tra di noi.
Vi è anche un altro motivo di ringraziamento, che in questo momento, in questa stagione internazionale, è particolarmente prezioso: la Ricerca è uno strumento di pace. È stato detto più volte questa mattina.
Questo reticolo di collaborazioni che, sempre di più, si realizza, si intreccia, si sviluppa al di sopra dei confini – incompatibili con la Ricerca scientifica – è un elemento che consolida il mondo e la sua convivenza.
Ed è un’alternativa, un messaggio alternativo, concreto, praticato, alle tensioni internazionali che, nella loro frequente insensatezza, creano drammatici problemi e sofferenze.
Anche per questo è indispensabile che le collaborazioni scientifiche internazionali non vengano condizionate dalle tensioni internazionali. Non vengano pregiudicate, ostacolate, interrotte dalle tensioni internazionali. Perché significherebbe trasferire sul piano della scienza le irrazionali tensioni che si registrano sulla scena internazionale.
Per questo il ringraziamento è duplice. Anche per questo contributo alla vita del mondo che la Ricerca fornisce.
La Ricerca di conoscenza è quel che unisce il genere umano nelle sue migliori espressioni.
Per questo – ripeto – la riconoscenza della Repubblica italiana ai ricercatori che in questo campo si impegnano.
Grazie per quanto fate.
LA STAMPA
Sant’ Edmondo
Sant’ Edmondo
Sappiamo soltanto che Edmondo è l’ultimo re di questo territorio, in tempi durissimi per tutta l’Inghilterra, aggredita continuamente dai danesi. I quali dapprima sono una flotta che va all’arrembaggio dell’isola, con sbarco, saccheggio, uccisioni, e reimbarco col bottino; i cronisti dell’epoca lasciano racconti atterriti di queste sanguinarie imprese. Poi i danesi si fanno anche occupanti (più tardi ancora, anche governanti: certo, a modo loro, ma lasciando tracce importanti nella storia britannica).
Al momento, i danesi sono specialisti dell’aggressione, chiamata bere (un nome che ai tempi di Edmondo dà i brividi). Sono comandati da tre fratelli: Halfdene, Hinguar e Hubba. Il metodo è quello del “decidete voi”: prima le minacce di saccheggio e morte (e di esempi ne hanno già dati molti), poi la richiesta di una taglia per risparmiare persone e cose. Accade spesso che alcune popolazioni accettino di pagare, purché se ne vadano.
Nell’anno 869, irrompono in East Anglia. Dapprima compiono i soliti saccheggi e distruzioni, poi parlano di trattative. Vogliono instaurare il loro dominio sul regno. Ma qui c’è il giovane re Edmondo. Il quale, dopo quello che ha già visto, non tratta con nessuno. Edmondo combatte, con la sua piccola armata e col suo grande coraggio. Ma viene sconfitto e preso prigioniero.
I vincitori gli offrono salve la vita e la corona, a patto che rinneghi la sua fede religiosa e che si dichiari vassallo dei danesi. Edmondo risponde due volte no, e subito le frecce danesi lo trafiggono. La sua morte segna la fine del regno dell’East Anglia, ma l’Inghilterra si riempie del suo nome. 11 giovane re sconfitto diventa una bandiera. Prima che finisca il secolo, una moneta coniata durante il suo regno è già chiamata “penny di sant’Edmondo” .
Già santo, già canonizzato dai compatrioti; e più tardi la Chiesa lo proclamerà patrono d’Inghilterra. Il suo corpo avrà definitiva sepoltura a Beadoricesworth, che oggi si chiama Bury St. Edmunds (a circa 50 chilometri da Cambridge). Al suo nome si è intitolata una congregazione di sacerdoti inglesi, i preti di Sant’Edmondo.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Inghilterra, santEdmondo, martire, che, re degli Angli orientali, catturato nella guerra contro i pagani invasori, fu coronato dal martirio per la fede in Cristo.
Domande Frequenti
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Quando si festeggia Sant’ Edmondo?
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Quando nacque Sant’ Edmondo?
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Dove nacque Sant’ Edmondo?
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Quando morì Sant’ Edmondo?
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Dove morì Sant’ Edmondo?
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