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Gli operai della Thyssen che si sono costituiti parte civile nel processo contro la multinazionale tedesca hanno scritto una lettera aperta ai candidati sindaco a Torino per chiedere di mettere il lavoro al centro della propria agenda politica.
Gli operai denunciano una discriminazione nei propri confronti per essersi costituiti parte civile, sottolineando come i colleghi che non lo hanno fatto siano stati assunti in alcune municipalizzate torinesi, come l’Amiat. Agli aspiranti successori di Sergio Chiamparino chiedono di non tollerare l’affronto alla “grande tradizione progressista e operaia” di Torino, di mettere al centro del programma il rilancio del lavoro, e di non consentire speculazioni sull’area dello stabilimento Thyssen chiuso dopo la tragedia dell’incendio che uccise sette di loro.
“Noi lavoratori, che abbiamo portato avanti con coraggio e determinazione una giusta battaglia per la verità e la giustizia – scrivono – siamo stati completamente abbandonati dalle istituzioni di questa citta”.
“Abbiamo ottenuto due proroghe degli ammortizzatori sociali – aggiungono – ma il nostro obiettivo principale era e rimane un lavoro sicuro e dignitoso. Questa discriminazione è avvenuta anche grazie al Comune di Torino, che si è reso responsabile della ricollocazione in Amiat di decine di operai, di cui nessuno però che si fosse costituito parte civile”.
“Ci rivolgiamo a voi, in veste di possibili futuri Sindaci di Torino – si legge nella lettera – per chiedervi con forza che venga inserita nel vostro programma la questione del rilancio del lavoro, per gli operai della ThyssenKrupp discriminati, e inoltre la salvaguardia della finalita’ urbanistica delle aree di proprietà della TK e quelle attigue di FinTechna (ex IRI), così da scongiurare appetiti speculatori”.
“Da tempo abbiamo smesso di credere nelle favole – concludono – ma vi chiediamo di prendere una posizione chiara su questi temi”.
(ANSA).