Postini precari: morti sul lavoro che non contano

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Il diritto di essere “lavoratori”

Tra il marzo 2008 e il gennaio 2009 12 postini sono deceduti, quasi tutti a bordo dei ciclomotori Piaggio Liberty di proprietà delle Poste. Nella sola Lombardia tra gennaio 2010 e settembre dello stesso anno si sono verificati 1200 infortuni di cui 800 per l’uso del motomezzo.

E’ la denuncia fatta in Parlamento attraverso un’interrogazione dai deputati del Pd Chiara Braga, Lucia Codurelli e Cesare Damiano che richiamano l’attenzione del Governo e del Paese sui rischi dei dipendenti delle Poste Italiane addetti alla consegna delle missive. Lo riferisce l’agenzia Ansa.

Dipendenti che peraltro – e qui sta il dramma nel dramma secondo i deputati del Pd – sono quasi sempre precari, assunti cioè con contratti a tempo determinato. E a causa di questa condizione le loro morti vengono classificate come “normali” incidenti stradali e non come infortuni sul lavoro. Da questo conseguono risarcimenti irrisori e comunque demandati alla responsabilità civile sull’infortunistica stradale.

I parlamentari del Pd riportano il caso di Roberto Scavo, portalettere precario di 21 anni, morto nel comasco in sella al motorino di servizio nel marzo 2008: le Poste hanno corrisposto ai familiari – si legge nell’interrogazione – la somma di 1.725 euro a titolo di “assegno funeraio”.

Di qui la richiesta del Pd affinché il Governo imponga all’Inail adeguate tutele di risarcimento in particolare per i postini precari che quando sono vittime di un incidente sono considerati non come lavoratori, ma come privati utenti
della strada.

Postini precari: morti sul lavoro che non contanoultima modifica: 2011-04-01T09:58:56+02:00da vitegabry
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