Archivi giornalieri: 19 ottobre 2010

Canone RAI – Esonero pagamento per gli anziani

Chiarimenti per l’applicazione del beneficio

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A quasi tre anni dalla pubblicazione della legge finanziaria per il 2008, con la quale l’allora Governo Prodi aveva inteso esentare dal pagamento del canone RAI gli anziani in condizioni economiche disagiate, l’Agenzia delle entrate ha fornito “chiarimenti in ordine ai criteri e alle modalità da osservare ai fini dell’applicazione del beneficio in parola” con la circolare 46/E del 20 settembre 2010. La circolare contiene, fra l’altro, la specificazione che i redditi esenti da IRPEF eventualmente posseduti dal richiedente non influiscono sull’attribuzione del beneficio.

Di fatto, questo “chiarimento” da solo rende accessibile per la prima volta il beneficio dell’esenzione alle centinaia di migliaia di pensionati cui esso era destinato. Finora, la
mancanza di indicazioni circa il tipo di reddito che doveva essere considerato per verificare il rispetto del limite stabilito dalla legge, che infatti appariva incomprensibilmente
basso, ha reso impossibile la presentazione di domande per le quali, tra l’altro, nessuno aveva predisposto moduli o fac-simile: non la RAI né, tantomeno, il Ministero del tesoro.

Secondo il testo di legge (l’art. 1, comma 132, della L 244/2007, modificato il giorno stesso della sua entrata in vigore con l’art. 42 del DL 248/2007, convertito in L 31/2008) il pagamento del canone di abbonamento alle trasmissioni RAI è abolito “per i soggetti di età pari o superiore a settantacinque anni e con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 516,46 euro per tredici mensilità, senza conviventi..” .

Per essere esentati dal pagamento è sufficiente presentare all’Agenzia delle entrate una dichiarazione sostitutiva di certificazione o di atto di notorietà (per le quali NON è
necessaria l’autenticazione della firma) nella quale si riportino i dati anagrafici, il numero di abbonamento RAI e si attesti di essere nelle condizioni previste dalla legge.

Per quanto riguarda la rateazione del pagamento del canone RAI, in base a quanto disposto con l’art. 38, comma 8, del DL 78/2010, convertito in L. 122/2010, i titolari di reddito da pensione d’importo complessivo annuo non superiore a 18.000 euro possono chiedere all’Ente che gli corrisponde la pensione (o a uno degli Enti, se più di uno) di trattenere dalla pensione il corrispettivo del canone RAI da loro dovuto, in un massimo di 11 rate, e di riversarlo all’Agenzia delle entrate.

Per avere maggiori e più approfondite informazioni ci si può rivolgere presso lo SPI (Sindacato Pensionati Italiani), il patronato Inca o il CAAF (Centro Assistenza Fiscale) i cui indirizzi si possono trovare sul sito www.cgil.it

Schengen – Ingresso libero in Italia per gli immigrati

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Nuova sentenza della Cassazione

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Il visto uniforme Schengen è da solo  una condizione valida per l’ingresso in Italia e quindi l’immigrato che lo possiede non potrà essere espulso. Resta poi compito del giudice accertare la data di arrivo “ai fini del tempo decorso per la richiesta del titolo di soggiorno”.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 21060 del 12 ottobre scorso, ha accolto il ricorso di una immigrata che aveva ottenuto in Spagna il visto uniforme Schengen e che, una volta giunta in Italia, era stata espulsa.

Ora l’ordine è stato bloccato dalla Cassazione che in proposito ha ricordato come “al detentore del visto uniforme Schengen non è esigibile altro onere all’atto del’ingresso che non sia quello della disponibilità del predetto visto di ingresso, potendosi poi fondare su prove documentali ed orali la valutazione della data di ingresso nello Stato ai fini del tempo decorso per la richiesta del titolo del soggiorno”.

Cassazione.net

III giornata tutela individuale della CGIL

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Un bilancio positivo

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Lo scorso 9 ottobre l’afflusso consistente di persone nelle piazze e nei luoghi dove la CGIL e le sue strutture di tutela (patronato Inca, Caaf, Uffici Vertenze e Legali e Sportelli di Orientamento al Lavoro) hanno organizzato gli incontri con i cittadini, sta a dimostrare che è forte l’interesse della gente per capire cosa fare e per conoscere le tutele che possono dare un aiuto in questo momento così difficile per le famiglie, per i lavoratori, per i giovani, per i pensionati.

I problemi del lavoro che non accennano a venire affrontati e superati, la precarietà di chi è entrato nel mondo del lavoro ma che non vede prospettive di stabilità e sicurezza, la difficoltà di costruirsi un futuro per molti giovani, la scuola che senza risorse agonizza lasciando dietro di sè solo disastri, i nuclei familiari in cui il capofamiglia perde il lavoro o finisce in cassa integrazione o in mobilità, i casi sempre più frequenti di persone sospinte sulle soglie della povertà, sono alcuni dei problemi emersi negli incontri tra gli operatori dei servizi della CGIL e la gente.

Una realtà ben presente al più grande sindacato italiano che con i suoi quasi sei milioni di iscritti conosce da vicino le realtà del lavoro, di non lavoro e del territorio. Ogni anno la CGIL, in occasione della giornata della tutela, scende in piazza ad ascoltare i problemi della gente, a spiegare che occorre difendere i diritti, che occorre respingere la politica ottusa di questo governo che non guarda avanti, che non fa investimenti, che ingessa il Paese, che è importante far sentire la propria voce come ad esempio quando in Parlamento si costruiscono mostri giuridici e sociali, come la legge che vuole abolire il diritto sacrosanto, sancito dalla Costituzione, di difendersi davanti ad un giudice.

Un tema che è stato, come era inevitabile, al centro dell’attenzione sabato scorso, sopratutto quanso ci si è rivolti ai giovani. Sono loro, insieme ai precari, quelli che pagheranno il prezzo più alto per questo provvedimento e per tutti gli attacchi, al lavoro e allo Stato sociale, che questo governo sferra ogni giorno in nome della globalizzaione e della crisi internazionale.

Nel terzo anno della sua edizione la giornata organizzata dalla CGIL “Diritti in piazza” ha rappresentato ancora una volta un momento importante di ascolto delle persone, di percezione dei bisogni e delle richieste di aiuto più ricorrenti. Negli incontri, nei dibattiti, durante il volantinaggio, quando si sono aperti gli sportelli virtuali per dare informazioni, si è confermato in tutta Italia il grande interesse della gente, per i servizi della CGIL, avvertiti, nella generalità dei casi, come presidi fondamentali per la difesa dei diritti individuali.

Coordinamento nazionale Sistema Servizi CGIL

Uranio impoverito: condannato il Ministero della Difesa

Risarcimento danno biologico ed equo indennizo

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I militari, reduci dalle missioni e colpiti dalla “sindrome dei balcani” hanno diritto  sia all’equo indennizzo che al danno biologico. Lo ha stabilito il Tribunale Regionale della Campania  accogliendo il ricorso di un militare che aveva sviluppato un tumore alla tiroide dopo essere stato in Kossovo tra il 2000 ed il 2002. 

Si tratta di una importante sentenza che, ribadendo il nesso di causalità tra le patologie tumorali e le radiazioni da uranio impoverito, stabilisce la cumulabilità dell’equo indennizzo e del risarcimento del danno biologico, poiché si tratta di due prestazioni distinte: la prima si configura come una delle tante indennità che l’amministrazione dà ai propri dipendenti, mentre la seconda è legata al riconoscimento di una lesione all’integrità psicofisica. Pertanto vanno comunque corrisposte entrambe.

In un primo momento, il militare aveva presentato al Ministero della difesa la richiesta di equo indennizzo, ma si era visto rifiutare la domanda per averla presentata oltre i termini di legge, pur riconoscendogli la causa di servizio. 

Il militare, perciò ha deciso di impugnare il provvedimento chiedendo sia l’equo indennizzo che il danno biologico. A seguito del ricorso, il ministero della Difesa, ritornando sulla precedente decisione, ha liquidato l’equo indennizzo, mentre non si è espresso sulla richiesta di liquidazione del danno biologico, cioè della lesione all’integrità psicofisica risarcibile a prescindere della capacità di reddito del ricorrente.

Il Tar della Campania ha stabilito la responsabilità del Ministero nel non aver adottato le misure necessarie a tutelare l’integrità psicofisica e, a seguito della Consulenza tecnica di ufficio disposta dallo stesso Giudice, ha rilevato il nesso di causalità tra “l’esposizione a radiazioni ionizzanti sprigionate  dall’uranio impoverito e l’insorgenza della malattia stessa, riconoscendo quindi al militare anche il diritto al risarcimento del danno biologico. 

Immigrazione: Premio Jerry Masslo contro il caporalato

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La Flai-Cgil ha istituito un premio biennale dedicato alla memoria di Jerry Masslo, il bracciante sudafricano assassinato il 25 agosto 1989 nelle campagne vicino a Villa Literno (Caserta).

La consegna del premio avverrà nel corso di una serie di iniziative che si terranno dal 20 al 22 ottobre in diverse località della provincia di Caserta.

Il premio è suddiviso in tre sezioni e sarà consegnato ad una scuola multietnica, ad un “nuovo cittadino” che si è distinto sul fronte della tutela dei lavoratori e ad uno scrittore per la migliore narrativa o elaborato sul tema “Lavoro, vita ed esperienze di migranti”.

“L’istituzione del premio – spiega la Flai-Cgil – è finalizzata alla valorizzazione e incentivazione della dignità del lavoro nel settore agricolo, con particolare attenzione ai braccianti provenienti dai paesi del terzo e del quarto mondo, e per riaffermare le ragioni della lotta portata avanti dal sindacato contro il lavoro nero e il caporalato”.

La mattina del 21 ottobre, i sindacalisti della Flai saranno nei punti di raduno dei lavoratori in cerca di occupazione alla giornata, nel Casertano, per parlare loro di diritti del lavoro e di cittadinanza. Il premio Masslo ha l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata del Sudafrica. (ANSA).