Archivi giornalieri: 15 ottobre 2010

INPS: circolari e messaggi

Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

>>> Titolo: Circolare numero numero 130 del 04-10-2010
Contenuto: Integrazioni salariali. Compatibilità con l?attività di lavoro autonomo o subordinato e cumulabilità del relativo reddito. Regime dell?accredito dei contributi figurativi. Disposizioni particolari per il personale del settore trasporto aereo. Chiarimenti in materia di utilizzo della quota di
Tipologia: CIRCOLARE

Allarme Caritas: oltre 8,3 milioni i poveri

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L’illusione ottica….

“Non è vero che siamo meno poveri, come farebbero pensare i dati ufficiali sulla povertà del luglio 2010 secondo cui il fenomeno è stabile. È una illusione ottica”. Le stime dimenticano un 10% di “impoveriti”, circa 800 mila persone che, pur non essendo indigenti hanno però cambiato il proprio tenore di vita in negativo. Lo afferma il decimo rapporto sulla povertà ed esclusione sociale della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan, presentato oggi (13 ottobre) a Roma. Il dossier corregge anche le stime sul totale dei poveri in Italia, che sarebbero 8.370.000, ossia circa 560 mila persone in più rispetto ai dati ufficiali dell’Istat.

Secondo l’istituto di statistica, lo scorso anno la popolazione in povertà relativa è stata pari al 10,8% contro l’11,3% dell’anno prima, mentre quella della povertà assoluta risulta al 4,7%. Visti così, sembrano dati stabili. Secondo la Caritas, invece, si tratta semplicemente di una illusione ottica: succede che, visto che tutti stanno peggio, la linea della povertà relativa si è abbassata. Oltretutto nel biennio 2009-2010, quindi nel periodo della crisi economica, si è registrato un aumento medio del 25% del numero di persone che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto. Incremento che interessa in egual misura tutte le regioni d’Italia. Cresce del 40% la presenza di italiani, anche se una gran parte di povertà italiana continua a rimanere sommersa.

Il fenomeno si conferma più presente al Sud, nelle famiglie numerose o monogenitoriali e tra chi ha bassi livelli di istruzione. Inoltre, continua il rapporto, “sempre più famiglie, in cui o più membri lavorano, sono povere”. Accanto ai dati ufficiali ci sono quelle persone “impoverite” che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare in modo sostanziale il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi prima ritenuti necessari. Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell’11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%. Il rapporto calcola quindi un 10% in più di poveri da sommare agli oltre 8 milioni stimati.

Pensioni: le nuove norme penalizzano i lavoratori elettrici

NEWS

Lesi i diritti pensionistici della categoria

A partire dal primo luglio di quest’anno, per i lavoratori elettrici non è più possibile  trasferire gratuitamente la contribuzione previdenziale dal Fondo pensioni elettrici a quello dei lavoratori dipendenti dell’Inps; né possono più scegliere il trattamento pensionistico di miglior favore tra quello calcolato con le norme del Fondo elettrici e l’altro calcolato con le norme del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Infine, è stata cancellata la gratuità della ricongiunzione dei contributi previdenziali qualora il lavoratore voglia trasferirli dal Fondo elettrici al Fondo pensioni lavoratori dipendenti. Su di lui, infatti, ora grava un onere aggiuntivo. La legge n.122/2010, in materia pensionistica non lascia margini di interpretazione e, dunque, i lavoratori che lavorano nel settore elettrico saranno costretti a fare i conti con le nuove norme penalizzanti, che peraltro hanno effetto retroattivo a partire dal primo luglio, mentre la legge è entrata in vigore il 31 luglio.

Per Inca e Filtcem Cgil si tratta di provvedimenti fortemente lesivi dei diritti pensionistici di questa categoria. “Per effetto di questi provvedimenti – commenta Luigina De Santis, della Presidenza Inca Cgil nazionale –  alcuni lavoratori saranno obbligati a posticipare il pensionamento o a pagare un onere consistente per la ricongiunzione; altri dovranno accontentarsi di un trattamento pensionistico più basso di quello che avrebbe avuto un lavoratore con pari retribuzione assicurato al Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps.  In questo contesto, dunque, sarà sempre più difficile per i lavoratori programmare il proprio futuro e soprattutto avere certezza dei diritti acquisiti”.

“Peraltro – denunciano in un comunicato congiunto Inca e Filtcem Cgil -, queste norme sono state approvate con l’ennesimo ricorso al voto di fiducia in Parlamento, senza una discussione di merito e neppure il coinvolgimento delle parti sociali”.

L’Italia snobba le sue donne: 74ma al mondo

…. ma al 121esimo per differenze di salario tra uomini e donne

L’Italia è al 74esimo posto su 134 paesi nella classifica mondiale delle pari opportunità tra uomini e donne. Siamo ultimi in Europa. Tra i paesi avanzati, solo il Giappone è più indietro di noi, mentre ci precedono nazioni come Repubblica Domenicana, Vietnam, Ghana, Malawi, Romania e Tanzania. È quanto afferma il World Economic Forum nel suo recente rapporto.

Nella graduatoria di quest’anno, afferma il Wef, l’Italia ha perso due posizioni rispetto al 2009. I primi quattro posti sono tutti dei paesi nordici, Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia nell’ordine, nazioni che continuano a lavorare per eliminare “le disparità di genere”, afferma Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum. In fondo alla classifica troviamo Mali, Pakistan, Ciad e Yemen.

I problemi dell’Italia derivano dallo scarso indice di “partecipazione e opportunità nell’economia” (97mo posto), che emerge dalle differenze salariali (121mo posto) e dalla partecipazione alla forza lavoro (87mo) tra uomini e donne. Anche rispetto alla salute e all’aspettative di vita il nostro paese perde terreno: in un anno è sceso dall’88mo al 95mo posto a causa dell’aumento della disuguaglianza a danno delle donne.

“Le differenze tra i sessi – spiega Schwab – sono direttamente correlate con l’alta competitività economica: donne e ragazze vengono trattate in modo equo se un paese è in crescita e prospero. Abbiamo ancora bisogno di una vera rivoluzione per le pari opportunità, non soltanto mettendo insieme un largo gruppo di talenti sia in termini numerici che qualitativi, ma anche creando una maggiore sensibilità rispetto al problema nell’ambito delle nostre istituzioni”, sottolinea il presidente del Wef, che organizza anche il forum di Davos.

L’Inps censura le pensioni degli atipici, e la Rete si ribella

 

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L’Inps e …..il sommovimento sociale

Magari alla pensione non ci pensate perché non avete ancora trovato uno straccio di lavoro oppure è un pensiero che mettete da parte perché non sapete – visto l’andazzo – neanche se ce l’avrete. Eppure l’argomento è caldo e circola sulla rete, soprattutto da quando sul sito dell’Inps e dopo le dichiarazioni – riportate da Agoravox e riprese dal blog Conti in tasca di Blogosfere a cura di Eleonora Bianchini – da parte di Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Istituto nazionale di previdenza.

Quando gli è stato chiesto come mai, a differenza degli altri, i parasubordinati – per intenderci tutti coloro che lavorano con contratto a progetto, co.co.co., ritenuta d’acconto, partita Iva, contratto a prestazione occasionale – non potessero sul sito dell’Inps simulare la loro pensione futura, ha così risposto: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Come dire: meglio che i precari non sappiano a cosa vanno incontro.

Sommovimento sociale, sono proprio queste le parole usate e in parte è ciò che sta avvenendo sulla Rete e sul social network Facebook dove molti stanno postando i vari articoli in cui si racconta della vicenda. Allo stato delle cose, chi ha un contratto a progetto o lavora con ritenuta d’acconto o ancora ha una partita Iva o un contratto di collaborazione occasionale, non riceverà neanche la pensione minima. I precari di adesso non si lamenteranno come fanno oggi gli anziani che la pensione non basterà loro. Per loro la situazione, se le cose continueranno così, sarà molto peggio: si ritroveranno senza una base economica e con la convinzione di avere faticato per nulla. Visione catastrofica? Non proprio. Il problema è anzi che c’è scarsa consapevolezza di tutto questo e che i ragazzi, alle prese con la ricerca di un lavoro, quando magari lo trovano, non pensano al loro futuro da vecchi e al fatto che ora come ora versano i contributi non per se stessi, ma per gli altri.

In proposito anche l’Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato, ha dichiarato in un comunicato stampa che “la Gestione Separata INPS (quella cui vengono iscritti i subordinati, ndr) ha principalmente l’obiettivo di drenare risorse con cui coprire i buchi dell’Istituto di Previdenza. Questa operazione non soltanto è iniqua, ma grava sulle categorie più deboli del nostro mercato del lavoro”. E ancora: “L’affermazione di Antonio Mastrapasqua conferma la consapevolezza intorno alla situazione e la volontà di tenere nell’ignoranza i contribuenti sulla pensione che riceveranno. È un atto di deliberato sovvertimento dei principi più elementari di governo democratico delle Istituzioni”. Acta nel suo comunicato stampa ha poi chiesto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi di rispondere di queste omissioni e di mantenere le promesse.


da Rassegna.it

Immigrazione – Nuovi dati Istat

 

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… e l’aumento della popolazione residente

Aumentano i residenti stranieri nel nostro Paese, che hanno ormai superato i 4,2 milioni di presenze, tanto da confermarsi decisivi per contenere il calo demografico in Italia. I cittadini stranieri – rende noto l’Istat in un rapporto – hanno raggiunto (al primo gennaio 2010) il 7% della popolazione residente; un anno prima erano il 6,5%.

Gli stranieri sono aumentati dell’8,8% (+343.764) rispetto all’anno prima. Un incremento ”molto elevato” ma comunque inferiore però agli aumenti registrati nei due anni precedenti (+16,3% nel 2007, +13,4% nel 2008).

Senza gli stranieri, l’Italia sarebbe quindi demograficamente più povera: a fronte di un calo di 75 mila italiani (rapporto nati e morti), la popolazione residente complessiva è aumentata nel 2009 di circa 295 mila persone; e solo per l’apporto degli stranieri.

I minori quasi un milione. Sono 4.235.059 (2.171.652 sono femmine), per la precisione, i cittadini stranieri in Italia. I minori sono 932.675, il 22%; circa 573 sono nati nel nostro paese. Nel 2009 sono aumentati, +6,4%, anche i neonati da genitori stranieri; sono nati 77.109 bimbi, pari al 13,6% del totale delle nascite. Circa 406 mila (-18,1%) stranieri residenti rientrano nei nuovi flussi migratori. In aumento le acquisizioni di cittadinanza salite di 59.369 (+10,6%), per lo piu’ per matrimonio.

Aumentano gli irreperibili. Nel 2009 sono state 56.797 le cancellazioni dagli anagrafi di stranieri per irreperibilità, +33,9% rispetto al 2008.

Circa metà stranieri vengono dall’ Est.  Oltre 2 milioni (49,3%) arrivano da paesi dell’Est europeo (+9,5%); circa un milione da paesi di nuova adesione e altrettanti da paesi non Ue. Fra le comunitàche hanno registrato un aumento ci sono Moldova (+18,1%), Pakistan (+17,1%), India (15,3%), Ucraina (+13,1%), Peru’ (13%). La prima comunità romena si conferma la più numerosa (21%), segue quella albanese e marocchina. Per quanto riguarda i paesi extra-europei, sono 932 mila (22%) le presenze.

Maggior parte approdano al Mezzogiorno e poi vanno al Nord. Avviene così molto spesso, rileva l’Istat. In generale, il 60% degli stranieri risiede al Nord, il 25,3% al centro e il 13,1% nel mezzogiorno. Per presenze, spicca la Lombardia (23,2%), Veneto (11,3%), Lazio (11,8%), Emilia Romagna (10,9%). Al sud (+11,8%) le regioni con maggiore incremento sono la Puglia (+14,2%), Basilicata e Sardegna (+12,7%). A Brescia, il 12,9% è straniero; intorno al 12% anche Piacenza, Reggio Emilia, Mantova e Modena. Al centro la regione piu’ popolata da stranieri è Prato (12,7%) mentre nel mezzogiorno Teramo (7,4%). Esistono poi piccole realta’ (fra 15 e 25 mila) significative; come a Rovato (Brescia) e Lonigo (Vicenza) dvoe il 18-20% e’ straniero. O realtà  (fra 5 e 15 mila abitanti) come Baranzate (Milano) e Porto Recanati (Macerata) dove gli stranieri sono fra il 20 e 25%. Nel Lazio il 10,3% delle famiglie ha per capofamiglia uno straniero, il 10% in Umbria, oltre l’8% in Emilia Romagna.

(ANSA).

Seminario Inca Filctem sui diritti previdenziali dei lavoratori elettrici

 

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La tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori elettrici. E’ il tema al centro del seminario nazionale in programma a Roma, il 19 ottobre prossimo, alle ore 9.30, presso la sede nazionale della Cgil, Corso d’Italia 25, sala Santi.

Promossa dall’Inca in collaborazione con la Filctem, l’iniziativa ha lo scopo di analizzare le novità legislative introdotte dalla legge n.122 del 2010.

Il dibattito, presieduto da Luigina De Santis, della presidenza dell’Inca, sarà aperto dalla relazione di Caterina Di Francesco su “le finestre personalizzate: le decorrenze dei trattamenti pensionistici alla lcue della legge n.122/2010”.

Interverranno l’avvocato Paolo Boer, consulente legale Inca nazionale; Rita Cavaterra, responsabile delle politiche previdenziali Cgil.

Le conclusioni del seminario saranno a cura della segreteria nazionale Filctem e dell’Inca naizonale.

Volantino Legge122-2.pdf

Infortuni – Appello Cgil contro lo spot del Governo

 

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Per tutelare i diritti dei lavoratori

“Un fatto importante che mette in campo la ragione di chi vuole tutelare i diritti dei lavoratori contro quanti cercano quotidianamente di negarli”. E’ il commento del segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, sull’appello contro lo spot governativo anti-incidenti sul lavoro.

Anche personalità del mondo della politica e della cultura, osserva il dirigente sindacale, “chiedendo il ritiro degli spot pubblicitari del governo sui temi della sicurezza, pongono l’accento sull’importanza di considerare la sicurezza sul lavoro un tema su cui l’impresa risponde delle proprie responsabilità. Queste ultime, infatti, non possono essere caricate sui soli lavoratori, come in maniera subliminale emerge dagli spot del governo”.

“Così come non si possono nascondere le responsabilità che il governo ha nel vanificare con diversi provvedimenti le leggi conquistate dal sindacato e dai lavoratori. Per questo l’appello promosso e’ un fatto importante che mette in campo la ragione di chi vuole tutelare i diritti dei lavoratori contro quanti -conclude Scudiere- cercano quotidianamente di negarli”.

 

(Adnkronos)