Archivi giornalieri: 7 settembre 2014

Ricordando Francesco Cilocco, eroe e martire sardo.

FRANCESCO CILOCCO

Un grande eroe, martire e patriota sardo,morto per la libertà e l’indipendenza della Sardegna. Colpevolmente sconosciuto e dimenticato dagli stessi Sardi.

 Est ora de l’amentare a 2012 anni dalla sua morte!  

di Francesco Casula 

Patriota ed eroe nazionale sardo (Cagliari 1769 –Sassari 1802).

Figlio di Michele e fratello di Antonio, poi implicato nella Rivolta di Palabanda. Notaio della Reale Udienza. Repubblicano convinto, pur avendo combattuto contro i rivoluzionari francesi nel 1793, per difendere Cagliari e la Sardegna dalla loro aggressione e tentativo di conquista.

Fu seguace e amico di Giovanni Maria Angioy e, insieme a lui protagonista nelle lotte e nelle ribellioni antifeudali e nazionali dei Sardi contro il feudalesimo e il dominio tirannico e poliziesco dei Savoia.

Nel novembre del 1795, col notaio Antonio Manca e con l’avvocato Giovanni Falchi, seguaci dell’Angioy, fu inviato dagli Stamenti nel Capo di Sopra, per la pubblicazione e diffusione, nei villaggi, del pregone viceregio del 23 ottobre che contraddice la circolare del governatore di Sassari Santuccio del 12 dello stesso mese, che ordinava di sospendere tutti gli ordini provenienti da Cagliari. Un vero e proprio tentativo “secessionista” del governatore stesso e dei baroni. che avevano la loro roccaforte proprio a Sassari.

“L’invio dei tre commissari, secondo la Storia dei torbidi, ripresa dal Manno, è preceduta da una riunione a Cagliari alla quale prendono parte, oltre ai «capi cagliaritani della congiura» anche gli avvocati Mundula e Fadda di Sassari e altri «innovatori» sassaresi, in tale riunione si stabiliscono le linee d’azione per il futuro: mobilitazione dei villaggi del Logudoro, assedio di Sassari, arresto dei reazionari, loro traduzione a Cagliari”(1).

Nonostante il viceré, venuto a conoscenza del piano, cerchi di dissuadere Cilocco dal pubblicare e diffondere il pregone, il Nostro non solo lo pubblica e lo diffonde ma diviene l’anima dei moti, insieme agli altri due commissari, Manca e Falchi, riuscendo a coinvolgere e mobilitare nella sua battaglia antifeudale non solo il popolo (contadini e villici in genere), particolarmente colpito dalla scarsità dei raccolti negli anni 1793-95, ma anche settori della piccola nobiltà e del clero: di qui la partecipazione alle lotte antifeudali di numerosi sacerdoti come i parroci Gavino Sechi Bologna (rettore di Florinas), Aragonez (rettore di Sennori), Francesco Sanna Corda (rettore di Torralba) e Francesco Muroni, (rettore di Semestene) che “conoscevano le miserie e talvolta subivano le stesse angherie dai baroni e dai loro ministri” (2).

Annota inoltre lo storico Girolamo Sotgiu che “direttamente investiti dalla massa degli zappatori affamati, i proprietari coltivatori, che costituiscono l’altro cardine della società rurale, sollecitavano anch’essi la fine del sistema feudale. Anche i proprietari coltivatori erano notevolmente aumentati come aumentata era la produzione complessiva. Ma a questo aumento della produzione non aveva fatto riscontro un aumento del benessere, proprio per gli impedimenti posti dal sistema feudale”(3).

Di qui la lotta antifeudale e antibaronale ma anche di liberazione nazionale . Racconta Francesco Sulis che “Il Ciloccco nel villaggio di Thiesi intesosi con Don Pietro Flores amico dell’Angioy, da un terrazzo della Casa Flores eccitò quelli popolani a insorgere contro i feudatari; e di subito essi tennero l’invito, ed a furia, con tutta sorta di stromenti percotendo le mura del palazzo feudale, lo rovinarono e l’adequarono al suolo”(4)

A Osilo, Sedini e Nulvi, tre centri dell’Anglona i vassalli si rifiutarono di pagare i diritti feudali. Mentre a IttiriUriThiesiPozzomaggiore eBonorva e ad Ozieri e Uri i contadini s’impossessarono dei granai dei feudatari.

Una lotta che assume però anche caratteri più squisitamente politici, prefigurando in qualche modo un nuovo ordine e una nuova organizzazione sociale, attraverso una trasformazione non violenta dell’assetto esistente. Sempre a Thiesi infatti, il 24 novembre davanti al notaio Francesco Sotgiu Satta le ville di Thiesi, Bessude e Cheremule, del marchesato di Montemaggiore, appartenente al duca dell’Asinara, con sindaci, consiglieri, prinzipales, capi famiglia, firmano il primo atto confederativo, cui seguirono nei mesi successivi altri patti d’alleanza. E con esso giurano di non riconoscere più alcun feudatario, ma anche di voler “ricorrere prontamente a chi spetta per essere redenti pagando a tal effetto quel tanto, che da’ Superiori sarà creduto giusto e ragionevole”(5).

I cosiddetti “strumenti di unione” ovvero “patti” fra ville e paesi segnano un salto di qualità della lotta antifeudale, facendole assumere una cifra più squisitamente politica: le federazioni di comunità infatti assurgono al ruolo di soggetto primario, di protagonista fondamentale nell’evoluzione sociale dell’Isola. Esse si moltiplicano e si diffondono in tutto il Sassarese: dopo quelli del 24 novembre se ne stipula un altro a Thiesi il 17 marzo 1796 fra i rappresentanti di 32 paesi fra i quali Bonorva, Ittiri, Osilo, Sorso, Mores, Bessude, Banari, Santu Lussurgiu, Semestene e Rebeccu. “Il patto – scrive Vittoria Del Piano –  vincola le popolazioni a spendere fin l’ultima goccia di sangue, piuttosto che obbedire in avvenire ai loro baroni” (6).

Lo sbocco di questo ampio movimento, autenticamente rivoluzionario e sociale, perché metteva radicalmente in discussione i capisaldi del sistema vigente nelle campagne, fu l’assedio di Sassari. A migliaia – 13 mila secondo le fonti ufficiali e secondo Francesco Sulis, un esercito di contadini armati, proveniente dal Logudoro ma anche dal Meilogu e da paesi più lontani, accorse a Sassari, stringendola d’assedio. Secondo invece lo storico Giuseppe Manno “Sommavano quegli armati a meglio di tremila, non numerando le donne che in copioso numero erano venute anch’esse a guerra, o per assistere i congiunti o per comunione d’odio ed eransi partiti da Osilo, Sorso, Sennori, Usini, Tissi, Ossi, Thiesi, Mores, Sedilo, Ploaghe e altri luoghi posti in quelle circostanze”(7).

Il numero di tremila è poco credibile: vista la massiccia e ubiquitaria mobilitazione soprattutto dei paesi del Logudoro e dell’Anglona ma anche del Meilogu. del Goceano e non solo. Il Manno, storico conservatore e filosavoia, tende a minimizzare e sminuire l’ampiezza, l’organizzazione e la qualità di una lotta di migliaia e migliaia di contadini, uomini e donne, che dopo secoli di rassegnazione, usi a chinare il capo e a curvare la schiena, si ribellano, si armano per dire basta e per porre fine a un duro stato di servitù, di rapina e di sfruttamento inaudito.

Il Manno non è dunque credibile. La sua, più che una Storia della Sardegna è infatti una Storia regia della Sardegna. E non è un caso che il magistrato sassarese Ignazio Esperson nei suoi Pensieri sulla Sardegna dal 1789 al 1848, definisca il Manno “l’antesignano della scuola delle penne partigiane e cortigianesche che vergognano le patrie storie”.

A migliaia, comunque, al di là del numero, a piedi e a cavallo circondarono Sassari, pare al canto di Procurade ‘e moderare, Barones, sa tirannia di Francesco Ignazio Mannu. Così l’esercito dei contadini, guidato dal Cilocco  e da Gioachino Mundula, costrinse la città alla resa dopo uno scambio di fucilate con la guarnigione. Quindi, mentre il famigerato duca dell’Asinara, il conte d’Ittiri e alcuni feudatari, erano riusciti a scappare precipitosamente in tempo, prima dell’assedio, rifugiandosi in Corsica prima e nel Continente poi, Cilocco e Mundula arrestarono il governatore don Antioco Santuccio e l’arcivescovo Giacinto Vincenzo Della Torre, portandoli a Cagliari verso cui si dirigono  con 500 uomini armati.

Gli Stamenti d’accordo col viceré, per porre rimedio alla piega, secondo loro pericolosa e “sovversiva” che avevano preso gli avvenimenti, inviarono loro incontro altri tre commissari, che li raggiunsero con un manipolo di guardie il 4 gennaio 1796 a Oristano, ed ingiunsero loro dì liberare gli ostaggi e rimandare ai villaggi d’origine i loro uomini, nel frattempo ridottisi di numero. Ad un primo rifiuto, due giorni dopo, a Sardara, i commissari viceregi risposero con un atto di forza. Cilocco, per paura di essere arrestato, consegna il governatore Santuccio e l’arcivescovo Della Torre ai tre inviati del vicerè : l’avvocato Ignazio Musso, l’abate Raffaele Ledà e Efisio Luigi Pintor Sirigu, ex democratico, uno dei protagonisti della cacciata dei Piemontesi da Cagliari il 28 aprile 1794, ma ormai “pentito” e da vero e proprio voltagabbana, rientrato, opportunisticamente, in cambio di onori, uffizi e privilegi, nell’alveo filo sabaudo.

Era il segnale della svolta moderata che stava maturando negli Stamenti e che avrebbe di lì a poco provocato anche la caduta di Angioy: si concludeva infatti così quella che, a posteriori, sarebbe apparsa come la prova generale della sfortunata marcia di G. M. Angioy.

“Non sembra – scrive Bruno Anatra – che il Cilocco facesse parte del gruppo che nel corso dello stesso anno, seguì Angioy nella sua missione a Sassari e nella successiva, rapidamente abortita, spedizione su Cagliari. È certo invece che, appena la repressione da strisciante si fece palese, anche il Cilocco prese la via dell’esilio e raggiunse il gruppo giacobino sardo a Parigi. Di qui, nella convinzione dell’imminenza di una azione francese in direzione della Sardegna, nella primavera del 1799, gran parte di essi si trasferivano in Corsica. Del gruppo faceva parte il Cilocco che nel gennaio 1801 risulta fosse ad Ajaccio” (8). 

E’ comunque certo che il 21 maggio del 1802 si trasferisce in Corsica, insieme a Mundula, Sanna Corda e altri. Con Sanna Corda in particolare  collabora per preparare il progetto di una insurrezione in Sardegna: che avrebbe dovuto contare questa volta  – dopo i tentativi sempre falliti di coinvolgere truppe francesi – esclusivamente sui Sardi ancora fedeli ad Angioy e comunque nemici giurati del feudalesimo e dei governanti piemontesi, per fondare una repubblica sarda indipendente.

Negli ultimi mesi del 1799 c’era stata la rivolta, sanguinosamente repressa, di Thiesi e Santulussurgiu, segno agli occhi di Cilocco che lo spirito antifeudale nel Logudoro era ancora vivo. E dunque si poteva dare un corso diverso alla storia della Sardegna. Nonostante la monarchia sabauda con i suoi scherani, avesse “già raso al suolo più di un villaggio, inaugurato la forca itinerante, tagliato molte teste, ingalerato a piacimento innocenti e sospetti, seviziato donne e frustato bambini”(9).

Essi inoltre contavano, per costituire una solida base di appoggio, sull’irriducibile banditismo dei, pastori galluresi. All’uopo presero contatto con un famigerato bandito e contrabbandiere, Pietro Mamia, e per suo tramite con i pastori del circondario di Aggius, prospiciente la sponda corsa. Fu una scelta imprudente e suicida:il Mamia farà il doppio gioco: interessato com’era più a ottenere la cancellazione dei suoi delitti da parte delle autorità galluresi che  alla proclamazione della repubblica sarda.

Il progetto prevedeva lo sbarco in Gallura che  avrebbe dovuto provocare la sollevazione della Sardegna. Un primo tentativo nel maggio 1802 fallì. Ripetuto in giungo con un manipolo di uomini, prevedeva lo sbarco del Sanna Corda ai piedi della torre di Longonsardo (l’attuale Santa Teresa di Gallura) e del Cilocco presso la torre dell’Isola Rossa. La spedizione ebbe un esito tragico: il Sanna Corda che aveva espugnato la torre e alzato la bandiera della libertà, inviando alle autorità galluresi lettere in nome della repubblica francese, fu attaccato da un piccolo corpo di spedizione inviato da La Maddalena e cadde combattendo sotto le mura della torre (19 giugno). Cilocco, tradito da Mamia, cui si era affidato soprattutto per la conoscenza dei luoghi, fu narcotizzato (con un vino oppiato) o, comunque sorpreso nel sonno e consegnato ai soldati inviati da Sassari il 25 luglio del 1802.

Secondo Giovanni Siotto Pintor invece, braccato per le campagne, con una taglia sul capo di 500 scudi, fu catturato da numerosi banditi, ecco cosa scrive in proposito “fu fermo da quattordici malandrini intesi a procacciarsi l’impunità, trascinato a d’orso d’asino insino a Sassari, flagellato orribilmente dal boia, afforcato”(10).

L’eroe sardo, fu così umiliato (fu infatti messo, sanguinante e pesto, su un asino e fatto entrare prima a Tempio e poi a Sassari, – dopo aver attraversato molti altri paesi sempre sul dorso di un asino – fra la folla accorsa a vedere lo spettacolo e una ciurma di giovinastri prezzolati che fischiavano e gridavano), colpito da una frusta, di doppia suola intessuta con piombo, a tal punto che non può rimanere né in piedi né coricato ma carpone. Una fustigazione deprecata persino da uno storico conservatore come il Manno che scrive ”alla mano del manigoldo non fu lasciato l’arbitrio di quella naturale umanità che poteva sorgere anche nel cuore di un carnefice. Egli fu talmente aizzato da quei notabili andategli incontro, che il carnefice stesso ebbe a mostrarsene indispettito. Il barone maggiore soprannominato il Duca dell’Asinara, dal balcone del suo palazzo lanciava parole di crudele beffa contro l’infelice frustato…”

La supplica che gli venga comminata la pena del carcere perpetuo o il perpetuo esilio è respinta da Placido Benedetto di Savoia, Conte di Moriana, (fratello del re di Sardegna Carlo Emanuele IV). Cedendo – scrive Carta Raspi – ai suoi istinti sbirreschi..

Insieme all’altro fratello, Carlo Felice, vice re e re ottuso e famelico, (sarà soprannominato Carlo Feroce dal poeta e patriota piemontese Angelo Brofferio) l’infame Conte di Moriana ricorrerà  dopo il generoso tentativo del Cilocco e del Sanna Corda, a una repressione violenta e brutale nei confronti dei Sardi patrioti, anche vagamente sospettati di aver preso parte alla tentata insurrezione.

Il Cilocco fu quindi condannato a morte l’11 agosto del 1802, e il 30 pur disfatto per le torture subite, recuperata la propria lucidità, con animo forte – scrive il Martini – saliva sulla forca.

“Non gli fu neppure risparmiata la tortura della corda e delle tenaglie infuocate. Il corpo verrà bruciato e le ceneri saranno disperse al vento, la testa conficcata sul patibolo i beni confiscati” (11).

“Questo supplizio – ricorda Fabritziu Dettori in una bella ricostruzione della figura dell’eroe sardo – gli fu inferto con così zelo che dalle spalle e dalla schiena gli aguzzini riuscivano a strappargli la pelle a «lische sanguinanti». Sollevato sul patibolo semi vivo, fu impiccato e, da morto, decapitato. Il suo corpo fu bruciato e le ceneri sparse al vento. Ma la malvagità savoiarda, non sazia, sancì, in tributo alla causa antisarda, che la testa del Patriota sardo fosse rinchiusa dentro una gabbia di ferro ed esposta, a scopo intimidatorio, all’ingresso di «Postha Noba», mentre nelle altre «Porte» della città i lembi della sua carne completavano l’orrore. Il macabro monito rimase esposto per giorni e giorni…” (12).

”Giustizia sabauda e spettacolo per la popolazione sassarese che assistè in bestiale gazzarra alla fustigazione e alla impiccagione”(13), commenta amaramente Raimondo Carta Raspi.Macabro ammonimento, aggiungo io, nei confronti dei Sardi, da parte dei più crudeli, spietati, insipienti, famelici e ottusi (s)governanti che la Sardegna abbia avuto nella sua storia, i Savoia.Cilocco aveva 33 anni. Un grande eroe e patriota sardo, sconosciuto e dimenticato, Est ora de l’amentare! 

Note bibliografiche

1. Vittoria Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna– Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Edizioni Castello, Cagliari 1996, pagina 155.

2. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Edizioni U. Mursia, Milano 1971, pagina 846.

3. Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, (1720-1847), Editori Laterza, Roma-Bari 1984, pagina 193.

4. Francesco Sulis, Dei moti politici dell’isola di Sardegna dal 1793 al 1821, Tip. Nazionale di G. Biancardi, Torino 1857, pagina 64.

5. Luigi Berlinguer, Alcuni documenti sul moto antifeudale sardo del 1795-96, in AA.VV., La Sardegna del Risorgimento, Ed. Gallizzi, Sassari, 1962, pagine 123-124.

6. Vittoria Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna– Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Edizioni Castello, Cagliari 1996, pagina 156.

7. Giuseppe Manno, Storia moderna della Sardegna-Dall’anno 1773 al 1799, a cura di Antonello Mattone, Ilisso edizioni, Nuoro 1998, pagina 294.

8. Bruno Anatra, Dizionario Biografico degli Italiani, Ed.Treccani,  Volume 25 (1981).

9. Eliseo Spiga, La sardità come utopia – Note di un cspiratore, Cuec, Cagliari 2006, pagina 105.

10. Giovanni Siotto Pintor, Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848, Casanova, Torino 1887, pagina 45.

11. Vittoria Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna– Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Edizioni Castello, Cagliari 1996, pagina 159.

12. Fabritziu Dettori, Francesco Cilocco, un eroe dimenticato, in Sotziu Limba sarda, 10-5-2005.

13. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Edizioni U. Mursia, Milano 1971, pagina 847.

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  • 05Set

    Liquidazione prestazioni ASpI e mini ASpI in funzione aliquota contributiva per gli anni 2014, 2015, 2016, 2017

    Data pubblicazione: 05/09/2014

    Con il decreto interministeriale attuativo n. 79412 del 18/02/2014 della legge di riforma n. 92/2012, che ha recepito l’allineamento graduale del contributo ASpI all’aliquota contributiva ordinaria ASpI dell’1,61% (1,31% + 0,30%),  sono state determinate per gli anni 2014, 2015, 2016 e 2017 le misure delle indennità di disoccupazione ASpI e mini ASpI, da liquidare alla nuova platea di assicurati, in funzione dell’effettiva aliquota di contribuzione. La circolare n.101 del 03/09/2014 dell’Inps  fornisce le istruzioni attuative relativamente all’ammontare dell’aliquota e della prestazione, nonché la modalità di calcolo in presenza di contribuzione piena e ridotta nel periodo di riferimento. Le indennità ASpI e miniASpI  saranno liquidate, per il 2014, in misura proporzionale all’aliquota effettiva di contribuzione per un importo pari al 40% della misura delle indennità; nel 2015 l’importo sarà pari al 60%, nel  2016 sarà pari all’80% e nel 2017 l’indennità sarà liquidata al 100%.

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  • 05Set

    Regime “de minimis”: cosa cambia

    Data pubblicazione: 05/09/2014

    Inclusione delle imprese in difficoltà tra i soggetti che possono fruire degli aiuti di importanza minore (cosiddetti “de minimis”) e introduzione del criterio di “impresa unica”, con la conseguenza che il massimale di aiuto concedibile viene a determinarsi con riferimento all’insieme delle imprese, tra le quali sussista una relazione nei termini indicati dall’articolo 2, paragrafo 2, dei Regolamenti UE n. 1407/2013 e n. 1408/2013. Queste le principali novità introdotte in materia di aiuti di Stato in regime “de minimis” con i Regolamenti UE sopra citati, in vigore dal 1° gennaio 2014, e recepite dall’Inps con la circolare n. 102/2014, che richiama e illustra le modifiche normative introdotte a livello comunitario, specificando i massimali di aiuto concedibili alle imprese per ogni settore e passando in rassegna le agevolazioni erogate dall’INPS per le quali si applicano  i nuovi Regolamenti: sgravi contributivi per l’apprendistato presso le piccole imprese, incentivo per la ricollocazione lavorativa di soggetti privi di occupazione e beneficiari dell’ASPI, incentivo per l’assunzione di lavoratori iscritti nella “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”.

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  • 05Set

    Garanzia giovani: borse di tirocinio

    Data pubblicazione: 05/09/2014“Il Piano italiano di attuazione della Garanzia per i Giovani”, con il quale il Ministero del Lavoro è impegnato a recepire la Raccomandazione del Consiglio dell’UE 22/4/2013 per assicurare a tutti i giovani di età inferiore ai 25 anni un’offerta di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale, individua tra le azioni finanziabili anche le “borse di tirocinio”, destinate a contribuire alle spese di giovani che devono maturare un’esperienza professionale per accrescere le loro possibilità di inserimento nel mercato del lavoro.
    Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali ha riconosciuto tra le attività istituzionali dell’Inps l’erogazione delle indennità di tirocinio suddette, in quanto l’Istituto partecipa alla “Struttura di missione” istituita presso il Ministero, che coinvolge rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle sue agenzie tecniche (ISFOL e Italia Lavoro) del MIUR, del MISE, del MEF, delle Regioni e Province autonome e di Unioncamere.
    L’Inps ha approvato con Determinazione commissariale n.185 del 7/8/2014 lo Schema di Convenzione tra Ministero del Lavoro, Inps, Regioni e Province autonome, che definisce le modalità con le quali l’Istituto erogherà per conto degli enti locali aderenti alla Convenzione le indennità ai giovani tirocinanti. Nel messaggio n. 6789 del 3/9/2014 è riportato l’elenco delle 17 Regioni che hanno manifestato interesse ad affidare all’Inps la gestione dei pagamenti, con ulteriori dettagli in merito alla disponibilità dei fondi e alle modalità di erogazione dell’indennità di tirocinio.

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  • 04Set

    Fondo di solidarietà residuale

    Data pubblicazione: 04/09/2014Con la circolare n. 100 del 02/09/2014 l’Inps recepisce quanto previsto dalla legge n. 92 del 28/06/2012 in relazione all’ambito di applicazione, finanziamento e adempimenti procedurali del Fondo di solidarietà residuale. Tale Fondo non ha personalità giuridica e costituisce una gestione dell’INPS con autonomia finanziaria e patrimoniale, nel quale rientrano le imprese con più di 15 dipendenti, per le quali non è applicabile la normativa delle integrazioni salariali ordinaria e straordinaria. Il Fondo di solidarietà residuale riconosce ai lavoratori dipendenti, esclusi i dirigenti, interessati da riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, un assegno ordinario, come per le stesse causali della cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, salvo in caso di cessazione, anche parziale di attività. Nell’erogazione della prestazione il Fondo residuale versa alla gestione d’iscrizione del lavoratore, la contribuzione, utile per il conseguimento del diritto a pensione, compresa la pensione anticipata e la determinazione della misura. Le prestazioni del Fondo di solidarietà sono finanziate da un contributo ordinario dello 0,50% della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali, di cui 2/3 a carico del datore di lavoro e 1/3 del lavoratore e uno addizionale a carico del datore di lavoro, in rapporto alle retribuzioni perse nella misura del 3% per imprese fino a 50 dipendenti e del 4,50% oltre i 50. Le imprese con media degli occupati superiore a 15 dipendenti che rientrano nell’applicazione del Fondo residuale, devono versare la contribuzione al Fondo dal 1° gennaio 2014. Per ulteriori dettagli si rinvia al testo integrale della circolare.

     

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  • 04Set

    Condizione di regolarità contributiva

    Data pubblicazione: 04/09/2014L’Istituto rende nota con il messaggio 6756 del 2 settembre 2014 una recente sentenza del TAR Veneto, in materia di violazioni contributive previdenziali e assistenziali di cui all’art. 38, del Decreto legislativo 163 del 12 aprile 2006.
    In particolare, il Tribunale si è espresso riguardo al Documento unico di regolarità contributiva rilasciato per la verifica di autodichiarazione, in cui il soggetto interessato sia risultato non regolare alla data indicata dall’Amministrazione nella richiesta. A tale proposito, la sentenza ha definito che la condizione di regolarità, anche per la verifica di autodichiarazione, deve sussistere alla scadenza del termine di 15 giorni assegnato per la regolarizzazione.

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  • 03Set

    Fondi di solidarietà per il sostegno del reddito

    Data pubblicazione: 03/09/2014Nella circolare 99 del 8-8-2014 l’Inps ha fornito chiarimenti in merito alla costituzione dei Fondi di solidarietà prevista dalla legge n. 92 del 2012 di riforma del mercato del lavoro. La circolare riepiloga la disciplina dei Fondi a partire dalla loro finalità di offrire ai lavoratori una tutela, nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, nell’ambito dei settori non coperti dalla cassa integrazione guadagni. Nel testo della circolare vengono illustrate le varie tipologie di fondi, le prestazioni, la contribuzione, le forme di finanziamento e le modalità di gestione a cura del comitato amministratore previsto per ogni fondo.

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  • 01Set

    Invio Bustone 2014

    Data pubblicazione: 01/09/2014

    L’Istituto sta inviando il cosiddetto “Bustone” per la raccolta delle dichiarazioni reddituali e delle altre dichiarazioni di responsabilità da parte dei titolari delle prestazioni assistenziali per l’anno 2014.
    A seconda delle situazioni personali, quest’anno il plico inviato contiene i seguenti documenti:

    • la lettera di presentazione, diversificata per i residenti in Italia e all’estero, con una breve informativa sui servizi online a disposizione del cittadino;
    • il modello RED italiano o modello RED estero, con le relative istruzioni per la compilazione;
    • il modello 503 AUT;
    • la richiesta di integrazione delle informazioni relative alla campagna RED 2012 (anno reddito 2011);
    • i modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali;
    • il modello per indennità di frequenza.

    La comunicazione è personalizzata in funzione delle dichiarazioni richieste ed è corredata con le stringhe necessarie all’acquisizione delle informazioni da parte degli intermediari abilitati.
    Ogni richiesta reca la data entro la quale deve essere restituita la dichiarazione.
    Per maggiori dettagli si può consultare il messaggio n. 6627 del 27 agosto 2014.

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  • 29Ago

    Caltanissetta – Enna: piano assistenza domiciliare

    Data pubblicazione: 29/08/2014

    Al via il progetto di assistenza domiciliare Home Care Premium, rivolto a dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione e loro familiari non autosufficienti, residenti nei Comuni del distretto socio-sanitario D11.
    L’iniziativa, che si realizza nell’ambito della convenzione stipulata tra Inps e il Comune di San Cataldo, implica lo stanziamento da parte dell’Inps di fondi fino a 400mila euro.
    I piani prevedono l’erogazione di servizi alla persona per circa 120 utenti,  a partire dal primo dicembre di quest’anno  fino al 30 novembre 2015. A breve saranno disponibili i bandi per la richiesta di assistenza.

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  • 26Ago

    Trento: al via il reddito di attivazione

    Data pubblicazione: 26/08/2014

    Su proposta della Giunta provinciale di Trento è stata approvata una misura che introduce il reddito di attivazione per giovani disoccupati e soggetti sopra i 54 anni  garantendo loro un periodo di copertura maggiore. L’intervento è stimato per 28 milioni di euro in tre anni, dal 2014 al 2016.  L’Inps dovrà individuare i 36.000 trentini a cui sarà destinata la somma variabile da 600 a 3000 euro ciascuno, ad integrazione delle indennità di Aspi e Miniaspi.

     

    Rassegna stampa del 26/6/2014:

     

    Il Sole 24 ORE – Trentino introduce reddito di attivazione
    Trentino – Ai disoccupati da 600 a 3000 euro
    L’Adige – Sostegno ai disoccupati: 28 milioni

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  • 19Ago

    Mantova, gli apprezzamenti dell’Upa

    Data pubblicazione: 19/08/2014

    «All’amministrazione comunale di Marmirolo e alla Direzione provinciale dell’Inps di Mantova va rivolto un apprezzamento nell’aver attivato un nuovo sportello Inps per il disbrigo delle pratiche di competenza dell’Istituto nei locali del municipio, con l’obiettivo di semplificare la vita amministrativa dei cittadini e delle imprese». E’ quanto si legge in una nota inviata al quotidiano “La Voce di Mantova” dal responsabile sindacale dell’Unione artigiani della provincia (Upa).

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INPS: circolari e messaggi

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Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it >Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi
>>> Titolo:  Messaggio numero numero 6859 del 05-09-2014
Contenuto:  Gestione Separata Committenti ? Emissione comunicazione debitoria per anno di competenza 2013.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 102 del 03-09-2014
Contenuto:  Regolamenti (UE) n. 1407/2013 e n. 1408/2013 sul regime ?de minimis? in vigore dal 1° gennaio 2014. Nuovo modello di dichiarazione da utilizzare per la fruizione degli aiuti ?de minimis? erogati dall?Istituto.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 101 del 03-09-2014
Contenuto:  Assicurazione Sociale per l?Impiego (ASpI). Decreto attuativo dell?articolo 2, comma 27 della Legge 28 giugno 2012 n. 92. Determinazione delle prestazioni ASpI e mini ASpI da liquidarsi in funzione dell’effettiva aliquota di contribuzione per gli anni 2014, 2015, 2016, 2017.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 6789 del 03-09-2014
Contenuto:  Indennità di tirocinio nell?ambito del Piano Italiano di attuazione della cosiddetta ?Garanzia Giovani?. Gestione dell?erogazione dell?indennità da parte dell?INPS per conto delle Regioni e delle Province autonome convenzionate. Trasmissione schema di Convenzione approvato con Determinazione commissariale n. 185 del 7 agosto 2014.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 100 del 02-09-2014
Contenuto:  Legge n. 92 del 28 giugno 2012 ?Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita?. Articolo 3, commi da 4 a 47. Fondo di solidarietà residuale. Disciplina di finanziamento. Adempimenti procedurali. Modalità di compilazione del flusso Uniemens. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 6756 del 02-09-2014
Contenuto:  Documento unico di regolarità contributiva. Verifica autodichiarazione e invito a regolarizzare. Durc rilasciato ai sensi dell?art. 13 bis, comma 5, del decreto legge 7 maggio 2012, n. 52. Precisazioni.
Tipologia:  MESSAGGIO

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