Archivi giornalieri: 21 marzo 2019

Quota 100

Pensioni, per quota 100 97.522 domande. Il primo aprile via a 25mila assegni

Cinquemila richieste respinte per mancanza dei requisiti. Preoccupa il comparto sanità: non basterebbero i neospecialisti a sostituire chi andrà in pensione

A passi più lenti verso soglia 100mila. Con più di un quarto delle domande arrivate finora che saranno liquidate già il primo aprile. Tra dieci giorni si apre la finestra per quota 100 e l’Inps è pronta ad erogare i primi assegni, grazie anche al lavoro di calcolo svolto in questi mesi. Le domande ricevute alle 17 del 20 marzo sono 97.522.

5MILA RESPINTE. Ben 25mila domande per uscire dal mondo del lavoro andranno in pagamento il prossimo mese, con 5mila richieste respinte, spiega la la direttrice generale dell’Inps Gabriella Di Michele, perché mancavano dei requisiti. Altre 23mila giacenti però saranno invece pagate già il primo maggio. Dal punto di vista generale le domande totali hanno superato quota 96mila, anche se c’è da dire come il ritmo di presentazione sia in calo: a inizio marzo ne arrivavano 3mila al giorno, ora 1200 circa. Attenzione però: per l’istituto di previdenza i numeri attuali per lasciare volontariamente con la formula 62+38 rimangono “un risultato veramente straordinario”, mentre a giugno è pronto il ricalcolo delle pensioni d’oro, con conguaglio.

Dalla scuola sono attese almeno 50mila domande, anche se al momento preoccupa il comparto sanità: dal 2018 al 2025 l’effetto quota 100 potrebbe tradursi in Italia in una carenza di personale di 16.700 medici. Il motivo? Semplice, non basterebbero i neospecialisti a sostituire chi andrà in pensione. Nessun timore, invece, per il mondo della Pubblica amministrazione, dove ci sarò un ricambio generazionale ‘fuori uno, dentro uno’. Come ha spiegato il ministro Giulia Bongiorno, nella Pa al momento hanno presentato domanda oltre 33mila lavoratori, con 100mila dipendenti pubblici che aderiranno alla riforma nel 2019.

In attesa di nuovi aggiornamenti anche sui numeri del reddito di cittadinanza, il governo non intende arretrare: entrambe le misure di Lega e M5S sono finanziate per altri due anni, fino al 2021.

Quota 100

Pensioni, per quota 100 97.522 domande. Il primo aprile via a 25mila assegni

Cinquemila richieste respinte per mancanza dei requisiti. Preoccupa il comparto sanità: non basterebbero i neospecialisti a sostituire chi andrà in pensione

A passi più lenti verso soglia 100mila. Con più di un quarto delle domande arrivate finora che saranno liquidate già il primo aprile. Tra dieci giorni si apre la finestra per quota 100 e l’Inps è pronta ad erogare i primi assegni, grazie anche al lavoro di calcolo svolto in questi mesi. Le domande ricevute alle 17 del 20 marzo sono 97.522.

5MILA RESPINTE. Ben 25mila domande per uscire dal mondo del lavoro andranno in pagamento il prossimo mese, con 5mila richieste respinte, spiega la la direttrice generale dell’Inps Gabriella Di Michele, perché mancavano dei requisiti. Altre 23mila giacenti però saranno invece pagate già il primo maggio. Dal punto di vista generale le domande totali hanno superato quota 96mila, anche se c’è da dire come il ritmo di presentazione sia in calo: a inizio marzo ne arrivavano 3mila al giorno, ora 1200 circa. Attenzione però: per l’istituto di previdenza i numeri attuali per lasciare volontariamente con la formula 62+38 rimangono “un risultato veramente straordinario”, mentre a giugno è pronto il ricalcolo delle pensioni d’oro, con conguaglio.

Dalla scuola sono attese almeno 50mila domande, anche se al momento preoccupa il comparto sanità: dal 2018 al 2025 l’effetto quota 100 potrebbe tradursi in Italia in una carenza di personale di 16.700 medici. Il motivo? Semplice, non basterebbero i neospecialisti a sostituire chi andrà in pensione. Nessun timore, invece, per il mondo della Pubblica amministrazione, dove ci sarò un ricambio generazionale ‘fuori uno, dentro uno’. Come ha spiegato il ministro Giulia Bongiorno, nella Pa al momento hanno presentato domanda oltre 33mila lavoratori, con 100mila dipendenti pubblici che aderiranno alla riforma nel 2019.

In attesa di nuovi aggiornamenti anche sui numeri del reddito di cittadinanza, il governo non intende arretrare: entrambe le misure di Lega e M5S sono finanziate per altri due anni, fino al 2021.