Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2011-2012

NEWS

 

Invecchiamento demografico, femminilizzazione del mercato del lavoro, vincoli all’espansione della spesa pubblica, abbandono delle attività manifatturiere a più basso valore aggiunto e cambiamento di regime della domanda al settore immobiliare: questi i principali fattori di trasformazione del sistema produttivo del nostro Paese che, dopo la debole ripresa registrata nella prima parte del 2011, si trova ad affrontare una nuova recessione. 

Una crisi che senza una svolta dal versante delle produttività potrebbero prevalere pressioni deflazionistiche sui salari e sui redditi interni, assecondate da politiche fiscali di segno restrittivo.

E’ quanto emerge dal Rapporto sul mercato del lavoro in Italia 2011-2012 presentato oggi al Cnel, dal prof.  Carlo  Dell’Aringa, una fotografia della situazione occupazionale del nostro Paese che analizzando i processi in atto, offre anche proiezioni a medio e a lungo termine.

Il numero complessivo degli occupati torna a scendere rispetto al 2008 con una riduzione di oltre un milione di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione ha, infatti, registrato un incremento contenuto per effetto della contrazione della domanda, ma anche della minore partecipazione dei lavoratori al mercato.

A ciò si aggiunge un processo di invecchiamento della popolazione molto marcato tanto che le proiezioni indicano che nel 2020 le forze lavoro di età compresa tra i 57 e i 66 anni potrebbero essere pari a 3,8 milioni di persone, circa 1,7 milioni in più rispetto al 2011, determinando una riduzione del peso delle altre classi di età dagli importanti effetti sui rapporto intergenerazionali.

Si registra anche un ritardo nel processo di femminilizzazione del mercato del lavoro e purtroppo si conferma anche per loro una generale sottoutilizzazione del capitale umano. 

Ma coloro che più hanno subito le conseguenze della crisi sono i giovani  (+ 7%). I Neet rappresentano oltre 2 milioni di persone (24%) contro una media europea del 15,6%.

Nonostante questo quadro a tinte fosche la ministra Fornero ha ribadito che con la riforma del mercato del lavoro si è ottenuto un buon equilibrio. Una riforma che non è contro i lavoratori, ma è a loro favore, soprattutto di quelli più deboli.

” Una riforma che è nata – ha detto il ministro –  con un duplice obiettivo: rendere più inclusivo e dinamico il mercato del lavoro. Vogliamo includere gli anziani, i giovani e le donne e rifiutiamo l’idea di un lavoro segmentato che ha caratterizzato gli anni passati.” 

“Un mercato di tale fattezze – ha concluso Fornero – è inaccettabile”. E ha proseguito chiedendo  “onestà intellettuale, collaborazione fra le parti per guardare con mente aperta e senza pregiudizi a quanto messo in campo dalla riforma per incamminarci sul sentiero della crescita e della buona occupazione”. 

Alla presentazione è intervenuta tra gli altri Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil, che ha sottolineato le numerose incongruenze della legge di riforma del mercato del lavoro e l’inadeguatezza delle misure che tendono a deprimere ulteriormente l’economia del nostro paese. 

Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2011-2012ultima modifica: 2012-09-25T08:34:53+02:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo