Archivi giornalieri: 25 novembre 2009

Caporalato

INAIL

Storie di caporalato: 30 euro (e un panino) per un giorno in cantiere

 

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23 novembre 2009. E’ questo il compenso offerto ai lavoratori stranieri per dieci ore sulle impalcature. Iniziativa dell’INAIL contro lo sfruttamento in collaborazione con Provincia e Asl: oggi venti immigrati sono stati “reclutati” a Roma per partecipare a una lezione (pagata) in materia di sicurezza e legalità

ROMA – Trenta euro. Più un panino. E’ questo il “lauto” compenso offerto agli immigrati della Capitale per dieci ore sulle impalcature di un cantiere. I lavoratori che, questa mattina, hanno partecipato alla “lezione di sicurezza” promossa dalla Provincia di Roma e INAIL, si sono sentiti ripetere la stessa offerta più volte prima di abbandonare il depositi di materiali edili di Tor di Quinto. Addirittura una delle contrattazione è avvenuta proprio mentre i partecipanti al corso stavano per salire sul pullman che li avrebbe condotti alla sede dell’INAIL. Una macchina con due romeni a bordo si è fermata, infatti,. vicino a loro. “E’ un cantiere qui vicino, servono cinque persone per 10 ore”, ha detto l’autista . “La paga è di trenta euro, però ci sono anche i panini”.  Solo uno dei 20 reclutati si è lasciato convincere ed è salito a bordo. Gli altri hanno declinato l’offerta.

“Oggi ci danno 50 euro per partecipare a questa lezione e non ci è convenuto accettare il lavoro”, hanno spiegato alcuni di loro, nella maggior parte romeni e moldavi. “Anche se, forse, abbiamo perso un ingaggio più duraturo. In altre situazioni avremmo accettato: alla fine loro sono i caporali e noi i nuovi schiavi. Non abbiamo alternative”. “Le persone che vengono a prenderci la mattina spesso sono intermediari italiani o stranieri”, ha raccontato Adrianu. “Quando ci pagano, ci danno 30-40 euro alla giornata e loro ne prendono 80. Qui funziona così”.

Oggi, invece, per una volta tanto, il trattamento è stato diverso. L’iniziativa – realizzata anche in collaborazione con con l’Asl Roma E e il Comitato paritetico territoriale – ha permesso ai partecipanti di essere almeno per un giorno sottratti alle angherie del caporalato e di ricevere un bagaglio di conoscenze in materia di sicurezza e legalità che, forse, permetterà loro di affrontare con più consapevolezza e coscienze le sfide del futuro. Alcuni sindacalisti romeni – insieme al delegato alla Sicurezza sui luoghi di lavoro del della Provincia, Fabio Nobile – hanno reclutato gli immigrati alle sette di questa mattina su viale di Tor di Quinto, dove sostavano in attesa di un “lavoro alla giornata”. Condotti nella vicina sede dell’INAIL, sono stati accolti da diversi operatori dell’Asl che hanno tenuto loro una lezione di “prevenzione”, distribuendo un opuscolo tradotto in cinque lingue e gli strumenti basilari per un lavoro sicuro nei cantieri: scarpe antinfortunistiche, caschetto e fratino catarifrangente.

“La maggior parte di queste persone ogni giorno viene sfruttato con stipendi da fame e spesso lavorano in condizioni di assoluta insicurezza”, ha detto Nobile. “Questo progetto, che è già stato sperimentato a Guidonia e che si ripeterà anche nelle prossime settimane a Roma, vuole aiutarli concretamente ad autosalvaguardarsi e a renderli consapevoli dei loro diritti”

NEWS

Morti per il lavoro: le vittime militari esclusi dalle statistiche dell’Inail

Tutti morti per il lavoro……

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Morto cadendo da un tetto in costruzione, schiacciato  da un carico di lastre di marmo,  cadendo dalla gru, carbonizzato.

Solo ieri altri 5 lavoratori sono deceduti, ma dell’accaduto non c’è traccia sui giornali. Anche i cinque piloti militari di Pisa sono deceduti nell’esercizio delle loro funzioni. Ma chissà perché si fa fatica a ricondurre questi fatti ad un unico comun denominatore: il lavoro che uccide.

Stesso destino, ma con due trattamenti diversi. I morti militari, della polizia, più in generale delle forze dell’ordine, non rientrano nelle statistiche elaborate dall’Inail perché non assicurati ad esso.
Forse è anche per questo che l’Istituto assicuratore continua a denunciare una  riduzione degli incidenti sul lavoro che, invece, per l’Inca continuano ad essere fortemente sottostimati.

Mancano dai dati ufficiali, per esempio, i lavoratori immigrati irregolari, le vittime di incidenti stradali nel percorso casa lavoro. Così come non compaiono le persone che subiscono le conseguenze estreme per l’esposizione ad agenti cancerogeni e tossici, tra i quali anche i soldati deceduti nelle “missioni di pace”.

Sono morti esclusi dalle statistiche dell’Inail, ma accomunati da un destino simile a quello dei tanti, troppi decessi nei settori delle costruzioni, della metalmeccanica, dell’agricoltura, per i quali il lavoro di tutela individuale  dell’Inca, svolto in stretta collaborazione con la confederazione, rappresenta un punto di riferimento indispensabile per l’esigibilità dei diritti delle vittime coinvolte e per combattere un fenomeno che non accenna a diminuire