Archivi giornalieri: 27 marzo 2009

Storia dell’INAIL – V° puntata –

24 marzo 2009. La nascita e lo sviluppo dell’Istituto dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri. Quinta puntata: fu il Regio decreto n. 1765 del 1935 a definire i cardini dell’attuale sistema pubblicistico

ROMA – Nata grazie alla legge 22 giugno 1933 n. 860, la Cassa infortuni ribattezzata INAIL nel corso dei decenni successivi crebbe progressivamente per dimensioni e importanza grazie alla graduale estensione degli eventi assicurati e al progressivo assorbimento al suo interno di diversi Enti minori, precedentemente incaricati di tutelare particolari categorie professionali o specifici eventi.

Tra le tappe importanti di questo sviluppo va segnalato, in particolare, il Regio decreto 17 agosto 1935 n. 1765 che determinò il carattere pubblicistico dell’assicurazione, introducendo dei principi cardine che restano tuttora al centro dell’attuale sistema: dalla costituzione automatica del rapporto assicurativo e delle prestazioni all’erogazione di servizi sanitari, dalla revisione delle rendite a una nuova disciplina nell’assistenza ai grandi invalidi.

Le malattie professionali. Se la legislazione previdenziale successiva alla seconda guerra mondiale si caratterizzò per la considerazione – ai fini della natura e dell’ammontare delle prestazioni – del nucleo familiare dell’assicurato, a muoversi in ritardo rispetto allo sviluppo della normativa infortunistica (e alle conseguenze sulla salute dei lavoratori a seguito dell’avanzare del processo tecnologico) fu, invece, l’estensione dell’assicurazione alle malattie professionali.

Infatti, fu solo col Regio Decreto 13 maggio 1929 n. 928 che venne promossa una prima forma di tutela, incentrata sul sistema della “lista chiusa” di malattie la cui origine professionale era riconosciuta per legge. Certamente questa specifica tutela scontava gravi difficoltà di carattere statistico e medico-legale, sia in ambito nazionale che internazionale: basti pensare che soltanto nel 1925 la Conferenza del Lavoro riconobbe l’origine professionale di tre malattie (intossicazione da piombo, da mercurio, infezione da carbonchio). Anche in questo caso è da registrare la forte strategia prudenziale messa in atto dalle istituzioni; ma anche in questo caso è chiaro che si stavano ponendo le premesse per una più consistente e significativa tutela della salute dei lavoratori.

La regolamentazione legislativa del 1929 che assimilava il regime degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, scelta ancora oggi vigente, venne fortemente migliorata dal già citato Regio Decreto 17 agosto 1935 n. 1765 e dalla legge 15 novembre 1952, n. 1967 che aumentarono il numero delle lavorazioni in grado di provocare conseguenze patogene ed estesero i periodi massimi di indennizzabilità dopo l’abbandono della lavorazione. Nel 1958, infine, la legge introdusse la tutela delle malattie professionali in agricoltura, limitatamente però ad un numero molto ristretto di tecnopatie.

(continua)