Archivi giornalieri: 25 ottobre 2023

Rendiconto sociale 2022: la fotografia del CIV sul Paese

 
 

Rendiconto sociale 2022: la fotografia del CIV sul Paese

Importanti informazioni sulle prestazioni erogate dall’Istituto, migliorano i servizi.

Pubblicazione: 25 ottobre 2023

Il 24 ottobre, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INPS ha presentato il Rendiconto sociale 2022, che contiene importanti informazioni sulle prestazioni erogate dall’Istituto e, di riflesso, anche sulla situazione attuale del Paese.

Emerge, in particolare, una drastica riduzione della Cassa Integrazione Guadagni rispetto all’anno precedente, in termini di spesa (da 6 a 1 miliardo di euro), e di lavoratori coinvolti dalle sospensioni (865mila rispetto ai 3 milioni dell’anno precedente).

Sono cresciuti di 727.357 i lavoratori assicurati; parallelamente sono cresciuti anche i contributi versati da parte di imprese e lavoratori (+8,8%).

La spesa per le pensioni è nominalmente cresciuta del 3,8%, registrando un valore inferiore rispetto alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo nell’anno, pari all’8,1%. Si è determinata, pertanto, una riduzione della spesa per pensioni in termini reali. Le pensioni previdenziali complessivamente liquidate nel 2023 sono state 28.375 in meno rispetto all’anno precedente (-3,1%).

I trattamenti pensionistici di natura assistenziale (pensioni di invalidità civile e assegni di accompagnamento) sono invece cresciuti di 18.000 unità.

La spesa per il Reddito e la Pensione di Cittadinanza ha visto tra il 2021 e il 2022 una riduzione del 9,4%, scendendo da 8,8 milioni a 8 milioni di euro.

Crescono in maniera rilevante le platee e le risorse economiche impegnate per gli interventi a favore delle famiglie, con l’introduzione dell’Assegno unico che ha coinvolto complessivamente 6 milioni e 228mila nuclei familiari, rispetto ai circa 2 milioni e mezzo interessati all’Assegno al Nucleo Familiare nel 2021. In termini economici il fenomeno è altrettanto evidente, passando la spesa per il sostegno alle famiglie, sommando Assegno unico e ANF, da 6,6 miliardi di euro del 2021 a 16,3 miliardi di euro nel 2022.

Il Rendiconto sociale 2022, inoltre, riporta i dati che riguardano i crediti dell’Istituto rispetto all’anno precedente, la vigilanza, la qualità dei servizi, i tempi di erogazione delle prestazioni e i dati sul personale dipendente

Lavoro sommerso e frodi: online due nuove piattaforme

Lavoro sommerso e frodi: online due nuove piattaforme

Realizzate la “Piattaforma per la gestione delle azioni di compliance e per il contrasto al lavoro sommerso” e la sezione “Esonero under 36” in piattaforma UNICA.

Pubblicazione: 25 ottobre 2023

Nell’ambito delle attività relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finalizzate a contrastare il lavoro sommerso e a ridurre il rischio di frodi, l’INPS ha realizzato la “Piattaforma per la gestione delle azioni di compliance e per il contrasto al lavoro sommerso” e la sezione “Esonero under 36” in piattaforma UNICA.

PIATTAFORMA DI GESTIONE DELLE AZIONI DI COMPLIANCE E DI CONTRASTO AL LAVORO SOMMERSO 

La “Piattaforma di gestione delle azioni di compliance e di contrasto al lavoro sommerso” accoglie le posizioni contributive a rischio e prevede l’individuazione di incroci e indicatori predittivi di comportamenti irregolari, anche in materia di lavoro sommerso, da trattare attraverso il contatto diretto con il contribuente con comunicazioni di invito alla compliance e alla correzione spontanea di errori/irregolarità commesse nella trasmissione degli adempimenti contributivi.

In questa prima fase è stata rilasciata la sezione della piattaforma relativa all’incrocio tra le denunce UNIEMENS e le Comunicazione Obbligatorie al Ministero del Lavoro (COB): il Cruscotto di monitoraggio UNIEMENS/UNILAV. Con tale strumento vengono identificate le aziende con dipendenti che presentano almeno una denuncia mensile UNIEMENS non presentata a fronte di un rapporto di lavoro che, sulla base delle comunicazioni UNILAV, risulterebbe attivo. In particolare, vengono intercettati tutti i datori di lavoro privati con dipendenti che presentano almeno una scopertura contributiva relativamente agli anni 2021 e 2022.

Il messaggio 27 giugno 2023, n. 2393 descrive la struttura del cruscotto e riporta le informazioni analitiche delle irregolarità rilevate con il dettaglio dei periodi UNIEMENS in ipotesi “scoperti” per ciascun lavoratore.

SEZIONE “ESONERO UNDER 36” IN PIATTAFORMA UNICA

Nell’ambito delle attività finalizzate all’accertamento dei fenomeni di evasione ed elusione contributiva, nella piattaforma UNICA (UNIEMENS Controllo Agevolazioni) è disponibile la sezione “Esonero under 36”.L’applicativo consentela gestione delle attività di verifica e di recupero dell’agevolazione introdotta dalla legge di bilancio 2021, per l’assunzione di giovani a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate nel biennio 2021-2022 (Esonero under 36).

La piattaforma accoglie i casi di probabile frode consistenti nella fruizione indebita dell’agevolazione per la violazione dei seguenti requisiti:

  • il lavoratore ha compiuto 36 anni alla data della nuova assunzione a tempo indeterminato o trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato;
  • il lavoratore è stato occupato a tempo indeterminato con lo stesso o con altro datore di lavoro nel corso dell’intera vita lavorativa;
  • l’assunzione incentivata è stata effettuata prima del 1° gennaio 2021 (decorrenza esonero under 36);
  • l’assunzione incentivata è stata effettuata da imprese del settore finanziario, non ammissibili al beneficio.

Il messaggio 26 settembre 2023, n. 3353 riepiloga gli aspetti normativi rilevanti ai fini dei controlli da effettuare, l’ambito di applicazione e tutte le informazioni utili alla gestione dei recuperi, con le istruzioni per le variazioni UNIEMENS da sede e la contabilizzazione dei crediti contributiv

L’andamento del Pil nell’area euro Europa

L’andamento del Pil nell’area euro Europa

Il prodotto interno lordo è un indicatore che serve per misurare la crescita di un’economia. Tra i paesi che crescono di più tra aprile e giugno 2023 ci sono Lituania e Romania.

 

Le ultime proiezioni di Istat sull’economia italiana riportano una situazione di crescita del Pil sia per il 2023 (+1,2% rispetto al periodo precedente) che per il 2024 (+1,1%). Questo incremento dovrebbe essere sostenuto dall’aumento della domanda interna e di quella estera, al netto delle scorte.

Ma perché è così importante il Pil? Il prodotto interno lordo è una misura che serve per comprendere la produzione dell’economia di uno stato. Aiuta quindi a comprendere la sua crescita.

Per cercare di capire se l’economia di uno stato sta avendo un momento positivo o negativo, si considerano diversi indicatori. Uno di questi è il prodotto interno lordo (Pil), che misura il livello di produzione aggregata dell’economia. Si considerano quindi tutti i beni e i servizi finali prodotti da uno stato in un determinato periodo di tempo. Vai a “Cos’è il Pil”

Il Pil è quindi un indicatore importante che viene spesso utilizzato nelle analisi assieme al tasso di disoccupazione e all’inflazione per definire un quadro dell’economia di uno stato. Per quel che riguarda proprio l’andamento dei prezzi, questi influenzano il valore del Pil che viene calcolato al prezzo di mercato. Per poter quindi capire la reale crescita, si considerano soltanto le dinamiche che non dipendono dall’inflazione o dalla deflazione registrata in quel momento. Aspetto importante soprattutto alla luce del periodo storico attuale, caratterizzato da forti incrementi di prezzi dovuti soprattutto a cause esterne.

Il Pil nei paesi dell’Unione europea

L’andamento di crescita viene calcolato spesso facendo riferimento a quanto è cambiato rispetto al periodo precedente, facendo una variazione percentuale. Negli ultimi dieci anni, alcuni eventi particolari hanno segnato la crescita delle principali economie dell’area euro.

Prima della pandemia, l’Italia ha sempre riportato le percentuali più basse. I valori sono stati negativi tra il 2012 e il 2014 per poi diventare positivi e raggiungere un picco di crescita nel 2017 (+1,7%). Nel 2020, con l’emergenza pandemica, c’è una forte decrescita in tutti i paesi considerati. Si è registrato un calo all’interno dell’area euro pari al 6,1%, con valori che variano da -3,8% in Germania a -9,0% in Italia. Con il 2021 si assiste invece a un aumento del Pil rispetto al periodo pandemico: l’Italia è caratterizzata dall’aumento maggiore (8,3%).

Per quel che riguarda l’anno in corso, i dati si fermano al secondo trimestre (quello che va da aprile a giugno). Rispetto al trimestre precedente, la percentuale segna un aumento per i paesi dell’area euro.

0,2% incremento del Pil dell’area euro nel secondo trimestre del 2023 rispetto al periodo precedente.

Se si considera invece l’intera unione europea, il valore è di poco superiore allo 0. Se si analizza nel dettaglio la situazione all’interno dei singoli paesi, si può comunque notare una forte diversità tra i diversi stati membri.

Sono 15 i paesi europei in cui si registra un aumento del Pil rispetto al trimestre precedente. Quello con la percentuale più alta è la Lituania (+2,45%) a cui seguono Romania (+1,68%), Croazia (+1,62%) e Grecia (+1,26%). In calo invece nei restanti 12. La decrescita più consistente si registra in Austria (-0,77%), Svezia (-0,83%) e Polonia (-2,17%). Anche l’Italia riporta un calo, pari allo 0,37%. Si tratta di un valore inferiore di circa mezzo punto percentuale rispetto alla media dell’area euro.

Sono numerose le componenti che contribuiscono alla crescita del Pil. Rispetto al primo trimestre del 2023, i consumi interni all’area euro sono rimasti stabili e sono aumentati dello 0,1% in Europa. Per quel che riguarda invece la spesa finale dei governi centrali, rispetto al calo registrato nel periodo precedente è aumentata dello 0,4% sia nell’area euro che nel resto dei paesi dell’Ue. Andamento simile anche per gli investimenti interni (+0,1% e +0,2%).

Oltre a ciò che accade all’interno di un territorio, vanno considerati anche i movimenti di beni e servizi al di fuori dello stesso. Le esportazioni sono diminuite dello 0,9% sia nell’eurozona che nell’Unione nel suo complesso, così come le importazioni (-0,2% e -0,3%).

Foto: Paul Teysen – licenza