Archivio mensile:giugno 2011

I diritti alzano la voce

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Tagli al sociale, dal 2012 molti disabili “privati di ogni assistenza”

I tagli “radicali e indiscriminati” alle politiche sociali avranno dal 2012 l’effetto di “privare di ogni assistenza il 20% delle persone con disabilità del nord, il 30% al centro e il 50% al sud: uno “scenario drammatico che penalizza le famiglie, sovraccaricandole e impoverendole ulteriormente”. E’ la denuncia di Fand e Fish, le due maggiori federazioni rappresentative delle persone con disabilità e dei loro familiari, che parlano di un vero e proprio rischio di “emarginazione” per un alto numero di persone anziane o con disabilità causato principalmente dai tagli al Fondo per le politiche sociali e a quello per la non autosufficienza.
 
Le due federazioni, che annunciano l’adesione alla manifestazione nazionale indetta a Roma il 23 giugno prossimo dal Forum del Terzo Settore e dalle associazioni aderenti alla campagna “I diritti alzano la voce”, rilevano che la diminuzione di impegno che l’Italia ha deciso verso il sociale comporta di fatto lo smantellamento del “pur minimo sistema di protezione” assicurato in precedenza, quando il nostro paese, in rapporto al Pil, “stanziava meno della Polonia ed era al passo con la Bulgaria”. Oggi la situazione è ancora peggiore e “gli effetti si sentiranno inclementi sull’emarginazione, sull’impoverimento, sul rischio di istituzionalizzazione”.
 
I presidenti delle due Associazioni fanno notare che dal prossimo anno il Fondo per le politiche sociali sarà cancellato e nulla arriverà alle Regioni; che il Fondo per la non autosufficienza, già stato abrogato dal 2011, non verrà ripristinato; che il Fondo per il diritto al lavoro delle persone disabili (L. 68/99) sarà tagliato del 75% e che la riduzione delle risorse sulla scuola sarà causa di rinnovati gravi disagi per gli studenti con disabilità. Inevitabilmente, “i dati statistici pubblicati dall’Istat secondo i quali il 25% della popolazione, in Italia, vive un’esperienza quotidiana di emarginazione tenderanno a modificarsi in peggio”. Situazione alla quale si aggiunge la “implacabile, inefficace, costosa e infarcita di toni stigmatizzanti, crociata contro le presunte false invalidità che maschera, in modo malcelato, la volontà di tagliare le pensioni ai veri invalidi”. Le federazioni parlano di “quotidiane revoche indiscriminate”, con un contenzioso da 400mila cause giacenti con l’Inps, che peraltro “non riesce a gestire adeguatamente l’ordinaria amministrazione”, con “i tempi di attesa del riconoscimento dell’handicap e dell’invalidità che si sono ulteriormente allungati”.
 
Fand e Fish domandano dunque i ripristini dei fondi sociali (o almeno l’introduzione normativa di una quota di riserva sul prelievo fiscale di regioni e comuni e sul cosiddetto Fondo perequativo del federalismo fiscale, da destinare alla non autosufficienza), l’emanazione dei Livelli essenziali di assistenza sociale, la garanzia dell’integrazione scolastica, la revisione della normativa in tema di invalidità.

Redattore sociale

Disabili e non autosufficienti, “anno nero”

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Presentazione IX Rapporto sui diritti globali

Sono quattro le minacce che, in questo “anno nero”, sono piovute addosso alla non autosufficienza e alla disabilità. Alcune sono rientrate, per altre non c’è stato nulla da fare A fare il punto sono i curatori del Rapporto sui diritti globali presentato ieri a Roma.

La prima e forse la più grave, quanto inevitabile, minaccia è la sparizione del Fondo per la non autosufficienza nel 2011: “400 milioni, già del tutto inadeguati, il cui mancato rinnovo andrà a pesare sui bilanci sociosanitari delle regioni”. E questo nonostante la Conferenza delle regioni avesse trovato la copertura, con “il risparmio ottenuto dal ministero dell’Economia dall’innalzamento dell’età pensionabile delle donne”.

La seconda, “parata per la forte opposizione sociale”, era quella del decreto legge n. 78/2010, che ha dato il via ai controlli Inps sull’invalidità e  che prevedeva un innalzamento della percentuale di invalidità all’85% (contro l’attuale 74%) per accedere a misure di sostegno, quali pensione di invalidità o assegno di accompagnamento. “La ratio: risparmiare i ben 256 euro per persona al mese” come riassumono i curatori. La terza minaccia, “parzialmente evitata grazie a un’intesa tra opposizione e Lega”, minava il principio dell’inserimento lavorativo delle persone disabili: “Il governo – si ricorda – aveva deciso, in deroga alla legge n. 68/99 sul collocamento obbligatorio dei disabili, che le aziende con 15 dipendenti fossero esentate dalla quota del 7% di assunzioni obbligatorie previste, con una perdita di posti di lavoro stimata in circa 20.000 per il 2011”. La quarta, infine, è la “caccia al falso invalido provocata da governo e Inps per risanare abusi e truffe, finisce con lo stigmatizzare e penalizzare chi invalido lo è davvero”.

Redattore sociale

Ricorso dell’Inca su ricongiunzione onerosa

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Anche con 40 anni di contributi, necessari soldi per vitalizio

Dopo 40 anni di contributi andare in pensione può costare 65 mila euro. è successo a un assistito del patronato Inca di Genova cui l’Inps ha chiesto 65 mila euro di ricongiunzione. L’episodio è stato segnalato dalla Cgil di Genova.

L’Inca ha presentato immediatamente ricorso amministrativo all’Inps e sta valutando un eventuale ricorso giudiziario.

Secondo la Cgil, “il problema potrebbe essere di tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati e parte dall’abrogazione della legge 322/1958 che prevedeva che i contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti alle diverse casse potessero esser  riscattati gratuitamente. Il governo ha invece lavorato per approvare la legge 122/2010 con la quale la ricongiunzione diviene di fatto onerosa”.

“Sono moltissimi i lavoratori che incappano in questo meccanismo. Questa norma – si legge nella nota della Cgil – penalizza chi ha cambiato datore di lavoro passando dal pubblico al privato o viceversa”. 

n. 468 del 9 giugno 2011

 

Direzione Provinciale del Lavoro di Modena  

 

www.dplmodena.it  

                                                                                                                                                                                            

NEWSLETTER LAVORO

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                           

>    Appalti: entra in vigore il nuovo Regolamento Appalti

Dalla data dell’8 giugno 2011 entra in vigore il nuovo Regolamento sulle procedure per lavori pubblici, servizi e forniture, previsto dal D.P.R. n. 207 del 5 ottobre 2010.

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>    INPS: modalità di pagamento dei contributi volontari

L’INPS illustra le nuove modalità di pagamento dei contributi volontari che sono operative dall’8 giugno 2011.

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>    INPS: congedo straordinario – D.L.vo 151/2001 – a favore dei giornalisti iscritti all’INPGI

L’INPS comunica le modalità di erogazione dell’indennità economica per i periodi di astensione dal lavoro per congedo straordinario, di cui all’art. 42, comma 5, del D.lgs. 151/2001, a favore dei giornalisti iscritti all’INPGI.

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>    INPDAP: regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro dipendente

L’INPDAP fornisce indicazioni operative relativamente al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro dipendente.

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>    ENPALS: sgravi contributivi per l’incentivazione della contrattazione di secondo livello

L’ENPALS informa che è stata rideterminata la misura del limite massimo entro il quale è possibile beneficiare degli sgravi contributivi sulla quota di retribuzione costituita dalle erogazioni previste dai contratti collettivi aziendali e territoriali, ovvero di secondo livello, delle quali siano incerti la corresponsione o l’ammontare e la cui struttura sia correlata alla misurazione degli incrementi di produttività.

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>    Min.Lavoro: Agenzia delle Entrate ed irrogazione della maxisanzione

Il Ministero del Lavoro ha emanato la nota circolare prot. 25/I/0009117, con la quale informa le Direzioni provinciali del lavoro sull’orientamento dell’Agenzia delle Entrate, relativamente alla mancata adozione, da parte del personale di quest’ultima, della irrogazione della c.d. maxisanzione per lavoro “nero”.

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>    Min.Lavoro: nota sul mancato godimento/pagamento dei permessi per riduzione orario di lavoro

Il Ministero del Lavoro ha emanato la nota circolare prot. 25/Segr/0009044, con la quale fornisce precisazioni in merito al mancato godimento/pagamento dei permessi per riduzione orario di lavoro.

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>    INPS: i nuovi modelli per i permessi ex lege 104/92 e per congedo straordinario

L’INPS, ha pubblicato i nuovi modelli di domanda relativi ai permessi ex lege 104/92 ed al congedo straordinario ex art. 42, comma 5, D.L.vo 151/2001, che tengono conto delle novità normative intervenute in materia.

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>    Contratti: rinnovato il CCNL delle aziende grafico/editoriali

In data 30 maggio 2011 è stato sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL grafici industria, scaduto il 31 marzo 2010.

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>    Contratti: l’ipotesi di rinnovo del CCNL delle imprese di pulizia

In data 31 maggio 2011 è stato sottoscritto l’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale delle imprese di pulizia e servizi integrati/multiservizi 19 dicembre 2007.

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>    Tribunale: ulteriore sentenza di Ivrea che accoglie il ricorso della Fiom-CGIL

La Direzione provinciale del lavoro di Modena pubblica la sentenza del 1° giugno 2011 del Tribunale di Ivrea che rigetta il ricorso della Fiom-CGIL contro il contratto separato del 2009, ritenendo legittimo il contratto siglato nel 2008.

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   Le Sentenze della Corte di Cassazione in materia di lavoro  

>      plusvalenze da stock options e reddito da lavoro

>      Sicurezza e responsabilità dell’amministratore di fatto

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   Gli approfondimenti della DPL di Modena                              

>      Le linee guida per l’attività di intermediazione e i nuovi soggetti abilitati (Camera)

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Un “totem” alla festa della Cgil lombarda

 

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Per compiere le scelte opportune oltre che possibili

Una nuova applicazione di calcolo destinata ai giovani viene presentata in questi giorni a Bergamo dall’Inca Lombardia in occasione della festa della Cgil regionale. Si tratta di un totem interattivo posizionato nello spazio dell’Inca e che consente di simulare il calcolo della pensione obbligatoria e di quella complementare.

Tfr machine (questo è il nome dell’applicazione), in cambio di alcune semplici informazioni (data d’inizio dell’attività lavorativa, retribuzione o reddito medio, aliquota di versamento al Fondo complementare, previsione di crescita del Pil) restituisce l’importo atteso della pensione Inps o Inpdap e di quella conseguibile nel Fondo.

Tfr, oltre che l’acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, significa in questo caso anche Two Pillars Forward Rate (importo atteso nei due pilastri – obbligatorio e complementare). Uno degli aspetti più critici inerenti la condizione giovanile è una questione di prospettiva previdenziale, determinata dai problemi di misura delle prestazioni nel regime contributivo e dalla diffidenza delle persone giovani nei confronti della previdenza complementare. Dalla distribuzione per fasce di età, infatti, risulta che fra i lavoratori con meno di 35 anni soltantoil 17% ha aderito a una forma pensionistica complementare
Tfr Machine, sviluppata da Sintel, la società informatica della Cgil lombarda, consente a un giovane, mediante un calcolo personalizzato, di eseguire una previsione a lungo termine, prendere coscienza della propria sorte previdenziale e compiere le scelte opportune oltre che possibili. 

Sette milioni di giovani a casa con mamma e papà

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La generazione dei “milleuristi”

Oltre sette milioni di giovani, quelli compresi tra i 18 e i 34 anni, vive ancora in casa dei genitori. All’interno di questa fascia il 40% ha più di 25 anni mentre uno su due ha sì un’occupazione ma è precaria: è la generazione dei ‘milleuristi’ coloro che per intero hanno assorbito il costo della crisi economica. Sono questi alcuni dei dati che emergono da un’indagine condotta dalla Cgil e dal Sunia sulla condizione abitativa dei giovani promossa per la campagna ‘La casa nel percorso di autonomia delle nuove generazioni’.

Secondo la ricerca la presenza dei giovani che in Italia vivono in questa ‘coabitazione forzata’ tra genitori e figli pone il nostro paese “all’ultimo posto tra i principali paesi europei” e le motivazioni di questa costrizione, rileva lo studio del sindacato, “risiedono nel livello dei canoni, per non parlare del costo delle abitazioni, e nelle condizioni precarie di lavoro che generano bassi redditi”. Per questo la Cgil ritiene “indispensabile rivendicare un ‘Patto per l’abitare’ – osserva Laura Mariani responsabile delle Politiche abitative per il sindacato di Corso d’Italia – che sia in grado di far incontrare la domanda dei bisogni giovanili con un’offerta adeguata in modo da regolare un mercato con trasparenza”.

Il disagio abitativo rappresenta infatti per i giovani “un vero scoglio per l’ingresso nell’età adulta”. Secondo l’analisi della Cgil il 60% delle persone fino a 35 anni percepisce un reddito mensile inferiore a mille euro, senza dimenticare che il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato il 28,6%. Dati che rendono complesso il superamento delle barriere che separano i giovani dall’accesso alla casa. I canoni di affitto sono eccessivamente alti, pari a 1.020 euro per i nuovi contratti e 750 euro per i rinnovi. L’esplosione di questi due dati dimostra per il sindacato “come ci sia stata negli anni una ‘dismissione’ delle politiche abitative: gli interventi recenti, come la cedolare secca, hanno soltanto favorito i proprietari con misure di carattere fiscale senza una contropartita in termini sociali per calmierare il mercato”. Tutto ciò poi a fronte di un 30% dei giovani che non lavora, di un 20% che non studia e non lavora (Neet – Not in Education, Employment or Training), di un 30% che ha un lavoro atipico e di un 60% che guadagna meno di 1.000 euro mensili.

Per la generazione dei ‘milleuristi’ affrancarsi dalla famiglia è sempre più complesso. La Cgil riporta un dato di uno studio dell’università Cattolica di Milano che stima in 13-15 milioni di famiglie che nei prossimi anni disporranno di un reddito mensile di circa 1.500 euro al mese. Nuclei fatti in parte di pensionati ma soprattutto di precari che li inserisce in una sorta di ‘cuscinetto sociale’ che rimane al di sotto della media dei redditi dei cittadini italiani e al di sopra della soglia di povertà. “E’ una sorta di primato negativo per il nostro paese – commenta Mariani -: siamo l’economia avanzata nella quale la minoranza costituita dai giovani ha pagato il prezzo più alto della recessione e continua a farlo. Statisticamente le generazioni nate fra il 1974 e il 1994 hanno assorbito per intero il costo della crisi economica”. 

Ed è quindi proprio nell’attuale difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, spiega ancora la sindacalista, “che va individuata una ‘risposta sociale’ che crei le condizioni affinché le nuove generazioni possano intraprendere un percorso di realizzazione. Ad un lavoro con più garanzie devono affiancarsi più garanzie nel trovare una casa”. Per questo, conclude Mariani, “è indispensabile un ‘Patto per l’abitare’ che abbia come garanzia la costituzione di un’Agenzia per la casa in ogni Comune con uno specifico Osservatorio sui bisogni abitativi dei giovani”.  

La Cgil propone una Pensione contributiva di garanzia

 

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Per un futuro pensionistico meno povero

Troppi lavoratori (soprattutto giovani) sono oggi a rischio pensione. Si tratta dei precari, ma anche di tanti altri lavoratori con carriere intermittenti o deboli che non riescono a costruirsi una pensione pubblica adeguata a causa delle frequenti interruzioni della loro attività  e in mancanza di un sistema efficiente e universale di ammortizzatori sociali e di contribuzione figurativa, o in presenza di una situazione di basse retribuzioni. La platea dei potenziali pensionati poveri non riguarda quindi solo gli attuali “cococo”, ma si sta estendendo a macchia d’olio e rischia di determinare a lungo andare un problema di sostenibilità  sociale del sistema previdenziale che invece, dal punto di vista finanziario,€anche alla luce dei tanti interventi effettuati negli ultimi venti anni è oggi in equilibrio.
Un problema è€quello della sostenibilità  sociale del sistema pubblico che viene confermato anche dall’ultimo rapporto Inps che parla di svariate posizioni previdenziali già  oggi inadeguate.

Per la Cgil è arrivato dunque il momento di intervenire sul sistema previdenziale pubblico per evitare appunto il dramma di schiere di pensionati poveri nei prossimi anni e uno squilibrio generale che avrebbe effetti a catena. La confederazione sta studiando quindi una proposta e delle linee di intervento che saranno sottoposte al giudizio delle strutture e delle categorie e saranno presentate in un convegno da realizzarsi entro il mese di giugno.

L’idea su cui si sta lavorando è quella di una Pensione contributiva di garanzia (Pcg) che avrebbe un importo proporzionale agli anni di contributi versati (effettivi e figurativi) e sarebbe comunque funzione dell’età  del ritiro (tramite l’applicazione di un fattore di correzione legato ai coefficienti di trasformazione). In pratica, al momento del ritiro qualora la pensione fosse inferiore, si avrebbe diritto ad una €™integrazione fino al livello della Pensione contributiva di garanzia.

Raggiunti i 65 anni di età  (anagrafica) e i 40 di contribuzione, l’importo della Pcg sarebbe pari al 60% del salario medio nazionale (circa 900 euro netti al mese). Per età  o anzianità minori (o maggiori) la pensione di garanzia verrebbe ridotta (incrementata) proporzionalmente. La Pensione contributiva di garanzia è stata quindi pensata in base ai principi ispiratori del Protocollo unitario del 2007 che fissavano appunto intorno al 60% del precedente salario il tenore di vita adeguato nel pensionamento. La Pcg è prevista per tutti i lavoratori, di qualsiasi settore, ed è una proposta che allo stato attuale delle cose è pensata per tutelare soprattutto i giovani e le donne che sono ancora oggi i soggetti più fragili e i più esposti alle dinamiche negative del mercato del lavoro.

Si deve anche chiarire che la proposta di una pensione di “garanzia” non c’entra nulla con gli interventi (anch’essi necessari) contro la povertà . Si tratta di una proposta specificamente previdenziale. Si tratta cioè di evitare squilibri e discriminazioni e in particolare si tratta di evitare che persone presenti a lungo nel mercato del lavoro (come occupati o disoccupati) possano alla fine trovarsi a ricevere da anziani pensioni molto basse, ovvero di importo molto vicino a quello dell’assegno sociale. Con questa proposta la Cgil conferma la scelta del sistema contributivo (che come è noto ha sostituito il retributivo), ma al tempo stesso propone un correttivo per evitare gravi effetti sulle prestazioni pensionistiche derivanti dalle distorsioni del mercato del lavoro.

L’altro elemento da chiarire riguarda la fonte del finanziamento. La pensione contributiva di garanzia (come dice la parola stessa) rimane saldamente ancorata nella sua logica al sistema contributivo. La garanzia scatta però, integrandone l’importo,al momento di una pensione insufficiente. E sarà a quel punto lo Stato il soggetto preposto a intervenire attraverso il ricorso alla fiscalità generale, visto che la misura è pensata per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi a prescindere dalla loro collocazione. Da questo punto di vista si propone un nuovo patto sociale per garantire pensioni adeguate a tutti, soprattutto ai giovani di oggi che rischiano di avere pensioni intorno al 30%-40% dell’ultima retribuzione.

Stress e lavoro ….

 

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… un convegno per esaminare le correlazioni e le problematiche

Il 7 e 8 giugno organizzato dalla Università La Sapienza di Roma Dipartimento di Neurologia e Pscihiatria in collaborazione con l’AIASU (Associazione iNternazionale per l’Applicazione delle Scienze Umane) si terrà il Convegno “Stress e Lavoro: correlazioni, attualità, problematiche e prospettive future”.

Il Convegno che è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati nell’ambito dell’attività di formazione per avvocati si pone l’obiettivo di approfondire le conoscenze giuridiche e scientifiche sullo stress lavoro-correlato.

Fra i relatori del Convegno il Responsabile della Consulenza Medico-Legale del nostro Istituto Marco Bottazzi.