Archivi giornalieri: 15 febbraio 2012

Pensioni dal 2012

Le nuove pensioni dal gennaio 2012 – Manovra Monti/Fornero
Pensione di vecchiaia 
Pensione anticipata 
Assegno ordinario di invalidità
Pensione ai superstiti
Pensione di inabilità
La legge n. 214 del 22.12.2011 (“manovra Monti “) ha modificato profondamente il sistema pensionistico italiano. La Cgil ha espresso un giudizio negativo sulla legge perché sottrae risorse alla previdenza e produce effetti molto pesanti sui giovani, i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati.  Conservano la vecchia normativa i lavoratori e le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2011 hanno già maturato il diritto a pensione, i lavoratori posti in mobilità lunga o ordinaria con accordi sottoscritti entro il 4 dicembre 2011, i titolari , alla stessa data, di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore, i lavoratori e le lavoratrici autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi, i dipendenti pubblici esonerati, i lavoratori usurati . La salvaguardia, tuttavia, non é assoluta poiché dipenderà dalle risorse finanziarie rese disponibili dalla legge. Per avere un quadro chiaro dei lavoratori e delle lavoratrici che manterranno effettivamente le vecchie norme bisognerà attendere il decreto che il Ministro del lavoro e il Ministro dell’economia emaneranno entro il 22 marzo 2012 .

I lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi potranno continuare ad optare per il calcolo di pensione con il sistema contributivo se hanno almeno 15 anni di contributi di cui 5 o più successivi al 31.12.1995.

Viene confermato che i lavoratori e le lavoratrici che svolgono attività usurante conservano il diritto a pensionarsi prima degli altri lavoratori e mantengono il sistema delle “finestre” (decorrenze). Tuttavia vengono innalzati bruscamente di 3 anni i requisiti di età anagrafica richiesti , con conseguente incremento della “quota”.

La recente legge n. 183/2011 ha incrementato di 1 punto percentuale le aliquote contributive dei lavoratori iscritti alla gestione separata.

Entro il 30.06.2011 i fondi previdenziali dei professionisti dovranno adottare provvedimenti per mettere in sicurezza i loro bilanci con l’equilibrio tra entrate e spese per prestazioni.

Sono stati esclusi dalle nuove norme fissate dalla legge gli appartenenti alle forze armate, ai corpi di polizia, al corpo dei vigili del fuoco e i lavoratori occupati in miniere, cave e torbiere; per essi é previsto un provvedimento di armonizzazione dei requisiti pensionistici, che verrà emanato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

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Annuario del lavoro 2011

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E’ stato presentato quest’oggi “L’Annuario del lavoro 2011”, un volume di 336 pagine che racconta, analizza e commenta quanto accaduto nel corso dell’anno nel campo del lavoro.

Dalla crisi economica che ci ha fatto sfiorare il default, alla politica che ha dato forfait, alla regressione delle relazioni industriali verso il Far West, alla speculazione finanziaria.
Quaranta tra giornalisti e docenti universitari, giuslavoristi, economisti, sociologi hanno raccontato e commentato nelle pagine dell’Annuario gli snodi cruciali del 2011 arrivando alla conclusione che il sistema Italia ha saputo reggere anche questa prova, mostrando carattere e tenuta al di là di quanto era lecito attendersi.

Nel corso dell’iniziativa la segretaria della Cgil, Susanna Camusso ha sottolineato che “la crisi ha reso evidente quello che è stato perpetrato  nel corso di questi ultimi anni e cioè la svalorizzazione del lavoro che, insieme ad una progressiva svalorizzazione e dualizzazione del sistema di istruzione, hanno contribuito a mettere definitivamente in crisi il mercato del lavoro”.

“La Cgil – ha proseguito la Camusso –  chiede a questo governo di ”uscire dalla logica degli annunci” sulla riforma del mercato del lavoro e di entrare nel merito del confronto con proposte che affrontino il tema della crescita e della riduzione della precarietà sul lavoro. Bisogna parlare concretamente di quali siano le politiche di crescita che devono necessariamente accompagnare la riforma e di come si intenda intervenire sulla precarietà e sugli ammortizzatori sociali per renderli universali”.

Sulla stessa questione del mercato del lavoro e dell’articolo 18, i segretari generali di Cisl e Uil, hanno chiesto al governo di essere coerente con quanto dichiarato: e cioè di eliminare quelle “flessibilità malate”, rappresentate dalle partite Iva, dai contratti in compartecipazione, dalle ditte individuali; così come a mantenere un sistema di ammortizzatori sociali che prevedano garanzie  per quelle tipologie di lavoratori che sono “neglette” nel mercato del lavoro e che sono rappresentate da giovani, donne e ultra60enni”.

Michel Martone, vice ministro al lavoro ha ribadito che “il governo intende operare per valorizzare il lavoro aumentando la produttività e l’occupazione giovanile. Per fare ciò è necessario avere il coraggio di affrontare delle riforme strutturali partendo da una riforma del mercato del lavoro dialogando obbligatoriamente con le parti sociali”.

A questo proposito Martone ha sottolineato che è “importante intervenire su una riduzione delle forme contrattuali, su una riforma del processo del lavoro che è assolutamente necessario rivedere dopo più di 40 anni, sui criteri di licenziamento collettivi, sull’apprendistato, ma anche su misure che servano ad efficientare il sistema per aumentare la produttività delle imprese pur sempre nell’ambito di un pieno consenso sociale”.

Sul problema delle risorse Martone ha dichiarato che sarebbero disponibili “14 miliardi di euro di risparmi, che dovrebbero arrivare dalla riforma previdenziale, ma questo dipende dall’efficacia del dialogo in essere e dalla capacità di arrivare a una riforma condivisa”.

Il presidente di Unindustria, Aurelio Regina ha sottolineato nel suo intervento che “per il prossimo biennio è assolutamente indispensabile che il governo confermi il sistema di ammortizzatori sociali, stante il perdurare della crisi.

“Un sistema – ha proseguito – che va comunque rioerientato verso una crescita ricorrendo a forme di ammortizzatori solidali e a percorsi di formazione per favorire il ricollocamento dei lavoratori e delle lavoratrici”.

 “Per colmare il deficit di domanda interna, il presidente di Unindustria auspica anche che,  oltre a un aumento dei salari si prosegua sulla strada tracciata dall’accordo del 28 giugno che rappresenta il risultato più importante degli ultimi anni. Ma è necessario – ha proseguito Regina – anche un riequilibrio del sistema fiscale e un abbattimento del debito pubblico”.

Rapporto coesione sociale 2011: un Paese in crisi

NEWS

 

Nel secondo Rapporto sulla coesione sociale 2011, presentato dall’Istat, Inps e Ministero del lavoro, il nostro paese risulta essere povero (14% delle persone) e la situazione è in continuo peggioramento.

Secondo il dossier, infatti, nel 2010, le famiglie in condizione di povertà relativa erano 2.734 milioni corrispondenti a 8.272 milioni di individui.
Nel corso degli anni la condizione di povertà “è peggiorata soprattutto per le famiglie numerose, per quelle con figli minori e residenti nel Mezzogiorno, per le famiglie dove convivono più generazioni e per quelle con un solo genitore”.

Il Rapporto denuncia, per il 2010, 1.7 milioni di contribuenti parasubordinati (con almeno un versamento nell’anno), dei quali 1.4milioni collaboratori e poco più di 250mila professionisti.
Nel primo semestre 2011,  circa 687mila rapporti di lavoro hanno avuto la durata di un giorno (supplenze nelle scuole e addetti agli esercizi pubblici). Inoltre, il numero medio di contratti per lavoratore, dato dal rapporto tra le assunzioni e i lavoratori interessati, è stato pari a 1,46. Un rapporto questo che indica quanti rapporti di lavoro precari hanno interessato uno stesso lavoratore.

Ma nel Rapporto si legge anche che quasi due giovani su dieci in Italia lasciano gli studi prima del tempo. Nel 2010 la quota di 18-24enni che hanno abbandonato prematuramente gli studi o qualsiasi altro tipo di formazione è del 18,8 per cento. Un valore “nettamente superiore” a quello dell’Unione europea (13,9 per cento) e “ancora lontano” dall’obiettivo stabilito dalla strategia ‘Europa2020’ della commissione Ue, che intende portare gli abbandoni sotto la soglia del 10%.  Il 46% ha la licenza media, il 34% sono disoccupati e il 30% sono i Neet (inattivi scoraggiati).

Non se la passano meglio i pensionati. A fine 2010 in Italia erano 16,7 milioni e per quasi la metà di loro il reddito complessivo da pensione era sotto i 1.000 euro al mese.

Collegiali mediche lavoratori marittimi

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Il patronato della Cgil, all’inzio dell’anno,  era intervenuto presso l’INAIL Nazionale e presso l’organo di vigilanza (CIV) per risolvere l’annoso problema che vedeva i lavoratori marittimi obbligati a sostenere lunghi viaggi per recarsi nelle sedi territoriali dell’ex Ipsema per essere sottoposti alle visite mediche.

La richiesta  era ulteriormente validata anche dallo scioglimento dell’Istituto di Previdenza dei Marittimi all’interno delle funzioni INAIL e quindi non si ravvedeva più nessuna ragione della separazione anche logistica dei due Istituti.

L’Istituto ha finalmente emanato una circolare alle proprie strutture, disponendo che le collegiali mediche dei marittimi vengano effettuate presso la sede Inail o ex Ipsema della provincia in cui l’assicurato ha fissato il proprio domicilio.