Archivio mensile:giugno 2024

Assegno unico e universale: l’Osservatorio con i dati di aprile 2024

Assegno unico e universale: l’Osservatorio con i dati di aprile 2024

Pubblicati i dati relativi alle domande di Assegno unico e universale presentate all’INPS e ai pagamenti.

Pubblicazione: 11 giugno 2024

È stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale, che riporta anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC).

L’Osservatorio fornisce le informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui relativi valori economici con riferimento al periodo gennaio 2023 – aprile 2024.

Nei primi quattro mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per complessivi 6.373,3 milioni di euro, che si aggiungono ai 17.404,7 milioni del 2023.

Ad aprile 2024 hanno ricevuto l’Assegno unico e universale 5.954.823 nuclei familiari, per un totale di 9.447.905 figli.

Sgravio contributivo per imprese che hanno stipulato contratti di solidarietà

Sgravio contributivo per imprese che hanno stipulato contratti di solidarietà

Modalità di recupero, a valere sulle risorse residue relative all’anno 2019, in favore delle imprese. Sgravio contributivo.

Pubblicazione: 10 giugno 2024

Su richiesta del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è stata effettuata la rilevazione contabile delle somme complessivamente fruite a titolo di sgravio contributivo sullo stanziamento relativo al 2019, in favore delle imprese che hanno stipulato contratti di solidarietà

Dalla rilevazione è emerso che le misure autorizzate nei decreti ministeriali sono risultate superiori a quanto effettivamente speso

Quindi, il citato Dicastero ha adottato i decreti di ammissione allo sgravio contributivo nei confronti di ulteriori imprese, in possesso dei requisiti richiesti, a valere sulle risorse residue delle somme stanziate per il 2019.

L’Istituto, con il messaggio 10 giugno 2024, n. 2179 illustra le modalità di esposizione nel flusso UNIEMENS delle quote di sgravio spettanti alle imprese, contiene in allegato l’elenco degli aventi diritto, le istruzioni contabili nonché gli adempimenti in capo alle Strutture territoriali.

Il messaggio ricorda, inoltre, che le citate operazioni di conguaglio dovranno essere effettuate entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello della sua pubblicazione.

VisitINPS Fellowship: la graduatoria degli idonei e degli assegnatari

VisitINPS Fellowship: la graduatoria degli idonei e degli assegnatari

VisitINPS Scholars: pubblicata la graduatoria degli idonei e degli assegnatari del bando “VisitINPS Fellowship”.

Pubblicazione: 10 giugno 2024

Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 25 del 5 giugno 2024, è stata approvata la graduatoria degli idonei (pdf 302KB) del bando “VisitINPS Fellowship” per la realizzazione di progetti di ricerca aventi ad oggetto l’analisi e la valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche finalizzate a ridurre le disuguaglianze e le discriminazioni di genere, ricompresi nell’ambito delle “Aree di ricerca di interesse scientifico” dell’INPS.

Con successiva determinazione del Direttore centrale Studi e ricerche n. 8 del 6 giugno 2024 è stata approvata la graduatoria degli assegnatari (pdf 154KB) del bando. 

VisitINPS Scholars Program di tipo B: il bando

VisitINPS Scholars Program di tipo B: il bando
Il bando di selezione finalizzato all’assegnazione di 30 programmi di ricerca “VisitINPS Scholars Program di tipo B”.

Pubblicazione: 10 giugno 2024

Con la deliberazione del Consiglio di Amministrazione del 5 giugno 2024, n. 26 è stato approvato il bando di selezione per la definizione di una graduatoria di idonei finalizzata all’assegnazione di 30 programmi di ricerca “VisitINPS Scholars Program di tipo B”, per la realizzazione di progetti di ricerca aventi ad oggetto temi ricompresi nell’ambito delle “Tematiche di ricerca” dell’Istituto.

La scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione è fissata alle 16 del 19 luglio 2024.

Alessandro Barbero e lo sciocchezzaio sul Medioevo sardo.

Alessandro Barbero e lo sciocchezzaio sul Medioevo sardo

 

di Francesco Casula

Alessandro Barbero, come una star televisiva o cinematografica o canora, spopola nei Media. Fan devoti, osannanti e plaudenti, lo venerano. Come il 10 maggio scorso, nel Salone del libro a Torino, quando centinaia e centinaia di uomini e donne, lo accolgono sul palco, con un vocio tonitruante, con urla e berci, da veri e propri tifosi da stadio.
Ho l’impressione, a prescindere da quello che racconta e sostiene, come storico intendo. Capita così che dopo aver più volte ribadito che “non conosce la storia sarda”, sulla stessa pontifica discetta giudica, impancandosi a vero e proprio maestro e distribuendoci vere e proprie perle (leggi fole), come quella secondo cui nel Medioevo sardo (ovvero dei regni giudicali) “la lingua del potere era il greco”! Possibile che anche a uno “non specialista sulla storia sarda” (parole sue!), non venga in mente che la lingua del potere per eccellenza nei Giudicati, è quella usata nella Carta De Logu, una delle più illustri e importanti Costituzioni nell’intero Medio Evo europeo?
Mi son domandato da dove può aver desunto e tratto tal scempiaggine. Forse dal fatto che nel regno giudicale di Càlari la lingua sarda veniva scritta anche in grafia greco-bizantina? Ma allora il nostro confonde la lingua con la grafia! Ricordo peraltro, che la grafia greca viene utilizzata, solo nel regno giudicale di Cagliari e, pochissime volte. In due pergamene, scritte comunque nella variante sardo-campidanese: la prima è del 1089: “contiene una donazione di terre servi aggregati rurali, vigne e “salti” da parte del re Costantino I” (1). La seconda, dei primi 20 anni del secolo XII “contiene la certificazione da parte del re giudicale di Cagliari Torchitorio de Gunale di una serie di negozi effettuali da tale Gostantini Frau” (2).
La seconda perla che ci ha distribuito il Barbero, è ancora più “preziosa”: riguarda il “colonialismo”. Nella sua furia iconoclasta, tendente a liquidare “pregiudizi e infatuazioni” (ha usato proprio queste locuzioni) sul Medioevo sardo, come sulla storia sarda in generale (aggiungo io,) nega che il colonialismo abbia caratterizzato l’Isola.
In questo pregiudizio e infatuazione sarebbe caduto anche un grande storico come Jonh Day: per il quale la Sardegna era un laboratorio di storia coloniale. Una delle più antiche e costanti colonie del mondo.
Per Barbero niente affatto. E fa un esempio. Con la presenza di Pisa e Genova la Sardegna non fu per niente colonizzata. Anzi. Esse portarono in Sardegna imprese capitali ricchezze commerci: creando la potenza dei Giudicati.
Ma va? Un po’ limitato e miope lo sguardo storico del Barbero, con qualche simpatia nordista e savoiarda (è quello che nega lo sterminio dei Meridionali con Garibaldi e soci e i campi di concentramento dei tiranni sabaudi, ad iniziare da Fenestrelle).
Se avesse allungato lo sguardo avrebbe visto e capito i risultati della funesta presenza dei Pisani e Genovesi nei Giudicati (quello arborense escluso) in cui apporterebbero, a parere dello storico piemontese, “magnifiche e progressive sorti”! Ovvero la loro morte e scomparsa!
Ma ecco la storia che Barbero dovrebbe studiare, prima di pontificare e raccontare balle: tutta la prima parte del secolo XIII assiste a una lenta agonia della Sardegna giudicale che si conclude con lo smembramento dei Giudicati di Cagliari (1258) e di Torres (1259) mentre quello di Gallura, caduto sotto la signoria dei Visconti, languirà per qualche decennio e morirà nel 1288. Resisterà solo il Giudicato d’Arborea: che intelligentemente e opportunamente, non si lascerà blandire dai portatori di benessere, civiltà e ricchezza venienti dal mare!

Fu infatti esiziale per la stabilità dei Giudicati, il fatale contatto con l’Europa comunale e feudale e insieme l’aver consentito da parte dei Giudici e Maiorales, che i signorotti stranieri che vi si erano stabiliti, imparentandosi con le famiglie senatoriali, vi ottenessero vasti possedimenti, edificando castelli e dotandosi di proprie milizie.
Nel disgregamento dei Governi giudicali, esautorati i Giudici e divisi i maiorali, essi – gli stranieri, segnatamente Pisa e Genova – poterono raccoglierne l’eredità e impadronirsi di buona parte dell’Isola.

Nel breve giro di pochi decenni, troviamo stabiliti nel Logudoro i Doria e i Malaspina; in Cagliari i Massa e i Donoratico; in Gallura i Visconti. Furono essi, portando in Sardegna la turbolenza feudale, le rivalità comunali e la spregiudicatezza politica che distrussero i Giudicati. Essi infatti riuscirono a insinuarsi nelle famiglie maiorali, imparentandosi, ottenendo vasti possedimenti e perciò stesso ponendosi nella condizione di candidati al governo giudicale: in Cagliari nel 1188 con Massa (Benedetta Massa) e i Visconti in Gallura (1207), quando alla morte di Barisone di Gallura, erede è la figlia Elena di Lacon che sposerà Lamberto Visconti dando così origine, alla dinastia pisana dei Visconti. Il loro figlio Ubaldo Visconti diventerà infatti Giudice di Gallura.

Di un Giudice dei Visconti parlerà Dante nella Divina Commedia (Canto VIII del Purgatorio): si tratta di Ugolino Visconti, noto come Nino ((Pisa, 1265 circa – Gallura, agosto 1296), suo amico, immortalato e ricordato come “giudice Nin gentil”.
I Visconti aspireranno anche al Giudicato di Cagliari, che peraltro si troverà alla mercé anche di altri contendenti, come Genova: che però fu sconfitta. Contribuirono alla sua disfatta Pisa, il Giudicato d’Arborea, il Giudice di Gallura, Gherardo e Ugolino dei Donoratico.
Così il Giudicato di Cagliari fu diviso in tre parti: 1/3 andò ai Giudici di Arborea; 1/3 ai Giudici di Gallura e 1/3 ai Donoratico.
Dopo Cagliari seguirà la crisi del Giudicato di Torres (a causa dei conflitti fra famiglie dei maiorales di Pisa e Genova e il Papato) e di quello di Gallura con le rivalità fra i Lacon e gli Spanu.

Il potere giudicale, a Cagliari, Sassari e Gallura, con la presenza preponderante di Pisa e Genova, diventa solo nominale e così quei Giudicati, perdono di fatto, la loro indipendenza.
Così, a Cagliari nel 1257 un esercito pisano, assedia ed espugna, distruggendola la capitale, Santa Igia e nuova capitale, diventerà Castrum Caralis, edificato su una collina adiacente. Sulle mura già poderose del Castello i Pisani erigeranno tre splendide e temibili Torri: dell’Elefante, di San Pancrazio e del Leone (costruita nel 1322), erroneamente chiamata dell’Aquila, che non fu mai completata.
Qualche anno più tardi nel 1259 cadrà il Giudicato di Torres (o del Logudoro), in parte assegnato come feudo a famiglie genovesi (Doria), in parte annesso al Giudicato di Arborea.
Dopo qualche decennio nel 1296 scomparirà anche il Giudicato di Gallura, occupato dai Pisani.

Note bibliografiche
1. F. Cesare Casula, La scrittura in Sardegna, dal nuragico ad oggi, Carlo Delfino editore, Cagliari 2017, pagina 62.
2. Ibidem, pagina 66.

Presentata la nuova carta “Dedicata a te” 2024

 
 
 

Presentata la nuova carta “Dedicata a te” 2024

Il ruolo dell’INPS nel progetto illustrato a Palazzo Chigi dal Presidente Gabriele Fava.

Pubblicazione: 7 giugno 2024

È stata presentata la nuova social card “Dedicata a te”, una carta elettronica di pagamento destinata alle famiglie con determinati requisiti di reddito per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità e abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico o carburanti.

Il progetto, promosso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), realizzato in collaborazione con INPS, ANCI e Poste Italiane, è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e, in videocollegamento, dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone. Presenti anche il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, e il Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Gabriele Fava.

“La carta ‘Dedicata a te’ è una misura in linea con l’idea di INPS di mettere le persone al centro e di supportare Parlamento e Governo nella risposta ai nuovi bisogni di welfare lungo tutto il ciclo di vita – ha dichiarato il Presidente dell’INPS Gabriele Fava nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova carta ‘Dedicata a te’ 2024. La mia visione è di un Istituto che raccoglie le istanze dei cittadini in difficoltà e risponde con strumenti concreti e servizi sempre più attuali ed efficienti”.

I beneficiari della misura, che non devono presentare domanda, sono individuati tra i cittadini appartenenti ai nuclei familiari (composti da almeno tre persone), residenti nel territorio italiano, in possesso di due requisiti alla data di pubblicazione del decreto: iscrizione nell’Anagrafe della popolazione residente (Anagrafe comunale) e titolarità di una certificazione ISEE ordinario, in corso di validità, con indicatore non superiore ai 15.000 euro.

“In questo progetto in collaborazione con MASAF, ANCI e Poste Italiane, INPS ha individuato la platea dei beneficiari, ha progettato e sviluppato l’applicazione web per i Comuni, ha gestito flussi di comunicazione con Poste e Comuni, ha garantito efficienza nelle procedure e rendicontazione e – ha sottolineato il Presidente – rispetto allo scorso anno, farà controlli ex ante sulla platea dei beneficiari e sulle procedure. La mia presenza oggi testimonia la piena sintonia con il Governo”.

Bonus psicologo: 30 giorni per regolarizzare ISEE con omissioni

Bonus psicologo: 30 giorni per regolarizzare ISEE con omissioni

Il 31 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle domande: al via l’elaborazione delle graduatorie.

Pubblicazione: 7 giugno 2024

Il 31 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle domande per accedere al Bonus psicologo, il contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia: sono state presentate 400.505 domande.

L’INPS ricorda che i richiedenti in possesso di ISEE rilasciato con omissioni e/o difformità hanno 30 giorni di tempo per regolarizzarlo:

  • presentando una nuova dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), comprensiva delle informazioni in precedenza omesse o diversamente esposte;
  • presentando idonea documentazione atta a dimostrare la completezza e la veridicità dei dati indicati nella prima dichiarazione;
  • rettificando la DSU, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora sia stata presentata tramite CAF e quest’ultimo abbia commesso un errore materiale.

Trascorso il termine di 30 giorni, nel caso in cui permanga la difformità, la domanda viene considerata improcedibile ai fini dell’erogazione della prestazione.

Successivamente l’Istituto provvederà a elaborare le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, tenendo conto del valore ISEE più basso e, a parità di valore dell’ISEE, dell’ordine cronologico di presentazione delle domande, pubblicando le stesse sulla base dell’ammontare delle risorse finanziarie disponibili.

È quanto comunica l’INPS con messaggio 5 giugno 2024, n. 2133.

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

 

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria


Nome: Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Titolo: Ammirabile Cuore della Madre di Dio
Ricorrenza: 8 giugno
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:
Erula
Questa festa fu istituita nel 1945 a perenne ricordo della consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria fatta da Pio XII nel 1942, allorchè quasi tutte le nazioni erano provate da atrocissima guerra.

La devozione al Cuore ammirabile della Madre di Dio è antichissima nella Chiesa. In S. Luca si hanno i primi accenni ai segreti tesori di quell’amabilissimo Cuore. Anche i Ss. Padri ed i Dottori celebrano spesso le lodi del Cuore ammirabile della Madre di Dio. Nel Medioevo questa soave devozione fu rivelata a Santa Matilde ed a S. Gertrude e da esse coltivata con trasporto e diffusa mediante i loro scritti. Anche S. Bernardino da Siena ne fu entusiasta. Ma il vero padre, l’apostolo ed il dottore di questa devozione è S. Giovanni Battista Eudes (1601-1680). Egli fu il primo che « non senza una divina ispirazione » (come si espresse S. Pio X nel decreto di beatificazione) pensò di tributare il culto liturgico al Cuore purissimo di Maria, componendo egli stesso la Messa e l’Ufficio. E questa devozione lasciò in eredità alle sue due famiglie religiose: la Congregazione di N. S. della Carità e quella di Gesù e Maria. Su questa devozione scrisse pure il prezioso trattato: Il Cuore ammirabile della SS. Madre di Dio.

La devozione poi andò crescendo insieme a quella del Sacro Cuore di Gesù, e dal secolo XVII in poi, molte famiglie religiose si dedicarono in modo speciale ad onorare questo Cuore amabilissimo. Nel secolo scorso, la devozione alla « medaglia miracolosa », che porta sul retro i due cuori di Gesù e di Maria, fu una potente spinta verso il carattere di « riparazione » che questa devozione doveva prendere specialmente dopo le rivelazioni di Fatima. Difatti la Vergine SS., apparendo ai tre fortunati pastorelli, disse: Per la salvezza dei peccatori Iddio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato, e se sarà fatto quanto io vi dirò, molte anime si salveranno. E chiedeva preghiere: Rosario quotidiano, Comunione riparatrice nei primi Sabati del mese, penitenze: quelle imposte dal proprio dovere compiuto diligentemente e fedelmente, l’accettazione delle croci che il Signore ci manda, penitenze anche volontarie, come la rinuncia a qualche comodità, e la mortificazione in qualche piacere anche lecito… Ella stessa insegnò questa preghiera: « O Signore, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori ed in riparazione delle ingiurie commesse contro l’Immacolato Cuore di Maria… » e la consacrazione di se stessi e di tutto il mondo al suo Cuore Immacolato.

PRATICA. Consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria ed oggi facciamo una mortificazione volontaria per la conversione dei peccatori.

PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno che preparasti nel Cuore della Beata Vergine Maria una degna dimora dello Spirito Santo, concedi propizio a noi che celebriamo devotamente la festa del suo Cuore Immacolato di vivere secondo il tuo cuore.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria del Cuore Immacolato della beata Vergine Maria: serbando nel proprio cuore la memoria dei misteri di salvezza compiuti nel suo Figlio, ne ha atteso con fiducia il compimento in Cristo.

CONSACRAZIONE AL
CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Maria, Vergine potente e Madre di misericordia, Regina del cielo e rifugio dei peccatori, noi ci consacriamo al vostro Cuore Immacolato. Vi consacriamo il nostro essere e tutta la nostra vita, tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che amiamo, tutto ciò che siamo. Vostri siano i nostri corpi, i nostri cuori, le anime nostre, le nostre abitazioni, le nostre famiglie, la nostra Patria. Vogliamo che tutto ciò che è in noi e attorno a noi Vi appartenga e sia partecipe delle vostre materne benedizioni. E affinché questa consacrazione sia veramente efficace e duratura, rinnoviamo oggi, ai piedi vostri, o Maria, le promesse del Battesimo e della prima Comunione.

Ci obblighiamo di professare con coraggio e sempre, le verità della fede, di vivere da veri cattolici, sottomessi interamente a tutte le norme del Papa e dei Vescovi uniti a Lui. Ci obblighiamo di osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa e in modo particolare la santificazione delle feste. Ci obblighiamo di fare entrare nella nostra vita, per quanto ci sarà possibile, le pratiche consolatrici della religione cristiana e soprattutto la santa Comunione. Vi promettiamo, finalmente, o gloriosa Madre di Dio e tenera Madre degli uomini, di impiegare tutto il nostro cuore nel servizio del vostro culto benedetto, per sollecitare ed assicurare, mediante il dominio del vostro Cuore Immacolato, il dominio del Cuore adorabile del Figlio vostro nelle anime nostre ed in tutte le anime, nella nostra cara nazione e in tutto l’universo; così sia in terra come in cielo. Così sia.

ICONOGRAFIA

Nell’iconografia il Cuore di Maria è rappresentato solitamente circondato da una corona di fiori, simbolo di purezza, e trapassato da una spada, in riferimento all’indicibile dolore che Maria provò per la morte del Figlio. Questo quanto le fu profetizzato da Simeone alla Presentazione al Tempio: « E anche a te una spada trafiggerà l’anima. ».

Ma quando la Vergine apparve a Fatima la corona non era di fiori ma di spine: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo: A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”

San Norberto

 

San Norberto


San Norberto

autore: Maarten Pepyn anno: 1637 titolo: San Norberto luogo: Cattedrale di Anversa
Nome: San Norberto
Titolo: Vescovo
Nascita: 1085 circa, Xanten, Germania
Morte: 6 giugno 1134, Magdebùrgo
Ricorrenza: 6 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1582, Roma, papa Gregorio XIII
S. Norberto nacque a Xanten nel 1085 circa da una illustre e ricca famiglia. Fin da giovinetto si diede agli studi con splendidi successi, per cui fu bene accolto alle corti dei principi e in quella dello stesso imperatore Enrico. E qui, più che altrove, diede prova della sua nobiltà e della sua erudizione.

Norberto però in questa prima sua gioventù sprecò i preziosi talenti ricevuti da Dio conducendo una vita comoda, amante delle vanità e delle lodi. Ma la grazia di Dio non tardò a smuovere il suo cuore e a fargli comprendere che tutto è vanità.

Un giorno mentre viaggiava, elegantemente vestito, sul suo cavallo, lo colse un temporale. Rifugiatosi sotto una pianta, poco mancò che un fulmine non lo incenerisse. La terra si aperse sotto i piedi del cavallo ed egli fu buttato a terra svenuto.

Rinvenuto, si ricordò della sua triste vita condotta fino allora e, come già S. Paolo, rivolse al Signore le parole: « Che vuoi che io faccia? ». « Fuggi il male e fa’ il bene, cerca la pace e seguila finché non la trovi ».

Queste parole le sentì nel profondo del cuore. Era la voce di Dio che ancora una volta lo chiamava, ed egli l’ascoltò e mutò vita per sempre.

Abbandonata la corte, si ritirò nel monastero di Sigeberto vicino a Colonia, e dopo conveniente preparazione fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di quella città.

In seguito fu eletto canonico e in questo nuovo ufficio avrebbe voluto correggere molti abusi, ma trovò ostacoli nella rilassatezza dei tempi, per cui, rinunziato al canonicato, camminando a piedi scalzi, e mendicando il cibo, andava annunziando ovunque la buona novella, finché si ritirò nel silenzio di Prémontré. Ma non fu solo. Quaranta ecclesiastici e molti secolari si unirono a lui per vivere nella penitenza e ne la preghiera. S. Norberto pensò allora ad una regola di vita comune e adottò quella di S. Agostino, e nel Natale del 1121 fecero la professione solenne. Così era fondata la Congregazione dei Canonici Regolari Premostratensi. 

Nel viaggio che fece a Roma per l’approvazione della regola, passò a Spira ove il clero e il popolo erano radunati per l’elezione del nuovo arcivescovo. Saputo l’arrivo del Santo, egli stesso fu eletto all’alta dignità. « Ecco il nostro padre, ecco il nostro pastore! » si gridava dappertutto. Voce di popolo, voce di Dio: e S. Norberto dovette accettare e cercò di soddisfar a questo nuovo onere guadagnando tutti a Gesù Cristo

Norberto in trionfo su satana e un eretico

titolo Norberto in trionfo su satana e un eretico
anno 1750

Non pochi però si opposero al suo ardente zelo attentarono anche alla sua vita. Egli perdonò e sopportò tutto; e alla fine colla sua pazienza vinse anche quegli animi ribelli, conducendoli all’ovile di Gesù Cristo.

Assistette al concilio che si tenne a Reim e fu nominato arcivescovo di Magdeburgo da papa Onorio II nel 1126. Molto s’affaticò per estinguere lo scisma dell’antipapa Anacleto; nello stesso tempo visitò molte province della Germania portando ovunque la sua parola di padre e di pastore. 

Una malattia che l’assalì gravemente, lo tenne per 4 mesi a letto ed il 6 giugno 1134 spirò nel bacio de Signore.

Inizialmente, fu sepolto nella chiesa del cenobio tra i suoi “fratelli”. Durante la Riforma, quando la città di Magdeburgo passò ai protestanti, i premostratensi si impegnarono a trasferire le reliquie, poiché i protestanti non veneravano le reliquie dei santi. Nel 1626, riuscirono ad aprire il sepolcro e trasportare il corpo a Praga, dove l’abate di Strahow permise la collocazione. Nel 1627, le spoglie furono deposte nella chiesa del cenobio dei Canonici Premostratensi a Strahow, a Praga, dove fu eretto un altare. 

PRATICA. Perdoniamo le offese ricevute e godiamo se il mondo ci odia quando facciamo bene, perché, allora siamo sicuri di essere veramente seguaci di Gesù Cristo.

PREGHIERA. O Signore, che il tuo beato confessore e vescovo Norberto rendesti banditore esimio della tua parola, e per suo mezzo rendesti feconda la tua Chiesa di una nuova famiglia, deh! fa che per i suoi meriti possiamo praticare col tuo aiuto quanto egli ha insegnato con le parole e colle opere. 

MARTIROLOGIO ROMANO. A Magdebùrgo san Norbérto, Vescovo di quella città e Confessore, Fondatore dell’Ordine Premostraténse.