Archivio mensile:giugno 2024
Osservatorio sui lavoratori domestici: pubblicati i dati 2023
Pubblicazione: 21 giugno 2024
È stato pubblicato l’Osservatorio sui lavoratori domestici con i dati del 2023: lo scorso anno i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 Rilancio).
Il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare già dal 2022 raggiungendo nel 2023 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’88,6%. Nel 2023 i maschi scendono sotto le 96.000 unità evidenziando che il fenomeno della regolarizzazione ha interessato maggiormente i lavoratori di sesso maschile, molti dei quali dopo essere entrati nel mercato del lavoro come lavoratori domestici, hanno successivamente trovato occupazione in altri ambiti lavorativi.
Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,7%), seguita dal Centro con il 27,6%, dal Nord-Est con il 19,9%, dal Sud con il 12,2% e dalle Isole con il 9,6%.
La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 162.227 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (14.1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia Romagna (8,6%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (68,9% del totale), anche se si conferma una tendenza decrescente già iniziata nel 2022.
La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est, con 297.373 lavoratori, pari al 35,7% del totale; seguono i 259.689 lavoratori di cittadinanza italiana (31,1%), quelli provenienti dal Sud America (8,1%) e quelli dall’Asia Orientale (5,8%).
Sulla tipologia di lavoro la quota di “Badanti” (49,6%) ha ormai quasi raggiunto la quota “Colf” (50,4%). La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal nord America e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
La classe d’età “55-59 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 18,1% del totale, mentre il 23,9% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,5% ha un’età inferiore ai 25 anni.
L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2023 evidenzia che, contrariamente a quanto accade per altre categorie di lavoro, le lavoratrici domestiche in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini.
il manifesto
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Pensioni INPS: nessun allarme, conti in ordine
Pubblicazione: 20 giugno 2024
Con riferimento alle comunicazioni del presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (organo di rappresentanza delle parti sociali) Roberto Ghiselli rese nell’audizione odierna alla Camera dei Deputati, l’INPS precisa che non si tratta di dati e numeri inediti, ma di valori previsionali di medio periodo che sono già prudenzialmente valutati negli strumenti economico-finanziari dell’Istituto e in linea con le previsioni macroeconomiche della programmazione di bilancio dello Stato.
Il tema che si pone è quello di una loro lettura corretta e contestualizzata, ricordando che – come affermato dallo stesso presidente Ghiselli – abbiamo a che fare con uno scenario di medio e lungo periodo che potrebbe prendere forma solo in assenza di efficaci politiche di contrasto.
L’inverno demografico, il trend inflazionistico, le profonde trasformazioni della nostra società sono tutti fenomeni ampliamente attenzionati e affrontati con un’articolata strategia. Proprio per questo l’INPS, in piena sinergia con il legislatore, è attuatore di iniziative volte a favorire la stabilità e la sostenibilità del sistema, assicurando una rete di protezione e di sicurezza per il Paese.
In tal senso ricordiamo che il bilancio per l’anno 2023 restituisce la fotografia di un Istituto con i conti in ordine e ben governato: lo certifica lo stesso recente voto positivo del CIV.
Tra le principali inversioni di tendenza che possiamo registrare: l’allargamento della base contributiva sostenute dalle politiche governative sul mercato del lavoro e la costante attenzione al contenimento della spesa pensionistica.
La coesione sociale è la missione che ci affida il dettato costituzionale, in questo senso l’INPS invita tutti ad avere fiducia nella capacità del sistema Paese nel saper affrontare le sfide di cambiamento, grazie anche a un avanzato sistema di welfare, efficacemente presidiato da 126 anni dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e garantito dallo Stato italiano.
Evoluzione del lavoro domestico in Italia: il report INPS
Pubblicazione: 18 giugno 2024
Il 20 giugno, a Roma, si terrà il convegno “Evoluzione del lavoro domestico in Italia: analisi e prospettive a 50 anni dal primo contratto collettivo nazionale”. Durante l’evento, in programma dalle 9.45 a Palazzo Wedekind, sarà presentato il report 2024 sul lavoro domestico curato dall’Osservatorio INPS.
L’incontro sarà aperto dai saluti di Gabriele Fava, Presidente INPS, e di Alfredo Savia, Presidente nazionale NC – Nuova Collaborazione. Leda Accosta (Coordinatore centrale Sistema informativo statistico lavoratori dipendenti, autonomi stranieri e domestici, Coordinamento generale Statistico attuariale, INPS) presenterà il report sull’evoluzione del lavoro domestico in Italia.
Previsti gli interventi, tra gli altri, di Rocco Lauria, Direttore centrale Inclusione e invalidità civile, e di Lucilla Cotronea, dirigente Gestione Separata, lavoratori autonomi e domestici, Direzione centrale Entrate.
L’evento ospiterà infine una tavola rotonda sul tema del contratto collettivo nazionale come incentivo alla regolarizzazione e al welfare familiare, con i contributi, tra gli altri, del Past President di NC – Nuova Collaborazione Laura Besozzi Pogliano, del Vice presidente Filippo Breccia Fratadocchi e di alcuni ospiti istituzionali come Chiara Gribaudo, Onorevole, Vice presidente XI Commissione Lavoro Camera dei Deputati, Walter Rizzetto, Onorevole, Presidente XI Commissione Lavoro Camera dei Deputati e Iolanda Piccinini, Professore ordinario di Diritto del Lavoro presso il dipartimento di Giurisprudenza – Università Lumsa, Roma.
Presenti al dibattito Giulio Mattioni, Coordinatore generale statistico attuariale, Direzione generale INPS, e Gianni Rosas, Direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino.
Beata Vergine Maria Consolatrice
Consolatrice degli Afflitti. Questo il titolo attribuito a Maria, madre di Gesù, sin dai primi tempi del Cristianesimo. Ma da cosa deriva questa “natura consolatrice” di Maria? Il titolo in questione, come dice il nome stesso, vuole mettere in risalto il lato umano della Madonna e quindi la sua capacità di provare dolore quando il Figlio viene crocifisso.
Quello stesso Figlio che in punto di morte le diede la sua consolazione, appunto, facendo nascere l’appellativo di Madonna Consolata. Gesù stesso, infatti, disse “venite a me, affaticati e oppressi” e in un altro passo ribadì il concetto dicendo “beati gli afflitti”.
Perché gli afflitti, ieri come oggi, rappresentano una moltitudine di emarginati bisognosi di tutto: di guarigione se ammalati, di considerazione se messi da parte, di sollievo se afflitti dal tormento, di liberazione se oppressi. Questi emarginati possono essere consolati dal Signore, che si è incarnato tramite Maria ed ha potuto annunciare al mondo il regno di Dio.
In questo clima di dolore e afflizione, Gesù è fonte primaria di ogni consolazione. In Matteo 11,28, si legge: “Venite a me voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”.
E se c’è una persona che ha accettato di soffrire e che ha accolto l’afflizione tra se e se, quella è proprio Maria, la Maria “Consolata” che viene ricordata il 20 giugno. Non è un caso infatti se una nota preghiera reciti: “A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime”. Perché è lei la rappresentante più autentica degli afflitti che hanno bisogno di essere consolati da Cristo! E’ lei la testimonianza di come Gesù possa andare incontro agli afflitti, rincuorandoli e ridando loro la forza di affrontare le tante asperità della vita!
La figura della Madonna Consolatrice viene ricordata in particolar modo dalla città di Torino, in quanto i Savoia hanno dimostrato sempre una certa devozione a Maria e a questa sua specifica declinazione.
Alcune dedicazioni a Beata Vergine Maria Consolatrice
Basilica minoreIl Santuario della Consolata, dedicato a Maria “Consolatrice”, è senza dubbio uno dei luoghi più emblematici e venerati di Torino. Questo…
Domande Frequenti
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Quando si festeggia la Beata Vergine Maria Consolatrice?
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Di quali comuni è patrona la Beata Vergine Maria Consolatrice?
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Traslazione della Santa CasaI santuari dedicati a Maria sono sparsi in tutto il mondo, perchè la Madonna essendo mamma di tutti, vuole stare vicina a tutti i suoi figli. autore sconosciuto…
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Oggi 20 giugno si venera:
Consolatrice degli AfflittiConsolatrice degli Afflitti. Questo il titolo attribuito a Maria, madre di Gesù, sin dai primi tempi del Cristianesimo. Ma da cosa deriva questa “natura consolatrice” di Maria? Il titolo in questione…
Domani 21 giugno si venera:
ReligiosoNacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo…
Oggi 20 giugno nasceva:
FondatriceCarolina Gerhadinger, figlia di un barcaiolo, nacque a Stadtamhof, un sobborgo di Ratisbona (Baviera), e fu educata nella Congregazione di Notre-Dame, fondata da S. Pietro Fourier (9 dic.) e dalla B. Alice…
Oggi 20 giugno tornava alla Casa del Padre:
AbateNacque a Matera intorno al 1080, ma poco si sa delle sue origini; sebbene alcuni lo identifichino appartenente ad una nobile famiglia, quella degli Scalcione, non si hanno notizie certe circa i suoi genitori…
Oggi 20 giugno veniva canonizzato:
Religioso CappuccinoCrispino da Viterbo, il cui vero nome era Pietro Fioretti nacque a Viterbo nel 1668 da una famiglia molto povera. Il padre morì quando egli era ancor molto giovane, per cui dovette molto presto entrare…
Oggi 20 giugno si recita la novena a:
I. O glorioso s. Paolo, che quanto foste terribile nel perseguitare, altrettanto poi foste fervoroso nello zelare la gloria del Cristianesimo, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di edificar tanto i nostri…
I. O glorioso s Giovanni, che col vivere sempre la vita più illibata, corrispondeste così bene al vostro nome che significa Grazia, ottenete a noi pure di vivere sì santamente da corrispondere con esattezza…
I. Angelico s. Luigi, che quantunque nato fra gli agi e le grandezze del mondo, col continuo esercizio dell’orazione, del ritiro e della penitenza, non aspiraste giammai che ai beni sodi e immancabili…
I. O glorioso s. Pietro, che aveste in Gesù Cristo una fede così viva da confessare per primo che egli era il Figliuolo di Dio vivo, e da lui solo procedevano parole di vita eterna, quindi obbediente al…
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Nuova procedura per l’inoltro delle domande telematiche relative ai riscatti ai fini del TFS/TFR
Dettaglio
Nuova procedura per l’inoltro delle domande telematiche relative ai riscatti ai fini del TFS/TFR
Con il presente messaggio si comunica che, nell’ambito dei servizi on line offerti dall’Istituto nel sito dell’INPS, è disponibile la nuova procedura che consente all’iscritto e agli Enti datori di lavoro (solo per le Amministrazioni statali), l’inoltro delle domande telematiche relative ai riscatti ai fini del trattamento di fine servizio (TFS) e del trattamento di fine rapporto (TFR).
In particolare, le funzionalità disponibili per il cittadino sono le seguenti:
- domanda di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per gli iscritti all’ex INADEL);
- richiesta di anticipata estinzione delle rate residue di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per gli iscritti all’ex INADEL);
- registrazione dell’avvenuto pagamento di anticipata estinzione (sia per gli iscritti all’ex ENPAS che per gli iscritti all’ex INADEL);
- richiesta di esonero dal pagamento delle rate residue di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per gli iscritti all’ex INADEL);
- rinuncia al riscatto ai fini TFS/TFR (sia per gli iscritti all’ex ENPAS che per gli iscritti all’ex INADEL);
- consultazione delle domande inoltrate (sia per gli iscritti all’ex ENPAS sia per gli iscritti all’ex INADEL).
Le funzionalità disponibili per l’Ente datore di lavoro sono le seguenti:
- domanda di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per le Amministrazioni statali-iscritti ex ENPAS);
- richiesta di anticipata estinzione delle rate residue di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per le Amministrazioni statali-iscritti ex ENPAS);
- richiesta di esonero dal pagamento delle rate residue di riscatto ai fini TFS/TFR (solo per le Amministrazioni statali-iscritti ex ENPAS);
- nuova domanda di riscatto ai fini TFS/TFR a rettifica della precedente già inoltrata (solo per le Amministrazioni statali-iscritti ex ENPAS);
- consultazione delle domande inoltrate (solo per le Amministrazioni statali-iscritti ex ENPAS).
La nuova procedura on line è disponibile direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi), CIE 3.0 (Carta di identità elettronica 3.0), PIN dispositivo (rilasciato dall’Istituto solo per i residenti all’estero non in possesso di un documento di riconoscimento italiano e, pertanto, impossibilitati a richiedere le credenziali SPID) ed eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), digitando nel campo “Ricerca” della homepage le parole “Riscatti TFS e TFR”.
Le istanze di riscatto TFS/TFR già inoltrate sono accessibili alla voce di menu “Consultazione domande inoltrate” della precedente procedura; il manuale è consultabile nell’apposita sezione “Manuali” del sito istituzionale.
Gli utenti possono altresì utilizzare i servizi offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge o chiamare il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
A decorrere dalla data di pubblicazione del presente messaggio il percorso per la consultazione delle domande di riscatto TFS/TFR presentate e l’acquisizione delle stesse avverrà tramite la procedura “WEBDOM”.
L’operatore di Sede può consultare le domande presentate dall’iscritto attraverso le funzionalità messe a disposizione sulla procedura “WEBDOM”.
Effettuata l’acquisizione della domanda tramite tale procedura è possibile trasferirne la lavorazione nell’applicativo “SIN”.
Rimane invariata la modalità di lavorazione della pratica di riscatto, fatta eccezione per le domande provenienti dalle Amministrazioni statali, per le quali non è più possibile modificare i dati specifici della domanda ed è necessario procedere con la nuova funzionalità “Accogli con riserva” per richiedere all’Amministrazione la modifica dei dati inseriti.
Il Direttore Generale | ||
Valeria Vittimberga |
Allegati
San Romualdo
![San Romualdo](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4230big.jpg)
1595, Roma, papa Clemente VIII
Finita quella quaresima, si sentì mutato; le esortazioni di un frate laico e di due visioni di S. Apollinare, lo decisero a vestire l’abito religioso in quel monastero.
Trascorsi tre anni, abbandonò il paese natio e recatosi in una solitudine vicino a Venezia, si pose sotto la direzione di un celebre eremita chiamato Marino. Dopo vent’anni di tirocinio, Romualdo in compagnia del maestro e di alcuni nobili veneziani, passò in Francia fermandosi nei dintorni di S. Michele di Cusa.
Lì prese a progredire mirabilmente di virtù in virtù, superando lo stesso Marino, e molti, ammirando il suo tenore di vita, venivano a mettersi sotto la sua guida. Anche qui dovette sostenere terribili lotte col demonio, che gli dipingeva in mille modi le difficoltà della vita religiosa, la fragilità della nostra debole natura e l’enorme fatica che ci vuole per giungere a piacere davvero al Signore. Il Santo tutto vinse con la mortificazione e la preghiera.
Dalla Francia tornò nuovamente in Italia ed ebbe la consolazione di constatare la conversione del duca suo padre.
Avuto intanto notizia che il suo discepolo Brunone di Querfurt era stato coronato del martirio in Russia, bramando anch’egli di versare il suo sangue per la fede, s’incamminò verso quelle regioni. Ma una grave malattia lo arrestò nell’Ungheria ed egli, scorgendovi un segno della volontà divina, fece ritorno in Italia.
Riprese quindi le fondazioni e le visite ai monasteri. Un giorno ad Arezzo s’incontrò con un conte aretino di nome Maldolo, padrone di una casa e di una magnifica selva che dal suo nome si chiamava Camaldoli. Il conte, conosciuto chi fosse quel venerando pellegrino, gli manifestò una visione avuta e gli donò casa e selva. Romualdo, giudicando quella località adattissima per i suoi seguaci, ridusse la casa ad ospizio e vicino costruì un eremo per i religiosi contemplativi. Diede loro, con qualche modificazione, la regola benedettina e dal nome del luogo li denominò Camaldolesi.
Il santo vegliardo fondò ancora un altro cenobio nella valle di Castro nelle Marche, e vicino a questo si costruì una cella romita per passarvi gli ultimi anni. Qui, affranto, mori il 19 giugno 1027 a 120 anni. La festa odierna ricorda la traslazione delle sue reliquie nella chiesa di Fabriano.
PRATICA. Imitare S. Romualdo in questo suo bel consiglio: «Presto a letto e presto fuor di letto».
PREGHIERA. Dela! Signore, ci renda accetti l’intercessione del beato abate Romualdo, affinché quel che non possiamo coi nostri meriti, lo conseguiamo per il suo patrocinio.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Romualdo, anacoreta e padre dei monaci Camaldolesi, che, originario di Ravenna, desideroso di abbracciare la vita e la disciplina eremitica, girò l’Italia per molti anni, costruendo piccoli monasteri e promovendo ovunque assiduamente tra i monaci la vita evangelica, finché nel monastero di Val di Castro nelle Marche mise felicemente fine alle sue fatiche.
MARTIROLOGIO ROMANO VECCHIO
7 FEBBRAIO. San Romualdo Abate, Padre dei Monaci Camaldolesi, il cui giorno natalizio è commemorato il diciannove Giugno, ma la sua festa si celebra particolarmente in questo giorno per la traslazione del suo corpo.
19 GIUGNO. Nel monastero di Val di Castro, nel Picèno, il natale di san Romuàldo Ravennàte, Anacoreta e Padre dei Monaci Camaldolési, il quale ristabilì la disciplina eremitica, che in Italia era quasi estinta, e mirabilmente la propagò. La sua festa si celebra il sette Febbraio, giorno nel quale le sue sacre reliquie furono trasportate a Fabriàno.
Domande Frequenti
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Quando si festeggia San Romualdo?
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Quando nacque San Romualdo?
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Dove nacque San Romualdo?
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Quando morì San Romualdo?
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Dove morì San Romualdo?
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Di quali comuni è patrono San Romualdo?
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![San Romualdo](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4230left.jpg)
AbateS. Romualdo nacque a Ravenna dalla nobile famiglia degli Onesti: i costumi del casato però non corrispondevano al nome. Il duca Sergio, padre del nostro Santo, uomo irascibile e per nulla religioso, venuto…
![Beata Vergine Maria Consolatrice](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4262left.jpg)
Consolatrice degli AfflittiConsolatrice degli Afflitti. Questo il titolo attribuito a Maria, madre di Gesù, sin dai primi tempi del Cristianesimo. Ma da cosa deriva questa “natura consolatrice” di Maria? Il titolo in questione…
![Beata Anna Maria Adorni](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo1954left.jpg)
FondatriceNacque a Fivizzano, in provincia di Massa, il 19 giugno 1805. A 15 anni, rimasta orfana del padre, si trasferì con la mamma a Parma, trovando lavoro come istitutrice presso una famiglia benestante. Già…
![San Romualdo](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4230left.jpg)
AbateS. Romualdo nacque a Ravenna dalla nobile famiglia degli Onesti: i costumi del casato però non corrispondevano al nome. Il duca Sergio, padre del nostro Santo, uomo irascibile e per nulla religioso, venuto…
![San Giovanni Nepomuceno Neumann](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo1371left.jpg)
VescovoGiovanni, nato a Prachatitz in Boemia (allora parte dell’impero austriaco) era il terzo dei sei figli del tedesco Filippo Neumann e Agnese Lcbis, di origine ceca. Ricevette la prima formazione nella scuola…
I. O glorioso s Giovanni, che col vivere sempre la vita più illibata, corrispondeste così bene al vostro nome che significa Grazia, ottenete a noi pure di vivere sì santamente da corrispondere con esattezza…
I. Angelico s. Luigi, che quantunque nato fra gli agi e le grandezze del mondo, col continuo esercizio dell’orazione, del ritiro e della penitenza, non aspiraste giammai che ai beni sodi e immancabili…
Piattaforma gestita da Google. Conforme al TCF di IAB. ID CMP: 300
San Vito
San Vito
![San Vito](https://www.santodelgiorno.it/foto/santo4171big.jpg)
Mazara del Vallo, Eboli, Carini, Mascalucia, Capaccio Paestum, Recanati, San Vito dei Normanni, Polignano a Mare, Tricase, Forio >>> altri comuni
Suo padre, pagano, chiamavasi Iles. Rimasto vedovo, affidò il piccolo figliuolo ad una nutrice cristiana, chiamata Crescenzia, la quale d’accordo con Modesto suo marito, fece battezzare il bambino all’insaputa del padre, lo allevò nei principi della fede e gli coltivò in cuore un amore grandissimo a N. S. Gesù Cristo. Restituito al padre ancora in tenera età, non si può immaginare quanto costui si adoperasse per strappare dal cuore del santo fanciullo la fede e trascinarlo all’idolatria. Ma non riuscendovi nè colle minacce nè colle carezze lo fece battere crudelmente; se non che il pio fanciullo sopportò con pazienza le battiture e si mostrò più che mai costante nella fede.
Due riflessioni si impongono qui alla nostra attenzione. La prima riguarda la crudeltà del padre che giunse a tal punto di efferatezza verso la sua creatura per l’attaccamento che aveva alle turpitudini pagane. Come è detestabile la noncuranza di quei genitori che non si preoccupano mai di ciò che riguarda l’animo dei loro figli, anche quando sanno ch’essi sono in disgrazia di Dio, ma che sono tutto fuoco e vanno sulle furie se i figliuoli sono causa di qualche piccolo danno materiale in casa. La seconda riflessione ci porta ad ammirare nel tenero giovanetto S. Vito la forza meravigliosa della grazia di Dio: ciò desta nella nostra anima una grande fiducia nell’aiuto ch’Egli non ci lascerà mai mancare quando noi lotteremo contro i nemici della nostra salute.
Stiamo pur certi che nessuna tentazione, per quanto grande possa essere, avrà il potere di farci cadere nel peccato, se noi ricorreremo alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione. In ogni evenienza potremo far nostre le parole del grande apostolo Paolo: « Omnia possum in Eo qui me confortat. Ogni cosa io posso coll’aiuto di Colui che mi conforta ». Alla fine Iles fu tanto inumano da consegnare suo figlio in mano di Valerio, governatore della provincia, crudele persecutore dei cristiani perchè ci pensasse lui a piegare l’animo del giovanetto ad adorare gli idoli. Ma Crescenzia e Modesto riuscirono a strappare il fanciullo dalle mani del persecutori e fuggirono con lui per l’Italia, dove però non trovarono quella tranquillità di cui andavano in cerca.
Sbarcati in Lucania, ben presto vennero riconosciuti come cristiani e per questo furono incarcerati e subirono tutti e tre il martirio nella persecuzione di Diocleziano. S. Vito pei miracoli che operava era salito a tale rinomanza, che giuntane la fama a Diocleziano, quest’imperatore lo aveva fatto chiamare a corte, affinchè liberasse il suo figliuolo da una ossessione diabolica.
Avvenuta la liberazione, l’ingrato imperatore non avendo potuto persuaderlo colla più grande promessa di ricompensa a venerare gli dei, lo caricò di catene e con Modesto e Crescenzia fu gettato in prigione. Qualche giorno dopo avendo trovati i tre confessori ancor più inflessibili, comandò che fossero gettati in un’enorme caldaia ripiena di piombo liquefatto, di resina e di pece bollente: qui essi si misero a cantare i sacri inni. Furono allora tolti di là ed esposti ai leoni, i quali accovacciatisi si misero a lambire loro i piedi. Inferocito perciò l’imperatore, perchè vedeva la moltitudine commuoversi davanti al miracolo, ordinò che distesi sopra il cavalletto fossero loro tagliate le membra e divelte le ossa. Nel frattempo ci furono tuoni, folgori e grande terremoto: i templi degli dei rovinarono e molti pagani ne rimasero oppressi. Una pia matrona, per nome Fiorenza, imbalsamò i resti mortali dei tre martiri e li seppellì onorevolmente.
PRATICA. Mediterò seriamente queste parole dei Santi: Nibil sum, nibil valeo, nibil possum, nibil habeo
PREGHIERA. O SS. Martiri Vito, Modesto e Crescenza, pregate per noi.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Basilicata, san Vito, martire.
ICONOGRAFIA
Nell’iconografia San Vito viene raffigurato in statue e dipinti come soldato romano, con la palma e la croce, simboli del martirio e con l’immancabile cane, a volte anche con due. Questo perché, secondo la tradizione, Diocleziano gli mandò contro un cane arrabbiato, ma San Vito, quando lo ebbe davanti, lo guarì. Egli, pertanto, é invocato come protettore contro i morsi dei cani. Vi é addirittura una formula che si recita per allontanare i cani ritenuti idrofobi:
e tri voti vi lu dicu.
E chiamativi ‘stu cani
chi mi voli muzzucari.
Denti di cira e di ferru filatu,
ieccati ‘nterra, canazzu arraggiatu.
![San Vito](https://www.santodelgiorno.it/image/santi/san-vito-giuseppe-zacco.jpg)
autore Giuseppe Zacco anno 1828
In ricordo del miracolo per la figlia di Diocleziano, San Vito é invocato anche contro il cosiddetto Ballo di San Vito, malattia che porta forti crisi nervose e porta le persone ad agitarsi fortemente come se danzassero.
C’é anche il rosario di San Vito. Somiglia al rosario tradizionale, solo che l’Ave Maria nella prima posta viene sostituita con la seguente formula: Decimila voti l’oramu a Santu Vitu, l’oramu tutti l’uri, Santu Vitu lu protetturi. Nella seconda posta si dice vintimila voti, nella terza trentamila voti, nella quarta quarantamila voti, e infine nella quinta cinquantamila voti. Al termine di ogni posta si sostituisce il Padre nostro con questa preghiera: Santu Vitu di Mazara, cu lu vrazzu n’arripara e a lu populu divotu ci scanza lampi, trona, guerri, malatii e tirrimotu. (S.B.)
Alcune dedicazioni a San Vito
Cattedrale Metropolitana dei Santi Vito, Venceslao ed AdalbertoSituata all’interno del complesso del Castello di Praga, questa cattedrale è la terza chiesa consacrata a San Vito eretta nello stesso luogo. La…
Domande Frequenti
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Quando si festeggia San Vito?
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Quando nacque San Vito?
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Dove nacque San Vito?
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Quando morì San Vito?
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Dove morì San Vito?
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Di quali comuni è patrono San Vito?
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