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Nuova procedura per l’inoltro delle domande telematiche relative ai riscatti ai fini del TFS/TFR
Con il presente messaggio si comunica che, nell’ambito dei servizi on line offerti dall’Istituto nel sito dell’INPS, è disponibile la nuova procedura che consente all’iscritto e agli Enti datori di lavoro (solo per le Amministrazioni statali), l’inoltro delle domande telematiche relative ai riscatti ai fini del trattamento di fine servizio (TFS) e del trattamento di fine rapporto (TFR).
In particolare, le funzionalità disponibili per il cittadino sono le seguenti:
Le funzionalità disponibili per l’Ente datore di lavoro sono le seguenti:
La nuova procedura on line è disponibile direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi), CIE 3.0 (Carta di identità elettronica 3.0), PIN dispositivo (rilasciato dall’Istituto solo per i residenti all’estero non in possesso di un documento di riconoscimento italiano e, pertanto, impossibilitati a richiedere le credenziali SPID) ed eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), digitando nel campo “Ricerca” della homepage le parole “Riscatti TFS e TFR”.
Le istanze di riscatto TFS/TFR già inoltrate sono accessibili alla voce di menu “Consultazione domande inoltrate” della precedente procedura; il manuale è consultabile nell’apposita sezione “Manuali” del sito istituzionale.
Gli utenti possono altresì utilizzare i servizi offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge o chiamare il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
A decorrere dalla data di pubblicazione del presente messaggio il percorso per la consultazione delle domande di riscatto TFS/TFR presentate e l’acquisizione delle stesse avverrà tramite la procedura “WEBDOM”.
L’operatore di Sede può consultare le domande presentate dall’iscritto attraverso le funzionalità messe a disposizione sulla procedura “WEBDOM”.
Effettuata l’acquisizione della domanda tramite tale procedura è possibile trasferirne la lavorazione nell’applicativo “SIN”.
Rimane invariata la modalità di lavorazione della pratica di riscatto, fatta eccezione per le domande provenienti dalle Amministrazioni statali, per le quali non è più possibile modificare i dati specifici della domanda ed è necessario procedere con la nuova funzionalità “Accogli con riserva” per richiedere all’Amministrazione la modifica dei dati inseriti.
Il Direttore Generale | ||
Valeria Vittimberga |
Allegati
Finita quella quaresima, si sentì mutato; le esortazioni di un frate laico e di due visioni di S. Apollinare, lo decisero a vestire l’abito religioso in quel monastero.
Trascorsi tre anni, abbandonò il paese natio e recatosi in una solitudine vicino a Venezia, si pose sotto la direzione di un celebre eremita chiamato Marino. Dopo vent’anni di tirocinio, Romualdo in compagnia del maestro e di alcuni nobili veneziani, passò in Francia fermandosi nei dintorni di S. Michele di Cusa.
Lì prese a progredire mirabilmente di virtù in virtù, superando lo stesso Marino, e molti, ammirando il suo tenore di vita, venivano a mettersi sotto la sua guida. Anche qui dovette sostenere terribili lotte col demonio, che gli dipingeva in mille modi le difficoltà della vita religiosa, la fragilità della nostra debole natura e l’enorme fatica che ci vuole per giungere a piacere davvero al Signore. Il Santo tutto vinse con la mortificazione e la preghiera.
Dalla Francia tornò nuovamente in Italia ed ebbe la consolazione di constatare la conversione del duca suo padre.
Avuto intanto notizia che il suo discepolo Brunone di Querfurt era stato coronato del martirio in Russia, bramando anch’egli di versare il suo sangue per la fede, s’incamminò verso quelle regioni. Ma una grave malattia lo arrestò nell’Ungheria ed egli, scorgendovi un segno della volontà divina, fece ritorno in Italia.
Riprese quindi le fondazioni e le visite ai monasteri. Un giorno ad Arezzo s’incontrò con un conte aretino di nome Maldolo, padrone di una casa e di una magnifica selva che dal suo nome si chiamava Camaldoli. Il conte, conosciuto chi fosse quel venerando pellegrino, gli manifestò una visione avuta e gli donò casa e selva. Romualdo, giudicando quella località adattissima per i suoi seguaci, ridusse la casa ad ospizio e vicino costruì un eremo per i religiosi contemplativi. Diede loro, con qualche modificazione, la regola benedettina e dal nome del luogo li denominò Camaldolesi.
Il santo vegliardo fondò ancora un altro cenobio nella valle di Castro nelle Marche, e vicino a questo si costruì una cella romita per passarvi gli ultimi anni. Qui, affranto, mori il 19 giugno 1027 a 120 anni. La festa odierna ricorda la traslazione delle sue reliquie nella chiesa di Fabriano.
PRATICA. Imitare S. Romualdo in questo suo bel consiglio: «Presto a letto e presto fuor di letto».
PREGHIERA. Dela! Signore, ci renda accetti l’intercessione del beato abate Romualdo, affinché quel che non possiamo coi nostri meriti, lo conseguiamo per il suo patrocinio.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Romualdo, anacoreta e padre dei monaci Camaldolesi, che, originario di Ravenna, desideroso di abbracciare la vita e la disciplina eremitica, girò l’Italia per molti anni, costruendo piccoli monasteri e promovendo ovunque assiduamente tra i monaci la vita evangelica, finché nel monastero di Val di Castro nelle Marche mise felicemente fine alle sue fatiche.
7 FEBBRAIO. San Romualdo Abate, Padre dei Monaci Camaldolesi, il cui giorno natalizio è commemorato il diciannove Giugno, ma la sua festa si celebra particolarmente in questo giorno per la traslazione del suo corpo.
19 GIUGNO. Nel monastero di Val di Castro, nel Picèno, il natale di san Romuàldo Ravennàte, Anacoreta e Padre dei Monaci Camaldolési, il quale ristabilì la disciplina eremitica, che in Italia era quasi estinta, e mirabilmente la propagò. La sua festa si celebra il sette Febbraio, giorno nel quale le sue sacre reliquie furono trasportate a Fabriàno.
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