Archivi giornalieri: 3 giugno 2024

Santi Carlo Lwanga e 12 compagni

 

Santi Carlo Lwanga e 12 compagni


Nome: Santi Carlo Lwanga e 12 compagni
Titolo: Martiri
Nome di battesimo: Carlo Lwanga
Nascita: 1865, Africa
Morte: 1886, Namugongo,Uganda
Ricorrenza: 3 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
6 giugno 1920, Roma, papa Benedetto XV
Canonizzazione:
18 ottobre 1964, Roma, papa Paolo VI
Carlo Lwanga nacque nel 1865 nel Regno di Buganda, un territorio che oggi occupa la parte centrale e meridionale dell’Uganda. Appartenente al clan Ngabi, Lwanga fu convertito al cattolicesimo dai Missionari d’Africa, fondati dal cardinale Charles Lavigerie. La sua vita e il suo martirio rappresentano una testimonianza di straordinaria fedeltà e coraggio di fronte alla persecuzione religiosa.

La storia di Carlo Lwanga si inserisce in un periodo di grande tumulto religioso e politico nel Regno di Buganda. I missionari cristiani, sia cattolici che anglicani, iniziarono la loro opera evangelica sotto il re Mutesa I, che governava con una certa tolleranza religiosa. Tuttavia, con l’ascesa al trono di Mwanga II, le dinamiche cambiarono radicalmente. Mwanga II, un noto pedofilo, vedeva i missionari cristiani come una minaccia al suo potere e alla sua autorità.

La Persecuzione sotto Mwanga II La persecuzione iniziò nel 1885, quando Mwanga II ordinò il massacro di molti missionari anglicani, tra cui il vescovo James Hannington. Questo atto di brutalità segnò l’inizio di una serie di violenze contro i cristiani. Joseph Mukasa Balikuddembe, un maggiordomo cattolico di corte e catechista laico, osò rimproverare il re per queste uccisioni, ma fu decapitato il 15 novembre 1885. Carlo Lwanga, che a quel tempo era il capo dei paggi, assunse le funzioni di Balikuddembe e si impegnò a proteggere i giovani paggi dalle attenzioni morbose del re.

Il Martirio di Carlo Lwanga

La situazione peggiorò ulteriormente quando il re Mwanga II dichiarò che tutti i membri della corte che non avessero smesso di professare la loro fede sarebbero stati uccisi. Il 25 maggio 1886, durante un’assemblea della corte, Carlo Lwanga e altri 15 paggi dichiararono apertamente la loro fede, affrontando il re con coraggio. Mwanga fece smembrare due di loro e ordinò che gli altri fossero portati a Namugongo, dove furono legati in fasci di paglia e bruciati sul rogo.

Martirio di San Carlo Lwanga

Martirio di San Carlo Lwanga

Il 3 giugno 1886, giorno dell’esecuzione, Lwanga fu separato dagli altri per essere bruciato vivo in privato, secondo la consuetudine. Mentre veniva bruciato, Lwanga mostrò una straordinaria serenità e fede, dicendo al suo carnefice: “È come se mi stessi versando dell’acqua addosso. Per favore, pentiti e diventa cristiano come me.”

Il martirio di Carlo Lwanga e dei suoi compagni segnò un punto di svolta nella storia del cristianesimo in Uganda. Le loro morti furono una testimonianza potente della fede e del coraggio di fronte alla tirannia e alla persecuzione. In totale, oltre 100 cristiani furono uccisi durante la persecuzione sotto il regno di Kabaka Mwanga II.

Le esecuzioni furono motivate non solo dall’odio religioso, ma anche dal desiderio di Mwanga di mantenere il controllo e l’integrità del suo regno. Secondo alcuni storici, come Assa Okoth, Mwanga temeva che i cristiani, con le loro connessioni straniere, potessero minare la stabilità del suo dominio.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria dei santi Carlo Lwanga e dodici compagni, martiri, che, di età compresa tra i quattordici e i trent’anni, appartenenti alla regia corte dei giovani nobili o alla guardia del corpo del re Mwanga, neofiti o fervidi seguaci della fede cattolica, essendosi rifiutati di accondiscendere alle turpi richieste del re, sul colle di Namugongo in Uganda furono alcuni trafitti con la spada, altri arsi vivi nel fuoco.

Cassetto Previdenziale del Soggetto Contribuente

 
 
 

Cassetto Previdenziale del Soggetto Contribuente

Al via la rilevazione della soddisfazione dell’utenza professionale nell’uso dell’applicativo.

Pubblicazione: 3 giugno 2024

L’INPS sta inviando in questi giorni, via email, a circa 44mila intermediari tra consulenti del lavoro, dottori commercialisti, associazioni di categoria e avvocati, un questionario per rilevare la soddisfazione dell’utenza professionale rispetto all’utilizzo del “Cassetto Previdenziale del contribuente”.

L’obiettivo del questionario è quello di analizzare i punti di forza e le aree di criticità del servizio, nonché la capacità di risposta dell’Istituto ai bisogni espressi dagli intermediari.

La rilevazione si inserisce nella più ampia strategia di ascolto dell’Istituto finalizzata al coinvolgimento di tutti gli stakeholder per costruire prestazioni, servizi e procedure sempre più semplici, trasparenti e centrate sulle esigenze degli utenti.

Le email sono trasmesse con il dominio “@inps.it” e la compilazione del questionario, ai sensi della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, è su base volontaria e anonima.

Messaggio n. 1985 del 24 maggio 2024

Riscatto dei periodi non coperti da contribuzione: istruzioni

 

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Riscatto dei periodi non coperti da contribuzione: istruzioni

La domanda di riscatto dei periodi non coperti da retribuzione può essere presentata fino al 31 dicembre 2025.

Pubblicazione: 30 maggio 2024

La legge di bilancio 2024 ha reintrodotto nell’ordinamento, per il biennio 2024-2025, la facoltà di riscatto di periodi non coperti da contribuzione.

La circolare INPS 29 maggio 2024, n. 69 fornisce indicazioni relative:

  • ai soggetti beneficiari;
  • alla durata del periodo riscattato e ai requisiti richiesti;
  • all’efficacia del periodo riscattato ai fini pensionistici;
  • alla determinazione dell’onere di riscatto;
  • alla presentazione della domanda di riscatto;
  • alla modalità di versamento dell’onere.

In particolare, possono accedere al riscatto solo i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (iscritti a forme pensionistiche obbligatorie dal 1° gennaio 1996) e che non siano titolari di pensione.

Il periodo non coperto da contribuzione può essere ammesso a riscatto nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi.

La domanda di riscatto può essere presentata fino al 31 dicembre 2025 attraverso il servizio online dedicato, oppure tramite Contact center o patronati.

Per maggiori dettagli, è possibile consultare la circolare.