Archivi giornalieri: 6 luglio 2019

Quota 100

 

Riforma pensioni, il decreto per l’anticipo del Tfs agli statali è pronto. Intanto l’Anpa presenta una richiesta relativa alla quattordicesima

nomine cdm mazzotta zafarana tridico

Pasquale Tridico (Lapresse)

 

RICHIESTA ANPA SU QUATTORDICESIMA

Nel mese di luglio sono arrivate le quattordicesime per molti pensionati, ma Angelo Santori, Segretario nazionale dell’Associazione nazionale pensionati agricoltori, aderente a Confagricoltura, chiede una riforma pensioni per fare in modo che “la quattordicesima mensilità ai pensionati con trattamenti al minimo o di meno di mille euro deve diventare parte integrante della prestazione pensionistica”. Dal suo punto di vista, inoltre, “questa boccata d’ossigeno è un primo passo, che non risolve però le esigenze di tanti agricoltori e lavoratori anziani che hanno sofferto il peso della crisi economica. Per questo ribadiamo l’urgenza che i minimi pensionistici, come previsto dalla Carta sociale europea, vengano portati almeno a 650 euro”. Secondo quanto riporta Askanews, Santori evidenzia anche che “sono numerosi i problemi degli agricoltori pensionati che hanno più difficoltà di altri: vivono spesso in posti isolati, con scarsi mezzi di trasporto, con la sanità pubblica sempre più carente e con poca liquidità economica. Il 40 per cento vive con trattamenti inferiori ai mille euro mensili, che in molti casi sono solo 500 o 600 euro. Per questi motivi è urgente prevedere un paniere d’indicizzazione delle pensioni”.

PRONTO DECRETO SU ANTICIPO TFS STATALI

Un altro atteso tassello della riforma pensioni sembra sul punto di essere completato. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, “il decreto, costruito tra Funzione pubblica, ministero dell’Economia e Lavoro, è pronto”. Il riferimento è al provvedimento necessario a far partire l’anticipo fino a 45.000 sulla liquidazione dei lavoratori statali che andranno in pensione, con Quota 100 o meno. Tuttavia, il quotidiano di Confindustria spiega che “la strada verso la Gazzetta Ufficiale non è terminata”, perché il decreto deve superare il vaglio del Garante della privacy, dell’Antitrust e del Consiglio di Stato. “Difficile prevedere i tempi, soprattutto per l’avvicinarsi della pausa estiva”, aggiunge Il Sole, facendo quindi capire che non sarà facile consentire ai primi beneficiari di Quota 100 nel pubblico impiego di usufruire della misura. In ogni caso una volta che sarà presentata la domanda, il pensionando riceverà entro 75 giorni l’anticipo sul proprio conto corrente. Vedremo quando il decreto sarà effettivamente pronto quali saranno tutti i passaggi formali richiesti per presentare la richiesta di anticipo.

I CHIARIMENTI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

I chiarimenti riguardo la riforma pensioni si rilevano sempre utili. Come quello fornito dall’esperto pensioni del sito di Repubblica. Un lettore ha infatti chiesto se, maturando i requisiti per la pensione di anzianità nel febbraio 2020, potrà scegliere “di andare in pensione 1 mese o 1 mese e mezzo più tardi con data di mia scelta?”. Nella risposta a cura della Fondazione studi consulenti del lavoro si legge che “una volta maturato il requisito di 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata e trascorsa la finestra di 3 mesi di differimento mobile posta dall’art. 15 del decreto di riforma di quota 100, lei potrà presentare la domanda in qualsiasi momento e la pensione decorrerà a partire dal primo giorno del mese successivo alla data della domanda a condizione che il rapporto di lavoro subordinato si chiuda prima della decorrenza della pensione. Si ricorda che per i dipendenti di datori di lavoro pubblici la finestra ha una durata di sei mesi e la decorrenza della pensione non può essere anteriore al prossimo agosto. È inoltre dovuto un periodo di preavviso di sei mesi”.

RIFORMA PENSIONI E LA PROPOSTA SULLA SOSTENIBILITÀ

Si è parlato molto degli effetti della riforma pensioni con Quota 100 sulla spesa pensionistica e stradeonline.it ha pubblicato un articolo in cui si parla della proposta di legge di iniziativa popolare “ideata e promossa da Andrea Mazziotti, denominata ‘Figli costituenti’, per la costituzionalizzazione dei principi di equità tra generazioni e di tutela dell’ambiente”. Nell’articolo viene spiegato che “la sostenibilità delle politiche non può misurarsi sul tempo di vita delle generazioni che ne beneficiano. Da questo punto di vista, proprio la spesa pensionistica, che in Italia è stata riformata con enorme ritardo, con danni in parte non riparabili, è il simbolo dell’irresponsabilità generazionale, perché la sostenibilità del sistema, fino al 2011, è stata sempre garantita solo aumentando gli oneri dei contribuenti presenti e pensionati futuri. La garanzia di sostenibilità è diventata che, di fatto, i più giovani abbiano una pensione di serie b) o c) rispetto a quella di pensionati e pensionandi delle generazioni precedenti”. Parole che sembrano quindi criticare le scelte attuali di riforma pensioni.

INPS, I BENEFICI DEL SISTEMA EESSI

Mentre si discute di riforma pensioni, c’è chi evidenzia i vantaggi del nuovo sistema Eessi per lo scambio di dati tra gli istituti previdenziali europei, cui aderisce anche l’Inps, attivo dal 3 luglio. Secondo quanto riporta politicamentecorretto.com, infatti, i parlamentari Pd eletti in Europa Laura Garavini, Angela Schirò e Massimo Ungaro, spiegano che “i benefici di questo nuovo sistema telematico saranno tanti per i cittadini europei, siano essi pensionati, lavoratori, studenti o disoccupati e le loro famiglie. Perché saranno velocizzate sia la gestione delle domande e il pagamento delle prestazioni pensionistiche, a sostegno del reddito, sanitarie e per infortuni sul lavoro e malattie professionali, sia la gestione delle pratiche in materia di legislazione applicabile, distacchi e recuperi contributi e prestazioni indebite”. I parlamentari dem spiegano che “inoltre il nuovo sistema dovrebbe assicurare un miglior livello di protezione dei dati vista la qualità della sicurezza informatica adottata. Il sistema inoltre garantirà un flusso standardizzato delle informazioni, maggiore facilità nella comunicazione grazie alla digitalizzazione degli scambi e una migliore qualità e completezza dei dati scambiati, anche al fine di ridurre il rischio di frodi ed errori”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Ieri c’è stata la presentazione della relazione programmatica del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps per i prossimi tre anni, a margine della quale Pasquale Tridico è tornato a parlare della riforma pensioni con Quota 100. Secondo quanto riporta Askanews, il Presidente dell’Inps ha evidenziato che le domande presentate per Quota 100 sono circa 150.000, al di sotto quindi delle previsioni fatte alla fine dello scorso anno. Rispetto ai primi mesi dall’entrata in vigore della norma, c’è stato un rallentamento nel numero di domande presentate e “se rimane questo trend penso si arriverà a fine anno intorno alle 200mila, quindi circa 100mila domande in meno rispetto alle 290mila previste”.

I NUMERI DI QUOTA 100

Secondo Tridico, quindi, alla fine dell’anno si avrà un risparmio di un miliardo di euro, cui aggiungere 500 milioni di risorse spese in meno rispetto a quelle stanziate per il Reddito di cittadinanza. Cifre che sono in linea con l’aggiustamento di bilancio approvato in settimana dal Governo: 1,5 miliardi di risparmi da Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Il Presidente dell’Inps ha anche voluto evidenziare che a legislazione vigente il sistema pensionistico è “completamente sostenibile”. Certo, ha riconosciuto Tridico, c’è un problema demografico che richiede un intervento da parte del Legislatore, ma “non irrigidendo l’uscita dal lavoro”. Il “consiglio” di Tridico è quello piuttosto di agire con incentivi alle nuove nascite e “favorendo l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”.

Quota 100

Pensioni ultima ora: domande Quota 100 sotto il 55%, i calcoli Inps

 
 
Pensioni ultima ora: domande Quota 100 sotto il 55%, i calcoli Inps

Pensioni ultima ora: la misura Quota 100 inizia ad essere valutata alla prova dei numeri. E così dopo oltre 6 mesi di avvio della nuova misura c’è la matematica certezza che ad aderire alla pensione anticipata, nella formula studiata dal Governo Conte, saranno molti meno dei lavoratori stimati prima dell’ok del decreto n. 4/2019 dai tecnici e dai Ministeri.

 

Pensioni ultima ora, i numeri e le domande presentate di Quota 100

Si calcola infatti che nel giro di un anno saranno meno di 200 mila i lavoratori che beneficeranno di Quota 100. Ben lontani dai 350 mila che il Governo aveva preventivato e per i quali erano state stanziate le risorse. Infatti dall’Inps fanno sapere che le domande presentate sono “circa 150 mila, osserviamo un rallentamento e se rimane questo trend, penso – sono le parole del presidente Tridico – si arriverà a fine anno intorno alle 200 mila e, quindi, ad un risparmio di circa 100 mila domande rispetto alle 290 mila previste”.

In termini percentuali potrebbero essere accolte un numero complessivo di domande, se permanesse l’attuale trend, inferiore alla metà.

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Quota 100 ed il futuro previdenziale

Sul fatto che sinora siano giunte un numero di richieste inferiori alle attese potrebbero aver giocato più fattori. Quali? Certamente guardando i numeri si capisce che le donne rappresentano una minima parte delle adesioni. In tal senso i requisiti previsti, 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, potrebbero aver rappresentato un ostacolo al successo della misura. Perché magari molte volte le donne possono hanno avuto carriere discontinue ed un numero di anni contributivi non sufficienti. Un altro aspetto è legato al divieto di cumulo con reddito da lavoro oltre i 5 euro. Evidentemente una parte dei potenziali beneficiari ha preferito proseguire la propria attività lavorativa. Infine il fatto di rinunciare ad una parte della pensione, come taglio implicito, per i minori contributi versati deve di fatto aver rappresentato un forte disincentivo alla strada verso la pensione anticipata.

Quota 100 è una misura temporanea: sarà valida per gli anni 2019, 2020, 2021. Per il futuro è tutto ancora incerto, sebbene l’intenzione del Governo sia approvare Quota 41.

Resteranno deluse le speranze di chi, come i sindacati, auspicava che le risorse non spese per Quota 100 potessero servire a rendere più larghe le maglie di accesso di Quota 100 visto che tali risorse serviranno per ridurre il deficit.

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Quota 100

 

Riforma pensioni, Quota 100/ Recupero inflazione: chi perde e quanto (ultime notizie)

06.07.2019, agg. alle 16:14 – Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, giunte la metà delle domande previste per Quota 100: aleggia il ritorno della Fornero, Il Manifesto parla di flop gialloverde.

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Lapresse
 

Come cambiano le pensioni con il nuovo meccanismo di indicizzazione all’inflazione? Secondo quanto stabilito dalla legge di Stabilità per il 2019, più la pensione è alta, meno recupera l’incremento dei prezzi, quindi scende il potere d’acquisto. La nuova indicizzazione è partita il primo aprile e a giugno i pensionati hanno dovuto restituire ciò che hanno incassato in più da gennaio a marzo rispetto a quanto previsto dal nuovo meccanismo. In realtà, come spiegato dal Corriere della Sera, l’aggiustamento nella maggior parte dei casi è minimo. Chi ha un assegno compreso tra 3 e 4 volte il minimo, l’inflazione è recuperata quasi tutta, il 97 per cento. La penalizzazione maggiore è per chi percepisce una pensione superiore a 9 volte il minimo, quindi oltre 4.569 euro. In questo caso l’inflazione è recuperata solo al 40 per cento. I pensionati penalizzati dal provvedimento sono circa 5,5 milioni, quindi il 34 per cento dei 16 milioni totali. Di questi sono 1,5 milioni quelli penalizzati in modo rilevante. Ma anche quando la pensione è bassa con il tempo la perdita annua aumenta per quello che è conosciuto come “effetto trascinamento”. (agg. di Silvana Palazzo)

RIFORMA PENSIONI, COMINARDI “SERVE FLESSIBILITÀ CHE DURI”

Riforma pensioni, i dati di Quota 100 sono inferiori alle attese e il Governo M5s-Lega deve fare i conti con quasi 100 mila domande in meno. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi, esponente del Movimento 5 Stelle, ha evidenziato: «Quota 100 è arrivata a 150 mila domande, che significa, considerando le famiglie interessate a circa 500mila persone». Intervenuto ieri alla presentazione della relazione programmatica 2020-2022 del Civ dell’Inps, come riporta Blasting News, il pentastellato ha tenuto a precisare: «E’ una risposta importante per un sistema che era diventato troppo rigido dopo l’introduzione della Fornero. Una risposta importante. L’obiettivo è però trovare una flessibilità che duri anche dopo i tre anni di Quota 100». Insomma, possibili nuovi interventi sulla riforma delle pensioni nel corso dei prossimi mesi… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

RIFORMA PENSIONI, FLOP DOMANDE QUOTA 100

Riforma pensioni, i numeri di Quota 100 sono tutt’altro che positivi: Il Manifesto parla di un flop, con il numero di domande che si attesta a 150 mila rispetto alle 290 mila previste. Lo stesso Pasquale Tridico, presidente Inps, ha parlato di «un rallentamento, se rimane questo trend credo si arriverà a fine anno intorno alle 200 mila domande, quindi a un risparmi di circa 100 mila domande». Un passo indietro degno di nota per l’esecutivo gialloverde: parliamo del 45,7% in meno, nonostante la grande fiducia del Governo su uno dei provvedimenti cardine. «Quota 100 permetterà a 350 mila persone di andare in pensione quest’anno», affermava il sottosegretario leghista Claudio Durigon, e aleggia lo spettro del ritorno della Fornero tra due anni: Massimo Franchi evidenzia che alla scadenza della norma «in via sperimentale» si ripresenterà l’età pensionabile unica a 67 anni e 5 mesi… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

RIFORMA PENSIONI, L’ACCUSA A M5S

Mentre si parla di riforma pensioni con Quota 100, a livello di domande pervenute e risorse risparmiate, da Il Giornale arriva un’accusa alle pensioni di cittadinanza, additate come “truffa dei grillini”. Il riferimento è al fatto che molti pensionati si sono visti bocciare le loro domande di accesso alla misura. “Il rifiuto è motivato così: beneficio negato per reddito superiore alla fascia minima di appartenenza. Insomma malgrado il pensionato o la coppia di pensionati abbia un Isee contenuto all’interno della fascia minima l’Inps ha decretato la completa inadeguatezza reddituale sulla base dell’Isr”. In effetti, “nonostante che sul portale del ministero del Lavoro, nonché sui siti correlati di previdenza e politiche sociali, campeggi ancora il tetto Isee di 9.360 euro per ottenere il beneficio”, la realtà è diversa.

LE SITUAZIONE DELLE PENSIONI DI CITTADINANZA

Il quotidiano milanese ricorda infatti che “non è l’Indicatore della situazione economica equivalente, l’Isee appunto, a governare la barra piuttosto un indicatore più subdolo che gestisce direttamente l’Inps, ovvero l’Isr. Vale a dire l’Indicatore della situazione reddituale. Il corrispondente dell’intera somma di redditi percepiti senza gli sgravi fiscali e tanto meno gli affitti e altri ratei e, quindi, inevitabilmente più consistente”. Tutto questo sta determinando una situazione per cui “la percentuale dei dinieghi a oggi si sta attestando sul 30% di tutti coloro che sono arrivati al completamento dell’istruttoria. Si tratta di pensionati con all’attivo assegni addirittura al di sotto dei 650 euro al mese”. L’Isr, infatti, non deve superare i 9.000 euro.