Archivi giornalieri: 25 giugno 2019

San Guglielmo da Vercelli

 

San Guglielmo da Vercelli


San Guglielmo da Vercelli

Nome: San Guglielmo da Vercelli
Titolo: Abate
Ricorrenza: 25 giugno

Nel secolo XI nasceva a Vercelli, da nobili genitori, un fanciullo destinato dal Signore a fondare un numeroso ordine religioso. Al fonte battesimale ricevette il nome di Guglielmo.

Ancora fanciullo amava la solitudine e cominciò ad esercitarsi in ogni pratica di pietà. All’età di 14 anni, spinto dal fervore, iniziò un pellegrinaggio. A piedi, vestito di una sola tunica e cinto di cilicio, si recò a Campostela nella Spagna, al celebre santuario di S. Giacomo. Il freddo, la fame, la pioggia, le privazioni e perfino il pericolo della vita non riuscirono a smuoverlo dalla sua santa impresa. Aveva progettato anche un viaggio in Palestina, al S. Sepolcro di Cristo, ma gravissimi ostacoli non gli permisero di adempiere il suo desiderio.

Pertanto, assecondando la sua tendenza alla vita religiosa ed eremitica, salì sul Monte Solicchio. Quivi passò due anni in continua preghiera, digiunando e dormendo sulla nuda terra.

Avendo ridata la vista ad un cieco, si sparse la fama della sua santità, e gran numero di persone andava a trovarlo. Disturbato così nella sua solitudine, pensò di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme e tutto contento si mise in viaggio; ma Dio che aveva su di lui altri disegni, gli apparve durante il viaggio e gli manifestò quanto voleva da lui. Permatosi nel regno di Napoli, si nascose in una selva e ricominciò di nuovo la sua vita eremitica. Alcuni boscaioli recandosi a far legna nelle vicinanze della sua grotta, lo trovarono, e di ritorno alle loro abitazioni, avendo raccontate meraviglie di lui, moltissimi accorsero per vederlo e per udirlo.

Importunato da quelle visite, si recò in un luogo aspro e quasi inaccessibile, chiamato Monte Vergine. Anche qui fu di nuovo scoperto e fra i visitatori vi furono anche numerosi giovani, desiderosi di fare vita santa con lui. Spinto dalla necessità, dovette pensare a dar ricovero a tanti postulanti e si pose a tracciar linee, a scavar fondamenta e a portare il materiale. Aiutato da coloro che volevano seguirlo, innalzò il monastero di Monte Vergine. Aumentando sempre più il numero dei postulanti, diede loro mi genere di vita secondo i consigli evangelici, con regole tratte in gran parte da quelle di S. Benedetto. Quindi, con la parola e con gli esempi di una vita santissima, attirò altri giovani, fondando nuovi monasteri.

Numerosi furono i miracoli da lui operati. Per sua intercessione i muti parlavano, i ciechi vedevano, i sordi sentivano e gli ammalati che a lui ricorrevano si vedevano liberati da ogni genere di malattie. Cambiò anche l’acqua in vino, e un giorno che una perfida persona volle tentarlo sulla castità, per vincere la tentazione si ravvoltolò nudo su carboni ardenti. Ruggero, re di Napoli, all’udire le meraviglie operate per mezzo di Guglielmo, concepì una grande venerazione per il Santo e raccomandò se stesso, la sua famiglia e tutto il regno alle sue preghiere.

Dopo aver predetto al re e ad altri il giorno della loro morte, e benedetti i suoi religiosi, si addormentò nel Signore, illustre per virtù e miracoli, il 25 giugno dell’anno 1142.

PRATICA. Fare sempre con giubilo la volontà del Signore, ricorrendo a lui nei pericoli.

PREGHIERA. O Signore, concedi, per intercessione del tuo servo S. Guglielmo, di compiere nella nostra vita la tua santissima e amabilissima volontà, affinchè possiamo riportare vittoria sui nemici della nostra salvezza.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Goleto presso Nusco in Campania, san Guglielmo, abate, che, pellegrino dalla città di Vercelli, fattosi povero per amore di Cristo, fondò su invito di san Giovanni da Matera il monastero di Montevergine, in cui accolse con sé dei compagni che istruì nella sua profonda dottrina spirituale, e aprì molti altri monasteri sia di monaci sia di monache nelle regioni dell’Italia meridionale.

Quota 100

Pensione quota 100 è solo uno scherzo? Chiariamo i dubbi

Pensione con quota 100: per la maggior parte di chi vi accede la somma di età e contributi è più di 100.

di , pubblicato il alle ore 09:00
Pensione con quota 100: per la maggior parte di chi vi accede la somma di età e contributi è più di 100.

Buongiorno, sono nato nel 1958 e lavoro dal 1976 ininterrottamente a oggi, attualmente, sono a casa 2 anni con la 104 per assistenza alla mamma invalida al 100%. Sono andato a informarmi per la pensione ma mi hanno detto che devo lavorare un altro anno. Ma età 61, contributi 43 fa 104…Allora quota 100 è uno scherzo!! Nel salutare chiedo scusa ma sono un po’ ARRABBIATO…

Pensione quota 100 e requisiti

Purtroppo, quello che si è detto fin dall’inizio, è che la quota 100 non è una quota 100 reale cui si può accedere sommando età anagrafica e contributi ma bisogna rispettare i cosiddetti paletti imposti dal governo che sono un’età minima di almeno 62 anni e un minimo contributivo di almeno 38 anni.

Questo fa si che la misura sia una vera quota 100 solo per chi entra con 62 anni unitamente a 38 anni di contributi, per tutti gli altri la somma dei due dati è sempre superiore a 100 perché in un modo o nell’altro per raggiungere il requisito mancante si alza anche quello che, magari è già in possesso, come nel suo caso.

Nel suo caso, però, lavorando un altro anno non accede alla pensione con la quota 100 (per la quale dovrebbe attendere di compiere i 62 anni di età) ma accedere con la pensione anticipata che richiede 42 anni e 10 mesi di contribui e una finestra di attesa di 3 mesi per la decorrenza della pensione. Purtroppo, anche se non sembra una cosa giusta, la normativa che regola la nuova misura pensionistica è questa.

Anticipo TFR e TFS: statali-privati, ultime notizie su abolizione

 

Anticipo Tfr e Tfs statali-privati
 
Anticipo TFR e TFS: statali-privati, ultime notizie su abolizione

Le ultime notizie su anticipo Tfr e Tfs per chi va in pensione con Quota 100 risalgono a qualche mese fa. Sembrava tutto fatto, come scritto anche nell’ultimo Decreto Fiscale, ma alla fine non se n’è più parlato. Tutto è caduto in una coltre di silenzio. Si attendono ancora buone notizie, certo, ma le recenti criticità che non fanno dormire al nostro Paese sonni tranquilli non ci mandano certo in direzioni ottimistiche. Se n’è parlato tanto, comunque, a inizio anno nuovo, salvo poi sprofondare in un silenzio mediatico.

 

Anticipo Tfr e Tfs con Quota 100: non se ne parla più

Si parlava di poter percepire una parte del Tfr o Tfs, un anticipo per l’appunto, quantificato in determinate cifre e in tempi rapidi. Questo per evitare che si dilungassero le attese eterne per ricevere la liquidazione, ma da quando la Corte di Cassazione ha confermato che le tempistiche e le modalità di erogazione del Tfr/Tfs resteranno inalterate, è come se fosse caduto il buio sulla speranza di ricevere almeno una quota di liquidazione in anticipo, anche se, invero, le due cose viaggiano su due binari diversi.

Manca la convenzione con ABI

Insomma, se nel DL n. 4/2019 si parlava di un anticipo Tfs per i dipendenti statali fino a 45.000 euro, le cose non sono poi andate così nella realtà. Si attendeva la convenzione con l’ABI per stabilire i tassi di interesse agevolato fondamentali per la restituzione del “prestito” (perché di questo si sarebbe trattato). Ma alla fine alcuna convenzione è stata stipulati e non c’è stato quindi nessun decreto attuativo contenente indicazioni e istruzioni sulla novità. Semplicemente, non ci sarà nessun anticipo Tfr o Tfs per i dipendenti pubblici che usciranno con Quota 100 e le tempistiche di attesa, nonché le modalità di erogazione, resteranno anche le stesse, come confermato dalla recente sentenza della Cassazione.

Erogazione Tfr e Tfs: modalità e tempistiche

Nella speranza di ricevere aggiornamenti che smentiscano quanto sopra riportato, andiamo a riepilogare come funziona la liquidazione oggi, quali sono i tempi e i modi di corresponsione del Tfr e Tfs.

Cominciamo dagli importi, che possono essere erogati in 3 modi:

  • Unica soluzione: importo pari o inferiore a 50.000 euro;
  • 2 rate: importo lordo complessivo superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro, con prima rata di 50.000 €;
  • 3 rate: importo lordo complessivo superiore a 100.000 euro. Prima e seconda rata saranno di 50.000 euro, mentre la parte residua sarà pagata dopo 24 mesi dalla prima erogazione.

Di seguito le tempistiche di pagamento, che variano in base alle cause di fine del servizio lavorativo.

  • Entro 105 giorni: cessazione rapporto di lavoro per inabilità o decesso;
  • Non prima di 12 mesi: fine rapporto di lavoro per pensionamento, determinato da raggiungimento requisiti per servizio o età;
  • Non prima di 24 mesi: termine rapporto di lavoro per dimissioni volontarie.