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54° anniversario della tragedia di Marcinelle.
L’otto agosto l’Inca Belgio ricorda le vittime
Sono passati 54 anni dalla tragedia di Marcinelle, ma per l’Inca ogni anno l’anniversario dell’8 agosto rappresenta una nuova occasione per rinnovare la memoria dei 262 minatori, per lo più italiani (136), che morirono inghiottiti in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile “Le Bois du Cazier”.
Proprio al “Grand’ Place de Marcinelle”, l’8 agosto, alle ore 9.45, l’Inca Belgio depositerà una corona di fiori al monumento internazionale dedicato alle vittime del lavoro.
La cerimonia proseguirà alle 10,30 al cimitero ai piedi del monumento “Aux mineurs et sacrifice des minerurs Italiens”. Alle 11.30, un’altra corona di fiori sarà depositata nello stesso luogo dove è avvenuta la tragedia di Bois du Cazier, dalle associazioni dei minatori al monumento “Aux victimes”.
Ricorreva l’anno 1956, quando il mondo si fermò a guardare ciò che accadeva in Belgio, in quella maledetta miniera dove si sono fermati i cuori di coloro che, emigrati dai paesi più poveri, speravano in una vita migliore.
“L’Italia può esportare dei lavoratori, ma non degli schiavi”, in questo modo titolava l’editoriale del Corriere della Sera il 9 agosto 1956. Con un eccezionale slancio di professionalità ed umanità, gli operatori del patronato italiano della Cgil, accorsero per portare i primi soccorsi; aiutarono le famiglie delle vittime, promossero azioni giudiziarie per accertare le responsabilità civili e penali del disastro.
“L’impegno prioritario dell’Inca Cgil, sin dalla sua costituzione – afferma Morena Piccinini, presidente dell’Inca – è stato quello di tutelare i diritti individuali e, insieme al sindacato, di difendere la salute e le condizioni di vita dei lavoratori in Italia e dei nostri connazionali all’estero”.
“Ogni anno, in occasione del triste anniversario – aggiunge Piccinini – è importante e doveroso ricordare il prezzo pagato dai lavoratori italiani emigrati in Belgio perché aiuta a far comprendere, soprattutto alle giovani generazioni, quanto sia importante in qualsiasi democrazia il ruolo del sindacato e del patronato nella difesa dei diritti”.
“Far vivere la centralità del lavoro, battersi contro la precarietà aumentando le tutele e i diritti – conclude la presidente dell’Inca -, rappresentano i principi e i valori che, immutati nel tempo, ci aiutano ogni giorno a svolgere il nostro lavoro con la stessa passione che animò il nostro intervento in quel lontano 1956”.