Circolari, Messaggi e Normativa

Circolari, Messaggi e Normativa

 

 

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Oggetto
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Data Pubblicazione
Articolo 1, comma 294, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023). Esonero per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, effettuate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, di beneficiari del reddito di cittadinanza. Indicazioni operative. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti Circolare
75
28/06/2024
Esonero parziale dei contributi previdenziali previsto dall’articolo 1, commi da 20 a 22-bis, della legge 30 dicembre 2020, n. 178. Comunicazione esiti controlli Messaggio
2406
27/06/2024
Operazione Poseidone. Obbligo di iscrizione alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, per i titolari di reddito da arti e professioni, il cui esercizio è subordinato all’iscrizione ad Albi. Sentenza della Corte Costituzionale n. 55 dell’8 aprile 2024 Messaggio
2403
27/06/2024
Convenzione quadro tra l’INPS e le istituzioni scolastiche per l’attivazione di percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) Messaggio
2383
26/06/2024
Contributo aggiuntivo di malattia, pari allo 0,77%, di cui al D.M. 1 febbraio 1957, in relazione al personale adibito a un’attività compresa tra quelle proprie dei pubblici esercizi. Lavoratori intermittenti. Istituzione del nuovo codice tipo lavoratore “IA” Messaggio
2382
26/06/2024
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Piattaforma “OMNIA IS”. Progetto n. 79. Rilascio del nuovo servizio di presentazione della domanda di assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo di solidarietà della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige Sudtirol Messaggio
2381
26/06/2024
Assegno di inclusione. Verifica della condizione di svantaggio e di inserimento nei programmi di cura e assistenza. Implementazioni del servizio di validazione delle certificazioni ADI per le Strutture sanitarie Messaggio
2380
26/06/2024
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR). Piattaforma “OMNIA IS”. Progetto n. 79. Rilascio del nuovo servizio di presentazione della domanda di assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo di solidarietà del Trentino Messaggio
2368
26/06/2024
Incarichi dirigenziali di livello non generale – Interpello per posto funzione centrale Messaggio
2365
26/06/2024
Corresponsione per l’anno 2024 della somma aggiuntiva (c.d. quattordicesima) di cui all’articolo 5, commi da 1 a 4, del decreto-legge n. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 127/2007, come modificato dall’articolo 1, comma 187, della legge n. 232/2016 Messaggio
2362
25/06/2024

San Bernardino Realino

 

San Bernardino Realino


Nome: San Bernardino Realino
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Bernardino Realino
Nascita: 1 dicembre 1530, Carpi
Morte: 2 luglio 1616, Lecce
Ricorrenza: 2 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1947, Roma, papa Pio XII
Nacque a Carpi, ridente cittadina del Modenese, nel 1530 da Francesco Realino e da Elisabetta Bellentoni.

La madre si premurò di dare al suo Bernardino una buona educazione. Gli insegnò a recitare il Rosario quand’era ancora piccolo.

Si rivelò un giovane di vivo ingegno e di cuore caritatevole. Studente a Modena fece la prima triste esperienza della corruttela dell’ambiente studentesco. Corse pericolo di livellarsi alla condotta dei più, ma s’accorse in tempo e seppe vincere. Più tardi da Modena passò alla facoltà di medicina nell’università di Bologna. Per assecondare il desiderio di Cloride, la donna da lui amata, interruppe gli studi di medicina per dedicarsi alla giurisprudenza. Alla fine di questo periodo di studi si deve collocare un triste episodio che il Santo non dimenticherà mai. Incontratosi un giorno con un certo Galli, che aveva commesso una ingiustizia troppo aperta a danno dei Realino, ne nacque una discussione animata. Bernardino si sentì bollire il sangue nelle vene e tratta la spada lo colpì alla fronte, senza però ucciderlo.

Nel mondo dei dotti già fin da giovane era salutato come un umanista di gusto e di gran sapere, da meritarsi l’elogio di « raro ingegno in giovanile etade ». Fu un uomo superiore alle cose umane: ben più alti ideali albergavano nella sua mente. Compiuti gli studi e laureatosi in giurisprudenza, fu podestà prima a Felizzano, poi a Cassine e in seguito a Castelleone, dovunque facendosi amare per la sua onestà e carità, amministrando con equanime e paterna giustizia. Negli anni del breve governo a Cassine, a contatto con le strettezze economiche e miserie morali del popolo, ne fu talmente impressionato che giunse a non mangiare e non dormire, fuggendo gli amici, disgustato della vita. Fu allora che maturò in lui la vocazione religiosa. Gli eterni destini dell’uomo si affacciavano insistentemente alla sua considerazione.

A Napoli, la predica di uno zelante gesuita lo colpì profondamente e gli rivelò chiaramente la divina chiamata. Fu la decisione. Chiese di divenire gesuita. L’amor filiale per il vecchio babbo gli fece passare momenti di penosa esitazione. Salì l’altare il 24 maggio del 1567.

Divenuto sacerdote, la fama di santo che andava acquistando a Napoli gli procurava richieste incessanti del ministero sacerdotale che lo teneva occupatissimo. Trasferito a Lecce fu presto riconosciuto dal popolo come sacerdote zelantissimo e pieno di inesauribile carità. Preferiva le classi umili e sofferenti, e si occupò con una estrema pazienza persino degli schiavi turchi addetti alle galere.

Negli anni maturi e nella vecchiaia Bernardino, che fu sempre devotissimo della Madre Divina, conservò nell’amore alla Madonna quell’ingenuità infantile che spiccava come nota particolare della sua pietà. Con Maria e per Maria guadagnò le anime a Dio. Tra i tanti efficaci insegnamenti che dava sulla devozione mariana, diceva che era una vergogna che una donna per bene non trovasse tempo a dire la corona tre volte la settimana ad onore della Madonna. I magistrati di Lecce si recarono un giorno alla Casa dei Gesuiti, per pregare il Santo, ormai vecchio e quasi paralizzato, di accettare l’incarico e l’onore di essere il patrono della loro città in Paradiso. Morì il 2 luglio 1616 alla veneranda età di 86 anni.

PRATICA. – Impariamo a passare per le vicende di questo mondo senza essere vittime del suo spirito.

PHECHIERA. – Concedici, o Dio onnipotente, che dopo aver ammirato i santi esempi di carità, amore e pietà di S. Bernardino, per la sua intercessione siamo vivificati da quella carità, amore e pietà che innalza i cuori fino al cielo, ove speriamo di giungere per la tua misericordia.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lecce, san Bernardino Realino, sacerdote della Compagnia di Gesù, che rifulse per carità e bontà e, rigettati gli onori mondani, si dedicò alla cura pastorale dei prigionieri e degli infermi e al ministero della parola e della penitenza.

Esonero contributi per chi assume beneficiari Reddito di Cittadinanza

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Esonero contributi per chi assume beneficiari Reddito di Cittadinanza

Datori di lavoro che possono accedere al beneficio, rapporti di lavoro incentivati e requisiti.

Pubblicazione: 1 luglio 2024

La legge di bilancio 2023 ha previsto un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati che assumono i beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

L’esonero contributivo è riconosciuto – al massimo per 12 mesi e nel limite di 8.000 euro annui – ai datori di lavoro privati che, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, assumano i percettori del Reddito di Cittadinanza con contratto a tempo indeterminato o trasformino i contratti da tempo determinato a indeterminato. L’esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico.

La Commissione europea ha prorogato l’applicabilità della misura al 30 giugno 2024.

La circolare INPS 28 giugno 2024, n. 75 illustra l’esonero contributivo e fornisce le indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali.

In particolare, la circolare definisce:

  • i datori di lavoro che possono accedere al beneficio;
  • i rapporti di lavoro incentivati;
  • l’assetto e la misura dell’incentivo;
  • le condizioni di spettanza dell’incentivo;
  • le compatibilità con la normativa in materia di aiuti di Stato;
  • il coordinamento con altri incentivi;
  • le modalità di esposizione dei dati relativi alla fruizione dell’esonero nel flusso UNIEMENS.

INPS: domanda Assegno Unico – rilascio nuove funzioni

INPS: domanda Assegno Unico – rilascio nuove funzioni

L’INPS, con il messaggio n. 2303 del 20 giugno 2024, comunica il rilascio, nell’ambito della procedura di presentazione della domanda di assegno unico e universale per i figli a carico, di nuove funzioni per la gestione della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori in caso di domande presentate da nuclei vedovili, ai sensi dell’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230, come modificato dall’articolo 22, comma 1, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85.

Per effetto della suddetta novella normativa, dal 1° giugno 2023: “La maggiorazione di cui al presente comma è riconosciuta, altresì, nel caso di unico genitore lavoratore al momento della presentazione della domanda, ove l’altro risulti deceduto, per un periodo massimo di 5 anni successivi a tale evento, nell’ambito del limite di godimento dell’assegno” (cfr. la circolare n. 76 del 10 agosto 2023).

Imprese, INPS: arriva il pre-DURC

Imprese, INPS: arriva il pre-DURC

Regolarità contributiva: nuove funzionalità sulla piattaforma VeRA per aziende e intermediari.

Pubblicazione: 28 giugno 2024

Le nuove funzionalità della piattaforma VeRA di INPS, disponibili dal 24 giugno, consentono alle aziende e agli intermediari una gestione anticipata delle situazioni di irregolarità e delle evidenze che possono incidere sugli esiti delle verifiche di regolarità contributiva.

L’attivazione degli interventi finalizzati alla normalizzazione delle posizioni contributive, con particolare riguardo a quelle che presentano maggiore complessità, è demandata alle sedi territoriali dell’Istituto.

Con queste nuove funzionalità garantite dal servizio, ma soprattutto grazie alle relazioni tra Istituto, aziende e intermediari attraverso più puntuali dinamiche di collaborazione proattiva, si potrà incidere in modo sostanziale su tale procedimento, all’insegna di una maggiore trasparenza e condivisione delle responsabilità.

Ciò consentirà di fornire un più elevato livello di servizio in grado di dare adeguate riposte agli attori del sistema, in particolare nell’ambito della contrattualistica pubblica e privata nonché per le erogazioni di contributi, benefici e agevolazioni.

Per il Presidente dell’INPS, Gabriele Fava, l’introduzione di queste nuove funzionalità “segna una svolta nel rapporto con le imprese e gli intermediari, nel rispetto dei ruoli ma all’insegna della piena collaborazione. Grazie alle nuove funzionalità della piattaforma puntiamo a una maggiore semplificazione, ma soprattutto a prevenire eventuali criticità. Questo per evitare che le aziende si trovino con un DURC negativo che possa compromettere la continuità delle loro attività”.

In questo gli intermediari sono, per Fava, di grande aiuto per garantire servizi più efficienti ai cittadini.

La piattaforma VeRA e il suo funzionamento sono simili a “un grande armadio proattivo con tanti cassetti che corrispondono a gestioni diverse”, spiega Antonio Pone, Direttore centrale Entrate e Vicedirettore generale INPS. “Lo strumento, proprio perché proattivo, permette in buona sostanza di aprire i cassetti in cui si annida l’irregolarità e di sanarla tempestivamente attraverso l’intervento di un soggetto delegato. Altra funzionalità, che fa parte della piattaforma, è il Simula DURC, che mostra alcuni aspetti rilevanti per conoscere eventuali anomalie per il Documento Unico di Regolarità Contributiva”.

Ricordiamo che questa piattaforma è un progetto che consente, appunto, la verifica e la gestione interattiva della regolarità contributiva e si inserisce nell’ambito delle attività di innovazione tecnologica e trasformazione dei processi e di miglioramento della user experience, previste dai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

In questo senso la parola chiave è interazione: tra le aziende, i loro intermediari e l’Istituto che, attraverso dinamiche di collaborazione proattiva, potranno assicurare al contribuente il possesso del DURC senza soluzione di continuità. L’attivazione del processo di gestione interattiva dell’eventuale situazione di irregolarità, gestita attraverso la funzionalità “pre-DURC”, prevede l’invio all’intermediario, titolare di specifica delega master, della notifica via PEC, e-mail o SMS, 30 o 15 giorni prima della scadenza del DURC regolare, di un ticket collegato alla verifica VeRA generata in automatico dal sistema.

Negli ultimi anni archiviate 15 procedure di infrazione a tema finanziario

Negli ultimi anni archiviate 15 procedure di infrazione a tema finanziario

I temi delle procedure di infrazione a carico dell’Italia archiviate tra 2023 e 2024

GRAFICO
DESCRIZIONE

Considerando quanto avvenuto nel 2023 e nei primi 5 mesi del 2024 possiamo osservare che un numero significativo di procedure è stato archiviato. Parliamo di 43 infrazioni chiuse in 17 mesi. L’area in cui l’Italia ha ottenuto i risultati migliori nel ridurre il numero di infrazioni a proprio carico è quella della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’unione dei mercati dei capitali con 13 archiviazioni. Troviamo poi 4 temi che fanno registrare 4 archiviazioni ciascuno. Si tratta di giustizia e tutela dei consumatori, mercato interno, industria, imprenditoria e pmi, migrazione e affari interni e mobilità e trasporti.  

DA SAPERE

Il grafico riporta il tema delle procedure di infrazione a carico dell’Italia archiviate nel 2023 e nel 2024, così come riportato dal dipartimento per le politiche europee della presidenza del consiglio dei ministri.

Per l’Italia molte procedure di infrazione riguardanti l’ambiente

Per l’Italia molte procedure di infrazione riguardanti l’ambiente

Le procedure di infrazione ancora in corso a carico dell’Italia suddivise per tema

GRAFICO
DESCRIZIONE

Tra le procedure attualmente in corso che coinvolgono il nostro paese la maggior parte (19) riguarda tematiche ambientali. A queste poi se ne devono aggiungere altre 2 legate alle azioni per la lotta al cambiamento climatico. Un altro ambito in cui l’Italia ha commesso un numero significativo di infrazioni è quello legato all’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. In questo caso le procedure pendenti sono 7. Ci sono poi 3 distinti ambiti che fanno registrare 6 infrazioni ciascuno. Si tratta dei settori dei trasporti e mobilitàmigrazioni e affari interni mercato, industria, imprenditoria e PmiL’ambiente è anche il settore in cui troviamo il maggior numero di procedure di infrazione già arrivate alla fase del contenzioso davanti alla corte di giustizia europea con 8. Troviamo a questo stadio anche 2 procedure che riguardano il mercato comune e la concorrenza.

DA SAPERE

Una procedura d’infrazione può essere avviata per tre diversi motivi: i) mancata comunicazione: quando lo stato membro non comunica in tempo alla commissione le misure scelte per implementare la direttiva; ii) mancata applicazione: quando la commissione europea valuta la legislazione dello stato membro non in linea con le indicazioni della legislazione europea; iii) sbagliata applicazione: quando la legge europea non viene applicata, o è applicata incorrettamente, dallo stato membro. Leggi che cosa son le infrazioni europee.

 

Quante e quali sono le procedure di infrazione a carico dell’Italia Governo e parlamento

Quante e quali sono le procedure di infrazione a carico dell’Italia Governo e parlamento

La commissione europea ha recentemente raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia per deficit eccessivo. In generale però il numero di procedure a carico del nostro paese risulta in diminuzione.

 

Nei giorni scorsi la commissione europea ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione a carico di 7 paesi, tra cui l’Italia, per deficit eccessivo. Nel 2023 infatti il disavanzo del nostro paese è stato pari al 7,4% del Pil, quando le normative Ue prevedono un limite massimo del 3%. La proposta della commissione dovrà ora passare al vaglio del consiglio dell’unione europea, a cui spetta la decisione sull’apertura formale della procedura.

Gli stati hanno il compito di recepire nel loro ordinamento le direttive europee. Se non lo fanno o se non le rispettano possono incorrere in una procedura formale di infrazione. Vai a “Cosa sono le procedure d’infrazione”

Ma qual è la situazione italiana per quanto riguarda le procedure di infrazione attualmente in corso? Al di là di questo caso sicuramente rilevante, globalmente la posizione del nostro paese su questo fronte risulta in miglioramento. Molte procedure infatti sono state archiviate nell’ultimo anno e mezzo.

65 le procedure di infrazione attualmente in corso a carico dell’Italia.

Se gli stati non si impegnano ad adeguare i propri ordinamenti interni alla legislazione Ue, nel lungo periodo le procedure di infrazione possono portare anche a delle sanzioni economiche. Da questo punto di vista purtroppo il dato più aggiornato per quanto riguarda l’Italia risale al 2022. Si parla di un esborso per l’erario di oltre 800 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2012 e il 2021. Un valore certo non particolarmente elevato se paragonato al bilancio statale. Si tratta tuttavia di uno spreco di risorse pubbliche che avrebbero potuto essere utilizzate in maniera più proficua. 

In attesa di avere dati più aggiornati su questo aspetto, è comunque interessante analizzare l’attuale stato dell’arte.

Come funzionano le procedure di infrazione

Tra gli organismi comunitari, spetta alla commissione la responsabilità di verificare il rispetto del diritto Ue. Questa può intervenire in due casi: quando non viene recepita integralmente una determinata direttiva entro il termine stabilito, oppure quando un paese non applica le norme correttamente. Se si verifica una di queste due fattispecie, può essere avviata una procedura formale di infrazione.

L’intero processo è regolato dagli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una procedura d’infrazione può essere avviata per tre diversi motivi:

  • mancata comunicazione: quando lo stato membro non comunica in tempo le misure per implementare la direttiva;
  • mancata applicazione: quando la commissione europea valuta la legislazione dello stato membro non in linea con il diritto Ue;
  • sbagliata applicazione: quando la legge europea non viene applicata o è applicata incorrettamente dallo stato membro.

La procedura è abbastanza complessa e si sviluppa in diverse fasi. La prima inizia con la cosiddetta lettera di costituzione in mora con cui la commissione chiede maggiori informazioni allo stato membro interessato. Questo passaggio è definito di “pre-contenzioso”, il paese posto sotto indagine deve fornire spiegazioni entro un periodo di tempo prestabilito.

Le sanzioni economiche per violazioni del diritto Ue intervengono solo dopo la seconda condanna della corte europea.

Nel caso in cui la risposta non arrivi o sia giudicata insoddisfacente, la commissione può decidere di inviare un parere motivato in cui chiede di adempiere alle mancanze normative entro una data scadenza. Se lo stato membro continua a non adeguarsi, Bruxelles può decidere di aprire un contenzioso facendo ricorso alla corte europea di giustizia. Se la corte ritiene che il paese in questione abbia effettivamente violato il diritto dell’unione, può emettere una sentenza in questo senso, richiedendo alle autorità nazionali di adottare misure per conformarsi.

Nel caso in cui, nonostante la sentenza, il paese continui a non rettificare la situazione, la commissione può deferirlo nuovamente dinanzi alla corte. Se c’è una seconda condanna, la commissione propone che la corte imponga sanzioni pecuniarie. Queste possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.

Le procedure di infrazione in europa

Grazie alla banca dati della commissione europea è possibile tracciare un bilancio delle procedure di infrazione attualmente in corso e capire in questo modo quali sono i paesi che faticano di più nel conformarsi al diritto Ue. A maggio 2024 le procedure pendenti erano in totale 1.531 a livello europeo. Tra queste, 611 (il 40%) sono legate alla mancata comunicazione dei paesi membri delle iniziative per adeguare l’ordinamento interno a quello europeo. Il restante 60% riguarda invece la mancata o l’incorretta applicazione delle normative Ue.

Oltre il 60% delle procedure ancora aperte (926) si trova nella fase iniziale del contenzioso, quella dell’invio allo stato inadempiente della lettera di costituzione in mora. Ci sono poi 451 procedure che sono già arrivate alla fase dell’invio del parere motivato da parte della commissione. Infine 154 sono attualmente alla fase del contenzioso in sede di corte di giustizia europea.

10,1% le procedure di infrazione giunte alla fase del ricorso alla corte di giustizia Ue.

L’Italia ha attualmente 65 procedure di infrazione aperte a proprio carico. Il nostro paese occupa l’ottavo posto tra gli stati Ue per numero più consistente di infrazioni pendenti. Tra i paesi principali fanno peggio Polonia e Spagna che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione con 87 e 86 procedure di infrazione pendenti. La Germania è decima con 63 procedure in corso, la Francia 12esima con 56.

È però interessante fare un confronto considerando quanto incidono le procedure di infrazione nella fase del ricorso alla corte di giustizia Ue.

L’Italia ha la seconda percentuale più alta di procedure di infrazione arrivate alla fase del contenzioso.

Da questo punto di vista possiamo osservare che il nostro paese sale al secondo posto. Sono infatti 14 le procedure a carico dell’Italia che si trovano nello stadio del ricorso alla corte europea, pari al 21,5% delle procedure pendenti. Solo l’Irlanda fa registrare un dato più alto di quello italiano con il 23,4% (11 procedure arrivate alla corte sulle 47 totali attualmente in corso, un numero significativamente più basso rispetto a quello del nostro paese). Tra gli altri stati con le percentuali più alte troviamo poi la Grecia (21,5%), la Polonia (17,2%) e la Bulgaria (17,1%).

La situazione italiana nel dettaglio

Tra le procedure attualmente in corso che coinvolgono il nostro paese la maggior parte (19) riguarda tematiche ambientali. A queste poi se ne devono aggiungere altre 2 legate alle azioni per la lotta al cambiamento climatico.

Un altro ambito in cui l’Italia ha commesso un numero significativo di infrazioni è quello legato all’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. In questo caso le procedure pendenti sono 7. Ci sono poi 3 distinti ambiti che fanno registrare 6 infrazioni ciascuno. Si tratta dei settori dei trasporti e mobilitàmigrazioni e affari interni mercato, industria, imprenditoria e Pmi.

L’ambiente è anche il settore in cui troviamo il maggior numero di procedure di infrazione già arrivate alla fase del contenzioso davanti alla corte di giustizia europea con 8. Troviamo a questo stadio anche 2 procedure che riguardano il mercato comune e la concorrenza. 

Per quanto riguarda gli aggiornamenti più recenti legati alle procedure di infrazione a carico del nostro paese, possiamo osservare che a maggio 2024 sono state inviate diverse lettere di costituzione in mora.

lettere di costituzione in mora inviate dalla commissione europea al nostro paese nei primi mesi del 2024.

La più significativa tra queste riguarda probabilmente l’incorretto recepimento della direttiva Ue 904/2019 in tema di riduzione dell’impatto ambientale derivante dall’utilizzo di oggetti in plastica monouso. Un’altra lettera ha riguardato la mancata applicazione del regolamento Ue 868/2022 (Data governance Act). A queste si aggiungono le lettere per il mancato recepimento della direttiva Ue 362/2022 relativa alla tariffazione dei veicoli per l’utilizzo di determinate infrastrutture e della direttiva 431/2022 relativa alle tutele dei lavoratori esposti a sostanze cancerogene.

Ci sono poi due procedure di infrazione per cui è stato emesso il parere motivato da parte della commissione europea. Si tratta delle infrazioni per il mancato recepimento della direttiva 2101/2021 in materia di pubblicità delle imposte sul reddito e per la scorretta applicazione della direttiva 362/2022 riguardante i diritti dei detenuti a comunicare con i propri difensori.

Infine nel corso del 2024 è arrivato anche un nuovo ricorso alla corte di giustizia Ue. In questo caso l’Italia non è stata in grado di fornire nei tempi previsti il proprio documento sulla pianificazione dello spazio marittimo, come previsto dalla direttiva 89/2014.

Più in generale possiamo osservare che sono 6 le procedure che attualmente risultano nella fase più avanzata. Quella cioè del secondo ricorso da parte della commissione alla corte europea. Tra queste, due riguardano la gestione dei rifiuti e altre due la gestione delle acque reflue urbane.

Le procedure archiviate

Per avere un quadro complessivo sull’effettiva situazione del nostro paese per quanto riguarda l’adeguamento al diritto comunitario, è utile anche passare in rassegna le procedure di infrazione archiviate negli ultimi anni. Per questo è possibile fare riferimento agli aggiornamenti riportati dal dipartimento per gli affari europei della presidenza del consiglio dei ministri. Considerando quanto avvenuto nel 2023 e nei primi 5 mesi del 2024 possiamo osservare un numero significativo di infrazioni archiviate.

43 le procedure di infrazione a carico dell’Italia archiviate negli ultimi 17 mesi. 

L’area in cui l’Italia ha ottenuto i risultati migliori nel ridurre il numero di infrazioni a proprio carico è quella della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’unione dei mercati dei capitali con 13 archiviazioni. Troviamo poi 4 temi che fanno registrare 4 archiviazioni ciascuno. Si tratta di giustizia e tutela dei consumatori, mercato interno, industria, imprenditoria e Pmi, migrazione e affari interni e mobilità e trasporti.

Tra le procedure archiviate se ne trovano alcune particolarmente significative. Possiamo citare, a titolo di esempio, la chiusura della procedura per il mancato recepimento della direttiva 2019/713 relativa alla lotta contro le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti.

Archiviate diverse procedure riguardanti l’ambito finanziario.

Un’altra archiviazione particolarmente rilevante riguarda il non corretto recepimento della direttiva 2018/843 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Da segnalare anche l’archiviazione della procedura per il mancato recepimento della direttiva 2019/1 che conferisce alle autorità garanti della concorrenza degli stati membri poteri di applicazione più efficace in modo da assicurare il corretto funzionamento del mercato interno.

Da citare inoltre la chiusura della procedura riguardante il mancato recepimento della direttiva 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione. Archiviato anche il procedimento per il mancato recepimento della direttiva 2018/1673 sulla lotta al riciclaggio mediante il diritto penale. Infine si segnala la chiusura della procedura per il non corretto recepimento della decisione quadro 2002/584/GAI sul mandato di arresto europeo.

Foto: Governo – Licenza