Archivi giornalieri: 8 luglio 2014

dall’OSSERVATORE ROMANO

Umilmente chiedo perdono

 

· Alle vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero il Papa promette di non tollerare più danni arrecati a un minore ·

07 luglio 2014

 
 

E ribadisce che nel ministero della Chiesa non c’è posto per chi si macchia di questo «culto sacrilego»

Ha chiesto la grazia di piangere. Di fronte a sei vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero — presenti lunedì mattina 7 luglio alla messa celebrata a Santa Marta — Papa Francesco ha confessato di aver rivissuto nel cuore i sentimenti di Pietro quando incrociò lo sguardo di Gesù appena uscito dall’interrogatorio nel sinedrio e pianse. 

 Maestro di Sant’Abbondio, «La negazione di Pietro» (XIV secolo, Como, chiesa di Sant’Abbondio)

Papa Francesco ha provato la stessa sensazione incrociando gli sguardi di queste persone, tre donne e tre uomini, che hanno avuto «coraggio», come altri del resto, e hanno fatto «emergere la verità». E davanti a loro, ma certamente anche davanti a tutte le altre numerose vittime come loro, ha chiesto «umilmente perdono».

Da tempo, ha detto il Papa, «sento nel cuore un profondo dolore, una sofferenza». Un dolore e una sofferenza del resto rimasti nella Chiesa per troppo tempo nascosti «con una complicità che non ha spiegazione», finché «qualcuno non si è reso conto che Gesù guardava». Poi se ne sono aggiunti sempre altri. E «quei pochi che hanno cominciato a piangere, hanno contagiato la nostra coscienza per questo crimine e grave peccato».

E per questo stamani, il Papa si è posto spiritualmente davanti a tutte le vittime e ha preso l’impegno a non tollerare mai più «il danno recato a un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale». Nel ministero della Chiesa «non c’è posto per coloro che commettono abusi sessuali» ha detto senza mezzi termini. E infine ha anche assicurato che d’ora in poi i vescovi dovranno esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare i minori. «E renderanno conto di questa responsabilità».

 Papa Francesco

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE08/07/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 05 giugno 2014, n. 12741FISCALE

Tributi – Imposta di registro – Determinazione della base imponibile – Valore venale – Immobili o diritti reali immobiliari – Oneri dell’Ufficio – Avviso di rettifica – Contenuto – Onere di indicazione degli specifici atti pubblici utilizzati e degli estremi di registrazione

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 giugno 2014, n. 12789FISCALE

Tributi – Fallimento ed altre procedure concorsuali – Fallimento – Effetti per il fallito – Atti successivi alla dichiarazione – Notificazione di cartella esattoriale a società fallita – Intestazione alla curatela – Necessità

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 giugno 2014, n. 12793FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Litisconsorzio – Giudicato sfavorevole formatosi a carico di uno dei litisconsorti – Conseguenze – Pregiudizio in danno degli altri litisconsorti – Configurabilità – Esclusione

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 02 luglio 2014, n. 15041FISCALE

Tributi – Accertamento induttivo – Controdeduzioni prodotte dal contribuente in appello – Validità – Illegittimità dell’accertamento induttivo – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15434LAVORO

Lavoro – Licenziamento – Giustizia e giurisdizioni – Termine di impugnazione – Articolo 32, comma 1-bis, della legge 183/10.

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15435LAVORO

Lavoro – Madre di minore con handicap – Permessi ex articolo 33, L. n. 104/1992 – Tredicesima – Congedi parentali – Non computabilità con i congedi.

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15437LAVORO

Lavoro subordinato – Statuto dei lavoratori – Diritti sindacali – Rappresentanza sindacale unitaria – Singolo componente – Facoltà di indire l’assemblea

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 29586LAVORO, FISCALE

Bancarotta – Bancarotta fraudolenta impropria e documentale – Omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali – Falsi bilanci positivi dell’azienda – Fallimento societario – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 29605FISCALE

Conflitto d’interessi – Membri del consiglio di amministrazione dell’istituto bancario – Partecipazione in società mutuatarie e affidatarie – Omessa comunicazione – Danno – Natura – Irrilevanza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 30 maggio 2014, n. 12162FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Revocazione ex art. 395, primo comma, n. 3, cod. proc. civ. – Presupposti – Forza maggiore – Significato – Mancata produzione del ricorso introduttivo sottoscritto – Inconfigurabilità del suddetto presupposto – Ragioni

TRIBUNALE

SENTENZA

TRIBUNALE DI MILANO – Sentenza 17 giugno 2014, n. 1802LAVORO

Lavoro – Impugnazione contratto a progetto – Dimissioni – Omessa individuazione del progetto – Indici di subordinazione

TRIBUNALE REGGIO EMILIA – Sentenza 02 luglio 2014, n. 1000LAVORO

Incidente sul lavoro – Responsabilità – Prove atipiche – Configurabilità – Scritti provenienti da terzi a contenuto testimoniale – Atti dell’istruttoria penale o amministrativa – Verbali di prove espletati in altri giudizi – Perizie stragiudiziali

LEGISLAZIONE

CORTE DEI CONTI

DELIBERA

CORTE DEI CONTI – Delibera 12 giugno 2014, n. 18/SEZAUT/2014/INPRFISCALE

Indirizzi ex articolo 1, comma 166 e ss, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, relativi al bilancio di previsione 2014, per una prudente gestione dell’esercizio provvisorio

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO INTERNO – Decreto ministeriale 02 luglio 2014FISCALE

Nuova certificazione relativa al concorso dei comuni alla riduzione della spesa pubblica

PRASSI

MINISTERO FINANZE SECIT

COMUNICATO

MINISTERO FINANZE – Comunicato 07 luglio 2014LAVORO, FISCALE

DEBITI P.A.: CON LA GARANZIA DELLO STATO I FORNITORI POSSONO CEDERE ALLE BANCHE I LORO CREDITI

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE08/07/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15434COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Licenziamento – Giustizia e giurisdizioni – Termine di impugnazione – Articolo 32, comma 1-bis, della legge 183/10.

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15435COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Madre di minore con handicap – Permessi ex articolo 33, L. n. 104/1992 – Tredicesima – Congedi parentali – Non computabilità con i congedi.

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 15437COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro subordinato – Statuto dei lavoratori – Diritti sindacali – Rappresentanza sindacale unitaria – Singolo componente – Facoltà di indire l’assemblea

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 luglio 2014, n. 29586COOPERATIVE, EDILIZIA

Bancarotta – Bancarotta fraudolenta impropria e documentale – Omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali – Falsi bilanci positivi dell’azienda – Fallimento societario – Sussiste

TRIBUNALE

SENTENZA

TRIBUNALE REGGIO EMILIA – Sentenza 02 luglio 2014, n. 1000COOPERATIVE, EDILIZIA

Incidente sul lavoro – Responsabilità – Prove atipiche – Configurabilità – Scritti provenienti da terzi a contenuto testimoniale – Atti dell’istruttoria penale o amministrativa – Verbali di prove espletati in altri giudizi – Perizie stragiudiziali

PRASSI

MINISTERO FINANZE SECIT

COMUNICATO

MINISTERO FINANZE – Comunicato 07 luglio 2014EDILIZIA

DEBITI P.A.: CON LA GARANZIA DELLO STATO I FORNITORI POSSONO CEDERE ALLE BANCHE I LORO CREDITI

INPS

Inps – Rapporto annuale 2013

Più flessibilità nel pensionamento ma con regole certe. Ad aprire ad una revisione del sistema previdenziale è il Commissario Inps, Vittorio Conti, presentando al Parlamento il Rapporto annuale dell’Istituto 2013. “Tra le precondizioni per un sistema ordinato e sinergico va segnalata la necessità che l’architettura di riferimento del sistema previdenziale pubblico sia più flessibile, con riferimento a tempi e modi di uscita dal mercato del lavoro, ma stabile nel tempo, almeno dal momento in cui il lavoratore è nelle condizioni di poter avviare la pianificazione del proprio futuro” – ha spiegato -.”I cambiamenti delle regole a gioco già iniziato, infatti – secondo il presidente dell’Inps – possono vanificare gli sforzi, creare incertezza sugli esiti finali e minare così la convinzione di poter incidere attivamente sulle prospettive pensionistiche a tendere. Ciò può indurre a non decidere o, peggio, a farlo sulla scorta di suggestioni e criteri irrazionali”. La stagione di riforme previdenziali dal 2009 al 2011, imposta dall”emergenza di garantire sostenibilità finanziaria al sistema, è stata, per Conti, “così incalzante e severa da insinuare nella collettività incertezze sulla tenuta delle legittime attese previdenziali, timori che ora è necessario dissipare assicurando stabilità al quadro di riferimento per poter riavviare un processo virtuoso”.
Per Conti, dunque, “è opportuno inserire elementi di flessibilità che consentano di rendere più equa la nuova architettura”. E questo “a partire dai i lavoratori precoci e per i lavori usuranti guardando anche agli esodati”. “Si sta discutendo- ha detto –  anche sulle soluzioni di salvaguardia per i lavoratori esodati che più di altri hanno subìto gli effetti dell”ultima riforma,con particolare riferimento ai gap temporali che si sono aperti tra fine lavoro e decorrenza della pensione”.

Resta in rosso il bilancio dell’Inps

Il bilancio dell’Inps nel 2013 resta in rosso, ma non è a rischio la tenuta del sistema previdenziale. Il flusso finanziario complessivo annuo nel 2013, si legge nella relazione, è risultato pari a 803,5 miliardi di euro (somma tra entrate pari a 396,8 miliardi e uscite pari a 406,7 miliardi), valore che supera la metà del Pil italiano. La gestione finanziaria di competenza evidenzia un saldo negativo di 9,9 miliardi di euro, da ascrivere in larga parte alla gestione dei lavoratori pubblici ex Inpdap. La situazione patrimoniale alla fine dell”esercizio 2013 rileva (dato di preconsuntivo) un patrimonio netto di 7,5 miliardi di euro. Tale valore migliora nettamente se si tiene conto della legge di stabilità 2014, la quale 
prevede che le anticipazioni di bilancio negli esercizi pregressi al 2012, per il pagamento delle prestazioni ai dipendenti dell”amministrazione pubblica, si intendano effettuate a titolo definitivo. L’effetto di questa disposizione normativa comporta un miglioramento del patrimonio netto dell’Istituto pari a 21,7 miliardi di euro, portando il patrimonio netto all’1.1.2014 a 29,2 miliardi di euro complessivi. Il deficit patrimoniale e lo squilibrio strutturale 
dell’ex Inpdap non mettono, quindi, a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico.

Pensioni più leggere del 30% per le donne

Le pensioni per le donne risultano ancora quasi di un terzo più leggere: nel 2013 a fronte di un reddito pensionistico medio pari a 1.297 euro lordi al mese, le donne si fermano a 1.081, importo del 30,1% (-466 euro) inferiore rispetto a quello degli uomini (1.547 euro). Guardando al dato complessivo risulta aumentato di 30 euro in un anno (era a 1.267 euro nel 2012).

In forte calo vecchiaia e anzianità nel privato

L’età media dei titolari delle nuove pensioni di anzianità/anticipate è di 59,3 anni e l’anzianità contributiva è pari in media a 39,7 anni. I titolari delle nuove pensioni di vecchiaia hanno invece un’età media, alla 
decorrenza, di 63,8 anni con un’anzianità contributiva pari in media a 25,1 anni.

Al contrario per i lavoratori autonomi si registrano incrementi del 23,7% per le pensioni di anzianità/anticipate e del 12,1% per le pensioni di vecchiaia dovuti ”ad un effetto di trascinamento della disciplina antecedente la riforma Monti-Fornero, con lo sblocco della ”finestra mobile” al termine dell”attesa di 18 mesi dalla data di 
maturazione dei requisiti soggettivi. In ogni caso -sottolinea il rapporto Inps- va tenuto conto che l’effetto dell’ultima riforma è mitigato in linea generale dalla quota di pensionamenti in deroga con decorrenza 2013, incluse le uscite in favore delle diverse categorie di lavoratori esodati di volta in volta individuate”.

Spesa per prestazioni sostegno al reddito pari al 5,4%

Nel 2014, le prestazioni per assistenza sociale e sostegno al reddito sono pari al 5,4% del Pil, contro il 13,7% della previdenza. La relazione Inps fa il punto sull’impatto sulla crisi che dal 2007 al 2013 ha determinato una 
flessione di 332 mila pensioni private, di cui 157 mila nell’ultimo anno, ed incrementato i volumi delle prestazioni assistenziali e della spesa per il sostegno al reddito passata, questa, dai 15,7 miliardi del 2007 ai 33,9 del 2013.
La spesa erogata agli invalidi civili è cresciuta nello stesso periodo da 14,4 miliardi di euro (per 2,4 milioni di prestazioni) a 17,4 (per 2,8 milioni di prestazioni).

Operazione busta arancione

Sull’operazione busta arancione, che dovrebbe illustrare a tutti gli italiani la propria situazione pensionistica, l’Inps è pronto a completare il processo già avviato, sotto la guida dei Mini

Diritti

Rapporto diritti globali 2014 – Dopo la crisi …la crisi

Più che di crisi, si rischia ormai di dover parlare di catastrofe globale. Dopo sei anni, infatti, tutti gli indicatori economici e sociali rivelano un quadro drammatico e univoco. In Europa le persone che hanno perduto il lavoro sono cresciute di 10 milioni, portando a 27 milioni il totale di disoccupati. Per il quinto anno consecutivo l’occupazione è in calo nel continente. I nuovi poveri sono cresciuti di 13 milioni di unità. Nell’Europa a 28 Paesi, nel 2012, le persone già povere e quelle a rischio di esclusione erano ben 124 milioni, poco meno di una ogni quattro, con una crescita di 2 milioni e mezzo rispetto all’anno precedente.

Nel suo piccolo, l’Italia contribuisce significativamente a questa mappa della privazione: il numero di quanti vivono in condizioni di povertà assoluta è esattamente raddoppiato tra il 2007 e il 2012, passando da 2 milioni e 400 mila a 4 milioni e 800 mila, l’8% della popolazione. Il tasso di occupazione nel 2013 è tornato ai livelli del 2002: 59,8%; all’inizio della crisi, nel 2008, era al 63%. Peggio stanno solo i greci (con il 53,2%), i croati (53,9%) e gli spagnoli (58,2%). Tra il 2012 e il 2013 sono stati persi 424 mila posti di lavoro. Dall’inizio della crisi hanno perso il lavoro oltre 980 mila persone. Il tasso di disoccupazione tra i giovani dai 15 ai 24 anni è arrivato al 42,4%. Muoiono le piccole imprese: dal 2008 ne sono scomparse 134 mila. E muoiono le persone: per quanto sia difficile stabilire nessi causali univoci e certi, alcuni studi indicano in 149 le persone che si sarebbero tolte la vita per motivazioni economiche nel 2013, quasi il doppio rispetto agli 89 casi dell’anno precedente.

Questo stato di catastrofe – umanitaria, non solo economica – non è una realtà inevitabile, bensì il risultato di scelte politiche precise. Nessun serio investimento è stato fatto per promuovere l’occupazione e sostenere il lavoro. La rotta non è stata invertita e nemmeno corretta. Risulta sempre più evidente il contrasto tra due idee diverse e antagoniste del mondo, la più forte delle quali, fondata sul dogma del libero mercato e sulla religione del profitto, vuole fare una definitiva tabula rasa di tutti i diritti faticosamente acquisiti dalle classi subalterne nel corso della seconda metà del Novecento.

La crisi globale ha reso maggiormente manifesta l’incapacità di perseguire alternative. Eppure le proposte alternative sono da tempo sul tavolo. Certo, non bastano le piattaforme. Per trasformazioni di tale radicalità occorrono la forza politica, il consenso e la cooperazione sociale. Ma, per determinarne le precondizioni, necessita prima di tutto definire una nuova cornice culturale e valoriale. Un’altra Europa e un’altra globalizzazione, insomma, quella dei cittadini, dei diritti e della solidarietà politica e sociale, ha bisogno di essere pensata e di nascere presto dalle macerie di quella delle monete e dei mercati. Un deciso investimento sul lavoro stabile e di qualità e su un nuovo welfare deve spodestare la mortifera politica dell’austerità (solo in Grecia sarebbero 2.200 le morti direttamente riconducibili alle politiche del rigore) che sta strangolando economie e stato sociale e a cui l’Unione Europea e i singoli governi si sono inchinati. Come afferma nel Rapporto Luciano Gallino, «i Parlamenti hanno sbattuto i tacchi e hanno votato alla cieca perché ce lo chiedeva l’Europa. Non esistono alternative, ci è stato detto. Questa espressione è un corollario del colpo di Stato in atto».

Le alternative invece sono possibili, oltre che necessarie. Ma non possono che sortire dal basso, dalle forze vive del lavoro, della società, dei popoli. Per contrastare quel “colpo di Stato”, difendendo la democrazia, ricucendo la profonda ferita delle diseguaglianze, ristabilendo equità e giustizia sociale. Globalizzando i diritti. Di tutto questo e di molto altro ancora parla il Rapporto sui diritti globali di quest’anno, giunto alla dodicesima edizione. Uno strumento fondamentale d’informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.

Lavoratori domestici

Entro 10/7 contributi per lavoratori domestici

Il 10 luglio è l’ultimo giorno utile per    effettuare il versamento dei contributi Inps per i collaboratori  domestici relativi al secondo trimestre del 2014. Il mancato o il ritardato versamento comporta il pagamento di sanzioni, i cui importi sono stati aggiornati recentemente con una circolare diffusa dall’Inps l’11 giugno scorso.

In questi giorni, inoltre, è nuovamente partita l’Operazione Silenti, ossia l’invio di avvisi bonari ai datori di lavoro domestico definiti “silenti” per i quali non risultano versati, o risultano versati solo parzialmente, i contributi per l’anno 2010. In questo caso l’Inps chiede di giustificare il motivo della totale o parziale assenza dei contributi: allegando copia dei bollettini attestanti l’avvenuto pagamento; indicando la causa di sospensione temporanea dell’obbligo contributivo (permesso non retribuito, maternità, ecc.); indicando l’eventuale data di cessazione del rapporto di lavoro ed inviando copia relativa della comunicazione effettuata a suo tempo. 

Se invece gli importi richiesti non sono stati effettivamente versati il datore di lavoro può provvedere al relativo pagamento con un versamento unico, mediante modello F24, entro 30 giorni dal ricevimento, oppure chiederne la rateazione.

Ocse

Ocse – L’integrazione degli immigrati e dei loro figli in Italia

Il tasso di occupazione tra gli uomini immigrati in Italia è calato drasticamente negli anni della crisi, di 10 punti percentuali tra il 2008 e il 2012, un calo all’incirca doppio rispetto ai nativi, e questo perché i lavoratori migranti sono concentrati soprattutto nei settori dell’edilizia e del manifatturiero, tra i più colpiti dalla recessione economica. E’ quanto emerge dal rapporto “L’integrazione degli immigrati e dei loro figli in Italia”, redatto, su richiesta del Cnel, dall’Ocse.

Le donne immigrate, invece, restano per lo più impiegate in lavori di cura e assistenza, e qui l’andamento dell’occupazione “dipende dai risparmi delle famiglie, che stanno notevolmente diminuendo”. E anche se tra la popolazione in età lavorativa in Italia il tasso di occupazione degli immigrati è maggiore rispetto a quello dei nativi, molti stranieri “sono intrappolati in lavori a bassa produttività e mal pagati e costituiscono buona parte dei lavoratori in condizioni di povertà”.
  
Spesso, denuncia l’Ocse, gli immigrati entrano nel circuito del lavoro sommerso e irregolare, dello sfruttamento e della discriminazione. Ciò vale anche per “quel 10% classificato come altamente qualificato, che rappresenta l’unico gruppo con tassi di occupazione più bassi rispetto ai nativi”. Complessivamente, gli immigrati, uomini e donne, costituiscono rispettivamente il 31 e il 40% dei lavoratori poco qualificati nel 2012.

Solo la metà di loro ha un titolo di studio superiore alla licenza media e pochi parlano italiano al momento dell’arrivo. Il passaggio alla scuola superiore non è facile e, ricorda l’Ocse, “solo otto regioni consentono agli studenti immigrati con qualifica professionale post-triennale di accedere a un quarto anno di formazione e solo due regioni al quinto anno”. Il rapporto registra infine tra i figli di immigrati un crescente tasso di abbandono scolastico e una percentuale di Neet pari a un terzo degli stranieri tra i 15 e i 24 anni.