INPS

Inps – Rapporto annuale 2013

Più flessibilità nel pensionamento ma con regole certe. Ad aprire ad una revisione del sistema previdenziale è il Commissario Inps, Vittorio Conti, presentando al Parlamento il Rapporto annuale dell’Istituto 2013. “Tra le precondizioni per un sistema ordinato e sinergico va segnalata la necessità che l’architettura di riferimento del sistema previdenziale pubblico sia più flessibile, con riferimento a tempi e modi di uscita dal mercato del lavoro, ma stabile nel tempo, almeno dal momento in cui il lavoratore è nelle condizioni di poter avviare la pianificazione del proprio futuro” – ha spiegato -.”I cambiamenti delle regole a gioco già iniziato, infatti – secondo il presidente dell’Inps – possono vanificare gli sforzi, creare incertezza sugli esiti finali e minare così la convinzione di poter incidere attivamente sulle prospettive pensionistiche a tendere. Ciò può indurre a non decidere o, peggio, a farlo sulla scorta di suggestioni e criteri irrazionali”. La stagione di riforme previdenziali dal 2009 al 2011, imposta dall”emergenza di garantire sostenibilità finanziaria al sistema, è stata, per Conti, “così incalzante e severa da insinuare nella collettività incertezze sulla tenuta delle legittime attese previdenziali, timori che ora è necessario dissipare assicurando stabilità al quadro di riferimento per poter riavviare un processo virtuoso”.
Per Conti, dunque, “è opportuno inserire elementi di flessibilità che consentano di rendere più equa la nuova architettura”. E questo “a partire dai i lavoratori precoci e per i lavori usuranti guardando anche agli esodati”. “Si sta discutendo- ha detto –  anche sulle soluzioni di salvaguardia per i lavoratori esodati che più di altri hanno subìto gli effetti dell”ultima riforma,con particolare riferimento ai gap temporali che si sono aperti tra fine lavoro e decorrenza della pensione”.

Resta in rosso il bilancio dell’Inps

Il bilancio dell’Inps nel 2013 resta in rosso, ma non è a rischio la tenuta del sistema previdenziale. Il flusso finanziario complessivo annuo nel 2013, si legge nella relazione, è risultato pari a 803,5 miliardi di euro (somma tra entrate pari a 396,8 miliardi e uscite pari a 406,7 miliardi), valore che supera la metà del Pil italiano. La gestione finanziaria di competenza evidenzia un saldo negativo di 9,9 miliardi di euro, da ascrivere in larga parte alla gestione dei lavoratori pubblici ex Inpdap. La situazione patrimoniale alla fine dell”esercizio 2013 rileva (dato di preconsuntivo) un patrimonio netto di 7,5 miliardi di euro. Tale valore migliora nettamente se si tiene conto della legge di stabilità 2014, la quale 
prevede che le anticipazioni di bilancio negli esercizi pregressi al 2012, per il pagamento delle prestazioni ai dipendenti dell”amministrazione pubblica, si intendano effettuate a titolo definitivo. L’effetto di questa disposizione normativa comporta un miglioramento del patrimonio netto dell’Istituto pari a 21,7 miliardi di euro, portando il patrimonio netto all’1.1.2014 a 29,2 miliardi di euro complessivi. Il deficit patrimoniale e lo squilibrio strutturale 
dell’ex Inpdap non mettono, quindi, a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico.

Pensioni più leggere del 30% per le donne

Le pensioni per le donne risultano ancora quasi di un terzo più leggere: nel 2013 a fronte di un reddito pensionistico medio pari a 1.297 euro lordi al mese, le donne si fermano a 1.081, importo del 30,1% (-466 euro) inferiore rispetto a quello degli uomini (1.547 euro). Guardando al dato complessivo risulta aumentato di 30 euro in un anno (era a 1.267 euro nel 2012).

In forte calo vecchiaia e anzianità nel privato

L’età media dei titolari delle nuove pensioni di anzianità/anticipate è di 59,3 anni e l’anzianità contributiva è pari in media a 39,7 anni. I titolari delle nuove pensioni di vecchiaia hanno invece un’età media, alla 
decorrenza, di 63,8 anni con un’anzianità contributiva pari in media a 25,1 anni.

Al contrario per i lavoratori autonomi si registrano incrementi del 23,7% per le pensioni di anzianità/anticipate e del 12,1% per le pensioni di vecchiaia dovuti ”ad un effetto di trascinamento della disciplina antecedente la riforma Monti-Fornero, con lo sblocco della ”finestra mobile” al termine dell”attesa di 18 mesi dalla data di 
maturazione dei requisiti soggettivi. In ogni caso -sottolinea il rapporto Inps- va tenuto conto che l’effetto dell’ultima riforma è mitigato in linea generale dalla quota di pensionamenti in deroga con decorrenza 2013, incluse le uscite in favore delle diverse categorie di lavoratori esodati di volta in volta individuate”.

Spesa per prestazioni sostegno al reddito pari al 5,4%

Nel 2014, le prestazioni per assistenza sociale e sostegno al reddito sono pari al 5,4% del Pil, contro il 13,7% della previdenza. La relazione Inps fa il punto sull’impatto sulla crisi che dal 2007 al 2013 ha determinato una 
flessione di 332 mila pensioni private, di cui 157 mila nell’ultimo anno, ed incrementato i volumi delle prestazioni assistenziali e della spesa per il sostegno al reddito passata, questa, dai 15,7 miliardi del 2007 ai 33,9 del 2013.
La spesa erogata agli invalidi civili è cresciuta nello stesso periodo da 14,4 miliardi di euro (per 2,4 milioni di prestazioni) a 17,4 (per 2,8 milioni di prestazioni).

Operazione busta arancione

Sull’operazione busta arancione, che dovrebbe illustrare a tutti gli italiani la propria situazione pensionistica, l’Inps è pronto a completare il processo già avviato, sotto la guida dei Mini

INPSultima modifica: 2014-07-08T17:58:25+02:00da vitegabry
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