Censis

Riforme: Censis, in Italia crescono i divari territoriali

Si rafforza la spinta dal centro a ridurre l’articolazione dei poteri locali, ma i divari territoriali nel Paese sono profondi e aumentano nel tempo. In 18 regioni italiane si sono allargate le distanze tra gli abitanti residenti nelle diverse province rispetto al reddito pro capite disponibile (solo il Molise fa eccezione, e in Valle d’Aosta regione e provincia coincidono). 

In Lombardia si passa dai 25.866 euro per abitante nella provincia di Milano ai 14.290 euro di Lodi, con una differenza tra il massimo e il minimo provinciale di 81 punti percentuali. Nel Lazio si va dai 20.965 euro di Roma ai 13.285 euro di Rieti (57,8% di differenza). 

I dati arrivano dal Censis e sono stati diffusi nel corso dell’ultimo appuntamento di riflessione “Un mese sociale”, dedicato ai “Vuoti che crescono”. Si allarga anche la forbice su disoccupazione, densità d’impresa e export: se sono noti i divari tra le regioni italiane in termini di occupazione, oggi si ampliano anche quelli infra-regionali. 

Si passa – dice il Censis – da un tasso di disoccupazione del 5,9% registrato nella provincia di Reggio Emilia al 14,2% di Ferrara, dal 13,6% di Avellino al 25,8% di Napoli, dal 15,5% di Taranto al 22,1% di Lecce. 

Anche la densità di imprese attive sul territorio è diventata più disomogenea. Si oscilla dalle 337.837 imprese presenti nella provincia di Roma alle 13.156 di Rieti, dalle 285.677 di Milano alle 14.493 di Sondrio, dalle 225.958 di Napoli alle 30.280 di Benevento, dalle 202.114 di Torino alle 12.184 della provincia di Verbania-Cusio-Ossola. 

Se nel 2005 le attività economiche romane erano 18 volte quelle del reatino, otto anni dopo (nel 2013) sono 25 volte di più. Ed è aumentata anche la variabilità relativa al valore delle esportazioni dei territori provinciali all’interno delle singole regioni, nell’ultimo decennio cresciuta in media di circa 1.600 euro pro capite. 

Nel 2003 il differenziale medio del valore dell’export raggiungeva i 3.300 euro per abitante, nel 2013 supera i 4.900 euro. La regione dove la variabilità tra le province risulta più elevata è la Sicilia, con agli antipodi le province di Siracusa (18.610 euro di export per abitante) e di Enna (57 euro).  

Il rischio – sottolineano il direttore generale, Giuseppe Roma e il presidente Giuseppe De Rita del Censis – è che si proceda allo svuotamento delle responsabilità locali senza fare le opportune distinzioni in termini di virtuosità degli enti, analisi di efficienza nell’erogazione dei servizi, valutazione del gradimento delle comunità locali.
 
Alla presentazione del rapporto Censis sono intervenuti il responsabile del settore Territorio e reti Marco Baldi, il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli, il presidente dell’Uncem Enrico Borghi, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e il segretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi. (ANSA).

Censisultima modifica: 2014-07-02T15:41:17+02:00da vitegabry
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