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SIGNIFICATO STORICO E SIMBOLICO DI SA DIE:

SIGNIFICATO STORICO E SIMBOLICO DI SA DIE:

Francesco Casula
SIGNIFICATO STORICO E SIMBOLICO DI SA DIE:
 
la Festa nazionale dei Sardi e della Sardegna di Francesco Casula Senza grandi clamori mediatici ci avviciniamo a Sa Die de sa Sardigna, istituita dalla Regione il 14 settembre 1993. Ma poi sostanzialmente dimenticata dalla stessa Regione ma anche dalle altre Istituzioni. A ricordarla e “festeggiarla”, come negli anni scorsi sarà l’Assemblea nazionale sarda (ANS), un’associazione culturale aperta, democratica e apartitica, particolarmente attiva nel lavoro e nelle iniziative per la costruzione di una coscienza nazionale sarda. Una Festa del popolo sardo in cui identificarsi e nel contempo un’occasione per studiare e conoscere – segnatamente da parte dei giovani – la nostra storia, compressa e manipolata quando non abrasa e cancellata. Si è detto e scritto che l’evento del 28 aprile del 1794 sarebbe debole: una semplice congiura ordita da un manipolo di borghesi giacobini e illuministi, per cacciare l’odioso vice re Balbiano e qualche centinaio di piemontesi, nizzardi e savoiardi. Non sono d’accordo. A questa tesi, del resto ha risposto, con dovizia di dati, documenti e argomentazioni Girolamo Sotgiu. Non sospettabile di simpatie “nazionalitarie” o sardo-identitarie, il prestigioso storico sardo, gran conoscitore e studioso della Sardegna sabauda, polemizza garbatamente ma decisamente proprio con l’interpretazione data al 28 aprile da storici filo sabaudi, come il Manno o l’Angius, considerato alla stregua, appunto, di una congiura. “Simile interpretazione offusca – scrive Sotgiu – le componenti politiche e sociali e, bisogna aggiungere senza temere di usare questa parola «nazionali». Insistere sulla congiura – cito sempre lo storico sardo – potrebbe alimentare l’opinione sbagliata che l’insurrezione sia stato il risultato di un intrigo ordito da un gruppo di ambiziosi, i quali stimolati dagli errori del governo e dalle sollecitazioni che venivano dalla Francia, cercò di trascinare il popolo su un terreno che non era suo naturale,di fedeltà al re e alle istituzioni”. A parere di Sotgiu questo modo di concepire una vicenda complessa e ricca di suggestioni, non consente di cogliere il reale sviluppo dello scontro sociale e politico né di comprendere la carica rivoluzionaria che animava larghi strati della popolazione di Cagliari e dell’Isola nel momento in cui insorge contro coloro che avevano dominato da oltre 70 anni. Non fu quindi congiura o improvviso ribellismo: ad annotarlo è anche Tommaso Napoli, padre scolopio, vivace e popolaresco scrittore ma anche attento e attendibile testimone, che visse quelli avvenimenti in prima persona. Secondo il Napoli “l’avversione della «Nazione Sarda» – la chiama proprio così – contro i Piemontesi, cominciò da più di mezzo secolo, allorché cominciarono a riservare a sé tutti gli impieghi lucrosi, a violare i privilegi antichissimi concessi ai Sardi dai re d’Aragona. L’arroganza e lo sprezzo – continua – con cui i Piemontesi trattavano i Sardi chiamandoli pezzenti, lordi, vigliacchi e altri simili irritanti epiteti come molenti, inaspriva giornalmente gli animi e a poco a poco li alienava da questa nazione”. Questo a livello storico: c’è poi il significato simbolico dell’evento: i Sardi dopo secoli di rassegnazione, di abitudine a curvare la schiena, di acquiescenza, di obbedienza, di asservimento e di inerzia, per troppo tempo usi a piegare il capo, subendo ogni genere di soprusi, umiliazioni, sfruttamento e sberleffi, con un moto di orgoglio nazionale e un colpo di reni, di dignità e di fierezza, si ribellano e alzano il capo, raddrizzano la schiena e dicono: basta! In nome dell’autonomia e dunque, per “essi meris in domu nostra”. “Fu un momento esaltante – scrive Lilliu –, il tentativo di ottenere il passaggio da una Sardegna asservita al feudalesimo a una Sardegna libera, fondando nell’autonomia, nel riscatto della coscienza e dell’identità di popolo una nuova patria sarda, una nazione protagonista”.

Osservatorio RdC e PdC: i dati del 2023

Osservatorio RdC e PdC: i dati del 2023

Sono disponibili i dati complessivi sui nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza, relativi al 2023.

Pubblicazione: 18 aprile 2024

È stato pubblicato l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati complessivi sui nuclei percettori di RdC/PdC nel 2023.

Nel 2023 nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, sono stati 1.367.846 con 2.895.058 persone coinvolte e un importo medio mensile erogato, a livello nazionale, di 562,75 euro.

Il beneficio è stato revocato a 66.559 nuclei, mentre sono 277.914 i nuclei decaduti dal diritto.

Nel mese di dicembre 2023, i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza sono stati 602.407, mentre quelli che hanno percepito la Pensione di Cittadinanza sono stati 124.715.

Per conoscere maggiori dettagli, è possibile consultare la pagina Dati Cartacei – RDC.

Sono disponibili i dati complessivi sui nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza, relativi al 2023.

Pubblicazione: 18 aprile 2024

È stato pubblicato l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati complessivi sui nuclei percettori di RdC/PdC nel 2023.

Nel 2023 nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, sono stati 1.367.846 con 2.895.058 persone coinvolte e un importo medio mensile erogato, a livello nazionale, di 562,75 euro.

Il beneficio è stato revocato a 66.559 nuclei, mentre sono 277.914 i nuclei decaduti dal diritto.

Nel mese di dicembre 2023, i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza sono stati 602.407, mentre quelli che hanno percepito la Pensione di Cittadinanza sono stati 124.715.

Per conoscere maggiori dettagli, è possibile consultare la pagina Dati Cartacei – RDC.

Gabriele Fava è il nuovo Presidente dell’INPS

Gabriele Fava è il nuovo Presidente dell’INPS

Insediato anche il Consiglio di Amministrazione.

Pubblicazione: 18 aprile 2024

Il 18 aprile 2024, a Palazzo Wedekind a Roma, si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’INPS.

Il presidente Gabriele Fava, nominato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, viene da oggi affiancato nella conduzione dell’Istituto da un Consiglio di Amministrazione di quattro membri:

  • Antonio Di Matteo, più volte assessore comunale, componente del CNEL e membro del CDA di ENPALS, fino a marzo 2024 Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori;
  • Micaela Gelera, esperta di welfare e già Commissario straordinario dell’INPS;
  • Marialuisa Gnecchi, ex deputata e Vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, già Vicepresidente dell’INPS da dicembre 2019 a giugno 2023;
  • Fabio Vitale, più volte Direttore regionale e Direttore centrale in Istituto e poi Dirigente Generale del MISE e dell’AGEA – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura.

Da loro dipenderà la gestione concreta dell’Istituto, nel segno di un rinnovato impegno a favore dell’innovazione.

Fondo Innova: le istruzioni per aderire

Fondo Innova: le istruzioni per aderire

Modalità operative per l’adesione al nuovo Fondo interprofessionale per la formazione continua da parte dei datori di lavoro.

Pubblicazione: 17 aprile 2024

Dal 24 gennaio 2024 è operativo il “Fondo Innova”, il nuovo Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua dei quadri e dei dipendenti delle piccole, medie e grandi imprese, che operano nei settori economici dell’industria, dell’agricoltura, della pesca, del turismo, del terziario, dei servizi, degli studi professionali e dell’artigianato, nonché per la formazione dei dipendenti di enti, associazioni, cooperative e fondazioni.

Con il messaggio 17 aprile 2024, n. 1516 l’Istituto fornisce le modalità operative per l’adesione al Fondo da parte dei datori di lavoro interessati, da presentare direttamente all’INPS attraverso la denuncia contributiva.

Vengono pertanto istituiti nuovi codici per il flusso UNIEMENS e precisate le istruzioni per l’adesione da parte delle aziende agricole.

L’adesione produce effetti con decorrenza dal periodo di paga (mese di competenza del flusso UNIEMENS) in cui le scelte vengono effettuate.

INPS alla Giornata della Terra dal 18 al 21 aprile

INPS alla Giornata della Terra dal 18 al 21 aprile

La partecipazione dell’Istituto dimostra l’impegno per la sostenibilità e la responsabilità sociale attraverso numerose attività ed iniziative rivolte ai cittadini.

Pubblicazione: 17 aprile 2024

L’ INPS partecipa attivamente alla cinquantaquattresima Giornata della Terra, l’evento ambientale più significativo organizzato dalle Nazioni Unite, che coinvolge cittadini di 193 paesi membri. In linea con i suoi principi e valori istituzionali, l’Istituto si propone di svolgere un’azione di sensibilizzazione sull’importanza della tutela dell’ambiente e di incoraggiare azioni concrete per ridurre l’impatto umano sul pianeta.

La Giornata della Terra rappresenta un’occasione importante per riflettere sulle sfide che il nostro pianeta deve affrontare e per promuovere comportamenti sostenibili in linea con i principi della transizione ecologica, dell’efficienza energetica e dell’Agenda 2030. 

L’INPS è impegnato nel promuovere una cultura della sostenibilità all’interno della propria organizzazione e tra i suoi stakeholder. 

Dal 18 al 21 aprile, l’Istituto sarà presente al “Villaggio per la Terra” a Roma, all’interno di Villa Borghese, per evidenziare l’impatto delle sue attività sulla società.

L’INPS presenterà i suoi contributi allo sviluppo sostenibile, al rispetto dei diritti e alla riduzione delle disuguaglianze sociali e di genere. 

Tra i punti salienti della partecipazione dell’Istituto, il lancio del primo Rapporto di sostenibilità, uno stand informativo sulla terrazza del Pincio a Roma e un ufficio mobile nell’area Galoppatoio di Villa Borghese. 

I visitatori potranno ricevere informazioni sulle prestazioni INPS, servizi di consulenza alle donne e partecipare a laboratori didattici sulla sostenibilità e sull’educazione previdenziale.

L’appuntamento è venerdì 19 aprile 2024 alle ore 15.00 con il talk show sulla silver economy presso la Casa del Cinema. Il dibattito si concentrerà sul tema “Sfida demografica e silver economy” all’interno del panel “Previdenza e sostenibilità: un nuovo ruolo per Casse e Fondi Pensione”. Tra i relatori figurerà Micaela Gelera, membro del Consiglio di Amministrazione INPS. 

Accedendo alla pagina “INPS alla Giornata della Terra 2024 per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale” è possibile scaricare la documentazione relativa all’evento.

Assegno unico e universale: l’Osservatorio di marzo 2024

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Assegno unico e universale: l’Osservatorio di marzo 2024

Pubblicati i dati relativi alle domande di Assegno unico e universale presentate all’INPS e ai pagamenti.

Pubblicazione: 16 aprile 2024

È stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale (AUU) che riporta anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC).

L’Osservatorio fornisce le informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui relativi valori economici con riferimento al periodo marzo 2022 – febbraio 2024.

Nei primi due mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per complessivi 3.293,9 milioni di euro, che si aggiungono ai 17.366,6 milioni del 2023 e ai 12.560,3 milioni del 2022.

febbraio 2024 hanno ricevuto l’Assegno unico e universale 5.928.886 nuclei familiari, per un totale di 9.412.599 figli.

Antonio Pone, nuovo Direttore Generale facente funzioni

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Antonio Pone, nuovo Direttore Generale facente funzioni

Antonio Pone ha assunto l’incarico a decorrere dal 15 aprile 2024.

Pubblicazione: 16 aprile 2024

Antonio Pone, già vicario del Direttore Generale, ha assunto l’incarico di Direttore Generale facente funzioni a decorrere dal 15 aprile 2024 (determinazione n. 37 del Commissario straordinario).

 

Messaggio 15 aprile 2024, n. 1488

San Roberto di La Chaise-Dieu

 

San Roberto di La Chaise-Dieu


Nome: San Roberto di La Chaise-Dieu
Titolo: Abate
Nascita: 1000 circa, Francia
Morte: 17 aprile 1067, Chaise-Dieu, Francia
Ricorrenza: 17 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1351, Roma, papa Clemente VI
 

Nelle favole, che sono quasi tutte di origine francese o tedesca, uno dei principali protagonisti è sempre il bosco, suggestivo e pauroso. Come nelle fiabe, San Roberto, nacque in mezzo ad una foresta, poco avanti il Mille.

Non figlio di boscaioli, come si potrebbe credere, ma di una nobildonna della famiglia di Turlandia, colta dalle doglie del parto nel fitto di un bosco, mentre si recava ad un Castello vicino. Si disse subito che il neonato era destinato a diventare eremita celebre; e poiché ricusò di suggere il latte dal seno di due nutrici poco oneste, si disse anche che sarebbe stato uomo di grande virtù e di somma purezza.

Giovanissimo, fu consacrato sacerdote, canonico della chiesa di San Giuliano a Brioude. Una virtù caratteristica di San Roberto era la sua carità verso gli infermi. Non si limitò a soccorrerli secondo il bisogno, ma aprì un ospizio tutto per loro, e vi si prodigò in una assistenza costante e premurosa.

Ma la vocazione di San Roberto era un’altra, più aderente al suo tempo caratterizzato dalla vita monastica.

Perciò San Roberto tentò di ritirarsi nel famoso monastero francese di Cluny, ma ne fu impedito da una specie di sollevazione popolare. Era troppo caro agli abitanti di Brioude, e questi lo rincorsero a Cluny, convincendolo a tornar tra loro.

San Roberto era turbato. Si recò a Roma, e sulla tomba degli Apostoli pregò di poter conoscere se la volontà di Dio lo voleva sacerdote secolare, cioè destinato a vivere nel mondo, oppure monaco, anzi eremita, come la sua vocazione sembrava suggerirgli.

Al ritorno incontrò un soldato, chiamato Stefano. Questi gli chiese quale fosse la strada migliore per una vita di penitenza: « Lascia ogni cosa, – disse San Roberto -, e mettiti al servizio del Signore ». « Lo farei volentieri – rispose Stefano, – solo se questo sacrificio potessi compierlo con te ».

Forse era proprio questo il segno divino che Roberto aspettava. Confidò a Stefano la sua segreta e accorata aspirazione, e insieme decisero di ritirarsi in un luogo solitario, sotto la protezione della Santa Vergine. Si unì un altro soldato, Dalmazio, stanco di odio e di battaglie. Si stabilirono tra i ruderi di una vecchia chiesa, e attorno vi sistemarono le loro cellette di frasche.

Nasceva così l’Abbazia della Chaise-Dieu, che significa « Sedia di Dio », e quindi anche « Casa di Dio ». Dopo infinite difficoltà, guidata dal suo santo Abate, la Chaise-Dieu divenne uno dei più importanti focolari monastici francesi, dopo Chartres e Cluny. Assicurava il culto a cinquanta paesi vicini, e si era dilatata in un grandioso complesso di edifici, che ospitavano ben trecento monaci.

San Roberto, nato in una selva di alberi, terminava così la sua vita in una selva di monaci, per i quali fu come un affettuoso padre prima di addormentarsi nella morte, il 17 aprile dell’anno 1067.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Chaise-Dieu presso Clermont-Ferrand in Francia, san Roberto, abate, che radunò alcuni confratelli nello luogo stesso in cui viveva in solitudine, guadagnando molte anime al Signore con la parola della predicazione e con il suo esempio di vita.

Soggiorni estivi 2024 Case del Maestro: online il bando

Soggiorni estivi 2024 Case del Maestro: online il bando

La domanda potrà essere presentata dalle 12 del 17 aprile alle 12 del 2 maggio 2024.

Pubblicazione: 15 aprile 2024

L’Istituto ha pubblicato il bando di concorso “Soggiorni estivi 2024 presso le Case del Maestro”, rivolto agli iscritti alla Gestione Assistenza Magistrale, in servizio o in pensione, e ai loro parenti entro il secondo grado.

Possono beneficiare dei soggiorni anche i vedovi, gli uniti civilmente e conviventi e gli orfani di iscritti e pensionati, minorenni alla data di scadenza del bando, insieme all’altro genitore o al tutore.

I soggiorni si svolgeranno dal 22 giugno al 14 settembre 2024.

La domanda dovrà essere presentata online dalle 12 del 17 aprile alle 12 del 2 maggio 2024, tramite la scheda “Ospitalità presso “Case del Maestro” per iscritti Gestione Assistenza Magistrale”, cliccando su “Utilizza il servizio”.

 

Santa Bernardetta Soubirous

 

Santa Bernardetta Soubirous


Nome: Santa Bernardetta Soubirous
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Marie Bernarde Soubirous
Nascita: 7 gennaio 1844
Morte: 16 aprile 1879
Ricorrenza: 16 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettrice:
degli ammalati
Beatificazione:
14 giugno 1925, Roma , papa Pio XI
Canonizzazione:
8 dicembre 1933, Roma , papa Pio XI
Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d’un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell’11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d’acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l’amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d’asma, portava le calze. Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma l’amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d’una nube d’oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s’inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l’Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s’univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d’oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L’apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco – diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l’Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d’interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

« Ha detto così ».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l’udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall’asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

Morì all’età di 35 anni, il 16 aprile 1879

Bernadette fu beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata nel 1933 dallo stesso pontefice, non solo per essere stata testimone dell’apparizione mariana, ma anche per la semplicità e la santità della sua vita.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

Per 181 decreti attuativi è già scaduto il termine fissato per la pubblicazione

Per 181 decreti attuativi è già scaduto il termine fissato per la pubblicazione

Tutti i decreti attuativi che ancora mancano all’appello nel dettaglio.

GRAFICO
DESCRIZIONE

Complessivamente i decreti attuativi che al 5 aprile 2024 devono ancora essere pubblicati sono 520. Tra questi ce ne sono 181 (il 34,8%) che non sono stati adottati entro la scadenza definita dalla norma che li ha richiesti. In valori assoluti, il maggior numero di decreti attuativi ancora da pubblicare fa riferimento alle misure contenute nella legge di bilancio del 2024 (50). Questo tipo di norme sono quelle che tipicamente richiedono il maggior numero di atti di secondo livello per la loro implementazione. Al terzo posto infatti troviamo la legge di bilancio per il 2023 per cui mancano ancora all’appello 27 decreti attuativi. Al secondo imposto troviamo invece la legge relativa alle disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy per cui mancano all’appello ancora 34 attuazioni. Significativo anche il numero di attuazioni che ancora mancano all’appello per quanto riguarda il cosiddetto decreto Pnrr quater (20). Parte dei decreti attuativi legati a queste sole 4 leggi bloccano un totale di circa 8,5 miliardi di euro. Un dato molto significativo. Ampliando questa analisi a tutte le misure che richiedono decreti attuativi possiamo osservare che le risorse ancora da sbloccare ammontano a 12,6 miliardi di euro circa. Per un ammontare complessivo di 2,1 miliardi di euro il termine previsto per la pubblicazione del relativo decreto attuativo è già scaduto. La maggior parte di questi fondi è legata al destino di due singoli provvedimenti. Un decreto del ministro per il sud relativo alla gestione di circa 800 milioni finalizzati alla riduzione dei divari infrastrutturali con il resto del paese e uno del ministero dell’ambiente per la ripartizione delle risorse del Fondo per la decarbonizzazione e per la riconversione verde delle raffinerie esistenti del valore complessivo di 260 milioni di euro. Allargando lo sguardo anche a quegli atti che non hanno superato la data di scadenza possiamo osservare che ci sono 2 singoli atti che bloccano l’erogazione di 2,8 miliardi di euro. Nel primo caso a mancare all’appello è un altro atto del ministero dell’ambiente relativo alle modalità di accesso ai crediti d’imposta per gli investimenti nella zona economica speciale unica del mezzogiorno (1,8 miliardi). C’è poi un altro miliardo di competenza del ministero delle imprese riguardante la valorizzazione dei prodotti a marchio Made in Italy.

DA SAPERE

Le norme attualmente in vigore prevedono che il bilancio di previsione dello stato abbia un arco di programmazione triennale che poi viene aggiornato ogni anno. Per questo motivo le informazioni legate all’impatto economico dei decreti attuativi sono impostate anch’esse su base massimo triennale. Non necessariamente però tutti gli importi stanziati hanno questa impostazione: possono anche prevedere finanziamenti annuali o biennali. Chiaramente poi l’arco temporale di riferimento varia in base all’anno di approvazione della norma. Per permettere un confronto omogeneo si è quindi scelto di sommare le cifre stanziate per le diverse annualità.