Lavoro e Previdenza - "Triballadores" - a cura di Vittorio Casula -

Lo Stato sociale per la crescita del Paese: intervista a Giuseppe Sacco

Lo Stato sociale per la crescita del Paese: intervista a Giuseppe Sacco

Il professor Giuseppe Sacco interviene sull’importanza dello “Stato sociale” e delle politiche di welfare state per la competitività del Paese.

Pubblicazione: 14 luglio 2023

“Senza una buona amministrazione, quasi niente può funzionare”. Questo è il sincero convincimento che traspare dalle risposte date durante l’intervista  a Giuseppe Sacco, professore di Politica economica internazionale, ribadisce la mai tramontata importanza delle politiche di welfare state, anche in questo nuovo secolo in cui tutto appare rimesso in discussione.

In questo senso, sottolinea anzi il professore, veniamo da un trentennio in cui un processo di generale liberalizzazione commerciale e di crescita senza inflazione dovuta ai Paesi a basso costo del lavoro ha portato tutti i benefici che poteva portare. Ma ha anche accumulato un imponente passivo in materia di diseguaglianze. Urgente e indispensabile appare – se si vogliono evitare eventi drammatici come quelli che già si manifestano in qualche Paese europeo, ma che anche e soprattutto si profilano negli Stati Uniti – riconoscere un ruolo crescente a uno “Stato sociale” capace di recepire le esigenze dei cittadini, e di rispondere garantendo loro le dovute protezioni.

Né va peraltro dimenticato come il sistema previdenziale italiano rimanga “uno dei più avanzati” al mondo. Per sintetizzare la natura e la forza di tale sistema, Sacco – che pure per un trentennio è stato Cattedratico alla Luiss – non esita a ricordare le origini ideologiche delle sue tappe fondamentali, che si ritrovano nel pensiero socialista come in quello dalle forze cattoliche, cui va riconosciuta l’estensione della previdenza sociale al mondo agricolo, voluta all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ma non esita neanche a sottolineare le condizioni istituzionali indispensabili perché lo Stato sociale possa funzionare con efficacia di risultati e con costi accettabili. E il ruolo di primo piano che, a questo fine, riveste il sistema dei media.

“Il singolo cittadino è favorito dall’azione pubblica, quella che la collettività gli offre attraverso una burocrazia molto capillare. Ma da tale complessa struttura il cittadino-assistito chiaramente rischia pure di diventarne dipendente. E quando l’azione pubblica si inceppa, e non gli fornisce più, o gli fornisce male con tempi troppo lunghi quei servizi medici e sociali quasi sempre indispensabili alla sua sopravvivenza, il cittadino non ha via d’uscita. Non può, come accade nei sistemi privatistici, rivolgersi a un altro fornitore”, aggiunge Sacco.

E qui appare in tutta la sua importanza il ruolo dell’informazione: “La stampa dovrebbe andare più sistematicamente di quanto già non accada, a caccia della cosiddetta ‘malasanità’, per identificarne casi concreti e denunciarli in modo che diventi impossibile non intervenire. Insomma, in una società in cui lo Stato ha un ruolo sempre più importante, l’Opinione pubblica, e soprattutto quella ‘pubblicata’, debbono avere un ruolo di contrappeso sempre più impegnativo”.

Sebbene consapevole dei costi e delle difficoltà, il professor Sacco – che è uno specialista in materia di sistemi economici internazionali – non ha dunque alcun dubbio: “Uno Stato sociale che operi con efficacia di risultati e a costi a questi non sproporzionati garantisce al Paese una crescita in termini di competitività, e un evidente beneficio economico”.

Per approfondire il tema dello Stato sociale e le dinamiche a esso collegate, guarda la video-intervista.

Lo Stato sociale per la crescita del Paese: intervista a Giuseppe Saccoultima modifica: 2023-07-15T19:01:24+02:00da
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