Lavoro e Previdenza - "Triballadores" - a cura di Vittorio Casula -

Cesare Damiano

Nessuna delega in bianco alla Camera

 

La Delega sul lavoro, approdata alla Camera, comincerà a essere discussa dal prossimo giovedì nella Commissione lavoro. Il premier Matteo Renzi ha dichiarato che, a suo avviso, si tratterebbe a questo punto di approvare il testo votato con la fiducia al Senato, senza alcuna modifica. Per completare il quadro ha aggiunto che anche nell’Aula di Montecitorio il governo dovrebbe porre la fiducia sulla Delega.

Io penso che queste richieste siano irricevibili. Non è infatti immaginabile che alla Camera si pretenda di non fare alcuna discussione, perché sarebbe chiaro a tutti che un confronto in Commissione lavoro anche serrato che avesse come esito predeterminato l’impossibilità di cambiare anche una sola virgola, equivarrebbe a pestare l’acqua nel
mortaio.

E’una presa in giro: tanto varrebbe chiudere il Parlamento. Quindi, insieme con molti altri parlamentari, ritengo
che si debba avere come obiettivo quello di correggere alcuni contenuti e di evitare la fiducia. Intanto bisogna constatare che la battaglia politica e parlamentare, condotta al Senato dagli esponenti della minoranza del Partito democratico, ha dato alcuni primi frutti che vanno valorizzati, anche se non sono sufficienti a ritenere concluso l’argomento.

Vediamo di esaminarli nel dettaglio: in primo luogo si è migliorata la formula relativa agli elementi
di ”semplificazione, modifica o superamento” (quest’ultima parola non era compresa nel testo approvato dalla Commissione lavoro del Senato) delle tipologie contrattuali più precarizzanti.

LA LOTTA ALLA PRECARIETÀ

Occorre ricordare che quando ero ministro del Lavoro, al tempo del governo Prodi, avevo cancellato nell’ambito del Protocollo sul welfare del 2007 sia il contratto a chiamata sia lo staff leasing, ripristinati successivamente da Berlusconi. La battaglia per disboscare le modalità di assunzione più precarie è stata e rimane una bandiera del centrosinistra e in questo caso abbiamo compiuto un evidente passo avanti.

In secondo luogo, si è introdotto un intero paragrafo dedicato al lavoro stabile, che recita:«Promuovere, in coerenza con le indicazioni europee, il contratto a tempo indeterminato come forma privilegiata di contratto di lavoro rendendolo più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti». Si tratta della positiva riproposizione della manovra voluta da Prodi nel 2006, quando fu abbassato per la prima volta di ben tre punti percentuali il cosiddetto cuneo fiscale, con un impegno di spesa strutturale pari a cinque  miliardi di euro all’anno. Un vantaggio di competitività enorme per le imprese, all’epoca non  sufficientemente valorizzato.

Il terzo punto di miglioramento riguarda la revisione della disciplina delle mansioni in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale. Noi abbiamo puntato a garantire al massimo i lavoratori  al fine di sottrarli al ricatto occupazionale contrapposto alla accettazione di un demansiosamente  arbitrario, con conseguente perdita salariale. Alle tutele precedentemente previste (del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita) abbiamo aggiunto anche quella delle condizioni economiche.

Infine, per quanto riguarda l’estensione del ”ricorso a prestazioni di lavoro accessorio per le attività lavorative discontinue e occasionali nei diversi settori produttivi”, ne abbiamo limitato l’uso al plafond di 5mila euro all’anno.
Inoltre, già nel testo precedente, il cosiddetto emendamento Poletti alla Delega, avevamo chiesto ed ottenuto di circoscrivere l’introduzione del compenso orario minimo «nei settori non regolari da contratti collettivi».

Infatti si tratta di una precisazione di non poco conto, perché altrimenti si correrebbe il rischio di mettere in discussione la contrattazione collettiva.

IL NODO APERTO DEI LICENZIAMENTI

Abbiamo valutato positivamente questi passi avanti compiuti dal governo, che sono anche il frutto della pressione politica esercitata dalla minoranza del Pd, ma li consideriamo non ancora sufficienti: per questo intendiamo continuare la nostra battaglia alla Camera con lo scopo di produrre ulteriori miglioramenti. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo come riferimento il documento unitariamente sottoscritto da alcuni parlamentari della commissione Lavoro della Camera che indica alcune correzioni e quello approvato dalla direzione del Partito democratico che migliora le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori includendovi i licenziamenti disciplinari, di cui non c’è traccia nella Delega.

Noi attribuiamo anche una notevole importanza alla discussione sulla legge di Stabilità che dovrà contenere lo stanziamento di risorse su importanti capitoli che riguardano il welfare e il lavoro:il primo di questi è relativo alle risorse da destinare agli ammortizzatori sociali che debbono essere estesi anche ai lavoratori precari.  Vogliamo la certezza che siano aggiuntive e non inferiori al miliardo e mezzo di euro, come promesso da Renzi.

Si tratta pur sempre di una cifra esigua, diciamo un buon inizio, con la quale si riescono a tutelare 178.000 disoccupati a 700 euro lordi mensili per un anno. In questo ambito di universale c’è ben poco, considerati i livelli di disoccupazione esistenti.

Il secondo punto è relativo alle risorse che verranno stanziate per abbassare l’incidenza del ”cuneo fiscale” sul lavoro a tempo indeterminato. Per quanto riguarda invece la Delega, si dovrebbe definire meglio qquali sono le forme di  lavoro precario che verranno cancellate; si dovrebbe migliorare la parte relativa al cambiamento delle mansioni con la previsione di un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali aziendali; si dovrebbe chiarire, per il controllo  a distanza, che si tratta di una misura che attiene alla sicurezza degli impianti e non al controllo della prestazione dei lavoratori; per i voucher, oltre al tetto annuo di 5mila euro, si tratterebbe di non favorirne l’estensione indiscriminata a tutti i settori produttivi, ma solo a quelli caratterizzati dalla stagionalità.

IL RUOLO DEL SINDACATO

Infine, sull’articolo 18va sicuramente recepita l’indicazione della Direzione del Pd che prevede, come abbiamo già ricordato, la tutela per i licenziamenti discriminatori e va chiarito che le eventuali modifiche normative riguardano
esclusivamente i licenziamenti individuali e non quelli collettivi, considerando che rimane aperto il tema dei licenziamenti economici.

Abbiamo apprezzato le dichiarazioni fatte dal presidente del Consiglio al tavolo di confronto con le parti sociali a
proposito di rappresentanza e rappresentatività dei sindacati, di partecipazione dei lavoratori e di potenziamento della contrattazione aziendale e territoriale.

Proponiamo di inserire questi temi nella Delega: abbiamo presentato come Pd, su ciascuno di essi, proposte di legge che possono costituire una utile base di riferimento. Su questi punti svilupperemo il nostro confronto e la nostra  battaglia con l’unico intento di migliorare la Delega sul lavoro e per questo pretendiamo di svolgere la nostra normale attività parlamentare utilizzando i tempi necessari per l’esame del testo e per raccogliere e selezionare gli  emendamenti ricercando, ovviamente, il massimo punto d’intesa con il governo.

Il nostro obiettivo è accelerare così che, nei primi giorni di dicembre l’iter legislativo, sia definitivamente concluso per consentire il varo dei Decreti attuativi nel 2015.

 

Cesare Damianoultima modifica: 2014-10-13T16:42:20+02:00da
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