Lavoro e Previdenza - "Triballadores" - a cura di Vittorio Casula -

Previdenza

Previdenza: pensionati stranieri in 15 anni +4,5% sul totale

Aumenta e continuerà ad aumentare la quota di stranieri che godono di una pensione, ma le percentuali continueranno a essere molto ridotte rispetto a quelle degli italiani. E sul totale della popolazione straniera residente, la quota di pensionati resterà sempre molto più ridotta rispetto alla percentuale di pensionati sul totale dei lavoratori italiani. E’ quanto emerge dal Rapporto “Immigrati e sicurezza sociale: il caso italiano” di European Migration Network Italia, realizzato da Idos e presentato stamani a Roma.

Alla base della scarsa incidenza degli stranieri tra i pensionati c’è la giovane età: nel 2012 gli over 65 erano appena
lo 0,6% degli stranieri residenti. Ciononostante, non mancano motivi di preoccupazione, sia nell’ipotesi che i lavoratori non comunitari ritornino nei Paesi di origine (nel 2012 i permessi di soggiorno scaduti senza essere rinnovati sono stati 180 mila e nel 2011 ben 263 mila), sia che restino in Italia. La maggior parte dei lavoratori interessati ha infatti maturato una carriera assicurativa di pochi anni, che non consente di soddisfare il requisito contributivo (20 anni) per il normale pensionamento di vecchiaia. Il rapporto auspica che venga ripresa la stipula di convenzioni bilaterali con i Paesi di origine degli immigrati che quanto meno consenta la totalizzazione dei periodi dell’assicurazione pensionistica. 

Dalle indagini previsionali promosse dal Centro Studi e Ricerche Idos risulta che, tenuto conto della nuova normativa che ha elevato l’età pensionabile e il requisito contributivo, i cittadini stranieri presenti in Italia, che nel 2010 hanno inciso per l’1,5% sugli ingressi in età pensionabile, porteranno la loro incidenza al 2,6% nel 2015, al 4,3% nel 2020 e al 6,0% nel 2025, anno in cui si stima che gli ingressi in età pensionabile saranno 43 mila tra gli stranieri e ben 747 mila tra gli italiani, per cui i pensionati immigrati passeranno da 1 ogni 46 (2010) a 1 ogni 19 (2025). Il differenziale pensionistico tra italiani e stranieri, dunque, si ridurrà ma resteranno significativi margini che andranno a beneficio della gestione pensionistica, tenuto conto che la popolazione straniera nel 2025, secondo le previsioni, inciderà per il 12,3% sul totale dei residenti (il doppio rispetto all’incidenza sugli immigrati pensionandi).

Ma che pensione sarà? Sicuramente bassa, come per la maggior parte degli italiani, ma ancora di più per gli immigrati perché i contributi pagati da questi lavoratori sono calcolati su una retribuzione inferiore mediamente del 25% rispetto a quella degli italiani. Gli immigrati pensionati saranno destinati, salvo adeguate misure di contrasto, ad aumentare le schiere dei poveri e questo costituirà un problema molto serio, avverte il Rapporto.

Previdenzaultima modifica: 2014-03-26T17:42:09+01:00da
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