Lavoro e Previdenza - "Triballadores" - a cura di Vittorio Casula -

UNA GIUSTIZIA PER TUTTI I BELLOMONTE

COSE DI SARDEGNA

 del 23/11/2011

di FRANCESCO CASULA

Bruno Bellomonte,

ferroviere e sindacalista di

Sassari, è libero. Dopo ben

29 mesi di carcerazione

preventiva. È stato assolto

dall’accusa di terrorismo dalla prima

Corte d’Assise di Roma perché il

fatto non sussiste. Il Pubblico

Ministero aveva addirittura chiesto

10 anni e 7 mesi di reclusione.

Per tutti quelli che hanno sempre

scommesso sulla sua innocenza, per

tutti i sardi, per tutti i democratici è

una splendida notizia: finalmente

un po’ di giustizia giusta. Era stato

accusato di avere progettato un

attentato al G8 di La Maddalena. Il

piano sarebbe consistito nel dirigere

un aerino telecomandato e carico di

esplosivo verso la sede in cui si

sarebbero riuniti i potenti della

Terra. Accusa ridicola e fantasiosa,

frutto di un teorema accusatorio

strampalato, non comprovato da

alcuna prova. Accusa contestata e

respinta da Bellomonte e non solo,

insieme alle altre ipotesi

accusatorie, surrogate

sostanzialmente da vacue

interpretazioni di alcune

intercettazioni telefoniche. Di qui

l’assoluzione. Bene. Ma, a questo

punto, ci sarà qualcuno che

finalmente pagherà per la mala

giustizia? Chi restituirà a

Bellomonte i due anni e mezzo di

internamento nelle carceri di mezza

Italia? In violazione della stessa

Legge, la 345/75 e del Protocollo

d’intesa tra la Regione Sarda e il

Ministero della Giustizia del

7/2/2006 sulla territorialità della

pena? Chi lo risarcirà per le accuse

infamanti e infanganti di

terrorismo? Chi risarcirà la moglie e

i parenti costretti a sacrifici e spese

immani per poterlo visitare nei

lunghissimi 29 mesi nelle galere

italiane a Roma, Catanzaro, Viterbo

ecc.? Che cosa farà adesso Trenitalia

che, con disarmante e sospetto

tempismo, gli ha recapitato in

carcere la lettera di licenziamento

per assenteismo? La smetteranno

finalmente con le perquisizioni,

continue e improvvise nei confronti

di organizzazioni politiche – come A

Manca pro s’Indipendentzia, di cui è

dirigente Bellomonte – ree solo, fino

a prova contraria, di condurre una

battaglia di opposizione e di

dissenso politico, sia pure estremo e

radicale? Veramente si potrà

ulteriormente tollerare che le libertà

individuali e collettive vengano

compromesse o azzerate con

pedinamenti asfissianti, continue

perquisizioni, cimici allocate

ovunque, controlli telefonici? Senza

che tale accanimento abbia uno

straccio di motivazioni plausibili?

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UNA GIUSTIZIA PER TUTTI I BELLOMONTEultima modifica: 2011-11-24T14:22:00+01:00da
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