Fondo per la non autosufficienza: no agli emendamenti

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Così si abbandonano disabili, anziani e famiglie

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Le regioni italiane all’unanimità avevano approvato la proposta di due emendamenti per dotare il capitolo del Fondo nazionale per le non autosufficienze (Fna) di 400 milioni di euro per l’anno 2011 e di attingere per queste risorse al risparmio che il ministero dell’Economia contabilizzerà nel corso di quest’anno in ragione dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne. Ma entrambi sono stati rigettati dal governo nazionale. La notizia proviene dal tavolo di confronto tra governo e regioni sul decreto “milleproroghe”.
 
“Ci era sembrata una proposta anche eticamente, oltre che politicamente, corretta – sostiene l’assessore regionale al Welfare della Puglia Elena Gentile – se pensiamo che la gran parte del lavoro di cura delle persone anziane e disabili non autosufficienti ricade sulle donne e che innalzare l’età pensionabile non è indifferente in una famiglia in un cui una donna lavora e c’è anche una persona non autosufficiente. Ma evidentemente questo piano discussione non è all’altezza del governo che l’Italia ha in questo momento: è un livello di discussione troppo elevato”.

L’assessore Gentile ha stigmatizzato molto negativamente la notizia, perché spegne ogni speranza di poter confermare anche per quest’anno l’investimento necessario nei Comuni pugliesi per rafforzare le prestazioni di cura domiciliari e per concorrere al pagamento delle rette per i centri diurni per disabili gravi, Alzheimer, ecc…, e per le residenze protette, ma anche per garantire i posti di lavoro degli operatori sociali e sociosanitari che in questo settore sono occupati.
 
Eppure il ministro Sacconi prima di Natale aveva assicurato che il Fna 2011 sarebbe stato recuperato con i 400 milioni di euro di questo decreto. Ora il problema ritorna dove è sempre stato, nelle mani delle regioni e dei comuni che dovranno far fronte con risorse del tutto irrisorie a dare risposte minime, e quasi sempre inadeguate, alle famiglie e alle persone non autosufficienti, proprio in una fase di crisi, la cui morsa non accenna ad allentarsi. Né è pensabile che il taglio del Fondo Nazionale Non Autosufficienza sia recuperabile con le risorse dei bilanci regionali, già falcidiati nei trasferimenti erariali a partire da quest’anno, in attesa di un federalismo che rischia di affamare ancor di più i territori e i ceti sociali più deboli del Paese. “Mi auguro, intanto – conclude la Gentile – che le parti sociali, le associazioni di categoria, gli enti locali e le imprese che operano in questo settore non restino in silenzio di fronte a questo scempio, sapendo riconoscerne i veri responsabili. Credo sia giunto il tempo di alzare la voce tutti insieme per pretendere il rispetto di diritti minimi e per la dignità delle persone”.

Redattore sociale

Fondo per la non autosufficienza: no agli emendamentiultima modifica: 2011-02-04T11:59:05+01:00da vitegabry
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